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mercoledì 15 febbraio 2017

Come l'Inter di Giovanni Invernizzi: Inter - Empoli 2 - 0

Ancora una volta protagonista di una buona partita contro l'Empoli nell'ultimo turno di campionato, il francese Geoffrey Kondogbia (foto: Ansa.it) appare essere un giocatore finalmente (ri)trovato e rilanciato dall'allenatore Stefano Pioli dopo un difficile adattamento al nostro campionato. Dopo avere in qualche maniera zittito tutti quelli che gli avevano dato l'etichetta di 'bidone' per il calciatore francese è ora di migliorare quelli che possono essere dei suoi limiti tecnici e anche di ritornare a indossare la maglia della propria Nazionale.

Prima e dopo la partita contro l'Empoli abbiamo parlato molto di numeri.

A questo punto della stagione del resto, data la classifica, è possibile fare una previsione più o meno ragionata su fin dove la squadra possa arrivare da qui alla fine del campionato per quelle che sono le sue potenzialità, gli impegni da affrontare da qui alla fine. Il cammino che aspetta le squadre avversarie. Gli scontri diretti.

Di questo abbiamo già parlato. Abbiamo parlato anche di come Stefano Pioli abbia voluto affiggere nello spogliatoio una specie di memorandum per ricordare in ogni momento alla squadra che mancherebbero tredici (adesso dodici) vittorie per centrare 'matematicamente' la qualificazione alla Champions League.

Una scelta che qualcuno ha voluto rimandare a Helenio Herrera, ma che invero a me ha fatto venire alla mente una intervista a Sandro Mazzola relativa al campionato 1970/71. Quello dell'undicesimo scudetto.

L'Inter del presidente Ivanoe Fraizzoli era partita malissimo in campionato sotto la guida di Heriberto Herrera e solo dopo il cambio in panchina e il subentro di Giovanni Invernizzi, i nerazzurri cominciarono pian piano a risalire la china.

Fu quella che possiamo definire una lunga rincorsa.

Il Milan fu campione d'inverno e l'Inter rimontò le avversarie solo nel girone di ritorno, superando i rossoneri in classifica solo alla fine di marzo e mantenendo poi il primato fino alla fine della stagione.

Mazzola racconta, probabilmente si può trovare l'intervista in rete, che a un certo punto della stagione (forse dopo la sconfitta con il Napoli alla fine di novembre, ma potrei sbagliare) lui e gli altri senatori della squadra si riunirono con l'allenatore e stabilirono, a. Un vero e proprio patto d'acciaio tra l'allenatore e i giocatori; b. Una tabella programmatica per ogni impegno che avrebbero dovuto affrontare da quel momento fino alla fine della stagione.

Un ruolino di marcia che la squadra riuscì a perseguire da quel momento fino al raggiungimento dello scudetto. Che all'inizio della stagione appariva un obiettivo difficilmenta raggiungibile e che comunque mancava dal 1965/66. L'anno della 'stella'.

Chiaramente fare un parallelo tra queste due squadre costituisce una forzatura per la differenza temporale e la differenza dei valori in termini assoluti tra l'undici di Invernizzi e il gruppo a disposizione di Stefano Pioli, ma anche in questo caso credo che l'allenatore abbia stretto un patto con la squadra e in qualche modo stilato una tabella per quelli che sono gli impegni da qui alla fine della stagione. Consapevole in ogni caso che qualsiasi calcolo previsionale in questo caso debba passare dal confronto (anche diretto) con le avversarie, Roma e Napoli.

Ausilio ha ironicamente commentato la cosa dicendo che in realtà la squadra avrebbe come reale obiettivo quello di centrare nelle quindici partite restanti... quindici vittorie. Quindi fare en-plein. La cosa curiosa è che, come ha scritto Luciano, nelle ultime nove partite abbiamo comunque effettivamente centrato ventiquattro punti su ventisette. Eppure le distanze con Napoli e Roma continuano a esserci e pure se in qualche maniera inalterate, appaiono per forza più gravose andando avanti nel tempo.

Allora l'aspetto più interessante su cui concentrarsi diventa non tanto l'obiettivo in sé quanto le modalità con cui Pioli cercherà di raggiungerlo. Nel senso che a dovere essere determinante per quello che riguarda un giudizio valido sul suo lavoro non dovrà essere il raggiungimento o meno del terzo posto (sebbene la squadra abbia il dovere di cercare di centrare questo obiettivo fino all'ultimo) ma come la squadra procederà nel cammino che ci aspetta da qui alla fine della stagione.

Diventa necessariamente questo il cuore del commento da fare e l'aspetto - quello puramente tecnico, se così vogliamo dire - su cui focalizzare la nostra attenzione e in questo senso possiamo dire che di riflessioni e di considerazioni positive da fare ce ne sono anche dopo questa partita contro l'Empoli. Al di là della positività del risultato in sé ovviamente.

CHE CI IMPORTA DI POGBA. Noi ci abbiamo Kondogbia.

Questo coro, con cui i tifosi accoglievano il calciatore francese di origini centrafricane a Milano dopo il suo arrivo dal Monaco, è stato per lungo tempo oggetto di scherno e di dileggio da parte delle tifoserie avversarie oltre che di una certa stampa e mass-media che canalizzando il peggio del 'tifo' calcistico nazionale, hanno fatto del dare del 'bidone' a un calciatore il loro unico motivo di esistere.

Sicuramente Kondo ha avuto un impatto se non disastroso, almeno difficile con il nostro calcio. Strappato al Monaco a suon di milioni al termine di una trattativa serrata in concorrenza con il Milan, il giocatore fu definito da Adriano Galliani, reduce dalla sua ennesima 'sconfitta' nelle trattative di calciomercato condotte negli ultimi anni, come troppo costoso. Come dire che Geoffrey Kondogbia non valesse poi la cifra (una trentina di milioni) pagata dal club nerazzurro. Lasciando intendere che l'Inter si fosse lasciata fregare.

Una dichiarazione e una valutazione quella relativa l'alto costo del giocatore che poi ancora prima dell'inizio del campionato (parlo del campionato 2015/16) fu ripresa in altri termini e con altre finalità, ma in maniera altrettanto infelice, anche dall'allenatore Roberto Mancini, che probabilmente voleva da una parte spingere la società a completare la squadra, dall'altra forse proteggere il giocatore. Ottenendo invero l'effetto esattamente contrario.

Come sono andate le cose lo sappiamo. Il calciatore non riuscirà mai a inserirsi appieno negli schemi di Mancini, pagando del resto, va detto, anche quella che sarà una certa incertezza tattica che al di là del buon risultato finale (il quarto posto), sarà una costante per tutta l'annata della squadra nerazzurra.

Il seguito, con il passaggio di proprietà da Erick Thohir a Suning e il cambio di allenatore quanto meno rocambolesco alla vigilia del campionato, sembrava essere anche peggio con Kondogbia praticamente messo fuori squadra da Frank de Boer e oramai dato sul piede di partenza.

Tutto questo mentre il suo 'gemello' e grande amico Paul Pogba ritornava a Manchester, sponda United, che per assicurarsi le sue prestazioni batteva ogni record di spesa, puntando forte sul giocatore nonostante questi avesse dimostrato in bianconero di non avere ancora completato il suo processo di maturazione e avesse persino deluso le aspettative disputando un mediocre campionato europeo con la  maglia della sua nazionale.

Così allo stesso modo non si può dire che il suo impatto a Manchester sia stato dei migliori. Sicuramente pure se non insufficienti, le prestazioni di Pogba non sono state finora all'altezza di quello che si ritiene dovrebbe essere uno dei migliori giocatori del panorama mondiale. Ma va fatta secondo me nel suo caso una valutazione che lo accomuna in qualche modo a quello che è successo per Kondogbia e sebbene i due giocatori, va detto, abbiano caratteristiche caratteriali e fisiche differenti.

Molto, troppo spesso secondo me dimentichiamo che questi giocatori hanno comunque una età relativamente giovane e che per forza di cose può limitare o comunque rendere complicato il loro adattamento in una nuova realtà e nel caso specifico di Kondogbia, in un campionato che è oggettivamente molto difficile e in una realtà come quella dell'Inter dello scorso campionato che era praticamente una squadra composta per quasi undici undicesimi di giocatori nuovi.

Nel calcio di oggi avere pagato una cifra prossima ai trenta milioni per un ragazzo di ventidue anni non significa avere necessariamente fatto un investimento su quello che è un fuoriclasse di sicuro rendimento sul piano immediato.

La cifra spesa costituisce sì un investimento, se fatta su di un ragazzo giovane e che si ritiene abbia del potenziale, ma in quanto tale questo investimento va 'coltivato'. Se c'è comunque una componente di rischio, questa si abbassa notevolmente se si prevede di dovere letteralmente accompagnare il calciatore nel suo percorso di crescita come sportivo e come uomo.

Io credo che sia da questo punto di vista che Pioli abbia lavorato con Kondo. Un ragazzo che oggi appare chiaramente trasformato sul campo al punto da giustificare l'investimento fatto e lasciare intravedere chiaramente degli ulteriori margini di crescita.

Sono d'accordo con chi sostiene che delle volte sembri non deconcentrarsi, ma approcciare alla partita con una certa sufficienza, come se avesse bisogno di sentirsi sempre caricato a mille per giocare al meglio delle sue potenzialità, ma nel complesso il suo rendimento è nel tempo, come nel corso dei novanta minuti, costante. Un dato che non è secondario per un giocatore deputato a occupare quella posizione del campo.

Il francese eccelle in fase di interdizione e nel recupero dei palloni (una fase di gioco che devo dire comunque ha sempre in qualche maniera svolto almeno sufficientemente) e se deve e può migliorare in fase di disimpegno e nelle conclusioni da fuori (diciamo che il suo piede va sicuramente educato), si muove adesso con una leggerezza e una sicurezza in mezzo al campo che prima non aveva, aggiungendo a tutto questo anche quando possibile una certa eleganza che abbinata alla sua forza fisica gli permette di compiere delle giocate anche spettacolari.

Il suo processo di crescita appare in questo momento se non altro essersi indirizzato sulla giusta via, con i tifosi anche che si sono in qualche maniera finalmente ravveduti per quello che riguarda il sostegno ai giovani calciatori e che possono costituire un aiuto in più per il ragazzo. Che adesso ritengo meriti anche una nuova chance con la maglia della sua nazionale.

Senza volere riproporre paragoni che alla fine lasciano sempre il tempo che trovano, anche considerando il fatto che non ho mai stravisto per il francese dello United, oggi posso sicuramente dire di essere felice di avere Kondo in squadra. Che forse non ha in assoluto il talento dell'ex Juve ma che caratterialmente probabilmente non gli è inferiore.

Risollevarsi del resto non deve essere stato facile. Bravo Pioli. Bravo soprattutto lo stesso Kondogbia.

LA GARA DI BOLOGNA. Proprio Kondogbia purtroppo si aggiunge alla lista degli indisponibili per quello che riguarda il prossimo impegno di campionato, la trasferta di Bologna contro la squadra allenata da Roberto Donadoni.

Una assenza dovuta alla squalifica di un turno a seguito del cartellino giallo rimediato contro l'Empoli e che si somma all'assenza di Icardi (ancora un turno di squalifica da scontare) e quelle probabili di Brozovic e Banega per infortunio. Mentre D'Ambrosio, uscito al quarantecinquesimo nella partita di domenica, dovrebbe essere regolarmente arruolabile e a disposizione dell'allenatore Stefano Pioli.

Assente tra le fila del Bologna il solo Maietta, squalificato, mentre Donadoni dovrà valutare le situazioni di Okwonkwo e dell'ex Mattia Destro, al solito criticatissimo e che fatica ancora a ritrovarsi dopo la controversa esperienza a Roma sponda giallorossa.

Diciamolo chiaramente. A netto delle assenze cui abbiamo già accennato, si tratta di una partita sicuramente alla portata della squadra di Stefano Pioli e per certi versi più facile rispetto a quella contro l'Empoli per il semplice fatto che la gara contro i toscani arrivava in un momento di incertezza e di troppe discussioni anche per questioni non legate strettamente al campo dopo la doppia sconfitta contro Lazio e Juventus e tutte le polemiche seguite alla gara dello Stadium.

Bologna che è apparentemente salvo ma che viene da due sconfitte consecutive e in cui ha incassato la bellezza di numero dieci goal totali (sette contro il Napoli, in casa due settimane fa, tre nella trasferta di Marassi contro la Sampdoria) e che pure affrontato un mese fa in Coppa Italia è apparso essere una squadra poco smaliziata da centrocampo in su e dove gli unici elementi di esperienza sono quelli che compongono il reparto difensivo (la coppia di centrali Gastaldello - Maietta, con il secondo che sarà probabilmente sostituito dal greco Oikonomou, uno degli elementi più interessanti della squadra secondo me).

Occhio agli inserimenti senza palla dei centrocampisti, che poi sarebbe la maniera con la quale ci hanno 'bucato' due volte in coppa con il solito Dzemaili e un imperioso colpo di testa di Donsah e ragione per cui l'assenza di Kondogbia, calciatore particolarmente forte sul piano fisico oltre che chiaramente utile sulle palle alte, costituirà sicuramente un handicap.

A parte il fatto che oltre Gagliardini, l'unico centrocampista arruolabile sarebbe praticamente Gary Medel, cosa che porterà (salvo sorprese) di conseguenza Stefano Pioli per forza di cose a rivedere quelle che sono state le scelte fatte contro Juventus e Empoli.

LE SCELTE TATTICHE DI PIOLI. Ecco quindi una valutazione per quello che riguarda le scelte fatte dall'allenatore contro la Juventus e in particolare contro l'Empoli e di conseguenza quali potrebbero essere quelle contro il Bologna. Che presumbilmente scenderà in campo con il solito 4-3-3 che è tipico marchio di fabbrica dell'allenatore Roberto Donadoni e prevede due esterni larghi a sostegno dell'unica punta Destro (o Petkovic).

La mia idea è che, fosse stato disponibile uno tra Kondogbia e Brozovic, Pioli non avrebbe rivisto il piano tattico di partenza e avrebbe comunque scelto la difesa a tre dal primo minuto per affrontare i bolognesi. Una scelta nel segno a questo punto della continuità e in previsione poi, a seconda dell'evoluzione della partita, di operare un cambio modulo successivamente, come avvenuto contro l'Empoli.

Tuttavia proprio la gara contro l'Empoli merita di essere giudicata sotto quest'aspetto, perché è evidente che sebbene l'Inter abbia prodotto nel primo tempo contro i toscani un buon numero di palle goal, allo stesso modo mi è sembrato fin troppo prudenziale schierare tre centrali e quindi tre giocatori non attivi in fase d'attacco contemporaneamente. Che poi è la motivazione per cui in via assoluta non sono un grande sostenitore di questo sistema di gioco.

Non che l'allenatore avesse poi molte alternative a propria disposizione. Poteva effettivamente 'alzare' Medel sulla linea dei centrocampisti. Comunque l'infortunio di D'Ambrosio ha in qualche maniera da una parte sconvolto i suoi piani, dall'altra in ogni caso portato al cambio di modulo che volevo, dato che nella ripresa Pioli ha praticamente allargato Murillo a destra e inserito Ansaldi come esterno sinistro.

Ma l'Inter nella ripresa ha prodotto meno occasioni da goal, anche perché Candreva (forse stanco per il grande dispendio di energie nel corso del primo tempo) è stato meno coinvolto nel gioco e perché Ansaldi, pure giocando molto alto, è stato meno incisivo di D'Ambrosio di cui non possiede la forza fisica e la grande intensità di gioco.

Del resto è evidente che per funzionare alla perfezione, questo sistema di gioco abbia bisogno di Candreva e D'Ambrosio al massimo delle loro condizioni fisiche. Così come è vero che questi due giocatori non abbiano nel ruolo alternative con le stesse caratteristiche (forse Perisic, anche se questo ne limita le potenzialità e l'utilità negli ultimi metri). La loro intensità diventa indispensabile per garantire sia un sostegno in fase di copertura che di attacco e 'compensare' così la mancanza di quel giocatore aggiunto ai centrali di difesa.

Contro il Bologna tuttavia per l'assenza contemporanea di Kondogbia e Brozovic, Pioli sarà probabilmente costretto a alzare Medel (diffidato, come Miranda) sulla linea dei centrocampisti e riproporre la difesa a quattro solita con D'Ambrosio, Miranda, Murillo, Ansaldi.

Sembra del resto la scelta più prudenziale e logica anche alla luce di quello che dicevamo prima sulla bravura dei centrocampisti del Bologna negli inserimenti e l'unica per evitare sperimentazioni sul piano tattico come schierare Joao Mario a centrocampo o altre.

CANDREVA, L'AGO DELLA BILANCIA. Qualsiasi scelta dell'allenatore e considerazione di natura tattica, anche per quello che riguarda le scelte nel reparto offensivo (dove è previsto il rientro di Perisic), non può prescindere evidentemente da quel giocatore che secondo me costituisce il vero 'ago della bilancia' nelle dinamiche della squadra nerazzurra.

Parlo di Antonio Candreva. Che finalmente contro l'Empoli, dopo un inizio di questo anno 2017 nel quale il Nazionale azzurro non ha mostrato una condizione particolarmente brillante, è apparso in buone condizioni fisiche e nel primo tempo in particolare in virtù della sua intensità fisica e delle sue ripetute iniziative sull'esterno, è stato probabilmente il giocatore più importante della squadra nerazzurra. Quello determinante nello schiacciare l'avversario negli ultimi metri.

Da questo punto di vista il suo calo atletico nel corso del secondo tempo è stato in qualche modo inevitabile. Pure se nonostante tutto, il calciatore ha avuto modo, su spettacolare assist di Eder, di essere ancora protagonista realizzando personalmente la rete del due a zero con cui l'Inter ha chiuso la partita e prima che questa diventasse una specie di 'passarella' (si fa per dire) per i due giovani attaccanti Pinamonti e Barbosa.

A proposito dei due giovani attaccanti nerazzurri: interessante la scelta di Pioli di posizionare Barbosa nel ruolo di centrale e invece di schierare largo a destra Pinamonti. Una variante che probabilmente ci ha permesso di vedere altre qualità del giovane attaccante brasiliano e che secondo me ha evidenziato le grandi capacità fisiche del centravanti della primavera, oltre che la sua capacità di riuscire a dare profondità alla squadra attaccando gli spazi e rivelandosi per quanto giovane di essere potenzialmente un attaccante completo.

Candreva ha chiaramente un ruolo centrale in questa Inter. Un aspetto che ho sottolineato sin dalle prime gare della gestione-Pioli, che poi sarebbe l'allenatore che più di tutti ha saputo tirare il meglio da Antonio e che su di lui punta chiaramente per quella che è la sua esperienza e la sua determinazione: è sicuramente infatti un giocatore che non molla mai costituendo anche un esempio per i compagni più giovani; perché proprio per questa caratteristica, abbinata alla sua intensità di gioco quando questi riesce a esperimersi al meglio delle sue potenzialità, il calciatore può in qualsiasi momento anche risultare decisivo pure non avendo tra le sue caratteristiche quelle di essere un giocatore dotato di 'spunti' particolari.

L'ex Lazio è un calciatore che non piace a molti tra i tifosi nerazzurri. O meglio. La maggior parte preferirebbe avere al suo posto un calciatore più tecnico e con nel bagaglio più reti del numero 87 nerazzurro. Eppure qualsiasi sistema di gioco Pioli voglia adottare questo non può allo stato attuale prescindere da questo calciatore. Indispensabile se si sceglie di giocare con la difesa a tre nel ruolo di esterno. Allo stesso modo funzionale anche per dare maggiore equilibrio al 4-2-3-1 quando Perisic e Joao Mario a turno affiancano Mauro Icardi in area di rigore e perché bravo ad accentrarsi oppure allargarsi a seconda delle esigenze della squadra. Considerando anche il fatto che sul binario destro compone con D'Ambrosio una variabile importante nelle dinamiche offensive della squadra.

Ogni valutazione per l'Inter futura può sicuramente passare dalla sostituzione di questo giocatore (resterà in ogni caso un elemento importante all'interno della rosa della squadra), ma l'Inter attuale e da qui fino alla fine della stagione difficilmente potrà fare a meno di Antonio Candreva. Non solo per la mancanza di alternative a disposizione. Ma soprattutto per quelle che sono le sue doti caratteriali e calcistiche che ne fanno un elemento imprescindibile per questa Inter.

L'ago della bilancia di una squadra che ha assolutamente bisogno di mantenere sempre e in ogni caso il giusto equilibrio per rendere al massimo delle sue potenzialità.

Emiliano D'Aniello

41 commenti:

  1. Ricollegandomi ad Amstaf, secondo me i 4 potrebbero essere Andreolli, Dimarco e paradossalmente sia il secondo che il terzo. Ammesso si consideri uno tra Bardi, Belec, Cordaz pronto a fare il secondo. Lascerei ancora a giocare Di Gennaro e Radu che quest'anno è stato fermo.

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    1. Sia il secondo che il terzo portiere ovviamente.

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    2. Rileggendo il post di Amstaf, correggo il mio con: 'Ammesso si consideri uno tra Cordaz e Belec buono per fare il secondo.'

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  2. Con riferimento alla discussione snella parte finale del post precedente. Non conosco la "testa" di Scamacca, ma ricordo che è un '99, dunque ha tempo per giocare in serie A.
    Su Verratti/ Candido, confermo che quella spiegazione è stat fornita a me personalmente.
    C'è da dire anche che le dichiarazioni, anche quelle non pubbliche, lasciano il tempo che trovano spesso. Per esempio a suo tempo un alto dirigente del'Inter mi aveva detto che non avevamo mai avuto interesse reale per il portiere Donnarumma, ma che avevamo fatto una manovra (per cos'ì dire) al fine di alzarne il costo per chi l'avrebbe preso.
    Dichiarazione francamente poco credibile se si pensa che era venuto a fare tornei con noi (impressionando benissimo) per un paio d'anni.
    Invece è credibile la dichiarazione secondo la quale, dopo aver seguito a lungo Seid Visin, al momento di stringere avremmo rinunciato perché non ci convinceva più

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    1. Luciano ma Visin mi sembra che adesso sia svincolato. Risulta anche a te?

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  3. Sempre dalla discussione con Amstaf nel post precedente.

    Candreva mi sembra un giocatore (ne parlo nell'ultimo post) che secondo me può tornare utile da avere in rosa anche per il futuro per quelle che sono le sue capacità. Secondo me più probabile vada via Banega...

    Pinamonti-Barbosa... Apparentemente uno dei due sembrerebbe di 'troppo'. Ma qui secondo me bisogna aspettare anche la fine della stagione. Essendo entrambi giovanissimi.

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  4. Banega è fuori dall'inter già oggi, a mio avviso, per colpe nostre ma soprattutto sue (d'altronde si sapeva che avesse un carattere particolare). Impossibile rivederlo qui l'anno prossimo

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  5. Vero Emiliano quello che dici riguardo Pinamonti-Barbosa e tal proposito l'arrivo di Schick proprio non lo capisco. E' fondamentale che Pinamonti resti e giochi all'Inter.

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  6. La juventus avrà sotto contratto almeno sette punte promettentissime....

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    1. Non mi fraintendere Luciano. Non dicevo che non sia buono avere sotto contratto Barbosa, Pinamonti e magari anche Schick. Dicevo che chiaramente non possiamo avere tutti quanti presenti in rosa allo stesso tempo. Se non possiamo garantirgli spazio.

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  7. ora invio il post sul giovane top player della settimana

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  8. Al di là del risultato finale tra Real e Napoli e di chi passerà il turno, penso che comunque il rendimento del Napoli in questa edizione della cl dimostri un po' quello che diceva Luciano su un ritorno del nostro calcio.

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    1. I miei commenti sulla Champions sono sempre calzanti. Come quello ieri dove non parlavo benissimo di Di Maria e poi ha fatto due goal. A questo punto mi aspetto una goleada per il Real.

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  9. Mi dicono che dopo sei mesi si ritenga sicuramente più pronto Pinamonti che Barbosa ma che l'investimento per il secondo lo metta davanti nelle gerarchie (vedi come esempio le sostituzioni di Inter-Empoli). In ogni caso il primo lo si considera un possibile top, il secondo un ottimo possibile prospetto per l'Europa.

    Mi dicono che il rapporto donnarumma-milan sia il medesimo di pogba-juve, per la felicità del medesimo procuratore.
    Come per pogba sarebbe stato questo il motivo per il quale non si sia proseguito in una trattativa e abbia firmato per il milan.
    Dicono... poi magari sono solo giustificazioni "politiche".

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    1. Questioni di 'vil denaro' più che giustificazioni politiche mi sa. Non penso che Raiola sia interessato ad altro che a quello. Per il resto dico che finora non è che abbia sempre consigliato al meglio i suoi calciatori...

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  10. Su Casemiro non ci eravamo sbagliati, qui sul blog (al contrario di espertoni televisivi e agenti).

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  11. Il Napoli gioca un calcio che non trae origine dalla tradizione italiana, cosa che per esempio fanno allegri e in parte spalletti. Per questo è destinata a perdere in Europa. Tra l'altro questo Real non lo vedo estremamente competitivo: la finale per me sarà bayern-ladroni. La tradizione dell'equilibrio e della solidità, l'unica che alla fine paga per vincere; il bel giuoco del Napoli invece è sterile, personalmente non vorrei mai vedere l'inter con un allenatore simile, fumoso come il sacchi di antica memoria

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    1. A me Sarri non piace. Così come rifiuto tutta la retorica sul personaggio. Ridicolo il confronto alla vigilia del CdS: 'Mentre Zidane nel 1998 vinceva la Coppa del Mondo, Sarri lavorava in ufficio.'

      Francamente, senza voler dileggiare chi lavora in ufficio, anzi, non mi sembra che la cosa andasse a discapito di Zidane. Io lavoro in ufficio, magari potessi alzare la coppa del mondo invece...

      Ad ogni modo sa praticare un solo tipo di gioco e diciamo che ha affrontato il Real in maniera fedele al suo credo calcistico e giustamente le ha prese. Probabilmente, diciamolo, avrebbe perso anche cambiando. Anzi a maggior ragione se consideriamo il fatto che non è abituato a farlo e così non è abituata la squadra.

      In generale comunque del cosiddetto 'bel giuoco' così come inteso da stampa e televisione, francamente me ne frego. A me piacciono le squadre solide, che si muovono come un sol uomo, forti a difendersi e sulle ripartenze, con grande intensità di gioco e fisicità e che vanno in porta con due passaggi. Questo per me è calcio spettacolo. Il resto mi sembra roba buona per le esibizioni da spiaggia...

      Allegri sta provando a adeguarsi a quello che è stato un trend negli ultimi anni per il modo di giocare in EUropa. Ma comunque non bastano solo i numeri, ma ci vuole anche una certa attitudine nel modo di stare in campo e che qui, concordo, deve essere di ispirazione 'italiana'. Non sono sicuro ahimè, come dici tu, che alla Juventus manchi questo tipo di carattere purtroppo e per questo anche io non escludo che possa arrivare fino in fondo.

      Il Real degli ultimi anni invece non mi è mai piaciuto. Incredibile che abbia vinto due champions... Ma qui penso che si concorderà sul fatto che C. Ronaldo sia indubbiamnete uno dei più forti calciatori di tutti i tempi. Anche quando non è lui direttamente a risolvere (cioè quasi mai) ha una certa 'aurea' che condiziona positivamente tutta la squadra.

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    2. Sono assolutamente d'accordo. Credo che il Real abbia vinto più per l'assemblaggio di tanti campioni che per la compattezza e solidità. Ha vinto per il gap di qualità che l'ha separata da squadre come l'atletico. Discorso simile per il Barcellona

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    3. Sicuramente il Real ha tanti ottimi giocatori. Però secondo me neppure così bravi come quelli che ha avuto il Barca negli ultimi anni. Da centrocampo in su sono fortissimi, niente da dire, ma la difesa con Navas in porta e Carvajal, Pepe, Ramos, Marcelo oggettivamente è da incubo. L'anno scorso sono forse stati anche un po' 'fortunati', anche se poi alla fine parlare di fortuna è sempre un po' una forzatura.

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    4. Dietro il campione è Sergio Ramos, con Marcelo latitante in copertura e carvajal onesto mestierante. Mi ha deluso varane, ha 23 anni ma a 18 pensavo che sarebbe diventato fortissimo.

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    5. Forse con i centrali di difesa è più difficile fare previsioni che con giocatori che occupino qualsiasi altro ruolo. Comunque penso sia presto per bocciarlo. Anche se forse il real non è l'ambiente più facile dove crescere.

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  12. Io invece penso che il Napoli abbia ancora qualche possibilità di farcela perché il real è piuttosto scarso nella fase difensiva. Poi, certo, ha 3-4 grandi giocatori (non di più, gli altri sono normali, almeno a questi livelli).
    Anch'io penso che alla fine ci arriveranno le squadre più solide e dunque juve e bayern, ma molto dipenderà dalla condizione delle squadre che arriveranno alle semfinali.
    Nonostante i due gol Di Maria continua a non convincermi (stiamo sempre parlando di livelli eccelsi e di costi elevatissimi: chiaro che lo preferirei a...Candreva, per esempio).
    A proposito di Candreva, concordo con Emiliano sul fatto che per noi sia al momento un giocatore prezioso, insostituibile con questa rosa e anche sul fatto che pssandodagli ultimi esterni a lui abbiamo fatto un bel salto di qualità.
    Però penso anche che se questi livelli sono il suo top attuale, non può essere il titolare di una squadra che vuole entrare nel gruppo delle 6-7 migliori in Europa.
    certo, tute le medaglei hanno il loro rovescio. Chiediamo un esterno che vinca gli uno contro uno, che punti l'avversario e lo lasci secco sul posto, che segni anche di più.
    ma questo vorrà dire che coprirebbe anche di meno e che sarebbe necessario trovare nuovi equilibri. Non sempre un campione in più al posto di un gregario di lusso produce i risultati sperati.
    Su Gigio non so che dire. E' ovviamente il pizzaiolo il regista, ma come per Pogba, chi lavora con il pizzaiolo raramente ci perde.
    Con Pogba ci hanno guadagnato lui, la juve e il giocatore.
    Io credo più in prospettiva a Pina che a Barbosa, ma per caratteristiche tecniche atletiche e agonistiche non mi sembrano giocatori in alternativa.
    Se andiamo a leggere i nomi dei panchinari in ogni squadrone troviamo tantissimi big. Non ritengo che siano "sacrificati". A certi livelli a calcio si gioca almeno in 20

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    1. Il Napoli può provare a farcela perché comunque ha perso solo tre a uno... Che non è una sconfitta clamorosa. Chiaramente c'è un gap qualitativo tra le due squadre notevole. Vero quello che dici sulla difesa del Real, come commentavamo anche con Sergio, però anche la fase difensiva del Napoli mi sa che non sia poi irresistibile.

      Molto nervoso De Laurentiis. Da una parte ha le sue ragioni. Del resto ha comprato otto giocatori a suon di milioni (quelli di Higuain, ok, ma comunque li ha spesi) e di questi Maksimovic, Rog, Tonelli, Giaccherini + Milik per infortunio e adesso Pavoletti, il campo non lo vedono mai. Qualche domanda se la deve pur fare... Diciamo che ha colto l'occasione per sfogarsi.

      Di Maria non è il mio preferito tra tutti i nomi possibili per il nostro attacco. Mentre su Candreva, Luciano, secondo me siamo d'accordo. Al mmento è chiaramente fondamentale. Nel futuro prossimo mi sembra comunque un giocatore che nella rosa possa essere molto utile. Anche perché il giocatore che cerchiamo nel ruolo ha caratteristiche diverse dalle sue, quindi... Avercelo come alternativa non sarebbe male. Anche considerando la sua utilità anche in caso di riproposizione della difesa a tre. Che non è il mio sistema di gioco ideale, né quello che credo si adotterà come base, ma comunque una variabile che in determinate occasioni si potrà adoperare. Anche perché fondamentalmente lui lo considero invero più un giocatore di 'quantità' (nel senso di rendimento) che uno di qualità. Sebbene poi si riveli in alcuni casi anche decisivo.

      La mia valutazione su Pinamonti e Barbosa per la prossima stagione riguarda una considerazione da farsi nel caso in cui avremmo (ad esempio):
      Berardi / Candreva
      Icardi / Petagna
      Perisic / Eder

      Apparentemente gli spazi per i due sarebbero gli stessi di quest'anno. Non sto dicendo di privarsi dei due giocatori o di uno dei due, semplicemente che forse i ragazzi potrebbero avere anche bisogno di giocare per emergere. Anche se poi dipende. Se a gennaio avessimo ceduto Barbosa a una squadra tipo Pescara, Bologna, Chievo... Secondo me sarebbe affondato definitivamente. Difficile fare una valutazione netta.

      Quello che dicevo su Raiola e il fare l'interesse dei suoi giocatori andava anche nel senso di curare la crescita della loro carriera professionale e non solo l'aspetto economico. Non sono sicuro che ad esempio per Mario sia stato così. Qualche perplessità anche su Ibra. Voglio dire, è andato al Barca dopo aver giocato in una Inter fortissima e dopo si è ritrovato al Milan e poi nel campionato francese. Infine in uno United comunque fuori dalla Champions e lontano dal poter vincere la Premier. Avrà incassato tantissimi soldi Ibra negli anni però magari quella coppa che tanto voleva vincere e vorrebbe vincere ancora. Oppure forse non gliene frega niente, eh, non lo so. Però quali sono i parametri per valutare la carriera di un calciatore? Da esterni dobbiamo per forza guardare all'impronta che questi lasciano nella storia del calcio. Magari Ibra ci è riuscito comunque poi, però forse avrebbe potuto stare nella 'mischia' per più tempo invece di stare al Milan o in Francia.

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  13. Squizzato gol con la nazionale. Come procede la crescita di questo ragazzo Luciano? Può ripercorrere le orme di Palazzi o è molto diverso?

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  14. Non per fare il bastian contrario ma fare pronostici su chi andrà in finale in una competizione ad eliminazione è "aria fritta"; premesso che, essendo la speranza l'ultima a morire, confido in una immediata eliminazione della juve (anche con errore arbitrale, per aumentare la cultura, loro, della sconfitta), resta il fatto che ai quarti i sorteggi potrebbero contrapporre, subito, il bayern alla vincente di porto-juve, quindi pronosticare una finale non ha senso.

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  15. Molto, molto diverso. Che non significa inferiore, però.
    E' un 2002, se giocasse nella sua categoria farebbe una grande differenza.
    Per il momento mi ricorda più Carraro, per restare a uno dei nostri giovani degli ultimi tempi. Però è proprio un ragzzino e quali saranno le linee portanti della sua crescita (anche atletica, non solo tecnica) è difficile dirlo adesso

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    1. Immagino che fra un paio di anni si avrà un'idea sul suo sviluppo atletico un po più precisa. Mi sembra capire che sia un giocatore abbastanza considerato anche a livello nazionale

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    2. Non so se abbiano giocato, ma tra i convocati c'erano anche Pirola, Dimarco e Cancello.

      Domanda veramente stupida e per la quale vi chiedo scusa se possa risultare troppo ingenua: Dimarco under 15 ha qualche legame di parentela con Federico ora in prestito ad Empoli?

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  16. Be' Amstaf quello che dici non fa una piega, ma pronosticare una finale significa solo indicare quelle che, certo in modo soggettivo e provvisorio, sono state individuate come le più forti del lotto. Poi magari si infortunano due giocatori chiave o c'è una flessione nella condizione di forma e fra un mese o due tutto cambia

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    1. Intanto hanno il Porto. Io non do nulla per scontato, ne abbiamo visto tante. Se poi si parla del lotto delle favorite non escludo, per motivi molto diversi, PSG e Atletico, oltre a Bayern e Real, che il Real ce lo metti sempre. Quindi almeno 5 squadre, che mi fa ben sperare nella eliminazione precoce della banda bassotti.

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    2. Il Psg di ieri è effettivamente per forza da inserire tra le possibili candidate alla finale in questo momento. Più 'frizzante' del Bayern a mio parere. Con i tedeschi che restano comunque una grande armata e con un centravanti sontuoso. Una sfida tra le due squadre in questo momento sarebbe di grandissimo interesse.

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  17. Ah, be' se è per quello a me basta che escano. Con chi proprio non mi importa. E sarei felice di venir smentito nelle mie previsioni. tanto non le azzecco mai

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    1. Posso solo dire che sono d'accordo con te. Cioè a me piacerebbe che uscissero dopo aver vinto tipo quattro a zero l'andata per poi perdere per cinque a zero il ritorno. Oppure quattro a zero e poi calci di rigore. Qualche cosa che li faccia soffrire comunque...

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  18. Comunque è interessante seguire il progresso di Juan Emery alla guida del Psg. Sembra che ormai il periodo di adattamento sia passato e stia riuscendo a portare la squadra ad un livello di compattezza alla stregua del suo Siviglia. Ha vinto tre Europa League se non sbaglio che per quanto possa essere presa con le pinze può essere indice di una grande mentalità. Guardo l'evoluzione del Psg con una idea di fondo: forse Emery è un grande allenatore. Il Siviglia scorso era anche tecnicamente inferiore a questo, ed è riuscito ad assemblare un sistema di gioco con calciatori adeguati a sfruttare le qualità (e limitando i difetti) di Banega. Si vedrà.

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    1. Penso che il Psg di quest'anno sia molto più squadra rispetto al passato. La cessione di ibra li ha costretti finalmente a ricercare un gioco più arioso. Hanno una batteria di esterni d'attacco fantastica (oltre che un centravanti fortissimo come cavani) e un grande centrocampo. Dietro hanno preso Meunier che è un ottimo esterno mentre sicuramente non hanno perso con la cessione di David Luiz. Per ora è certo che quel 4-0 di ieri a Parigi lo ricorderanno a lungo.

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  20. Sì parla di offerte per conte.
    Ottimo allenatore, ma se penso a lui la prima immagine che mi viene jnvio mente è la sua faccia mentre Ronaldo, di fianco a lui, denuncia lo scandalo dell'arbitraggio di juve -Inter del '98.

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  21. .... ieri, chi ha seguito qualche trasmissione televisiva e o ha dato un'occhiata ai giornali aveva tratto l'impressione di un Napoli che andava a maramaldeggiare al Bernabeu...si sono portati dietro di tutto e in maniera molto provinciale : ci mancava solo Pulcinella ... io ho visto solo il primo tempo (poi mi sono concentrato sullo scempio dell'Arsenal da parte del Bayern) e ho notata che si confrontavano due squadre con una cilindrata palesemente diversa... vabbè che il calcio può riservare sorprese, soprattutto a chi lo segue in maniera distratta, ma pensare che il Napoli possa rovesciare il risultato al ritorno - al cospetto del Real Madrid - rappresenta solo un atto di amore o, forse, di fede.
    P.S. Bayern debordante con un centravanti stratosferico...altro che il "pipita" ...(ma non ditelo al "gran servant" marione sconcerti)

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  22. Online il post sul top player della settimana, questa volta Luciano ci racconta Alberto Barazzetta.

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