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giovedì 2 marzo 2017

Il 'top player' della settimana: oggi parliamo di Thomas Schirò (2000)

Thomas Schirò (foto: Maurizio Lagana / Getty Images Europe) in azione con la maglia della Nazionale Under 15 contro i pari età del Belgio nel Febbraio del 2015. Il ragazzo ha indossato anche la maglia della selezione Under 16. Il suo obiettivo è vincere lo scudetto di categoria, ma dal prossimo anno il ragazzo sarà integrato sicuramente alla squadra primavera in attesa di quello che tutti quanti gli auguriamo e ci auguriamo sarà il grande salto in prima squadra. In bocca al lupo Thomas!

Sabato 26 febbraio.

Pranzo in tutta fretta perché alle 14.30 devo essere a Peschiera Borromeo dove i Berretti dell'Inter affronteranno il Como in una partita fondamentale per la vetta della classifica, essendo le due squadre appaiate in testa con ampio vantaggio sulle altre.

Non ho auspici particolarmente propizi, infatti continua l'emorragia di giocatori dalla squadra, tra infortuni, cessioni e promossi in Primavera.

Degli undici titolari iniziali si può dire che non sia rimasto nessuno.

Prendo la distinta e resto stupito.

Fermo anche Damo, un giocatore chiave del centrocampo, dopo l'infortunio di Celeghin, al suo posto gioca Schirò, un 2000 e altri suoi coetanei sono in panchina.

Ho un grande motivo di interesse in più, perché conosco le straordinarie qualità di Thomas e sono ansioso di vederlo all'opera in un compito così impegnativo: prendere in mano la squadra, giocandoci per la prima volta, avendo un anno in meno dei compagni e di alcuni avversari, due anni in meno di metà squadra comasca.

Non solo, Thomas è reduce da qualche problema di salute, che lo ha tenuto fermo per parecchio tempo.

Dopo il rientro ha giocato solo uno spezzone di partita con i 2000, segnando anche un gol.

Le prime giocate mi confermano subito che... ho fatto bene a venire a Peschiera.

Thomas incanta.

Gioca come un veterano, dirige la squadra con maestria assoluta, la sua corsa agile gli consente di essere rapidamente in ogni zona del campo, dove serve la sua presenza.

Il  piede preferito accarezza il pallone e lo rende docile strumento delle sue intenzioni illuminate.

Un altro 2000 entrerà nel secondo tempo lacerando la difesa comasca con accelerazioni irrefrenabili, Gossò.

Ma io non ho dubbi, sarà Thomas il top player della settimana che proporrò alla conoscenza dei tifosi, anche perché di Gossò abbiamo parlato più volte.

Thomas Schirò nasce a Novara, il 25 aprile del 2000,  ma con la famiglia vive a Recetto, un borgo a pochi chilometri dal capoluogo, popolato da meno di mille persone.

Quando Thomas arriva ad allietare la casa di papà Rino e di mamma Sandra trova ad aspettarlo anche una sorellina di 2 anni maggiore, Charlotte.

Sembra strano, ma forse è proprio Charlotte ad insegnargli l'amore per il calcio.

Mamma e papà infatti non sono appassionati di questo sport che invece cattura subito l'interesse dei due piccoli.

Charlotte chiede ripetutamente di poter giocare a calcio, ma i genitori si oppongono.

La bimbetta però non si scoraggia. Gioca a calcio con i maschietti, nel cortile della scuola elementare che frequenta.

Charlotte ha lo sport nel sangue: essendole preclusa la via calcistica, si dedica al nuoto agonistico, che pratica per 8 anni con buoni risultati.

Poi passa al volley e qui i risultati diventano eccellenti, tanto che oggi gioca nella B1 francese nell'Evreux Volley, in Normandia

Si tratta di un centro di formazione all'avanguardia, che le consente di frequentare anche (con successo) la facoltà universitaria di Gestione delle amministrazioni e delle aziende.

Come dicevamo, forse contagiato dalla sorellina, pure il piccolo Thomas rivolge precocemente i suoi interessi al calcio (anche se papà dice che ha cominciato a tirar calci a un pallone prima ancora di imparare a camminare. E aggiunge: purtroppo…).

Per molti anni (secondo mamma Sandra la cosa accade ancora oggi...) la sala da pranzo viene trasformata in un campo da calcio, con termosifoni e divano che fanno da pali per accanite partitelle uno contro uno.

Naturalmente anche Thomas chiede subito di poter praticare il suo sport preferito, ma è il suo turno di  trovare ostacoli in famiglia (avrebbero preferito il Basket o il Volley, considerando anche la struttura fisica longilinea del piccolo, ma soprattutto ritenendo questi sport più formativi).

Così alle sue pressanti richieste rispondono con motivazioni  che non lo convincono “sei ancora piccolo”.

Allora il 'piccolo' Thomas decide di... prendere in mano la sua vita.

Da solo si interessa e poi si presenta ai genitori indicando loro, senza possibilità di scampo, il club disponibile ad accoglierlo.

Incomincia così la sua militanza nel “GS Juventus Club Novara” (brutto nome, aggiungo io, ma De Andrè ci ha insegnato da cosa nascono… i fiori), dove è rimasto per 4 anni.

A nove anni avviene il passaggio al Novara, dove mostra subito le sue doti.

Resta nel club piemontese altri 4 anni, ma già dopo due l'Inter lo nota e in qualche modo lo prenota, finché a 13 anni, all'inizio della terza media, Thomas si sente pronto per il grande salto ed entra a far parte della famiglia Inter.

Thomas conserva una grande ricordo di queste prime esperienze calcistiche: nel 'GS Juventus Club' considera fondamentale il contributo alla crescita, soprattutto umana, datogli dai tecnici Malandra e Bassano che hanno un rapporto straordinario con i bambini.

Nel Novara Mister Paladin lo accoglie  dandogli subito fiducia e schierandolo, sotto età, con i '99.

Poi il lavoro è stato completato da Mister Fusaro che è risultato determinante per la sua crescita  non solo dal punto di vista tecnico e tattico, ma anche sul piano caratteriale.

L'osservatore dell'Inter Giannini si è reso conto subito delle sue doti e il responsabile Rusca ha definitivamente approvato la scelta di tesserarlo.

L’inserimento nella nuova realtà non è stato facilissimo.

I ragazzini erano ormai cresciuti e il fatto stesso di militare in una società prestigiosa cominciava ad alimentare legittime ambizioni individuali, mentre a Novara era una situazione per così dire più ‘familiare’.

Un gruppo di bambini amici si divertivano a giocare insieme.

Si è aggiunto anche qualche problemino di natura fisica che ha reso meno agevole l’integrazione: ricordo ancora che per un po’ di tempo vedevo il ragazzino allenarsi a parte con qualche compagno infortunato e negli occhi tanta voglia di pallone da rincorrere.

Poi ha ricominciato a giocare e col passare del tempo, grazie anche alle sue doti subito evidenti, ha ottenuto la fiducia di tutti e le cose sono andate a posto.

Ho un altro ricordo di Thomas ragazzino: dopo le prime partite sono rimasto colpito dalle sue doti tecniche, ma mi sembrava che sul piano agonistico lasciasse un po’ a desiderare.

Ricordo di avergli parlato e di avergli comunicato questa mia impressione, sulla quale per altro lui ha concordato, dicendo che era uno degli ambiti rispetto ai quali doveva migliorare.

Thomas aveva cominciato a giocare da trequartista o da esterno, poi già a Novara era diventato mezz’ala e come tale è arrivato all’Inter.

Ricordo ancora una sua partita eccezionale, a Bergamo quando regalò una straordinaria prova di calcio, coronata anche da un bellissimo gol con un gran tiro da fuori area.

La tecnica, la corsa, l’intensità anche il tiro da fuori sono rimaste le sue qualità migliori, ma dai giovanissimi nazionali ha cambiato quasi stabilmente ruolo, assumendo i compiti del regista.

Il nuovo posizionamento sembra tagliato su misura per esaltare le sue qualità, tra le quali si sono  affinate la visione di gioco, l’intelligenza tattica, il tempismo e la capacità di calcio che gli consente cambi di gioco e verticalizzazioni di grande precisione.

Nei giovanissimi dell’Inter la concorrenza era notevole, ma Thomas si è imposto rapidamente, nonostante il persistere  di qualche guaio fisico (ad esempio una noiosa e prolungata pubalgia) che non gli ha consentito la continuità di impiego auspicabile.

Tuttavia le sue qualità non potevano passare inosservate per i tecnici federali e sono arrivate le convocazioni in nazionale, prima con l’U15, poi con l’U16.

Nel frattempo anche all’Inter era venuto il momento del salto precoce di categoria per cui ancora sedicenne venne aggregato alla squadra U17, nella quale viene impiegato anche in questa stagione.

C’è anche la possibilità (che sarebbe gradita) di una convocazione per la selezione francese (Thomas ha doppio passaporto perché mamma Sandra è cittadina francese originaria della Guadalupa) e il ragazzo è combattuto, anche perché in famiglia nessuno ha mai tifato per una squadra di club (se mai c’era una simpatia per il Novara, anche se ora papà  Rino sta diventando interista, mentre mamma Sandra è una tifosa di Totti) al contrario si è sempre seguito con grande passione proprio il percorso delle rappresentative nazionali di entrambi i Paesi.

Thomas è un ragazzo ambizioso, spera fortemente di raggiungere traguardi importanti e lavora con impegno per raggiungere questo obiettivo.

Pensa che siano gli altri a dover giudicare i suoi punti di forza, personalmente  è convinto di saper fare abbastanza bene tante cose, ma per esempio ritiene di dover migliorare l’utilizzo del piede destro (che chiaramente non è come il sinistro ma non si può neppure dire che gli serva solo come… punto di appoggio) e nella velocità di gioco.

A me, da tifoso, per le qualità tecniche e anche per la struttura atletica ricorda parecchio proprio il giovane Gagliardini (è un longilineo sul metro e ottantacinque e può ancora crescere) e sono convinto che se migliorerà come potenza atletica senza perdere di agilità potrà senz’altro ripetere le gesta del neo interista.

Vediamo ora quali sono i gusti calcistici di Thomas.

In assoluto, il modello cui vorrebbe assomigliare è Pogba, ma, con un po’ di sfrontatezza giovanile (lui che è un ragazzo controllato e tranquillo) dice di ispirarsi a diversi altri giocatori, come Xavi, Pirlo e Biglia.

Il giocatore più forte in attività, invece, secondo lui è Lionel Messi, un idolo, mentre la squadra estera per la quale ha simpatia, soprattutto in relazione al tipo di gioco  praticato è il Barcellona, la squadra dell’epoca d’oro di Pep Guardiola.

Tra gli avversari incontrati in carriera ritiene particolarmente forti e destinati a un grande futuro Moise Kean e Mario Ferreira, ex Benfica, ora alla Sampdoria, dopo che si era parlato anche di un suo possibile passaggio all’Inter.

Che carattere ha Thomas in campo?

Chi lo ha seguito da vicino lo descrive come un giocatore attento e pronto al sacrificio per la squadra, che viene prima del singolo.

Per questo si sforza di cogliere subito le caratteristiche degli avversari e di sopperire alle eventuali difficoltà della propria compagine.

Posso aggiungere che non l’ho mai visto eccedere nelle proteste o avere in campo atteggiamenti eccessivi e agitati.

Nella vita privata il ragazzo, che vive ancora in famiglia (abita a mezz’ora di macchina da Interello) frequenta il liceo scientifico sportivo Antonelli di Novara.

Tiene molto alla scuola e riesce a tenere un rendimento che si aggira mediamente intorno al 7.

Questo anche se negli ultimi anni è diventato sempre più difficile conciliare gli impegni calcistici e scolastici, soprattutto  per il peso di molte trasferte con il club e con le nazionali, considerando anche che la sua scuola ha pretese notevoli.

Di carattere socievole, tranquillo e altruista, Thomas ha molti amici e nel tempo libero gli piace ascoltare la musica, ballare, giocare alla play station e soprattutto ritrovarsi appunto con gli amici.

Per il momento non ha un procuratore e tutto sommato non ne avverte la necessità.

Mamma e papà (quest’ultimo assiduo alle sue partite, la mamma un po’meno perché si deve occupare di tante cose e pure della sorella pallavolista) lo seguono con sollecitudine e  gli forniscono tutti i consigli e i suggerimenti più opportuni.

In questa stagione, Thomas lotterà con i compagni per raggiungere l’obiettivo collettivo più importante, lo scudetto di categoria.

Poi arriverà il momento decisivo per la sua carriera con il passaggio alla Primavera, dove potrà confermare di possedere tutte le qualità necessarie per il grande salto che tutti i tifosi nerazzurri sperano e gli augurano.

Luciano Da Vite

64 commenti:

  1. BROTHERS OF THE WORLD FRATELLI NEL MONDO
    --------COME PROMESSO LUCIANO------------
    LINK: http://imageshack.com/a/img923/9711/Iq1CD4.jpg

    P.S. copiare e incollare il link in un' altra scheda o pagina del browser (ps Luciano tasto destro mouse cliccando sull immagine poi la voce salva sul tuo pc.)
    SPERO CHE TI SIA PIACIUTO....
    un abbraccio...

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  2. Ottima presentazione come sempre! Luciano pensi quindi che la mancata convocazione di Thomas nell'under 17 dipenda anche dal fatto che ancora non ha deciso per quale nazionale giocare? Oppure non è ritenuto pronto?

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    1. Penso sia più a causa dei problemi fisici cui accenna Luciano. Data la tipica flessibilità a livello di nazionali giovanili, penso che per ragioni di ordine pratico vi sia priorità ancora per quella Italiana.

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  3. Grande Thomas un vero talento ed un bravo ragazzo

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  4. ...Luciano...la citazione di De Andrè è una chicca...

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  5. Intanto, attraverso la successione di "closing" rinviati, continuano ad entrare centinaia di milioni a Mediaset da fonti non precisare e senza cessione effettiva del club.
    Mumble Mumble. ...

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Se c'eravamo noi al posto del Milan, avremmo letto di tutto...

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  8. Sempre in risposta ai commenti di Claudio.

    Estate 2015. Ausilio ha preso: Miranda, Murillo, Montoya, telles, melo, Kondogbia, ljajic, Jovetić, Biabiany.

    Con i soldi di Shaqiri, kuzmanovic, Hernanes, obi, Kovacic.

    Ha costruito una squadra accontentando il mister in quasi tutto (Toure era imprendibile) e una squadra che a lungo era stata anche prima in classifica e poi ha chiuso quarta...

    Rispetto il tuo punto di vista, ci mancherebbe, ma secondo me può aver commesso degli errori, ma non è stato così negativo il suo lavoro.

    Non riesco invece a giudicarlo per quello che riguarda la sessione estiva di quest'anno. Penso che nessuno possa farlo.

    Aveva cominciato a prendere Candreva, come da richieste del mister, e Ansaldi, un ripiego low-cost alla impossibilità di prendere Zabaleta. Posso sbagliare ma penso che su Joao e Barbosa ci sia poco di suo.

    Pellegrini e Verde sono due giocatori che mi piacciono però attenzione, non penso la loro valutazione sia così a buon mercato. Conosciamo Squinzi e la simpatia che ha nei nostri confronti, Verde credo abbia ancora qualche vincolo alla Roma.

    Comunque senza voler esaltare Ausilio, Caprari è stato ad esempio un buon colpo in anticipo sui tempi.

    Ricollegandomi a altri commenti nel post precedente, non mi fascerei ancora la testa sul possibile addio di giovani talenti... quelle che leggiamo in questi giorni sono solo voci.

    Quello che scrive Fabio sulle professionalità è molto interessante. Parla di una realtà come tante in cui fenomeni di questo tipo esistono.

    Conosco come tutti praticamente anche io le voci su Branca. Anche lui come Ausilio del resto penso andasse valutato comunque per l'operato, a prescindere dalla sussistenza o meno di questo rapporto privilegiato. Fermo restando che trovo che Moratti fosse molto accentratore anche sul piano decisionale mi sembra che in quegli anni non abbia fatto male quando gli sia stato chiesto di operare secondo le direttive degli allenatori e mettendoci anche del suo (penso a lucio e Sneijder). Che sono stati poi gli anni in cui abbiamo vinto. Caduti i punti di riferimento secondo me ha commesso molti errori ed è giustamente stato sostituito.

    Ausilio rispetto a lui trovo sia più ricco umanamente e che in questi anni ci abbia messo sempre la faccia. Che rientra anche tra i suoi doveri se vogliamo. Però penso che alcune cessioni tipo quella di coutinho siano qualche cosa che lui in primis faccia ancora oggi fatica ad accettare.

    Guardo al colpo Gagliardini come un modello da perseguire. Mi sembra un caso in cui sia stato individuato e puntato un profilo di giocatore in maniera condivisa da Ausilio e allenatore e si sia chiuso in breve per un giocatore giovane ma utilissimo nell'immediato.

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  9. Fabio la tua lettura della gara con la Roma è interessante. Però con banega e Eder per Brozo e Candreva , avremmo avuto quegli spunti cui fai richiamo, ma in fase di copertura avremmo avuto sicuramente qualche cosa in meno. Senza considerare che in termini assoluti non parliamo sicuramente di due fuoriclasse. Però mi sembra evidente che il profilo principale su cui concentrarsi debba essere un attaccante dotato di forza e rapidità nell'uno contro uno.

    Aggiungo ancora una volta che comunque anche un altro numero nove dotato di grande fisico mi sembra un profilo sempre utile e in qualche maniera irrinunciabile per la serie a.

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  10. Schirò mi sembra un ragazzo interessantissimo. Chissà che non possa ritrovarsi a fare anche il ritiro estivo con la prima squadra a questo punto. Penso che questi saranno mesi molto importanti per lui.

    Luciano pensi che lo si possa ritenere allo stato attuale come il centrocampista più promettente della nostra canterà?

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  11. Thomas in questi anni ha potuto esprimersi con poca continuità perché bersagliato da malanni fisici, il più importante dei quali la pubalgia.
    Non voglio e non posso fare graduatorie di merito fra i nostri centrocampisti. certamente il suo talento è enorme, come la facilità di corsa.
    in nazionale non è andato fino ad ora in questa stagione perché credo abbia giocato meno di dieci partite e neppure tutte intere.
    Può diventare un giocatore da Inter come un giocatore non di primissima fascia. Tutto dipende dalla potenza che riuscirà a mettere, senza perdere facilità di corsa e agilità

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  12. la partita di ieri sera ha dimostrato che tranne la juve, tutte le italiane se fanno un minimo di turn over e non giocano al 100% possono perdere con chiunque

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    1. Questo mi fa pensare di nuovo alle formazioni - discutibili - scelte da Pioli contro il Pescara e, dopo tre giorni, contro la Lazio.... peraltro, ieri sera era un derby fra due squadre non molto lontane, come livello (noi le patiamo entrambe)...solo che la Roma (che aveva fuori solo de rossi fra i titolari, portiere a parte) era molto scarica...e con il napoli da affrontare dopo meno di 72 ore .. il calendario conta...

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  13. Chiedo scusa a tutti, ma io non mi presto al giochino di attribuire l'arrivo di tizio a caio e quello di tizio 2 a sempronio.
    Sulla base poi di suggestioni raccolte dai giornali e sappiamo di che cosa i media sono capaci.
    Dunque per me tutti i giocatori presi durante il periodo di Moratti e branca sono stati voluti da branca, responsabile tecnico e Moratti che avallava le scelte anche per motivi...finanziari. Stessa cosa per il periodo di Ausilio.
    Si può discutere se sia sempre stato tenuto in conto (non di più) il parere dell'allenatore, nei limiti del possibile. ma anche qui senza verità.
    Per esempio, per me è credibile che il Mancio non volesse Banega. Credibile, non certo.
    Poi che in una società organizzata si parli e si confrontino opinioni è certo ed è un bene. Alla fine però la responsabilità è del direttore e del presidente, nel bene e nel male.

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  14. Penso che Ausilio sia un ottimo direttore, non il top, però.

    Pens anche che con banega e eder per i due da escludere avrebbero vinto assi più largamente. ma non c'è controprova

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  15. Non considero chiusa la discussione su meritocrazia, professionalità competenze.
    Mi chiedo in continuazione che cosa ci faccio in una comunità dove questi valori , fondamento di ogni civiltà, vengono ritenuti archeologia

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    1. Luciano, voglio precisare che per me tali valori sono fondamentali e importanti, ed è proprio il verificare l assenza di ciò che mi fa indignare.

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  16. Luciano, te lo posso dire io cosa ci fai, esprimi la tua opinione e porti avanti il tuo pensiero liberamente e con il cuore in pace, come faccio io (anche se mi dai dell'incivile).
    Poi ti invito a rileggere i miei post sull'argomento, secondo me o hai frainteso o non hai letto bene.

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  17. Mi pare ovvio che in Italia la "spintarella" conti assai in partenza ma poi se non sai fare il tuo lavoro non resisti a lungo. Alla fine prevalgono i più preparati, su questo non si discute. Certo, a tutti piace credere di essere più bravi di quelli che ce l'hanno fatta, è la sindrome del wannabe. Forse l'ho già detto ... io personalmente, dal divano, ho vinto diversi mondiali ed europei di calcio (con sostituzioni e convocazioni diverse da quelle dei vari c.t.) tralasciando mondiali di ciclismo (con tattiche più accorte ma vincenti pur sapendo a malapena andare in bicicletta) di rugby, finali Nba. Insomma un "mister" vincente per tutte le stagioni ��

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  18. Flavor, sei un saggio, la tua autoironia mi sembra molto bonaria e piena di ragionevolezza. Anch'io spesso avrei preso decisioni diverse da quelle di un mister e mi piace raccontarlo per sentire cosa ne pensano gli amici. Però se mi chiedi se è più probabile che abbia ragione io o un mister, valido professionista, non ho dubbi. E non per masochismo.

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  19. ...alla fine... ma di cosa stiamo parlando? perché se portiamo il "discorso" alle estreme conseguenze, dovremo dire che un allenatore professionista ne sa più di noi (e ci mancherebbe!) e quindi non è criticabile da noi... ma non lo è - quindi - nessun allenatore professionista.... ne discende che tutti gli allenatori professionisti - dal nostro punto di vista - sono uguali... un assurdo, vero?

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  20. Personalmente non esprimevo nessun giudizio netto sulle professionalità di Branca e Ausilio.

    Che siano dei professionisti e non svolgano quella professione per caso ma perché in possesso di determinate competenze, esperienze fatte sul campo, conoscenze ecc. ecc. è per me indiscutibile.

    Non potrei mai e poi mai dire che io al posto loro farei meglio. Sarebbe quanto meno un po' presuntuoso. Del resto se uno dovesse lo stesso della mia professione mi darebbe almeno un po' 'fastidio' (e ce ne sono...).

    Però in fondo ogni cosa può essere soggetta a essere discussa.

    In fondo anche nell'esempio più importante di professionalità, quelle mediche (cosa è più importante del resto della propria salute e della propria vita), è evidente che diversi professionisti possano avere diverse idee al riguardo di una stessa problematica e considerare diverse modalità di intervento.

    Talvolta possono sbagliare e talvolta possono anche fare la scelta giusta ma non ottenere i risultati sperati. Anzi. Sono fermamente convinto che bella maggior parte dei casi possa essere così. Sicuramente ogni scelta tiene conto di tutta una serie di elementi che noi non possiamo valutare.

    E quando va male, succede, in moltissimi casi la persona direttamente interessata, i suoi familiari potrannno evidentemente considerare quel medico come incapace. O peggio.

    È un esempio estremo. È evidente.

    Però allo stesso modo anche un direttore sportivo può fare diverse scelte tra quelle possibili e operare secondo quelle che sono le sue idee. Che sono diverse di soggetto in soggetto e che poi a seconda delle situazioni tengono conto di una moltitudine di elementi che noi esterni non possiamo conoscere.

    Poi se prendi Lucio a costo quasi zero e senza che nessuno se lo aspetti e questo si rivela un acquisto determinante per vincere tutto... sei bravo.

    Se prendi Forlan in fase calante e senza considerare non possa giocare in Champions, sei meno bravo.

    In ogni caso può succedere di prendere un giocatore molto quotato al termine di una trattativa tiratissima, Kondogbia, e poi non avere sul campo il giusto riscontro da parte del giocatore. Dove può dipendere dal ragazzo, dal suo ambientamento, errori di valutazione, l'allenatore... Tutte variabili che ci stanno. A volte sono imprevedibili ma penso che un bravo peofessionista tenga in conto anche quelle.

    Poi ci siamo noi tifosi e appassionati.

    Possiamo sempre esprimere il nostro giudizio secondo me. Da una posizione comunque di osservatori esterni e quindi 'esentati da critiche ' e molto spesso privilegiata perché possiamo esprimerci a posteriori su tutti i fatti.

    Ma questo però se escludiamo casi limite, può essere come dare i voti e le pagelle ai calciatori dopo una partita. Brozovic domenica sera per me ha giocato da cinque. Ma non ritengo il calciatore sia da cinque né che ovviamente lui sia mediocre come professionista. Però in quel determinato contesto ha reso da cinque per quella che è la mia valutazione sulla base di quello che ho visto e di quello che so: gli avversari ecc.

    Poi ci sono tante cose che io non posso sapere. Relative la sua condizione fisica nel complesso. L'aspetto psicologico ecc. ecc.

    Io la penso così. Poi comunque se un direttore sportivo lavora per la mia squadra faccio il tifo per lui come se fosse un calciatore o in ogni caso come per le scelte di un allenatore cerco sempre di capire cosa ci sia dietro. Ma questa è passione per il gioco del calcio. Altrimenti non ne parleremmo proprio credo.

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  21. Con me sfondi una porta aperta, io quelle volte che ho chiacchierato con professionisti (Guidolin, Reja e Viscidi per dirne alcuni) ne ho tratto formidabili spunti tecnici ma anche ho visto delle persone con spiccata umanità. Poi sul combattere con i "saputelli", io c'ho la guerra in casa con mio figlio di 16 anni che reputa tutte pippe i calciatori professionisti salvo i 3 o 4 fuoriclasse conclamati

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  22. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Va be' quella è ribellione giovanile. Ci può stare. :)

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  23. Mi permetto di aggiungere che post come questo su Schirò alla fine in tutto questo sono un vero toccasana perché ti riconciliano con il gioco del calcio e basta. Quello giocato. Che poi è la base di tutto.

    Per questo poi ci si lascia facilmente andare nelle discussioni anche relative sogni di calciomercato. Chiaramente tutto vogliamo vedere giocare i campioni con la nostra squadra e i 'sognamo' ad occhi aperti assieme agli altri parlandone al bar o su un blog.

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  24. Scusate gli errori di digitazione ma sono da smartphone.

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  25. Aggiungo che io non ci becco quasi mai e non posso vantare un palmares ricco come quello di flavor. Che invidio moltissimo. :)

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  26. E allora vedi Luciano che sei nel posto giusto.....comunque resto della mia opinione, non considererò MAI un professionista del pallone alla stregua di un primario ospedaliero. Ci mancherebbe anche questa, mettere sullo stesso piano un Maifredi o un Tardelli con un Antinori o un Veronesi.

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  27. maifredi e tardelli hanno ballato una sola estate, a certi livelli. Perché la comunità calcistica, che è l'unica competente, ne ha definito rapidamente i limiti.
    Nel mondo del calcio tutti sanno chi è bravo e chi no. Tutti quelli che ci lavorano, intendo, non quelli che lo guardano, magari solo in tv.
    Un bravo allenatore è un professionista che nel suo campo (molto più modesto) vale un professionista medico primario, un architetto, un avvocato di grido.
    Ci sono gli scarsi e i bravi in tutte le professioni. ma un avvocato scarso è certamente più bravo di me nel perorare una causa. io posso dire che avrei fatto diversamente, sentire il parere degli amici che si sono appassionati alla vicenda, ma certo non posso pensare di poter insegnare anche a un avvocaticchio il suo mestiere.
    Infatti il padre di daniele, nell'occasione citata, non ha fatto un'autodiagnosi e non ha protesto per ottenere la terapia che riteneva più congrua. Si è rivolto per un altro parere a un altro medico e non al droghiere sotto casa appassionato di medicina.
    Io posso dire per esempio che mi piace di più la ratio che sta dietro la lettura del calcio di Mou o Simeone o Conte rispetto a quella di Guardiola, ma continuo a pensare che Guardiola ne sappia più di me, di calcio

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  28. Torno all argomento competenze, per precisare che non era mia intenzione voler dire di avere piu voce in capitolo rispetto ad un professionista che fa dell allenatore una professione, e che lo fa ad alti livelli.
    Ho solo fatto notare quanto la carriera di allenatore sia molto poco meritocratica e sia in partenza dettata dall esperienza calcistica che uno ha conseguito.
    E questo in tutto il mondo del calcio.
    Faccio un esempio personale,
    Dopo che ho ottenuto una laurea in inghilterra in economia e finanza con specializzazione in marketing sportivo, ed una tesi sull entrata in borsa delle società calcistiche italiane, e dopo aver effettuato degli stage lavorativi presso il Milan (ahime...) e la NBA italia, ho cercato di entrare in un master in sports economy presso l università Ca Foscari, a numero chiuso.
    Beh... Per la graduatoria, aver giocato in serie a o ancor di piu in champions valeva più di avere dei titoli di studio e una cultura su tali materie.
    Beh, Di Natale che sa a malapena costruire una frase in italiano, avrebbe potuto partecipare a lezioni di economia e marketing al posto mio....
    Questa è l italia del mondo dello sport.
    Poi ci lamentiamo delle "cupole" di Moggi... Ma il mondo del calcio è già in un enorme cupola...

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  29. Fabio secondo me ti hanno penalizzato gli stege presso i biretrocessi :).Comunque il tuo esempio rende molto meglio delle mie parole il concetto che volevo esprimere ieri sera riguardo "professionisti" e "dilettanti".

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  30. Quello che dice Fabio non è sbagliato però è anche vero che (non posso saperlo) si suppone che se tu abbia giocato in Serie A o addirittura in Champions League debba avere determinate competenze acquisite diciamo sul campo. Questo poi è relativo. Anni fa, ora è caduta in disuso come pratica , molti miei colleghi hanno fatto incetta di lauree agevolati dalla iscrizione all'ordine professionale di cui faccio parte. Chiaramente il fatto svolgano o abbiano svolto determinate professionalità non equivaleva a avere per forza le conoscenze tali da conseguire un titolo di laurea che è comunque un percorso di studi anche difficili e impegnativi...

    Luciano, avrei scritto un post con alcune mie considerazioni sulle dichiarazioni di Mancini, la fine della sua seconda esperienza in Neroazzurro. Se per te va bene. Lo pubblicherei sabato in mattinata e domani invece come detto e se riesci a inviarlo, pubblicherei il report settimanale sui giovani che è sicuramente molto atteso da tutti.

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  31. L'esempio di fabio è illuminante. Infatti non c'entra nulla col calcio. Se un master universitario ha criteri di selezione sbagliati, è una vergogna del sistema di formazione post universitaria, non del calcio.
    diverso sarebbe se Fabio dicesse: io si che so allenare, ma la Fiorentina a suo tempo ha preso mancini che non aveva il patentino e quindi non sa nulla di calcio rispetto a me.
    In realtà neppure in quel caso sarebbe lecito un giudizio per cui Mancini non sa nulla di calcio. Mancini ha avuto una spinta (leggermente...ragionevole secondo me) iniziale. poi ha dimostrato con i risultati e con il consenso di proprietari di sqaudroni che quel posto non era usurpato. Chi invece era scarso non ha trovato più un contratto

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  32. Chi, come me era appassionatissimo ma scarsissimo, ha potuto giustamente allenare solo per qualche tempo una squadretta di allievi dilettanti

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  33. Il mio era infatti un discorso relativo alla Lobby calcio... Mondo in cui è realmente difficilissimo entrare se non con modalità poco meritocratiche.
    Per quanto riguarda invece gli allenatori penso innanzitutto siano a grandi livelli dei coordinatori.. quandi anche non eccelsi a livello tecnico tattico e ideologico calcistico (ma si possono attorniare da figure competenti in quello)
    Veri allenatori sono quelli saliti dalle serie minori e che hanno fatto la"gavetta".
    Poi anche tra chi ha avuto la "spinta iniziale" c è chi è decaduto e chi è rimasto al top... Ma ciò è dovuto da molteplici fattori.. a volte non dipendenti dall allenatore stesso.

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  34. Emiliano, domattina presto ti mando il post sulle giovanili. Poi vedi tu se pubblicarlo o meno

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  35. Luciano ti spiego io perché hai allenato solo degli allievi....perché dopo una partita persa in quel modo contro la Roma ci avresti schierato di nuovo con gli stessi undici (tua cit.).... manco Mazzarri avrebbe osato tanto (si scherza eh).
    Comunque non ho mai detto che sarei un allenatore migliore di Pioli, ma che Pioli domenica ha sbagliato formazione di partenza.....lo ripeterò come un mantra Luciano e non per farti rabbia, o perché mi ritenga davvero più competente del nostro coach , ma perché è quello che penso è odio l'ipocrisia.

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  36. Ma va benissimo, basta che tu lo pensi ma non pensi che sia la verità.

    Emiliano, il post te lo mando subito

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    1. Ricevuto. Luciano ieri di pubblicarlo comunque perché penso che interessi molto a tutti i lettori del blog. Il fatto sia in 'ritardo' diciamo che in una settimana come questa dominata dal post inter-Roma ci può stare. Aiuterà magari a staccare la spina e andare oltre magari.

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  37. Ah, visto il dislivello, la partita persa in quel modo (e con quelle decisioni arbitrali) contro la Roma è stata una prestazione accettabile

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  38. Certo che dopo aver letto l'ultima intervista ad Orrico (trovare le dichiarazioni su FC inter news) capisco ancora di più ovviamente le ragioni di Fabio. Alcuni personaggi fanno della volgarità e del cattivo gusto nelle dichiarazioni un modus vivendi.

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  39. Dai Emiliano, se scherzi è un conto. Sarebbe come dire che Lippi siccome era quello che era umanamente, è stato un pessimo allenatore...
    Orrico umanamente è un poveretto frustrato nelle sue ambizioni. ma il suo vero problema, calcisticamente parlando è il suo livello (attestato dalla carriera). tra B e C.
    Milano sono bastati pochi mesi poi ha chiuso con il grande calcio. perché alla fine parlano le capacità

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    1. Luciano mi riferivo più che altro a quello che riguarda il titolo a partecipare a master a vario titolo, cosa che stride un po' con il suo esprimersi in maniera almeno colorita. :) come allenatore concordo col tuo giudizio. Non volevo giudicarlo da questo punto di vista anche se mi trovo con quello che dici sul suo livello... che è comunque molto alto in un paese di sessanta milioni di allenatori.

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  40. Come si spiega il fatto che un grande professionista come branca sia a spasso da 4 anni ormai? Fine degli stimoli o altro?

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    1. Però non è mica l'unico. Penso per dire a un big come Valdano che pure è fermo ormai da sei sette anni dopo essere stato per dieci anni un punto di riferimento fondamentale nel mondo di quello che è considerato il più grande club al modo, cioè il real. Poi le ragioni di Branca non le so. Come quelle di Valdano. Forse nessuna voglia di rimettersi in gioco. Magari fa proprio altro nella vita.

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  41. Eh, il motivo non lo conosco. bisognerebbe chiederlo a lui.
    Però mi auguro che con altri direttori si vinca tutto quello che si è vinto con lui.
    Quanto abbiamo vinto con lui è cosa che conosco.
    Non dico per merito suo, ma anche grazie al suo lavoro

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  42. Dico la verità è una discussione su cui non vorrei entrare, avendo già avuto contrasti spiacevoli. Comunque la trovo impostata male. Gli allenatori, i professionisti, fanno il loro lavoro. Io, che certamente non lo saprei fare come loro (la realtà è che non faccio quel lavoro, quindi non ho la presunzione di saperlo fare), hoil diritto di criticare A POSTERIORI. Potrebbe accadere che le mie critiche a posteriori si rivelino giuste, ma, ovviamente, a posteriori sostenere che sarebbe stato meglio tizio di caio è FACILE, se caio avesse fatto una pessima partita (se caio fosse stato il migliore in campo non lo avrei detto...). Non essere "allenatore" non dovrebbe, a priori, impedirmi di essere ottimo critico. In fondo il "critico" talvolta è un professionista, il Critico Teatrale non recita, non canta l'opera, non balla sulle punte, semplicemente valuta se i professionisti abbiano fatto bene o meno il loro lavoro (proporzionalmente al loro livello, se sei CR7 mi aspetto tanto, se sei Floccari, per dire, molto meno e sarei, nei miei voti, proporzionale al "livello". Noi, quasi tutti e quasi sempre, critichiamo specie a posteriori; dovremmo, al massimo, confrontarci e valutare le critiche, l'argomentazione sottostante, non OPPORRE ad una critica, anche sbagliata, che "loro" siano professionisti e noi no. Fabio critica, spesso Icardi, io non condivido spesso, ma non PRETENDO (e non oppongo) che fabio giochi MEGLIO di Icardi.

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    1. Scritto male, punteggiato peggio, ora di andare a nanna.

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    2. Se Fabio gioca veramente meglio di Icardi, dobbiamo portarlo di forza ad Appiano il prima possibile. :)

      Scherzi a parte, mi sembra che il tuo punto di vista sia condivisibile.

      Del resto criticare un professionista non significa metterne in dubbio per forza la professionalità. Io ho usato un esempio un po' grossolano ma spero efficace come quello delle pagelle.

      Per il resto un critico può forse anche leggere una partita meglio di un professionista o anche valutare un determinato giocatore. Chiaramente non può e non saprebbe svolgere il suo stesso lavoro. Questo è evidente.

      Quello che chiaramente fa storcere il naso è il solito volere criticare a tutti i costi in maniera negativa e lapidaria, come se chi faccia il proprio lavoro, sia questi il direttore sportivo, l'allenatore oppure il calciatore, sia un incapace. Chiaramente questo è qualche cosa da cui mi dissocio. Penso che non sia il caso della maggioranza degli amici del blog comunque. Se non di tutti.

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    3. Criticare.....incapace.......io rinnovo il mio invito a rileggere tutti i post scritti dopo la partita e trovarne uno dove si da dell'incapace a Pioli.

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    4. Amstaf... Ho criticato ultimamente icardi solo scaramanticamente...
      Visto che con la roma non è servito.. non lo farò piu...
      Era una scaramanzia visto che aveva portato bene.
      Con questo secondo me icardi per come stiamo giocando non è l attaccante ideale...
      Parlavo di belotti ad inizio anno...non avebo di certo tutti i torti

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    5. Cmq avevo un bel piedino... Fisico non adeguato ma coi piedi e nel comprendere il gioco non ero jiente male...

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  43. Ma dai che argomenti sono, Amstaf, scusami. Un critico teatrale o cinematografico è un professionista riconosciuto e profumatamente pagato per fare quella professione. Non è uno che va qualche volta al cinema. E' uno a cui la comunità degli intellettuali riconosce competenze.
    Sbaglierò, ma sento un profuno di populismo che mi spaventa moltissimo

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    1. Sui Critici Teatrali, scusa, ne so più di te. La maggior parte, anche tra coloro che scrivono sui giornali, lo fa come secondo lavoro, con scarsa remunerazione e grande passione e non da oggi. Tanti, troppi, anni fa il mio professore di filosofia faceva ANCHE il critico teatrale scrivendo sul quotidiano locale più venduto, ma la sua professione primaria era insegnare. I Teatri, per motivi familiari, li frequento e conosco diversi critici. Comunque il senso del mio intervento, che evidentemente non sono riuscito a trasmettere, era sottolineare la DIFFERENZA tra allenare, scegliere, decidere PRIMA e "giudicare" (criticare) DOPO. Cosa ci sia di populismo in questo, una parola buona per tutte le occasioni, non lo vedo. Ultima osservazione, l'esaltazione della SOLA "competenza", professionalità, estesa a metodo unico di selezione non sullo specifico (esempio: faccio il chirurgo) ma sul generale (dirigo, come ministro, la Sanità), è già esistita, si chiamò corporativismo. Con le debite proporzioni...

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  44. Però sinceramente mi rendo sempre più conto, con amarezza, che l'ambiente della rete forse non fa proprio per me.
    O forse, ancor peggio, è questo mondo in cui non mi riconosco più

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  45. E anche le pagelle non c'entrano proprio nulla con questo discorso. Io dico il mio parere: tizio per me ha giocato bene, Caio no. ma non pretendo che un allenatore rispetti le mie opinioni e decida come voglio io. Perché so che lui ne sa più di me, sia in termine di competenze professionali, sia in termini di conoscenze concrete e reali.

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  46. In tutto questo stiamo anche sottovalutando il fatto che un allenatore veda durante tutta la settimana allenarsi i giocatori... Per cui ha delle sensazioni diverse dalle nostre sulle condizioni di gamba degli atleti...
    Noi da casa possiamo solo concettualmente esprimere delle idee. Ma che non avranno mai controprova sul campo... E che, parlo per me, non vogliono sostituirsi alle decisioni del nostro allenatore, ma semplicemente essere uno spunto di riflessione

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  47. Perfetto, fabio. Alla fine siamo arrivati a sostenere tesi molto simili mi pare: tutti hanno il diritto e il piacere di esprimere opinioni e di confrontarsi con gli altri, ci mancherebbe. Purché si sia consapevoli del fatto che le opinioni sono tutte uguali solo sul piano del diritto ad esprimerle. Ma, per una serie di motivi, non tutte le opinioni hanno lo stesso valore.
    Se parlo di cucina la mia opinione (legttima) ha meno valore di quella di un grande cuoco e persino di quelle di mia suocera.
    Se parlo di vini la mia opinione ha meno valore di quella di un enologo.
    E così via.
    pensare che non esista il merito, la competenza ecc. (chiamala come vuoi) è populismo

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  48. Certamente Luciano... Preciso che il mio era uno sfogo contro la casta del mondo calcio nel suo complesso, non era mia intenzione ergermi a più competente di qualcuno. Potrei forse esserlo..ma dovrei prima quantomeno dimostrarlo :-)

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  49. Online il report settimanale (finalmente) sui nostri giovani.

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