Oggi facciamo la conoscenza di:
Simone Bonavita (2004)
Premessa
Mentre osservavo lo svolgimento di Inter - Feralpi Salò sono rimasto impressionato dalle giocate e dalla personalità di un ragazzino che seguo e apprezzo da molto tempo, Simone Bonavita, appunto.
Ho pensato di farlo conoscere anche agli amici del blog, che hanno minori opportunità di frequentare l'ambiente dei giovani interisti.
Magari un giorno, quando Simone sarà più 'popolare' anche solo a livello di coloro che seguono le categorie giovanili nazionali, qualcuno ricorderà di aver letto di questo ragazzo al quale la Dea Eupalla ha elargito doni calcistici in abbondanza.
Qualunque sia l'uso di questi doni che l'altra Dea, quella bendata, insieme alla tempra caratteriale del ragazzo decideranno di farne, con la crescita.
Ho avuto qualche dubbio prima di scriverne, perché condivido l'atteggiamento etico e formativo della società nerazzurra che non è incline a dare troppa visibilità a ragazzini che nel mondo del calcio devono ancora conquistarsi tutto (e spesso non ci riusciranno, ricevendone una delusione dolorosa).
Il ricordo di Mastour, celebrato come un divo all'età di 13-14 anni, la stessa di Simone, sacrificato sull'altare di un uso dissennato della propaganda mediatica è ancora vivo in tutti noi.
La nostra società è, come detto, più seria e doverosamente prudente nella gestione dei giovanissimi calciatori, eppure anche noi tifosi delle giovanili interiste abbiamo vissuto la delusione dei parziali insuccessi di talenti come Justice Opoku e Mel, per restare alla stessa generazione dei Mastour.
L'atteggiamento giusto dunque, quando si parla di ragazzini così giovani, a me sembra quello di cercare di fotografarne le caratteristiche tecniche, agonistiche e umane del momento, come un riconoscimento di una fase interessante del processo di crescita, senza alimentare trionfalismi o attese smodate.
Del resto io ricordo sempre una frase di colui che considero un maestro nella selezione e formazione dei giovani: Pierluigi Casiraghi.
Parlando anche di ragazzi più grandi, a chi gli chiedeva: “Dove può arrivare tizio?” lui rispondeva: “Ti posso dire che al momento fra i pari età fa la differenza. Che cosa farà con i più grandi chiedilo all'oracolo di Delfi, io non ho capacità divinatorie.”
Dunque, così ho concluso la mia riflessione... interiore, con la dovuta prudenza, si può iniziare a proporre a un pubblico un po' più vasto, per altro ben disposto, la conoscenza di un giovane che ha qualità interessanti.
La storia di Simone
E' il 7 febbraio 2004 quando a Caserta da mamma Nunzia e papà Corrado nasce Simone, che viene ad allargare il nucleo familiare raggiungendo così il fratello Elio, di quattro anni più grande.
Quando Simone ha poco più di due anni la famiglia si trasferisce al Nord, ma il legame con la terra di origine resta forte in tutta la famiglia e anche nel piccolo Simone, che in pratica la conosce solo attraverso i racconti, il carattere e la cultura dei genitori, oltre che per il contatto diretto nelle frequenti 'rimpatriate'.
La famiglia Bonavita sceglie come nuova residenza Villasanta, una tranquilla cittadina brianzola che si affaccia sulla parte meridionale del parco di Monza.
I Bonavita formano un nucleo di persone riservate e laboriose, che per queste caratteristiche si inseriscono facilmente nel contesto di una realtà sociale abbastanza selettiva.
La passione per il calcio è un must, almeno per la componente maschile della famiglia, così il maggiore dei due fratelli, Elio, affronta intorno ai sei anni l'esperienza di questo sport e il piccolo Simone lo accompagna spesso agli allenamenti e già a 3-4 anni mostra il suo piacere nel divertirsi con la palla tra i piedi.
Elio entra a far parte della COSOV Villasanta, il cui direttore sportivo, Michele Cazzaniga, si accorge delle attitudini del bimbetto Simone.
Nel settembre del 2009 a una festa della cittadina brianzola, Cazzaniga incontra papà Corrado e gli propone di far frequentare a Simone la COSOV, sebbene manchi ancora qualche mese al compimento dell'età minima prevista per il tesseramento.
Per qualche tempo dunque, Simone si reca al campo della COSOV con il fratello, ma si limita a giochicchiare a bordo campo.
E' necessario sapere che la COSOV è oggi scuola calcio Milan (del resto Villasanta è la città di Filippo Galli attuale responsabile del settore giovanile rossonero), ma allora era scuola calcio Inter (che rischio, ha corso, senza saperlo, Simone!).
Così il giorno successivo al compimento del sesto anno Cazzaniga propone al ragazzo e alla famiglia un provino con l'Inter al campo Pirelli di viale Sarca.
A visionarlo sono presenti per la società nerazzurra Bruno Casiraghi, Massimo Gerli e Romano Barbieri. La loro relazione deve essere molto positiva se il piccolo Simone viene subito inserito nei ranghi come pulcino C.
Da quel momento il percorso del ragazzo nelle nostre giovanili si sviluppa senza conoscere più ostacoli. In tutte le categorie, Simone ottiene riconoscimenti (più volte nei tornei viene scelto come miglior giocatore), tra l'altro indossando sempre la fascia di capitano.
L'attività calcistica naturalmente è solo un aspetto, per quanto impegnativo della sua vita di ragazzino in crescita.
Simone è socievole e stringe legami con l'ambiente di residenza oltre a frequentare con successo le scuole dell'obbligo, con l'anticipo di un anno, essendo nato a febbraio.
Oggi è iscritto alla prima liceo sportivo, all'Istituto San Giuseppe Villoresi di Monza.
Questo processo di crescita serena e responsabilmente spensierata del ragazzino subisce un duro colpo quando, all'età di 11 anni un tragico evento sconvolge l'esistenza del suo nucleo familiare.
L'auto sulla quale viaggiava il fratello Elio, per recarsi alla partita di campionato della società La Dominante (da un anno passato dalla COSOV) accompagnato dalla mamma che era alla guida, viene investita da un altro automezzo che aveva compiuto una manovra sbagliata.
La mamma di Simone resta gravemente ferita, mentre la fibra di Elio non resiste all'urto violentissimo.
La tragedia segna drammaticamente l'esistenza del piccolo Simone, e la solidarietà e la vicinanza naturalmente espresse dalla società e dai compagni non possono attenuare questa prima grave esperienza del dolore per il ragazzino.
Alle esequie partecipa commossa tutta la cittadinanza di Villasanta, a testimonianza, come ricordato dal padre Corrado, di un radicamento importante, conseguito in pochi anni, nel tessuto sociale locale.
La vita deve ricominciare anche dopo gli avvenimenti più tremendi e il piccolo Simone è costretto suo malgrado ad affrontare in modo prematuro questa difficile situazione.
Sono passati due anni e la routine della vita quotidiana non attenua certamente i segni della tragedia vissuta, ma probabilmente oggi Simone affronta le prove che gli si propongono via via, con una consapevolezza maggiore rispetto alla scala degli autentici valori umani.
Il giovane calciatore
Ho avuto la possibilità di seguire la crescita calcistica di Simone sin dai pulcini e ne ho sempre apprezzato le caratteristiche tecniche e di personalità.
Per altro occorre ricordare che sul campo, non solo per lui ma in generale per la squadra, non sono sempre stati anni facili.
Infatti se i pulcini e poi gli esordienti 2004 costituivano un ottimo gruppo, in linea generale, dovevano però scontrarsi con una situazione anomala in occasione dei derby.
Da anni il Milan perdeva praticamente tutti i derby con noi, in ogni categoria, ma i 2004 sono riusciti a prendersi una sorta di rivincita grazie anche all'apporto determinante di alcuni giocatori di colore dalle caratteristiche fisiche debordanti.
Così i derby 2004 finivano spesso... tanti a pochi per loro.
Oggi si può dire che finalmente il gap è stato colmato, anzi... grazie ai nuovi innesti ma soprattutto per il lavoro fatto sui 'veterani' come appunto Simone.
Bonavita è un centrocampista di quelli che io definisco tuttocampista.
Sia perché con il suo dinamismo gioca praticamente a tutto campo, sia perché è in grado di ricoprire qualunque ruolo nella parte mediana del terreno di gioco.
Per lui è indifferente fare il play basso, la mezz'ala o il rifinitore.
Alto 1.75, Simone è ambidestro, anche se proprio il destro resta il suo piede naturale.
Forte in accelerazione, abile nella conduzione della palla e dotato di ottima visione di gioco, a queste doti aggiunge le due “specialità della casa”: la personalità corretta ma imperiosa e il tiro a rete davvero fulminante.
Domenica, contro il FeralpiSalò il ragazzo ha fornito l’ennesimo saggio di queste doti: oltre ad aver guidato la squadra con sicurezza, si è esibito in un assist con cambio di campo di 40 metri che ha propiziato il terzo gol e ha segnato una rete strepitosa con una conclusione al volo da 25 metri violenta e precisa nel sette dove il portiere avversario non poteva arrivare.
Ho parlato di specialità della casa perché Simone non è certo nuovo a queste imprese, anche contro squadre più forti.
Anzi, proprio Milan, Atalanta e Roma sono tra le sue 'vittime' preferite, almeno per questo esercizio.
Fortunatamente Bonavita non sembra un giocatore talentuoso che rischia di perdersi per la mancanza di 'fame' o per eccesso nel 'montarsi la testa'.
Come dimostra anche la sua autocritica: sa di dover migliorare per diversi aspetti: la determinazione e la forza nel contrasto, ad esempio, ma secondo me anche nel colpo di testa e soprattutto nella ricerca continua della rapidità di esecuzione.
Spesso un tocco in più in mezzo al campo può determinare la perdita di un'occasione.
Velocità, abilità tecnica e una buona dose di intelligenza calcistica sono comunque doti che, sviluppate con umiltà, insieme ai progressi possibili sugli aspetti carenti, gli offrono la prospettiva di un futuro da seguire con fiducia e realismo.
Il carattere, la vita privata, le preferenze calcistiche
A detta chi lo conosce da tempo, Simone ha trascorso l'infanzia e la prima adolescenza in un ambiente tranquillo, basato su principi educativi sani e rispettosi degli altri.
A scuola e nel tempo libero ha sempre frequentato ragazzi più grandi, il che ne ha favorito la maturazione.
Alla sua formazione, secondo quanto afferma papà Corrado, ha contribuito anche l'Inter che ha chiesto sempre ai ragazzi serietà, impegno e educazione.
Per natura ed anche in virtù degli ambienti che ha frequentato si può dire dunque che Simone abbia acquisito un carattere forte ma misurato, sereno rispettoso appunto (“di tutti tranne che di noi genitori”, dice con una punta di orgoglio malcelato papà Corrado).
Infatti il ragazzo è davvero ben voluto dai compagni di scuola, da quelli del tempo libero e da quelli dell'Inter, dove è amico di tutti, senza particolari preferenze.
Negli studi si applica con sufficiente impegno anche se, naturalmente, studiare, giocare a calcio e ritagliarsi spazi di vita normali per un ragazzo della sua età è molto faticoso.
Anche l'inserimento nell'Inter è avvenuto in modo naturale fin dall'inizio, agevolato dal fatto che non ha dovuto, come altri compagni, allentare improvvisamente i contatti con la famiglia a causa di un trasferimento precoce: ogni sera dopo l'allenamento rientra a casa e papà Corrado, sempre presente alle partite, si vede non di rado anche agli allenamenti.
Naturalmente, come per tutti, il suo sogno è arrivare in serie A e possibilmente vestire la maglia della nazionale.
I suoi interessi sono rivolti al calcio, agli sport in generale e, in modo abbastanza originale, alla moda.
Simone, la carriera e il calcio
Segnalato all'Inter come abbiamo detto da Michele Cazzaniga della Cosov, naturalmente il ragazzo conserva grande riconoscenza verso chi lo ha avviato al calcio che conta.
Tra gli allenatori che ha conosciuto prima della stagione attuale, tutti importanti per il suo processo di crescita, ricorda con particolare considerazione Gianni Vivabene, Marco Sala e Valerio Candido, oltre, naturalmente, ai suoi primi mentori in nerazzurro Gerli, Casiraghi e Morabito.
A Casiraghi e alla sua capacità di instaurare subito un rapporto di grande simpatia con il ragazzo e la famiglia si deve in gran parte il fatto che oggi Simone militi nelle nostre fila.
Infatti non è un segreto che anche Milan e Atalanta abbiano a lungo corteggiato il giocatore e ad esse si sia aggiunta di recente la stessa Roma.
Ecco che dunque le capacità relazionali e umane dei nostri dirigenti, unita ovviamente alla convenienza delle soluzioni logistiche, abbiano inizialmente influenzato la sua scelta.
Si, perché Simone, come quasi tutti i giovani calciatori di area campana ha assorbito dalla famiglia e condiviso sin da piccolo il tifo per un’altra squadra, il Napoli, naturalmente. Ma oggi, senza rinnegare la sua fede, considera L’Inter come la sua seconda casa.
Immagino la sua sofferenza interiore, sabato prossimo…
Fatte le debite proporzioni e sempre con i piedi per terra, si paragona, o almeno si ispira a Modric, tra i giocatori che considera i più forti al mondo, insieme ovviamente a i più noti calciatori sul panorama europeo.
Simone segue con interesse anche il calcio estero e la sua preferenza va alla Premier Ligue.
Dal punto di vista dell’indirizzo e delle metodologie di gioco è un sostenitore dei sistemi basati sulla ricerca del possesso palla, anche se non disdegna, ovviamente, le verticalizzazioni. Non gli piacciono invece i giocatori che amano lanciarsi in lunghe incursioni palla al piede.
Ritiene infatti fondamentale giocare con e per la squadra e soprattutto… con la testa.
Per questi orientamenti, viene naturale la preferenza che esprime per un allenatore come Guardiola, che predilige rispetto ad altri forse più utilitaristici
Simone conosce tutti i ragazzi del nostro settore (tra l’altro lo scorso anno ha giocato qualche partita sotto età) e ritiene che siano molti i giovani di talento.
Richiesto di fornire qualche nome, escludendo naturalmente i suoi compagni coetanei, indica, ma a puro titolo esemplificativo Salvatore e Sebastiano Esposito e tra i più grandi, Pinamonti.
Invece tra gli avversari coetanei incontrati in carriera lo hanno ben impressionato in particolare Nicolò Montalbano del Milan e Filippo Favero dell’Atalanta.
Nella sua avventura calcistica si giova anche dei consigli non di un vero e proprio procuratore, non essendo ancora in età per effettuare questa scelta, ma di un consulente, appunto ed amico come Vincenzo Pisacane e ha già la Nike come sponsor, sia per il calcio che per il tempo libero.
A questa stagione calcistica il ragazzo chiede soprattutto di continuare a progredire sul piano individuale, mentre l’obiettivo che con tutta la squadra persegue è la vittoria nel campionato
In conclusione ritornando ai momenti indimenticabili dei tornei vinti sino ad ora e dei riconoscimenti ricevuti per le sue qualità il ricordo torna a Bruno Casiraghi che, conoscendo la sua passione per quel tipico piatto napoletano, lo aveva simpaticamente soprannominato “pasta e lenticchie” .
Soprannome giocoso e gradito, ricordo di tempi felici e spensierati.
Luciano Da Vite
Post bellisimo Luciano. Ammetto che ero molto interessato a sapere di più su questo ragazzo che dalle tue cronache mi appariva sempre essere veramente 'speciale' e avere qualche cosa in più. La sua storia mi ha colpito molto. Gli auguro veramente di raggiungere nella vita i più importanti traguardi.
RispondiEliminaSpezzo ovviamente una lancia a favore della pasta e lenticchie. :)
EliminaMarin, sono stato molto netto nel giudizio su Clichy e Sagna. Forse anche ingiusto. Ma io non avrei preso nessuno dei due. Tra l'altro Sagna è svincolato, l'altro gioca in Turchia... non significa che siano finiti ma sicuramente non sono al top (Sagna gioca a destra tra l'altro) e penso che comunque si ricercasse un giocatore molto potente e veloce nel ruolo e capace di andare costantemente in sovrapposizione... Da qui la mia riflessione.
RispondiEliminaPeraltro non dubito della professionalità dei due giocatori (anzi) né della loro grande esperienza, ma non mi hanno mai esaltato in maniera particolare, ma non significa siano stati due ottimi giocatori.
Io continuo a essere ottimista su Dalbert comunque.
Non volevo in ogni caso mettere in dubbio la professionalità dei due giocatori. Ci mancherebbe. Hanno giocato entrambi 10-15 ai massimi livelli...
EliminaSolo non mi avrebbe convinto come operazione prendere nessuno dei due.
Su Kolarov Fabio ha ragione (sono un tifosissimo di Kolarov da sempre, mi paice moltissimo) però penso che uno degli obiettivi sia stato ridurre gli ingaggi e che questo fosse prioritario a spendere più per un cartellino. A parte il richiamato problema della mancata partecipazione alla CL e consdierazioni di natura tattica. È solo una mia idea comunque come quella su Sagna e Clichy, non sono sentenze, solo riflessioni.
Ramires in prestito per sei mesi, se compravata la buona condizione fisica e atletica, lo prenderei.
RispondiEliminaVidal sinceramente non lo so: mi sembra in ogni caso un obiettivo fuori dalla nostra portata comunque.
Tra l'altro se Ramires come dicono arrivasse a novembre ci sarebbe il tempo per inserirsi e per valutarlo...
EliminaRamires in prestito è da prendere se non altro in quanto gratis...
RispondiEliminaIn bocca al lupo al ragazzo. Ha bisogno del sostegno di tutti Noi e soprattutto della società Inter.
RispondiEliminaNon mettiamogli pressioni addosso anche se ne riconosciamo il talento naturale: ha solo tredici anni. Tanti prima di lui che promettevano altrettanto bene si sono sorprendentemente persi. Il nostro augurio ed auspicio è raggiunga i massimi livelli con i ns colori.
Sono perfettamente d'accordo con te. Mi fa piacere che Luciano abbia pubblicato questo post e penso che questo sia il posto 'giusto' dove poterlo pubblicare perché in generale questi ragazzi li seguiamo tutti quanti con affetto (Luciano per primo) prima che con quelle che possono essere aspettative di carriera da grande calciatore. Se questa verrà... glielo auguro, ma quello che conta è che possa crescere sano e perdonate la banalità, essere un campione prima di tutto nella vita.
EliminaSu Ramires: lo prenderei perché è un profilo esperto che potrebbe rimpolpare la rosa, ma non lo vedo titolare.
RispondiEliminaSu Vidal Vi dico che il Bayern è da anni società competente di calcio come poche; se sbolognano un giocatore è perché lo considerano non all'altezza (parlo di quota CL beninteso) e sulla via del tramonto. Non lo prenderei a meno che non lo danno in prestito gratuito, ma credo poco in questa eventualità.
Beh...su kroos anche loro han sbagliato..
Eliminaanche Schweinsteiger poteva ancora dare qualcosina allo stesso bayern... lasciato partire troppo in fretta... poi Lucio da noi non e' andato proprio male eh...
EliminaSbagliano TUTTI.
Su Lucio hanno commesso un errore pagato amaramente (per fortuna). Kroos per me è proprio un errore inspiegabile e ingiustificabile, una scelta presuntuosa di Guardiola. Sì, sbagliano tutti... Comunque io Vidal da noi non ce lo vedo proprio, sono sincero, mi sembra una cosa inverosimile.
Eliminamah, io andrei giusto su ramires. non mi va di rischiare con vidal.
Eliminavorrei piuttosto un ala/attaccante alla Di Maria...
Kroos se ne è voluto andare lui a un anno dalla scadenza .... al Real Madrid mica al Fanfulla....era già un gran giocatore titolare della Germania mondiale ed è ulteriormente cresciuto... non diamo a Guardiola colpe che non ha...
EliminaOgni volta che leggo Milinkovic Savic spero possano esserci margini. Temo invece che possa seriamente interessare alla Juventus.
RispondiEliminaNon penso visto il prezzo...
EliminaTi riferisci alla speranza o al timore?
EliminaPurtroppo alla speranza. Lo vedo più venduto all estero cmq
EliminaInsigne sembra a rischio. Forse De Laurentiis avrebbe preferito un turnover ancora più sostanzioso in Champions
RispondiEliminaSecondo me gioca...
EliminaAnche secondo me. Mi ricollegavo al presunto eccessivo turnover del Napoli in Champions...
EliminaA proposito di Napoli e Inter, ho appreso solo ora del decesso avvenuto ieri di Giuseppe 'Peppe' Massa, mio concittadino e dopo un apprendistato nel mitico Internapoli (da cui i vari Wilson, Chinaglia...) calciatore di Lazio e Napoli e anche della nostra Inter per un paio di stagioni. Qui a Napoli dai tifosi più storici era e sarà ricordato ancora con molto affetto.
RispondiElimina"Peppiniello" Massa ....
EliminaGrande Peppiniello. A Milano fu un incompreso, ma ricordo che lo acquisto Ivanoe Fraizzoli. Allora si giocava un calcio autarchico fatto con pochi talenti italiani. E lui era un talento con un fisico minuto, un tornante tecnico e saggio.
RispondiEliminaValencia già pazzo di Kondogbia: “Ha i superpoteri”.
RispondiEliminaMeno male Luciano, così se lo tengono e ci pagano. Noi abbiamo bisogno di ben altro a cc. Sono curioso di vedere se riscatteremo Cancelo. A quelle cifre penso non si farà.
RispondiEliminaSe in scambio con kondo, secondo me potrebbe essere anche fattibile
EliminaLa penso come Francesco.
RispondiEliminaPare che il Milinkovic della Lazio abbia fatto un'altra prestazione da marziano. Altro che Kondo .....
RispondiEliminaBe' sul fatto che al mondo ci siano giocatori più forti del Kondo non c'è alcun dubbio. Io volevo solo fa rilevare che, come spesso accade, le critiche dei tifosi che distruggono un nostro giocatore sono eccessive.
RispondiEliminaC'è nel tifoso interista una sorta di piacere malsano che mira all'autodistruzione. Quello che, in tempi non sospetti ho chiamato masochinterismo.
Il problema è semplicemente se il Kondo avrebbe potuto dare un contributo a questo gruppo, oppure no
A mio avviso, no. In una squadra dal gioco improntato sul possesso palla,e fraseggi, non è adatto. Oltre ad avere difficoltà quando attaccato in pressing, con poco spazio per manovrare.
EliminaDal mio punto di vista il campionato spagnolo è più adatto a lui
Per me sicuramente sì, manca molto il suo filtro a centrocampo e non mi sembra che senza di lui la velocità di manovra sia aumentata, inoltre, a differenza di chiunque, io ricordo bene anche delle sue belle verticalizzazioni e delle capacità balistiche che raramnete gli incontristi puri hanno. Certo è lento, più o meno come Bprja, Gaglia, Vecino e Brozo però
EliminaÈ aumentata la precisione. Nei passaggi in avanti kondo ha una precisione del 75% borja del 90% e vecino del 87%. Per lo sviluppo offensivo è fondamentale, per poter portare rifornimenti davanti.
EliminaA fare passaggi indietro...son buoni tutti...
Non capisco di quali proprietà balistiche parlate. Non aveva il fondamentale del tiro.
EliminaMassa a Milano ha fatto vedere veramente poco ma ora questo non conta, il cordoglio per la sua scomparsa ci unisce tutti.
RispondiEliminaA differenza di altri amici che scrivono sul blog, tra i omi che si fanno preferirei che a gennaio arrivasse Vidal: penso che potrebbe essere un'assicurazione sul raggiungimento immediato della CL, che resta il nostro obiettivo stagionale.
RispondiEliminaNon mettiamo limiti ai sogni ma non facciamoci distrarre dagli elogi interessati: l'obiettivo quarto posto per questa squadra è tutto da conquistare
Il quesito è, sacrificheresti brozo o j.mario per Vidal?
EliminaAnche secondo me il 4o posto è ancora molto difficile.
Roma e Lazio si dimostrano grandi squadre.
Anche secondo me il campionato spagnolo è più adatto a lui, ma questo non toglie che fino all'autoesclusione per Spalletti fosse una pedina fondamentale, proprio per dare equilibrio a un centrocampo di palleggiatori statici
RispondiEliminaSamaden confermato all'unanimità vice presidente del settore giovanile e scolastico, a conferma del...pessimo lavoro che sta svolgendo nel nostro settore giovanile
RispondiEliminaIn questo momento Vidal sarebbe molto molto più decisivo di Joao. Poi, tra un paio d'anni, magari no
RispondiEliminaLuciano, scriverai un post di presentazione per la gara di domani? Per regolarmi per una eventuale pubblicazione.
RispondiEliminaPer me il quarto posto non è assolutamente scontato, né facile. Visti il Milan, la nostra attuale posizione in classifica e le vittorie con Roma e Milan, il sesto posto mi sembra più lontano. D'altra parte non mi aspettavo questa Lazio...
RispondiEliminaVideo Primavera
RispondiEliminahttp://www.fcdynamo.kiev.ua/ua/matches/dynamo_u_19/calendar/match_10521/
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Non credo, emiliano
RispondiEliminaOk. Scriverò magari io qualche cosa stasera da pubblicare domani.
EliminaHo pubblicato un post con la conferenza stampa del mister: https://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/10/napoli-inter-la-conferenza-stampa-di.html
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