Oggi facciamo la conoscenza di:
Luca Magazzù (2003)
Premessa
Dalla scorsa estate Luca Magazzù è entrato a far parte della famiglia interista, essendo venuto a rafforzare l'attacco degli U15.
Non lo conoscevo, ma di lui mi avevano parlato molto bene.
Giocava due anni sotto età nello Spezia e lo avevamo affrontato, tra l'altro, al Memorial Mariotti di Montecatini, nel 2015, e in quell'occasione era stato capocannoniere del torneo insieme a un'altra vecchia conoscenza di chi segue le nostre giovanili: Chibozo.
Le sue prestazioni, in campionato e in altri tornei, non potevano non destare l'interesse dei club più avveduti nella costruzione dei vivai, ma fortunatamente i nostri scout e dirigenti sono stati più lesti e/o convincenti.
La nostra squadra dei 2003 veniva da un'annata davvero poco felice: c'erano giocatori talentuosi ma in ritardo nella crescita atletica e qualche giocatore precoce da quel punto di vista ma meno dotato in fatto di abilità calcistica.
Fatto sta che nell'ultimo mercato estivo sono arrivati una quindicina di giocatori nuovi, compresi alcuni attaccanti, tra i quali appunto Luca.
Quando a fine agosto, dopo il ritiro per la preparazione estiva, la squadra ha fatto il suo esordio in competizioni ufficiali, al torneo Scirea, la mia curiosità per vedere all'opera i nuovi e valutarne le potenzialità era di conseguenza enorme.
In effetti la squadra fin da quell'occasione ha mostrato un notevole miglioramento: più compatta, più equilibrata, più qualitativa.
E' arrivata in finale, ma poi ha affrontato i pari età atalantini che l'hanno messa sotto in modo abbastanza netto (2-0 il risultato, se non ricordo male).
Poco male: c'erano tanti nuovi da inserire e amalgamare e in più, mi hanno detto, mancavano alcuni giocatori tra cui “un centravanti visto in ritiro, molto forte, ma assente a causa di un infortunio subito mentre... si divertiva andando in bicicletta”.
E in effetti anche senza Magazzù l'avvio di campionato era stato positivo.
Ma poi, occhio alle cifre: Luca esordisce con gol a Venezia, due partite dopo si ripete col Cittadella.
In mezzo però segna il gol decisivo nella vittoria per 1-0 sul Milan.
Dopo una piccola pausa realizzativa, tornano i grandi scontri e tornano i suoi gol.
Bergamo, 12 novembre: scontro al vertice in casa della favorita Atalanta.
Dopo 5 minuti Luca si invola sulla sinistra e mette in mezzo un pallone invitante per Sabia che di testa non perdona.
Passano pochi istanti e di nuovo Magazzù si proietta sul centro sinistra, supera un avversario, resiste alla carica di un secondo e conclude, pur pressato, con una forza e una precisione straordinarie in diagonale sul secondo palo.
Tra l’altro con il piede “sbagliato”.
Grazie alla prestazione perfetta di tutto il gruppo (compresi i subentrati), la squadra porta a casa una vittoria importantissima e Luca non si limita alle azioni descritte.
Con la sua aggressività costante, tiene bassa la difesa bergamasca e impedisce che il desiderio di rivalsa dei locali si tramuti in un assedio.
Un altro ostacolo arduo da superare si presenta però domenica 19, quando scende a Interello la Lazio.
E' ancora Luca a risolvere la pratica con un grandissimo gol (che ricorda quello di Bergamo) e con un assist per Pucci, che dal limite insacca con un potente rasoterra.
Ci sarà spazio per tutti nella nostra rubrica, perché in questa squadra i talenti non mancano (come sembra indicare la classifica: 10 partite 10 vittorie, 2 soli gol subiti, 7 punti di vantaggio sull'Atalanta) ma mi è sembrato giusto far conoscere un po' meglio agli appassionarti delle giovanili nerazzurre questo giovane talento.
L'infanzia e le prime esperienze calcistiche
Due elementi segnano in modo indelebile i primi anni di vita di Luca: uno positivo e uno... negativo.
Il 29 aprile del 2003 per la gioia di papà Marco e del piccolo Andrea, mamma Laura dà alla luce Luca, a Massa.
Luca cresce, in un ambienta familiare ideale e in un contesto territoriale splendido, a Marina di Carrara.
La passione per il mare è inevitabile e l’accompagna tuttora.
Purtroppo le… insidie della sorte sono sempre in agguato e questa volta si manifestano nella figura di un vicino di casa, nientemeno che Gigi Buffon.
Chiaro che con l’influsso… negativo esercitato da questa vicinanza, la passione calcistica della famiglia si orienti verso i colori bianconeri.
Ho preferito non indagare sulla saldezza dei sentimenti che uniscono il giovane Luca alla juve, ma sono certo che si potrà rimediare a questo errore di gioventù.
Il fatto è che, ancora bimbetto, Luca manifesta una grande passione per il pallone, dal quale non si separa neppure... quando dorme.
C’è chi va a dormire con il suo orsacchiotto, Luca preferisce tenersi il pallone.
L’ammirazione per il vicino famoso probabilmente è tra i motivi che inducono Luca a praticare le prime esperienze su un campetto scegliendo il ruolo di portiere.
La fortuna è cieca, ma non sempre.
In questo caso la fortuna lo porta ad incontrare qualche istruttore che gli consiglia amichevolmente… un cambio di ruolo.
Così, seguendo le orme del fratello Andrea (che oggi ha 17 anni e gioca a calcio nella Massese) a 5 anni entra a far parte, come giocatore di movimento, del Perticata, una società dilettantistica di Carrara, specializzata nella scuola calcio.
Qui avviene la sua prima formazione, sotto la guida di istruttori appassionati tra i quali Luca ricorda con particolare affetto e gratitudine i mister Nicelli e Bucci.
Sono anni bellissimi quelli trascorsi al Perticata, ma come era inevitabile le doti del ragazzino non potevano sfuggire agli occhi degli osservatori delle maggiori squadre regionali e a 9 anni Luca entra a far parte delle giovanili dello Spezia, dove si afferma e brucia le tappe, come abbiamo visto.
Anche nella società ligure l’ambiente è ideale per migliorare in fretta ma senza pressione eccessiva.
Tra i tanti che hanno contribuito alla sua evoluzione tecnica e tattica, Luca ricorda in particolare mister Beppe Vecchio, cuore spezzino purosangue, passato dalla militanza calcistica ad allenare le giovanili degli aquilotti.
Le prestazioni del giovane attaccante lo segnalano all’attenzione degli scout nazionali.
juventus e Atalanta, fra le altre, si muovo con insistenza.
In quegli anni è responsabile del settore giovanile spezzino Gladis Conti ed è lui probabilmente che segnala le qualità di Luca ai dirigenti interisti.
Interviene Beppe Giavardi e, anche se per motivi regolamentari solo nell’estate del ’17 Luca può trasferirsi fuori regione, è probabile che già nell’estate del ’16 qualche tipo di impegno leghi già il giocatore alla società milanese.
La scelta di privilegiare l’Inter è stata fatta proprio dal ragazzo, in pieno accordo con la famiglia: il mondo Inter nel suo insieme ha esercitato una grande attrattiva su Luca e sui suoi familiari.
Dopo che avevano avuto occasione di conoscere dirigenti e tecnici e di visitare l’ormai celebre “villa” di Cormano, dove i fuori sede risiedono e dove anche Luca è venuto ad abitare.
Le caratteristiche tecniche
Luca è un ragazzo di 14 anni dal precoce sviluppo atletico, alto un metro e settantacinque, di piede destro, ma come ben sa anche… l’Atalanta, abilissimo pure con il mancino.
La statura è rispettabile per l’età, ma capita anche che incontri difensori ben più prestanti.
Nondimeno ho visto spesso il ragazzo prevalere anche sulle palle alte, grazie alla scelta di tempo e alla potenza dello stacco.
Si tratta di una prima punta, dotata di grande forza, di progressione interessante e soprattutto di un tiro assolutamente molto secco e preciso.
Aggressivo e generoso, per sua stessa ammissione deve imparare a gestir meglio le energie nell’arco di tutta la partita.
Infatti con un’umiltà che lascia bene sperare (è noto che la presunzione di sentirsi arrivati è l’ostacolo maggiore per la crescita di molti giovani talenti) Luca riconosce di aver molto ancora da apprendere e da migliorare, un po’ in tutti gli esercizi della prestazione calcistica.
In ogni caso ritiene che la capacità di calciare a rete con forza e precisione, nonché la tenacia e la determinazione siano al momento le sue armi migliori.
A questo proposito papà Marco ricorda, non senza un sorriso carico di nostalgia, che il Luca, bimbetto, quando veniva sostituito restava praticamente… incollato al suo mister e lo asfissiava continuamente con la richiesta impellente di rientrare in campo.
Già tosto sin da piccolo…
Naturalmente, come è giusto, ai sogni e alle ambizioni, alla sua età non si pongono limiti e come tutti spera di raggiungere la serie A e magari la nazionale: nell’immediato il suo obiettivo personale è di disputare una buona stagione continuando a migliorare, mentre a livello di squadra ritiene che si possa e si debba puntare al titolo nazionale di categoria.
Il carattere, gli svaghi, le opinioni calcistiche
Anche a detta di chi lo conosce bene il carattere di Luca è estroverso, testardo e facile all’amicizia.
Per questo si è inserito con facilità nell’ambiente nuovo.
Luca frequenta la prima liceo scientifico all’istituto Pantani di Busto Arsizio.
Naturalmente trova difficoltoso conciliare gli impegni calcistici, la frequenza di una scuola così impegnativa e lo studio conseguente.
L’impegno negli studi è considerato comunque assolutamente fondamentale da lui e dai familiari e su questo non è possibile transigere in alcun modo.
Il legame con la famiglia è molto forte e quasi sempre i genitori assistono alle sue partite, sobbarcandosi una trasferta di 250 km a tratta.
Papà Marco si mette generalmente in posizione defilata, vicino alla zona di attacchi della squadra e quando Luca realizza uno dei suoi gol, si assiste a un… ricongiungimento familiare con babbo e figlio che si corrono incontro per abbracciarsi.
Luca trascorre le vacanze estive a casa, con la famiglia, sfruttando le meraviglie delle spiagge versiliesi, ritrovandosi con gli amici di infanzia e coltivando, come hobby anche la musica.
Dal punto di vista calcistico gli piacciono e si ispira agli attaccanti che segnano molto e naturalmente Icardi in questo non può che essere uno dei modelli.
Tra i campionati esteri segue con particolare passione la premier league e gli allenatori che predilige sono quelli tipo Conte e Simeone, che ricercano l’incisività delle verticalizzazioni piuttosto che il fraseggio insistito e troppo ricercato.
Da questa incompleta rassegna emerge il ritratto di un ragazzo in possesso di interessantissime doti tecniche e agonistiche, ma soprattutto ancora legato ai valori più semplici e autentici: legami familiari, rapporti di amicizia, svaghi propri di ogni giovane “sano” e consapevolezza del fatto che nella vita tutti gli obiettivi si raggiungono solo attraverso il lavoro e l’impegno.
Speriamo tutti che continui su questa strada che gli sta già dando grandi soddisfazioni: in fondo in poche settimane di militanza nell’Inter ha già “giustiziato” Milan e Atalanta, che a livello giovanile sono le nostre rivali tradizionali.
Chissà che tra qualche anno, magari nel campionato maggiore, non gli capiti di dare qualche dispiacere anche alla ex squadra del suo idolo di infanzia Gigi Buffon.
Gli amici del blog glielo augurano di cuore e sperano che il futuro di Luca e dell’Inter proceda intrecciandosi per molti anni ancora.
Luciano Da Vite
Immaginavo prima o poi ci avresti parlato di lui. Ricordo ancora il titolo di ses dopo il derby: ‘Maga Magazzù’!
RispondiEliminaGrande Luciano, come sempre e soprattutto quando scrive della nostra cantera.
RispondiEliminaHo visto le immagini della partita contro il Milan.Concordo con Luciano e mi ricordo il suo report di quella partita , dove fallimmo anche due rigori , uno anche Magazzù. Nel video quando segna si vede la corsa verso il padre e si intravede anche Luciano.
RispondiEliminaDa notare che quando posso inserisco i collegamenti ipertestuali. Lo faccio con tutti i post. In questo caso potete accedere dalla lettura ai post relativi le partite con Milan, Atalanta e Lazio.
EliminaDel Piero è proprio un ginecologo e avvenuto statista.
RispondiEliminaI problemi nascono da una indagine, non dal sistema corrotto che è stato intaccato.
Gli altri obesi hanno lavorato si progetti di lega (Inghilterra ) o su strutture (germania).
Se fosse rimasto Moggi in Italia si sarebbe certamente lavorato su entrambe le cose. Si, come no!
Ma poi sostiene un falso storico, senza che nessuno lo contraddica; il calcio italiano sarebbe "decaduto" a livello di risultati di club dopo il 2006, peccato che tra il 2006 ed il 2010 il Milan e l'Inter vinsero la CL. Col ritorno in auge della juve, che lui indica come la "ripresa" del nostro calcio, i successi internazionali sono terminati, pur dando merito per le 2 finali raggiunte. Il declino delle milanesi ha poco a vedere con "calciopoli"...anzi a ben vedere se nel 2006 si fosse fatta veramente pulizia (e giustizia) forse tutto il calcio italiano avrebbe avuto una vera occasione di crescita. In questo senso, opposto a quello di delpiero, fu una occasione persa, con responsabilità diffuse, comprese quelle dell'allora dirigenza-proprietà nerazzurra.
EliminaÈ vergognoso solo il fatto che i media gli abbiano dato spazio. Comunque, pure se fosse così, cosa cambia? Che cosa significa? Che possiamo stare al top solo contravvenendo le regole? Solo imbrogliando? Che tipo di messaggio vuole mandare? Si dovrebbe vergognare per queste dichiarazioni che non fanno che ledere solo la sua immagine e senza che poi lui abbia nessun tornaconto personale peraltro dato che la Juventus lo ha pure buttato fuori a pedate e che in generale è molto amato da tutti in Italia. Forse gli serve per far parlare di sé e affermarsi nella nuova veste di commentatore.
EliminaLe squadre italiane già non erano più competitive al top nei grandi investimenti. Il decadimento era cominciato prima con il crollo di Parma e Lazio e Fiorentina e quello della Roma (salvata per ragioni politiche). Milan e Inter ridimensionarono i loro investimenti già prima (tanto è vero che Moratti un colpo tipo Vieri o Ronaldo non lo ha più fatto) e anche la Juventus.
EliminaOvviamente è stato un erroreda correttore automatico, ma dal Piero ginecologo...fa ridere.
EliminaChiedo scusa
La partita della Primavera verrà trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook dell'Inter.
RispondiEliminaGrazie della info RIccardo. Che ora giocano?
EliminaMi sembra di ricordare domenica alle 11.
EliminaConfermo alle 11.00 di domenica
EliminaSentita or ora la conferenza stampa di Spalletti, col nuovo motto, "Senza tregua", le nuove domande: "Perchè non le abbiamo vinte tutte?" e, su quanto dovesse restare Icardi all'Inter, "Perchè solo "per sempre"?.
RispondiEliminaAttenzione estrema alla gestione del gruppo, tra complimenti e richiami, e abile anche nei complimenti a Vecchi ed all'Atalanta.
Spalletti nelle ultime settimane ha cambiato qualcosa nella comunicazione. Prima si insisteva nel sottolineare il nostro passato e lo scorso campionato: "partiamo dal meno trenta dell'anno scorso", "Icardi e Perisic c'erano anche l'anno scorso" oppure "i sessantamila di domani a San Siro non vengono per noi, ma per Mourinho, Zanetti...". Ora invece dice che il peggio è passato, che si fida della squadra; ringrazia i tifosi perché allo stadio vanno a vedere proprio loro, dice che al momento il gap è azzerato.
RispondiEliminaSembra quasi non voglia motivare più, in realtà credo voglia fare lo stesso ma per altra via, non so se perché siamo arrivati a un livello successivo... voi vi fidate? Pensate, indipendentemente dai punti fatti, che i rischi di crollo e scollamento non ci siano più?
Io credo che i rischi ci siano per tutti, per noi forse più che per altri...credo voglia puntare, coi giocatori, al salto di qualità, al non accontentarsi mai; forse perchè, quando si fa benissimo, il rischio è di...sedersi. Mi ha colpito, oggi, la contrapposizione tra "buon campionato visto che non si è MAI perso" e "perché non si sia SEMPRE vinto". E' il momento non del 100% ma del 110%, minimo. Speriamo ci riesca.
EliminaHo scritto un breve post prendendo spunto dalle vostre considerazioni e che proporrò domani mattina come introduzione alla partita con il Cagliari come argomento principale.
EliminaHa cominciato dalla gara con la Samp.
EliminaDopo il pareggio a Napoli penso fossimo tutti molto soddisfatti: non abbiamo concesso molto e abbiamo strappato un ottimo pareggio. Lui nel post partita non era soddisfatto, o comunque così diceva: "Non siamo stati in grado di sfruttare alcune situazioni...". Con la Samp è stata una ottima partita per sessanta minuti, poi i due gol ci hanno messo paura e abbiamo pensato di nuovo all'incapacità di gestire la gara. Insomma quando il bicchiere poteva per alcuni non essere mezzo pieno, soprattutto se pensiamo alle parole del mister di pochi giorni prima, lui dice "è tutto normale, la Samp è una squadra fortissima". Stesso atteggiamento benevolo dopo Verona ("può capitare un rimpallo da cui scaturisce il rigore" o qualcosa del genere, vado a memoria...) e anche dopo il pari casalingo contro il Torino: "noi siamo forti, il Torino è forte, tutto nella norma e si elogia il carattere della squadra che non voleva perdere e ha riacciuffato il pari".
Ha sempre incoraggiato e sostenuto i giocatori, ma ora mi sembra che stia dando molta più carota: sono curioso di sapere se è questione di fiducia che ripone l'allenatore (quindi comportamento spontaneo da parte sua), se più semplicemente i calciatori se la sono meritata o se sta gestendo il gruppo e fa parte ancora di strategie di motivazioni... ancora abbiamo dimostrato poco e tutti questi complimenti mi sembra non li abbia fatti neanche lo scorso anno ai giocatori della Roma che qualche soddisfazione in più gliel'hanno data, se non altro perché noi siamo ancora all'inizio.
Può darsi che adesso cerchi di responsabilizzare maggiormente il gruppo? Tipo, 'Avete dimostrato che potete stare in alto, quindi adesso dipende da voi. Io vi sto mettendo nelle condizioni di dare il massimo, fate quello che dovete fare.'
RispondiEliminaNuovo post: https://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/11/senza-tregua-da-grandi-poteri-derivano.html?m=1
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