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giovedì 23 marzo 2017

Il 'top player' della settimana: oggi parliamo di Lorenzo Pirola (2002)

Il difensore nerazzurro classe 2002 e Nazionale Under 15 Lorenzo Pirola (foto: Maurizio Lagana/Getty Images) festeggiato dai compagni di squadra dopo la rete segnata contro la Repubblica Ceca lo scorso 14 marzoa Catanzaro.
 
L'annata dei 2002 per l'Inter è stata storicamente una delle più felici.

Nel corso delle varie stagioni la squadra è sempre rimasta ai vertici delle classifiche e ha ben figurato nei tornei internazionali.

I giocatori di qualità abbondavano fin dalle categorie più giovani.

Altri se ne sono aggiunti prima dei giovanissimi nazionali.

Sarebbe lungo citarli tutti, compresi quelli che  sono poi andati a cercare fortuna altrove.

Tuttavia, almeno fino ai giovanissimi regionali un punto diciamo un pochino vulnerabile sembrava esserci: il centro della difesa.

All'inizio della scorsa stagione fu ceduto Mazzone e arrivò un giocatore che non conoscevo, poiché proveniva da una squadra del settore dilettanti.

Mi colpirono subito le interpretazioni di Lorenzo Pirola, il nuovo arrivato.

Lorenzo non sbagliava una prestazione, certo aveva molto da migliorare perché la nuova scuola calcistica era ben più impegnativa ed esigente di quella a cui era stato formato,  ma lui cresceva di partita in partita e dava sicurezza a tutto il reparto.

Quest'anno la situazione si è ripetuta, nel ben più impegnativo campionato nazionale.

Se l'Inter comanda il girone avendo subito solo 13 reti in 23 partite (come l'Atalanta e la metà del Milan) e se ha perso una sola partita su 23, il merito è anche di Lorenzo, oltre che di tutti i compagni di difesa, del filtro assicurato dai centrocampisti e del lavoro portato avanti dallo staff tecnico.

Anche domenica la partita contro il Cesena si presentava tutt'altro che facile.

Per almeno un tempo i romagnoli hanno retto bene l'urto offensivo dei nostri e hanno saputo proporsi in modo pericoloso.

Ma il nostro nuovo capitano (quello storico è Sangalli) ha dato davvero un contributo importante per controllare e respingere gli attacchi cesenati

Le palle alte sono state tutte sue, la marcatura sull'uomo implacabile, come pure l'anticipo.

Soprattutto, Lorenzo ha saputo leggere bene le situazioni di rischio, andando a chiudere le linee di passaggio in circostanze di estremo pericolo.

La mia percezione che fosse lui il top player di quella gara, mi è stata poi confermata dalle valutazioni di altre persone competenti.

Vediamo dunque di far conoscere agli amici del blog questo giocatore che rappresenta sicuramente una delle migliori speranze del nostro vivaio.

A Casatenovo, un paese della Brianza in provincia di Lecco vive da tempo una famiglia di appassionati di calcio e soprattutto di tifosi interisti.

Questo sebbene il paese si trovi a soli 9 chilometri da Arcore, la cittadina della seconda squadra di Milano.

Quella che qualche volta sta in A e qualche volta in B.

Papà Marco e mamma Cristina, nel 2002 hanno già una bimbetta di 4 anni, Camilla, e aspettano con gioia l'arrivo del fratellino... che però, come vengono ben presto a sapere, sono due, i futuri gemelli Carlo e Lorenzo.

I gemelli (eterozigoti), come è ovvio, crescono molto legati, pur avendo caratteri e interessi diversi e frequentano gli stessi ambienti, per lo più quelli dell'oratorio locale.

A scuola però vengono inseriti in classi separate.

Li accomuna la passione per il calcio e fin da piccoli cominciano a praticare, insieme, questo sport.

A sei anni iniziano con la Casatese, poi trascorrono 4 anni al Missaglia e un anno alla Cosov di Villasanta.

Poi accade un fatto che separa le loro avventure calcistiche: entrambi sono convocati per dei provini dal Como, che però sceglie solo Carlo (il portiere, oggi all'Atalanta), mentre Lorenzo ripiega sulla  Luciano Manara.

Questa è però la sua fortuna, perché il DS della Luciano Manara è Roberto Fumagalli, che allena anche le giovanili dell'Inter, si accorge subito del talento di Lorenzo ed è artefice del suo trasferimento in nerazzurro (nerazzurro vero, quello di Interello...).

Anche la stagione trascorsa al Luciano Manara viene comunque ritenuta da Lorenzo molto proficua dal punto di vista professionale e da quello umano.

‘Piro’ però ricorda con molto affetto e riconoscenza  soprattutto il suo primo allenatore, Natale Redaelli, che lo ha seguito per i primi anni al Missaglia e che purtroppo è prematuramente scomparso.

L'inserimento nell'Inter non è stato complicato, anche se, ovviamente, provenendo Lorenzo da una società minore, qualche normale problema di adattamento tecnico e tattico si è presentato.

Il ragazzino comunque si è conquistato subito la stima e il rispetto dei compagni e in particolare si è legato a Mattia Sangalli, storico leader della squadra, tanto che il loro affiatamento e l'amicizia continuano anche fuori dal campo.

Un'altra amicizia forte è quella con Barazzetta, che frequenta il suo stesso istituto e quindi nell'arco della giornata  i due stanno insieme... senza soluzioni di continuità.

La rapida crescita tecnica e le buone prestazioni fornite da ‘Piro’ hanno naturalmente subito attirato l'attenzione dei tecnici azzurri tanto che ormai  il ragazzo si può considerare  titolare fisso (e capitano) della rappresentativa nazionale Under 15: contro la Repubblica Ceca a Catanzaro ha realizzato anche la sua prima rete in azzurro.

Ma com'è, dal punto di vista tecnico e atletico, questo centrale su cui sono vive le speranze dei nostri dirigenti (e dei tifosi)?

Alto 1,85, in possesso di un fisico importante per la categoria, longilineo ma anche compatto, cosa che gli consente una discreta rapidità, è di piede mancino, ma se la cava anche con il destro.

Fortissimo di testa, sa comandare la difesa, ha senso della posizione e attitudine ad anticipare l'avversario.

Per altro proprio gli aspetti tecnici e la rapidità sono, per sua stessa ammissione,  gli ambiti sui quali deve lavorare con particolare attenzione e intensità per continuare a progredire.

Dal punto di vista caratteriale è un ragazzo tranquillo e abbastanza riservato, ma molto determinato e  in campo esprime un certo carisma e buone capacità organizzative.

Non solo nel calcio però la dote migliore, caratterialmente, di Pirola è la ferma determinazione.

In tutte le attività che intraprende emerge questo suo modo di essere.

Per esempio, è ambiziosissimo e dunque vuole arrivare nel calcio, ma tiene molto ad eccellere pure nella scuola, anche se conciliare i due impegni risulta  assai faticoso.

Il suo carattere forte, per altro, lo induce talvolta ad essere testardo una volta presa una decisione, tanto che può risultare difficile sostenere un contradditorio con lui, come sostiene papà Marco (ma forse questo succede quasi sempre tra figli e genitori e talvolta persino fra… amici che scrivono sullo stesso blog).

Lorenzo frequenta con ottimi risultati il Liceo Scientifico Sportivo PACI di Seregno e vive in famiglia.

La sua giornata tipo si svolge dunque così: esce al mattino presto dirigendosi a scuola ma portando con sé  anche il borsone del calcio.

Al termine delle lezioni il pulmino della società passa a prenderlo.

Dopo gli allenamenti  rientra a casa in treno, la sera.

Dopo cena c’è, spesso, il lavoro per la scuola.

Lorenzo si impegna dunque al massimo ma ci tiene a sottolineare la comprensione e la disponibilità della scuola nei suoi confronti.

Come si può comprendere, il tempo libero è davvero esiguo e ‘Piro’ lo trascorre ritrovandosi all'oratorio con il gruppo dei giovani coetanei o seguendo con grandissimo interesse (oltre al calcio) la FORMULA 1 e il MOTOGP.

Lorenzo per la giovane età non ha un procuratore vero e proprio, ma è seguito dall’avvocato Buongiovanni, che gli fa in qualche modo da tutor.

Venendo agli orientamenti calcistici del ragazzo, ribadita naturalmente la sua fede interista indiscussa, si può dire che il suo modello ideale, il calciatore al quale si ispira e che vorrebbe emulare è Sergio Ramos, del Real Madrid.

In assoluto i giocatori più forti in attività sono, a suo parere, lo stesso Sergio Ramos e naturalmente Messi, mentre l’allenatore che riesce a ottenere risultati più positivi è Antonio Conte.

Tra le squadre straniere nutre una particolare simpatia nei confronti del Manchester United.

Infine tra i giocatori più forti che ha incontrato sino ad ora, esclusi dunque i compagni di squadra e alcuni di nazionale, segnala TABOADA, attaccante del Barcellona e Traorè trequartista dell’Atalanta (gli amici ricorderanno che avevo segnalato, a suo tempo, le straordinarie qualità del giovane trequartista atalantino e non a caso dopo il suo recente grave infortunio, la squadra bergamasca ha subito una netta flessione di rendimento).

Dopo aver cercato di delineare in qualche modo le caratteristiche fondamentali di questa giovane promessa sul piano tecnico, caratteriale e per alcuni aspetti della vita privata, non ho potuto esimermi dal pormi una domanda che veramente mi incuriosiva.

Che cosa succede in una famiglia che ha due figli gemelli, entrambi giovani promesse calcistiche, militanti non tanto in squadre diverse (questa situazione  credo accada con relativa frequenza) ma in squadre acerrime rivali che si contendono il successo finale nel loro campionato, in occasione soprattutto degli scontri diretti, che assumono quasi sempre un valore decisivo?


Papà Marco e mamma Cristina, se non altro non hanno il problema di dividersi per seguire entrambi i figli.

La sorella Camilla, se gli impegni glielo consentono, si arma della macchina fotografica e si predispone a immortalare le immagini più significative del match.

Ma i due fratelli?

Quando Carlo era al Como la questione non si poneva: la superiorità dell’Inter era indiscussa, il pre-partita era importante ma non carico di emotività oltre la norma.

Nel post partita si parlava con serenità degli episodi principali che avevano avuto protagonisti i due rampolli di famiglia.

In occasione delle due partite disputate in questa stagione contro l’Atalanta il pre partita è stato reso soft dal fatto che come spesso accade in queste situazioni, dalla vigilia Lorenzo è stato ospite dell’amico Sangalli insieme al quale la mattina del match raggiunge il luogo della convocazione.

Poi si torna a casa e… cominciano gli sfottò reciproci (oddio, dopo l’ultima nostra vittoria per 0-3 a Bergamo immagino che Carlo avesse poco da sfottere…).

Si tratta di frasi scherzose e benevole, naturalmente.

Forse c’è anche qualche allusione al fatto che quando era al Como sembra che Carlo fosse entrato nel mirino anche dell’Inter, ma da noi la concorrenza era forte, considerando la presenza di Stankovic e di Valerio Anane.

Comunque, dopo qualche battuta simpatica i due fratelli in piena empatia critica esaminano congiuntamente le principali vicende della gara appena terminata e (immagino) il vincitore avrà parole d conforto verso lo sconfitto.

Diversa sarebbe forse la situazione se uno militasse nell’Inter e l’altro… nella juve.

Magari a livello professionistico.

Luciano Da Vite

21 commenti:

  1. Luciano, credi che Pirola possa ripercorrere il percorso di Bettella? Pensi sia altrettanto talentuoso? In cosa sono simili e in cosa diversi secondo te?

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  2. Non saprei, anche perché lo stesso percorso di Bettella è ancora indefinito.
    Al momento e confrontando le situazioni tra i due nei giovanissimi, Bettella mi sembra avesse un po' più piede, Pirola più grinta in marcatura.
    bettella bello, Piro efficace

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  3. Beh comunque incrociando le dita a partire da zinho potremmo finalmente avere difensori centrali da prima squadra. Non male come prospettiva

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  4. Sono contento di avere indovinato questa volta il tuo top player della settimana Luciano. Va detto che era già da tempo che ci davi indicazioni molto positive su questo ragazzo, che mi sembra di capire abbia anche qualità caratteriali importanti (rimando al post su Barazzetta e in cui Bara ci raccontavi il fatto che lui chiami Pirola, 'Il mio capitano'). Senza nulla togliere agli altri ad oggi tra quelli di cui hai raccontato nello specifico da quando abbiamo aperto 'Fratelli del mondo' lui è Schirò sembrerebbero quelli dal profilo più interessante. Anche se per tutti parliamo di ragazzi giovanissimi (soprattutto in questo caso, è un 2002). Vedremo.

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  5. La gazza dà per fatto de Vrij a una 'big' del nostro campionato per 18 milioni di euro. Tre a stagione al calciatore. Un altro indizio tra i tanti dell'ultimo periodo.

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    1. Martedì dovremmo vederlo in campo contro l'Italia tra l'altro.

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  6. U14 ai quarti di finale della Nike Cup Affronteranno il Cesena, Nel girone hanno sconfitto il torino e perso con lo Spezia

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  7. Viareggio: risultato parziale e formazioni:

    INTER-SASSUOLO 0-0

    INTER: Di Gregorio; Vabietti, Gravillon, Lombardoni, Cagnano; Danso, Carraro, Away; Rover, Belkheir, Bakayoko. A disp.: Mangano, Dekic, Emmers, Butic, Gnoukouri, Souare, Bollini Frigerio, Mutton, Sala, Capone, Nola, Mattioli. All.: Stefano Vecchi.

    SASSUOLO: Vitali; Gambardella, Rossini, Ravanelli, Masetti; Abelli, Maria, Viero; Caputo, Scamacca, Franchini. A disp.: Vitali, Denti, Cipolla, Tinterri, Diaw, Palma, Romairone, Bruschi, Pierini, Piscicelli. All.: Paolo Mandelli.

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  8. Gol del sassuolo.

    Il report di Mondo Primavera

    LA PARTITA – Il match è vivace fin dalle prime battute: l’Inter reclama un fallo di mano in area di Rossini, il Sassuolo si affida ai centimetri di Scamacca che incorna su angolo di Franchini mandando il pallone non distante dall’incrocio alla sinistra di Di Gregorio. Al 6′ minuto l’Inter fa valere la sua grande fisicità, flirtando col gol del vantaggio sugli sviluppi di due corner calciati da Carraro: sul primo Costa è decisivo nel dire di no al colpo di testa schiacciato a terra di Gravillon, mentre sul tiro dalla bandiera seguente Lombardoni colpisce sul palo lungo mandando però la sua incornata contro la parte esterna del montante. I nerazzurri restano in proiezione offensiva, e mettono i brividi alla difesa neroverde con un cross interessante partito dal mancino di Cagnano che non viene intercettato da nessuno nel cuore dell’area, ma quando sembra che l’Inter possa prendere in mano le redini del match il Sassuolo trova lo spunto giusto per passare in vantaggio. Scamacca riceve ai venticinque metri e arma il destro senza pensarci due volte, facendo partire un missile terra-aria che il volo disperato di Di Gregorio non riesce a disinnescare; il capitano nerazzurro riesce a deviare sul palo, ma il pallone sbatte sulla faccia interna e si insacca per l’esultanza del corrazziere ex PSV che porta avanti i suoi.

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  9. ancora da Mondo Primavera

    Al 23′ i nerazzurri vanno a pochi centimetri dal pari, sfruttando ancora una volta una palla inattiva: Carraro pesca Lombardoni ancora una volta lasciato solo sul secondo palo, il centrale interista controlla e calcia in diagonale con un tiro che attraversa tutto lo specchio della porta senza che Belkheir riesca a trovare la deviazione decisiva in scivolata.

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  10. 1 a 1 lombardoni su angolo.
    Inter in 10 per espulsione di gavrillon per un fallo a centrocampo

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  11. Speriamo in una reazione di carattere.

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  12. Finisce 1 a 1. Si va ai calci di rigore

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  13. Perdiamo 10 a 9 ai rigori. Viareggio finito

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  14. Che peccato
    Ma l espulsione c era?

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  15. Nulla di sorprendente mi pare. Nelle partite decisive la squadra manca l'appuntamento...certo giocare contro una squadra di grande livello senza zinho Pinamonti e con un uomo in meno non aiuta. Certo dall'altra parte forse c'era un filo di qualità in piu, il 99 più forte di Italia (mi pare il primo dei tre attaccanti con più credito mediatico oltre a kean e pellegri) e forse il loro girone di campionato è piuttosto impegnativo. Però manca un po d qualità soprattutto avanti probabilmente. Vedo l'Atalanta e avere un Capone (davvero forte) li avanti e un latte al posto di bakayoko saremmo più incisivi. L'Atalanta rispetto ad alcuni mesi fa mi pare assai cresciuto come squadra e singoli: lo stesso Capone e latte mi sembrano anche più irrobustiti. Non lo so se il nostro girone sia competitivo come quello del Sassuolo (che ha schiantato anche i ladroni) di sicuro la squadra emiliana e l'Atalanta e la Roma nelle partite secche della fase finale possono vincere lo scudo (almeno sulla carta). Inter Juve e Milan (se si qualifica) almeno sulla carta come qualità sono un filino dietro. Tenendo conto che forse noi e ladri abbiamo la rosa più lunga ma nella partita secca potrebbe non bastare

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    1. L'allenatore del sassuolo lo vedrei bene al posto di vecchi se questi dovesse andare via. E Palmieri sembra un dirigente davvero bravo a costruire squadre competitive

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    2. Da quel che so... Abbiamo dominato la partita, sia in 11 sia in 10...

      Dire che il girone del sassuolo sia piu competitivo di quello con roma cagliari atalanta genoa... è un'eresia.

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    3. Aspetta Fabio. Incredibilmente anche l'Atalanta è stata eliminata dal Torino nonostante il bel gioco. L'organizzazione tattica di Sassuolo e Torino sono state migliori a quanto pare. Magari è un caso magari no, il campo sta sovvertendo pronostici sicuri

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  16. Peccato. Nonostante tutto (assenze, svantaggio iniziale, espulsione) ce la potevamo fare.... Comunque va detto che oggi mancavano i tre migliori giocatori della rosa (Vanheusden, Rivas e Pinamonti. Secondo me quello che è mncato di più è stato l'honduregno) e un altro titolare molto forte (Mattioli). 4 titolari su 11 non è poca roba.

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  17. Parte titolare solo Candreva (sembra) ma ho pubblicato comunque un post live sulla gara.

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