Dopo aver parlato soprattutto della Primavera (qui: https://fratellidelmondo.blogspot.com/2018/08/giovanili-inter-ripetersi-ai-livelli-di.html) e delle sue prospettive è il turno delle altre squadre del settore agonistico.
Per il momento tralascio il discorso sulla Berretti per i motivi ai quali avevo già accennato:
- ci sono molti volti nuovi che non conosco,
- a causa di ‘salite’ e ‘discese’ dalle categorie precedenti e successive ha un organico ancora molto liquido,
- soprattutto non l’ho mai vista in azione in partite vere.
Passiamo quindi all’Under 17.
Zanchetta eredita una squadra fortissima (non a caso l’unica di tutto il panorama nazionale ad aver vinto il campionato senza subire nessuna sconfitta).
E’ convinzione generale che non servissero stravolgimenti, ma due o tre innesti di grande qualità con i quali ci sarebbero stati i mezzi per diventare imbattibili, nonostante il mercato faraonico di qualche rivale.
Gli innesti realizzati sono i seguenti:
- Tononi, portiere, dal Sudtirol
- Persyn, terzino destro dal Bruges
- Bassi, difensore dall’Enotria
- Ballabio, esterno, dalla Pro Sesto
- Sattin, attaccante, dal Padova
In pratica, Tononi viene ad ampliare la rosa perché nel ruolo avevamo già il grandissimo Stankovic.
Persyn, purtroppo per Zanchetta dimostra qualità tali da poter venire subito aggregato alla Primavera.
Sattin, sulla carta il terzo grande rinforzo si infortuna subito in modo piuttosto grave.
Bassi e Ballabio ancora non ho avuto modo di vederli in partite ufficiali.
Credo siano stati aggregati alla Berretti.
Curiosa la storia di Bassi, la cui provenienza è stata attribuita da quasi tutti all’Udinese, mentre il ragazzo arriva dal settore giovanile dell’Enotria. C’è voluto un comunicato ufficiale dei friulani per chiarire il disguido (Ndr. È stata aggiornata la sezione relativa i trasferimenti sul sito alla pagina: https://fratellidelmondo.blogspot.com/p/goran-pandev.html)
Possiamo dunque dire che al momento la rosa è ancora sostanzialmente quella dello scorso anno, anzi, manca qualcuno perché, ad esempio, Barazzetta e Feltrin sembrano aggregati stabilmente ai Berretti.
Il gruppo è comunque fortissimo ed in grado di giocarsela con chiunque, in Italia e in Europa, come dimostrato dai tornei internazionali disputati e segnatamente dal Memorial Casiraghi.
Proviamo a vederne la consistenza (mi scuso in modo preventivo se ho dimenticato qualcuno).
Portieri
Stankovic
Tononi*
Difensori
Moretti
Alcides
Verzeni
Bassi*
Cortinovis
Pirola
Sottini
Airoldi
Di Marco
Tinazzi
Centrocampisti
Boscolo
Sangalli
Mirarchi
Wieser
Simic
Squizzato
Petito
Ballabio*
Attaccanti (esterni o centrali)
Oristanio
Esposito
Sakho
Bonfanti
Cancello
Sattin*
I giocatori il cui nome è accompagnato da un asterisco non li ho ancora visti in azione, quindi su di loro non posso pronunciarmi.
Per il resto spero di non aver dimenticato nessuno.
Vediamone le caratteristiche individuali:
Stankovic: portiere non altissimo (per il ruolo) ma forse proprio per questo straordinariamente reattivo. Quasi imbattibile tra i pali, sicuro e determinato nelle uscite a terra, dotato di grande personalità, si esprime bene anche con i piedi. A voler essere pignoli si dovrà valutare la sua capacità sulle uscite alte, quando dovrà contrastare attaccanti professionisti di un metro e novanta. Ma ha molta forza nelle gambe e dunque molta spinta, oltre a un notevole tempismo.
E’ sicuramente una grandissima promessa.
Tononi: non l’ho ancora visto in azione, ma di lui si parla molto bene. Lo scorso anno è stato aggregato alla prima squadra del Sudtirol e conta 4 presenze nella selezione giovanile. Come statura supera il compagno Filip di qualche centimetro.
Moretti: tornato all’Inter dopo una stagione da titolare in U17 al Novara, il ragazzo, conosciuto dagli amici del blog come Geme1 (ha un gemello indistinguibile, come lui passato dall’Inter al Novara, ma poi rimasto con i piemontesi) ha un fisico particolarmente aitante e potente che costituisce la sua forza ma in qualche modo anche un limite, visto che sul breve gli è difficile esprimere rapidità.
Le sue lunghe leve gli permettono di coprire la fascia con ottime progressioni ed è tornato dall’esperienza al Novara più sicuro di sé e determinato. I piedi (anzi il destro) è più che discreto per un difensore che non aspira a imitare Maicon.
Alcides: brasiliano di nascita, trasferitosi in Italia nel 2005 con la famiglia, il giovane Edu ha iniziato la sua carriera da centrocampista, in Veneto, ma all’atto del suo trasferimento all’Inter è stato trasformato prima in centrale difensivo e dalla scorsa stagione in esterno destro, ruolo nel quale ha relegato in panchina Guedegbe, nazionale italiano oggi alla Fiorentina. Piede destro, ottima tecnica, ben strutturato fisicamente e forte anche di testa, per la sua duttilità può giocare sia in fascia che centralmente. Ad esempio contro il Real Madrid è entrato nella ripresa per sostituire Cortinovis e ha dato, da centrale, una grande dimostrazione di sicurezza. Da seguirne gli auspicabili progressi.
Verzeni: come gli amici del blog sanno “Verze” è un mio pupillo, nel senso che è uno dei ragazzini (potrei dire dei bambini) talentuosi che ho seguito con grande interesse fin da piccoli per le loro qualità tecniche. Poi, crescendo, non tutti hanno acquisito (per il momento) le caratteristiche fisiche e atletiche necessarie per disputare campionati nazionali competitivi. ‘Verze’ ha faticato parecchio nella stagione dei giovanissimi ma con il proseguimento dello sviluppo è tornato costantemente sul proscenio nella scorsa stagione ed è stato confermato.
Elemento molto duttile, in possesso di buona tecnica e velocità, può giocare in diversi ruoli: da ala, a centrocampo, ma ultimamente credo che in società ci sia la volontà di trasformarlo in terzino destro, ruolo nel quale si è alternato sino ad ora con Geme1 nelle amichevoli (ma nelle due partite del Memorial Casiraghi è subentrato come centrocampista, dando un contributo importante). Deve ancora irrobustirsi e migliore la potenza, poi si potrà definirne le possibilità.
Cortinovis: da un paio di stagioni all’Inter, il giovane bergamasco è incappato in un infortunio serio, che ne ha frenato l’ascesa (e più che altro lo ha allontanato a lungo dai campi di gioco). Tornato in rosa verso la fine dello scorso anno, si è reso protagonista di un ottimo scorcio di stagione, finali nazionali comprese. Per descrivere il tipo di difensore basterà riportare la valutazione data da un giornale bergamasco dopo la vittoria della sua squadra in un importante torneo: Cortinovis: “voto 8. Dietro di lui non si passa e quando si spinge in avanti ricorda il miglior Baresi. Capitano”.
In effetti è un centrale abbastanza dotato fisicamente, ma fortissimo di testa per elevazione e scelta di tempo. Nettamente sopra la media la sua destrezza con la palla nei piedi.
Pirola: di lui gli amici del blog sanno già tutto perché ne abbiamo parlato a lungo, dedicandogli un post, un paio di anni fa. Da allora è migliorato continuamente, nonostante un infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi per un paio di mesi. Difensore centrale di straordinaria fisicità e grinta, imbattibile di testa, predilige il piede sinistro ma calcia bene anche di destro. Al memorial Casiraghi ha annichilito tra gli altri Gudjohnsen, con l’aiuto dei compagni ovviamente.
Leader della difesa e trascinatore, in molti pensano che sia sprecato in categoria. In effetti lo scorso anno, prima dell’infortunio, ha fatto parte della preparazione con la Primavera (come quest’anno). Solo che nell’estate del ’17 aveva appena compiuto 15 anni.
Sottini: arrivato all’Inter dalla Cremonese nell’anno dei giovanissimi regionali, il ragazzo ha trovato qualche difficoltà ad affermarsi come centrocampista (il suo ruolo d’origine) in un reparto affollato e competitivo. Per la sua struttura fisica importante e le sue doti di incontrista e agonista è stato quindi spostato a difensore centrale e dopo aver registrato buoni progressi nell’adattamento al ruolo, lo scorso anno ha dato un contributo importante nel percorso che ha portato allo scudetto di categoria.
Probabilmente deve ancora un po’ sveltirsi, completare l’acquisizione dei movimenti complessi della linea difensiva e abituarsi a leggere più rapidamente lo sviluppo del gioco (sono solo impressioni di un tifoso, eh…) ma già ora è competitivo in categoria, come dimostra il fatto che al Casiraghi è stato titolare contro la coppia terribile Diakhatè - Bamba, contribuendo a neutralizzarla.
Airoldi: sono sincero, non conosco benissimo il giovane e aitante centrale di Cernusco Lombardone, arrivato all’Inter nell’estate ’17 dall’Olginatese, dove si era messo in luce attirando l’attenzione delle maggiori squadre professionistiche. Per questo preferisco che a presentarsi sia lui stesso e rimando a una bella intervista reperibile in rete su “dentro e fuori” del 17 agosto 2017.
Ritengo comunque che la prossima sia una stagione importante per delinearne le qualità e le possibilità, considerando che chi arriva da realtà calcistiche diverse necessita spesso di un anno di ambientamento per esprimersi al suo top. E’ un centrale mancino e soprattutto se Pirola dovesse fare in qualche occasione il salto di categoria potrebbe avere le sue grandi occasioni.
Dimarco: terzino sinistro, come il fratello maggiore Federico, oggi al Parma in serie A, sin dai tempi dell’Enotria il giovane Christian ha dovuto ‘sopportare’ il confronto, nel suo caso gravoso, con il fratello. In effetti ha sicuramente un sinistro meno mortifero rispetto a Fede alla sua età, ma in compenso ha una fisicità più completa, è superiore in fase difensiva e comunque quando appoggia l’azione rivela capacità tutt’altro che disprezzabili. Insomma è un giocatore affidabile, titolare indiscusso nell’Inter, ma ha anche al suo attivo più di 20 presenze nelle selezioni nazionali.
Dal fratello sembra aver preso anche la voglia di affermarsi con i sacrifici necessari e, in campo, l’assoluta determinazione e lo spirito di gruppo.
Tinazzi: appena arrivato all’Inter, nei giovanissimi nazionali, Luca ha dimostrato buone potenzialità ma anche di dover crescere molto sotto il profilo della forza fisica, della determinazione nella marcatura di avversari spesso più potenti e aggressivi. Il sinistro era naturalmente educato e in fase di costruzione gli consentiva di proporsi ai compagni nella costruzione dell’ azione.
La crescita naturale e gli allenamenti con il gruppo ne hanno incrementato le qualità che prima in qualche modo lo frenavano, ma secondo me ancora oggi eccelle più nella spinta (spesso sa raggiungere il fondo per il cross o il tocco all’indietro) che nel presidiare graniticamente la propria zona difensiva.
E’ chiaro che il suo percorso, ben avviato, deve ancora completarsi
Boscolo Chio: il giovane centrocampista originario di Chioggia, militava nel Venezia insieme al coetaneo Cestar, quando i nostri osservatori li hanno prima adocchiati e poi prelevati per rafforzare la rosa dei giovanissimi nazionali.
A differenza di molti compagni, Riccardo non ha avuto necessità di concedersi periodi di adattamento alla nuova e più complessa realtà, visto che già alla prima importante uscita ufficiale stagionale, ha ottenuto il riconoscimento di miglior giocatore al torneo Scirea. In quella occasione avrebbe dovuto venire all’Inter anche un terzo centrocampista veneto, Brentan, che all’ultimo con i soliti metodi, la juve ci ha sottratto. Doppia è stata perciò la soddisfazione dei due giocatori che hanno scelto l’Inter (e dei loro dirigenti) quando in una sera dello scorso giugno i nostri ragazzi, con in campo i due veneti, hanno sconfitto i pari età juventini, con l’amico-rivale Brentan, per 3-0 conquistando il titolo di campioni d’Italia. Posso dire, perché non è solo la mia convinzione, che in quell’occasione proprio Boscolo è risultato uno degli elementi decisivi in assoluto. Messo a raddoppiare sulla loro ala sinistra di colore che ci stava creando grandi problemi, Chio lo ha annullato già in prima battuta, senza per questo rinunciare al suo inesauribile lavoro di tamponamento su ogni avversario e di spinta continua e insidiosa.
Il ragazzo, aggregato alla nazionale di categoria come i suoi due amici (che occhio però il nostro Giavardi: aveva individuato 3 rinforzi giovani per il nostro centrocampo e oggi sono tutti e tre nazionali...) è sicuramente una grande promessa, in pratica è già oggi un centrocampista completo a livello di categoria e forse oltre, visto che più d’uno, almeno tra i tifosi, ne vedrebbe con favore un salto importante (io invece credo che dobbiamo cercare di vincere con l’U17 e che qui è determinante mentre altrove sarebbe solo un’alternativa che deve crescere).
Sangalli: gli amici del blog sanno che considero Mattia uno dei miei pupilli più cari, perché mi sono affezionato a lui vedendolo giocare (e dare spettacolo di tecnica, grinta e intelligenza calcistica) sin dai pulcini. Mattia è nato per il calcio, il suo cervello è programmato per fare sempre il movimento più propizio per la squadra e la giocata migliore. Più volte premiato come miglior giocatore nei tornei dei più piccoli, ha portato a lungo la fascia di capitano, ma ancora adesso può essere considerato una specie di capitano in campo, per la sua autorevolezza nella visione del gioco.
Come altri compagni talentuosi, Mattia ha incontrato momenti di difficoltà. In questi casi il gradino più difficile è il passaggio ai giovanissimi nazionali, quando non tutti hanno completato (o iniziato) lo sviluppo e ci si trova ad affrontare avversari che a volte sono già uomini fatti. In queste situazioni molti ragazzini dalle buone qualità vengono ceduti o dati in prestito in attesa di valutarli quando si sono formati. Chi resta è perché ha mostrato doti sulle quali vale la pena di insistere con un controllo ravvicinato. Così Mattia ha incontrato qualche difficoltà, pur ritagliandosi spazi importanti nell’anno dei giovanissimi nazionali. Poi, recuperato il gap in altezza ha ritrovato il posto in squadra costantemente ed è stato decisivo in molte partite dello scorso girone si ritorno.
Deve ancora progredire molto a livello muscolare per potersi ritagliare in futuro un ruolo importante, ma già oggi è considerato da Zanchetta elemento irrinunciabile, tanto è vero che ha retto il nostro centrocampo con Boscolo a destra e Mirarchi a sinistra in entrambe le vittorie del Memorial Casiraghi. Mattia oltre alla tecnica è un agonista puro e il suo tifo sfrenato per i colori nerazzurri, praticato sin da bambino, fa si che metta sempre qualcosa di personale in più, in ogni partita.
Mirarchi: verso la fine del mercato estivo 2017 si era sparsa la voce, accreditata anche da Di Marzio, che il talento del Novara Mattia Mirarchi, inseguito anche da Inter e Spal, si fosse accasato al Sassuolo con un contratto quadriennale. Invece, a sorpresa il giovane trequartista ce lo siamo ritrovati ad Interello.
Ambidestro, giocatore di buona tecnica e dal dribbling importante, Mattia, sebbene non avesse un fisico particolarmente importante si era affermato alla grande nella fila dei piemontesi, in coppia con un nostro ex, Caricati. Forse proprio per la sua struttura fisica non particolarmente prorompente, nell’Inter, almeno quando l’ho visto io, ha giocato prevalentemente da esterno sinistro, fornendo buone prove, ma raramente risultando determinante, almeno ai miei occhi di semplice tifoso.
Consideravo Mattia un’alternativa in più, non tanto un valore aggiunto alla squadra base. Si può immaginare la mia sorpresa quando nell’attuale stagione l’ho visto schierato da centrocampista puro, in un reparto che giudicavo non sufficientemente solido per affrontare le competizioni più impegnative. Invece contro Il Genoa e poi soprattutto contro il Real, Mirarchi ha dimostrato non solo di poter sostenere quel ruolo, ma di poter essere un autentico trascinatore, capace di uscire alla distanza, forte nei contrasti, mobilissimo e naturalmente valido nella costruzione.
Una bella realtà in più sulla quale contare per provare a vivere un’altra stagione di trionfi.
Cester: centrocampista duttile, in grado di esprimersi sia centralmente sia su entrambe le fasce, il giovane chioggiotto è arrivato all’Inter nell’estate del 16 e ha subito vinto con i nostri colori il campionato nazionale fornendo un contributo rilevante. Lo scorso anno, pur disputando ancora qualche partita con l’U16, ha nella sostanza fatto il salto direttamente in U17, con la quale ha disputato 24 partite. Significative anche le 12 presenze, con 3 gol nella rappresentativa nazionale di categoria.
Recentemente è stato di nuovo convocato nell’U17 che Carmine Nunziata sta preparando per il “4 Nazioni”. Cester ha una notevole maturità calcistica, sa occupare sempre la posizione più idonea anche in virtù della sua agilità e resistenza. Sta rafforzando la massa muscolare ed è forte e determinato anche nei contrasti. Per un lieve infortunio non è stato presente nel gruppo che ha affrontato il torneo Casiraghi, ma è ormai pronto a tornare a fornire il solito contributo di sostanza e qualità.
Wieser: il suo arrivo all’Inter nell’estate 2017 è stato salutato come un colpo significativo messo a segno dal nostro club. Lo stesso Samaden, nella presentazione, si è sbilanciato notevolmente parlando di un giocatore di grandi qualità e con importanti margini di miglioramento. Di certo, il ragazzo è stato strappato a una forte e qualificata concorrenza. Ricordo ancora un suo provino a Interello, nel quale mise in mostra tecnica raffinata, ma anche un evoluzione fisico atletica tutta da compiere.
David ha mosso i primi passi nel settore giovanile di una squadra locale.
Successivamente è passato prima al Brixen, poi al Südtirol, dove ha disputato due eccellenti campionati.
Inizialmente a mio avviso il ragazzo ha pagato l’inserimento in un club con una forte concorrenza e soprattutto il doversi confrontare con un campionato nel quale la fisicità è ormai molto pronunciata. Le sue caratteristiche infatti sono quelle di un giocatore prettamente offensivo (trequartista o esterno alto), mentre inizialmente trovava qualche difficoltà come mezz’ala a tutto campo. Il ragazzo, ambidestro, è comunque dotato di una raffinata tecnica di base e di una notevole visione di gioco, mentre, con i progressi atletici sta affinando lo spunto in velocità e l’aspetto agonistico. Nel finale dello scorso campionato, il contributo fornito ai successi della squadra è stato importante.
Attualmente sta riprendendosi da un leggero infortunio che lo ha tenuto lontano dalle prime prove stagionali.
Simic: arrivato all’Inter nell’estate del 2016 per disputare il campionato con i giovanissimi nazionali, il giovane Luka si è messo subito in evidenza per le sue doti tecniche e agonistiche. Impiegato come centrocampista offensivo o attaccante esterno, ha mostrato fisicità, determinazione e qualità tecniche da affinare, soprattutto per quanto concerne la capacità di giocare coralmente, con la squadra. Un infortunio di una certa serietà gli ha poi fatto perdere in pratica la scorsa stagione, ma le qualità intravista in precedenza gli hanno guadagnato la conferma all’Inter dove sta completando il reinserimento. Gioca in prevalenza sul centro sinistra è un grande lottatore e in questo campionato dovrà mostrare ulteriori progressi di gioco per aspirare a una carriera di un certo livello
Squizzato: centrocampista centrale o mezz’ala, “Squizzo” ha compiuto tutto il percorso delle giovanili nerazzurre, giocando quasi sempre sotto età perché abbina a buone doti tecniche una fisicità importante e precoce. Forte nel contrasto, abile nella conduzione della palla e nella visione di gioco, efficace nella progressione, il ragazzo, che conta anche diverse convocazioni in nazionale, non ho potuto fino ad ora esprimersi al massimo per una serie di piccoli ma persistenti problemi fisici che ne hanno condizionato la continuità di prestazione. Ora sembra si sia trovata la soluzione definitiva e il suo rientro è ormai prossimo.
Andrà a completare la nostra batteria di centrocampisti e aspira certamente a riconquistare un posto nella selezione azzurra.
Petito: trasferito nell’estate del 2017 dalla Vis Nova di Giussano, il ragazzo, con la sua discreta tecnica e la fisicità importante avrebbe dovuto contribuire ad innalzare il tasso atletico di un centrocampo che in diversi giocatori lasciava un po’ a desiderare sotto questo profilo. La prima annata di un ragazzo che arriva a 15 anni compiuti da una squadra di dilettanti all’Inter è sempre complessa e Petito non è sfuggito a questa regola, essendo riuscito a ritagliarsi spazi abbastanza marginali ma lasciando intuire di poter completare positivamente il processo di crescita, tanto da esser stato riscattato e confermato per la prossima stagione, nella quale dovrà esibire miglioramenti importanti soprattutto nell’approccio ai movimenti complessivi della squadra.
Ndr. Il giocatore è stato ceduto in prestito al Renate. Al suo posto è stato ingaggiato Pezzotta (Virtus Bergamo).
Oristanio: Gaetano Oristanio è un attaccante (esterno o trequartista) arrivato all’Inter nell’estate del 2016 per disputare il campionato giovanisismi nazionali (oggi U15). Ecco un esempio di come la stampa sportiva ha valutato, all’epoca, il suo arrivo: “l’Inter ha messo a segno il colpo più importante dell’anno per ciò che riguarda il settore giovanile. I nerazzurri infatti si sono assicurati le prestazioni di Gaetano Oristanio, attaccante del 2002 prelevato dalla Peluso Academy. Beppe Giavardi lo ha soffiato alal concorrenza di tutti i club di serie A (in particolare erano sulle sue tracce Pantaleo la Fiorentina di Pantaleo Crovino e la juventus che hanno provato in ogni modo ad arrivare a lui, definito dagli addetti ai lavori come il miglior classe 2002 d’Italia”.
In effetti appena arrivato in nerazzurro insieme al corregionale Nappi, poi passato al Novara, Gae ha mostrato subito potenzialità elevate. Velocità, dribbling e fantasia nelle giocate erano sicuramente caratteristiche innate. Tuttavia la struttura fisica ancora da bambino ne ha condizionato il rendimento in un campionato molto difficile.
I critici disinformati o malevoli accusano la nostra società di preferire i giocatori nerboruti a quelli con i colpi. E’ una polemica sterile, perché per giocare a calcio bisogna essere competitivi sotto entrambi gli aspetti.
Ma i nostri tecnici sanno aspettare, quando vedono nel ragazzo le doti che possono portare col tempo a una loro affermazione. Così è stato, per limitarsi ai 2002, anche con Sangalli, Verzeni ed Esposito. Nella scorsa stagione la crescita atletica e di rendimento di Gae è stata esponenziale. Determinante in molte partite del girone di ritorno e imprendibile nelle finali, Gae ha acquisito anche una notevole forza e precisione anche nel tiro a rete, tanto da diventare attaccante completo e da meritarsi a pieno titolo la convocazione nella nazionale di categoria. Nel recente torneo Casiraghi, con gli under 17, giocando da trequartista è stato il trascinatore nella partita col Genoa e anche contro il Real, pur fatto oggetto spesso di raddoppio di marcatura, si è espresso su livelli altissimi.
Mister Zanchetta punta molto su di lui per un campionato di vertice e per un futuro importante.
Esposito: il secondogenito della gerarchia degli Esposito, originari di Castellamare, dopo aver esordito nel locale Club Napoli, si è trasferito da bambino con la famiglia nel Bresciano, militando nella squadra delle rondinelle per poi arrivare all’Inter, insieme ai due fratelli (Salvatore, oggi alla Spal e Pio, che milita nei nostri 2005). Dopo aver mostrato le sue qualità già nella prima stagione, Seba si è imposto alla grande tra i giovanissimi nazionali e nella scorsa stagione ha fatto il salto di categoria passando direttamente agli U17 dove ha sommato 22 presenze con 10 reti all’attivo. Ha poi disputato le fasi finali vittoriose con l’U16, risultando sempre determinante: In questo scorcio di stagione si è allenato spesso e ha registrato diverse presenze con la Primavera di mister Madonna, giocando due anni sotto età. Dodici sono state le sue presenze nella rappresentativa under 16, con 8 gol all’attivo.
Più longilineo del fratello maggiore, Seba è una punta centrale che fa del movimento, dell’agilità e del dribbling i suoi punti di forza, oltre a possedere un fiuto della rete non indifferente. Per queste sue qualità può esprimersi anche come seconda punta, trequartista o esterno. Ha ancora molti margini di miglioramento, ma già ora è uno degli attaccanti più importanti dell’intero panorama giovanile nazionale.
Sakho: quando Buba è arrivato all’Inter, nei giovanissimi, ha avuto un impatto travolgente. Ad esempio nell’importante torneo internazionale Halima Haider venne giudicato una stella di primo piano per la sua esplosività fisica e per il destro formidabile che gli consentiva di affermarsi come un killer del gol. In seguito queste caratteristiche sono state confermate, pur in un percorso che non si può considerare del tutto lineare, sia in riferimento alla crescita tattica e agonistica, sia in relazione a qualche aspetto comportamentale.
Oggi Buba è un attaccante di grande affidamento, che ha forse perso una parte del surplus di potenza che lo caratterizzava rispetto ai coetanei, ma resta un elemento in grado di impegnare qualunque avversario e potenzialmente di risolvere con una giocata qualunque partita.
Molto duttile, può in pratica giocare in tutti i ruoli dell’attacco: prima punta, seconda punta, trequartista o esterno (non come ala pura, ma per i suoi tagli verso il centro). Rispetto a tanti compagni che hanno fatto la differenza con i più piccoli in virtù di uno sviluppo precoce, Buba ha il vantaggio di avere nelle sue corde ‘colpi’ di assoluto pregio. Gran parte del suo futuro dipenderà dal modo in cui affronterà, anche mentalmente, il processo di crescita ancora lungo e ricco di insidie.
Bonfanti: l’attaccante originario di Seriate, arrivato all’Inter lo scorso anno dopo aver capitanato e trascinato alle finali regionali la Virtus Bergamo, si è imposto alla grande sin dalla prima stagione, con gli Under 16, nella quale si è ritagliato un ruolo importante e soprattutto ha messo al suo attivo una media gol in rapporto ai minuti giocati di assoluto rilievo. Prima punta di buona struttura fisica, circa un metro e ottanta con una notevole potenza muscolare, è un vero uomo d’area, un bomber che vive per il gol ed è dotato di un agonismo importante. L’ho seguito particolarmente nei minuti giocati di recente contro il Real e mi ha impressionato proprio la carica agonistica che trasmetteva ai compagni, oltre alla potenza e alla rapidità con cui cercava la conclusione.
Probabilmente, considerato il suo percorso, ha ampi margini di miglioramento sul piano tecnico, ma già la prossima stagione, con la concorrenza fortissima che incontrerà e che dovrà fungere da stimolo, è chiamato a confermare le impressioni positive fornite nel suo primo anno di Inter.
Cancello: il centravanti napoletano, arrivato all’Inter da Reggio Emilia nell’anno dei giovanissimi nazionali si è subito imposto come elemento fondamentale non solo per la nostra squadra, ma anche per la rappresentativa azzurra, come mostrano le otto presenze con 3 gol registrate nella selezione U15. Lo scorso anno ha segnato invece una temporanea battuta d’arresto nella sua crescita, in gran parte dovuta a un infortunio e all’alternanza tra convocazioni in U16 e nell’ U17 di mister Zanchetta.
Il ragazzo ha comunque tutti i numeri per recuperare il terreno parzialmente perduto e riconquistarsi un ruolo di assoluto rilievo. Si tratta di una prima punta ben strutturata, con grande potenza, tiro e fiuto del gol, ma soprattutto capace di molto movimento sul fronte d’attacco per impegnare le difese avversarie. Ha sicuramente notevoli margini di miglioramento e anche per le sue ambizioni la prossima sarà una stagione importantissima, se non determinante
Sattin*: del giocatore ho sentito parlare molto bene, ma a causa di un infortunio in fase di preparazione ancora non ho conoscenze dirette.
Ndr. Si specifica a integrazione e correzione del post che Petito è stato successivamente ceduto in prestito al Renate, mentre è stato acquistato il centrocampista Pezzotta proveniente dalla Virtus Bergamo.
Luciano Da Vite
marco singer5 settembre 2018 20:23
RispondiEliminaIn particolare su Cassano però non vorrei che prendessi una grossa cantonata. Gli addetti ai lavori lo considerano un grande conoscitore di calcio e potenzialmente un eccellente scopritore di talenti. Lo tiene in grande considerazione per questo ruolo ad esempio il nostro ds ausilio.
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Fabio Frigiola5 settembre 2018 22:13
Io non capisco perche uno che ha doti atletiche e tecniche fuori dalla norma, debba saperne di calcio ..
Sa giocare a pallone, ma non è detto ne capisca l'insieme
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Fabio Frigiola5 settembre 2018 22:36
P.s. se sa scoprire talenti faccia l'osservatore..
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luciano5 settembre 2018 20:28
Solo chi non ha mai frequentato neppure i dintorni di un campo di calcio può pensare che il titolo di studio sia un fattore determinante per l'esercizio di professioni legate al calcio stesso. Io sono laureato con 110 lode emassimo dei voti all'abilitazione ma confesso di non capire nulla di calcio rispetto al più scarso professionista. persini rispetto a Cassano e Totti che comunque per diventare dirigenti o procuratori devono superare severissimi esami
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luciano5 settembre 2018 20:41
Tutte le comunita settoriali, ai massimi livelli, per fortuna sono autoreferenziali. é la comunità degli scienziati che riconosce le condizioni e lo status di scienziati ad alto livello , la comunità degli economisti svolge la stessa operazione, indipendentemente dalle teorie che si seguono, ecc. Autoreferenziali no significa non riconoscere il merito: sacchi è arrivato dove è arrivato senza aver giocato, Sarri credo facesse il bancario. E' assolutamente pieno di grandi dirigenti che non possiedono una grande cultura accademica, che semmai è un surplus utile non una condizione di preminenza
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Fabio Frigiola5 settembre 2018 22:20
Sacchi, e ancor di piu sarri sono 2 mosche bianche nel panorama calcistico.
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Fabio Frigiola5 settembre 2018 22:47
Per diventare economisti, basta iscriversi alla facoltà di economia, superare gli esami, fare un percorso accademico, e poi diventarlo.
Non ci sono preclusioni all,'ingresso per chi ad esempio non ha mai fatto trading o eseguito dei bonifici...
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carlo5 settembre 2018 20:53
EliminaUn ex giocatore conosce i sentimenti che si provano a giocare in uno stadio; capisce le pressioni extra campo; conosce le tentazioni. Un ex giocatore capisce subito i dettagli delle capacità di coordinazione, di lettura delle situazioni in campo,.
Un giocatore conosce le dinamiche di uno spogliatoio di professionisti.
Tutte cose che nessun laureato può capire.
Invece un ex giocatoe, studiano e avendo la consulenza di tecnici, può raggiungere le conoscenze di un laureato.
Persino Vieri mi parrebbe avere le capacità per essere un buon dirigente. E vieri non gode certamente della mia stima!
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Fabio Frigiola5 settembre 2018 22:30
Io non capisco davvero l'assunto per cui chi non e un ex calciatore di serie a, non possa capire adeguatamente il calcio .
A vari livelli tutti abbiamo giocato a calcio e tutti, o almeno alcuni, ne capiscono molte sfumature.
Arrivare in serie a non vuol dire capirne maggiormente di calcio perché è molto piu importante il fattore fisico e atletico che fa un'enorme scrematura.
Il calcio si vive dalla strada all oratorio al campo di serie a,ed è uguale ovunque. Chi per mezzi soprattutto fisici e atletici e arrivato in serie a, magari ha un cervello meno abile logicamente e quindi in campo analitico e decisionale, oltre che di analisi del gioco...
Ma è in campo perché corre a 23 km/h per 90 minuti sulla fascia (e un numero a caso).
Pensare che una cassiera del supermercato sia piu adatta ad essere direttrice del supermercato rispetto ad un laureato in business per me e totalmente non corretto, perché conoscera meglio le dinamiche del supermercato inizialmente ma probabilmente non ha le capacita di managing richieste dal ruolo.
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Fabio Frigiola5 settembre 2018 22:45
Per una vera meritocrazia, basterebbe fare dei concorsi... In cui ovviamente chi ha giocato in serie a potrebbe tranquillamente dimostrare le proprie competenze, non impedendo pero a chi non è stato calciatore di provarci.
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bruno5 settembre 2018 23:12
Un parere autorevole e illustre, di oltre due anni e mezzo fa, su alcuni dei temi discussi e, più in generale, sullo sport in Italia, fa sperare che il vento possa presto cambiare, spazzando via (speriamo) conflitto di interessi e malaffare, in primis (non credo sia necessario essere sostenitori del movimento politico, che l'intervistato rappresenta, per apprezzarne le idee):
https://www.youtube.com/watch?v=7ThifooPsd4
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luciano5 settembre 2018 23:20
post inviato
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luciano5 settembre 2018 23:35
D'accordissimo sulla prima parte dell'intervista a Di battista. Non condivido invece la teoria dell'azionariato popolare.
trovo molto...interessante il paragone, che so, tra le competenze calcistiche di uno zanetti o di un Milito e quelle economico-finanziarie di una cassiera di supermercato.
E' molto bello anche credere che chi ha giocato al calcio in oratorio ne sappia come uno che magari ha vinto delle CL e ha 100 partite in nazionale. Quando parlo di populismo come semplificazione acritica dei problemi penso proprio a queste cose. Così anch'io posso ritenermi un genio della finanza perché una volta ho giocato 5 euro al lotto. Poi non ho fatto i soldi, ma la genialità è qualcosa di innato, non qualcosa che si nutre di lavoro ed esperienza a livelli crescenti
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bruno6 settembre 2018 00:09
Anch'io sono un po' scettico sull'introduzione dell'azionariato popolare nelle nostre società di calcio. Sta di fatto, mi sembra, che l'esempio portato dei club germanici abbia contribuito a una costante crescita di presenze allo stadio nella Bundesliga.
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Ma è un genio della finanza chi fa soldi? O chi capisce di finanza?...
RispondiEliminaPerò ci sono tanti modi per fare soldi.
RispondiEliminaEsatto...
Eliminacapisce di finanza uno che ottiene il riconoscimento unanime di tale prerogativa dai massimi operatori del settore, affermandosi nel contesto delle regole esistenti. E di solito un genio della finanza proprio poveraccio non resta.
RispondiEliminaPoi sacchi e sarri saranno eccezioni ma dimostrano che se uno vale davvero (cioè se lo dimostra, non se ne è solo convinto) può arrivare anche senza aver giocato. personalmente di solito se non riesco a raggiungere i miei obiettivi (e non li raggiungo mai) non do la colpa alle regole, nè al destino cinico e baro, ma ai miei limiti che sono di vario tipo, anche caratteriali. Non so se sono stato un buon insegnante: certo dopo 30 anni di esercizio della professione capivo molto più di scuola di quanto non ritenessi di capire sulla base della mia... innata genialità
Però per diventare un buon insegnante e poi preside.. hai dovuto partecipare ad un concorso pubblico, che ti ha permesso di praticare la professoone.
EliminaIl concorso era aperto a tutti...
A tutti i laureati, cioè a tutti quelli che avevano una conoscenza profonda della materia
Eliminama infatti non è che TUTTI i giocatori diventeranno allenatori o dirigenti o procuratori. Chi è capra capra resta. Ma è meglio preparare e selezionare di norma quelli che partono con conoscenze specifiche elevate.
RispondiEliminaOk, probabilmemte hai ragione tu Luciano. Ho probabilmente interpretato il ruolo di Ds come molto piu manageriale di quanto esso sia.
EliminaPensavo fosse piu di gestione amministrativa che di campo, ed effettivamente visto cio che informandomi maggiormente ho appreso, è un ruolo molto più sportivo di quanto la sua definizione prevede.
In tal caso le competenze di canpo so o preferibili a quelle manageriali.
Ho aperto una polemica errata partendo da presupposti sbagliati.
Chiedo venia.. ma solo gli sciocchi non cambiano idea..
Il secondo probabilmente posso sostituirlo con SICURAMENTE
EliminaCio non toglie che renderei piu accessibile il mondo del calcio anche a chi i campi di serie a non li ha calcati, ma ha passione e forse competenze e menti eccelse.
EliminaNon capisco come si possa tifare Inter e tipicamente Juve. Juve con QUESTA proprietà, ché se le cose cambiassero ci sarebbe una normale rivalità sportiva.
RispondiElimina* tipicamente = tiepidamente
EliminaGabriele Boninsegna ha giocato con loro...una volta che ti adatti ad una realtá quella diventa tua almeno in parte. Noi guardiamo slla criminalita della proprieta ma per i giocatori l'ambiente é anche altro. Lo stesso vieri ha un legame (ambivalente) con l'ambiente nerazzurro
EliminaGli opportunisti mi disgustano. Tiepidamente
RispondiEliminaNon voglio riaprire una polemica ma, francamente, basta vedere i nomi di molte aziende comprese nel campo finanziario per affermare tranquillamente che l'autoreferenzialità produce più favoritismi che meritocrazia. Talvolta i "favoriti" sono anche bravi, magari molto, ma non è QUESTO che li ha condotti al posto in cui occupano. Faccio 2 esempi, di "dirigenti" considerati (nel loro mondo) BRAVI (anche da chi NON ne condivida le posizioni), la Signora Marina Berlusconi è considerata "molto molto brava" ma se non fosse la figlia non sarebbe lì, anche se brava (ci sarebbe, se fosse Marinaebasta, un piersilvio, considerato meno bravo di lei...); Massimo Antonio Doris è considerato, nel mondo bancario di alto livello, un "genietto", ma è Amministratore Delegato di Banca Mediolanum in quanto figlio di Ennio Doris, Presidente della medesima banca nonché maggiore azionista. Non affermo che se Marina o Massimo Antonio fossero "stupidi" o "incapaci" sarebbero lì, affermo che non sono lì in quanto i "migliori" ma in quanto...bravi figli (o figli bravi...se si preferisce). Esisterà un "fabio frigiola" genietto delle banche che non sarà mai "Presidente" di una banca? Più di uno, temo.
RispondiEliminap.s.) Da mesi leggo, tra insulti ed accuse di incompetenza, che l'accordo ILVA dell'ex ministro (autoreferenzialmente ultracompetente) Calenda fosse il meglio possibile. Ohibò... E non è un "tifo" politico, il mio...
Si, certo. io ho visto giocare Mazzola nelle giovanili e tutti dicevano che era lì solo perché raccomandato. Poi ho visto giocare paolo maldini e tutti dicevano che era lì perché raccomandato. Poi ho visto giocare il figlio di Altobelli e altri figli d'arte, mai divenuti calciatori. Ci sono tantissime persone di straordianrio valore che si sono fatte da sé. per esempio per restare nel calcio, zanetti- Se io eredito un'azienda di mio padre (o lo sostituisco) è logico che ho un vantaggio rispetto a un altro. Poi per continuare a gestirla devo dimostrare con i fatti di esserne in grado. magari se avessero gli stessi studi, lo stesso ambiente, lo stesso curruculum ci sarebbero altri, bravi altrettanto o di più, nessun dubbio
RispondiEliminaperò se non hanno lavorato a quei livelli e io si, nei fatti io sarà più bravo, se non altro per l'esperienza acquisita. ma poi qui non stiamo parlando un'azienda privata. In iiTalia è noto, siamo 60 milioni di allenatori, ammetterli tutti al corso di Coverciano, che costa molto ed è ovviamente a numero chiuso sarebbe impossibile. Chissò quanti "talenti" si perdono. però una preselezione fondata su qualcosa è indispensabile. magari si potrebbe riservare il 20% dei posti a....ma a chi? a chi ritiene di essere bravo? Un giocatore dimostra già in campo se ha prerequisiti
Basterebbe fare come tutte le aziende private/semi private.In fase di selezione fanno dei "concorsi" in cui testano le capacita di logica ed intellettive.
EliminaFeci nel 2003 se non erro, una selezione per Banca Intesa, in cui si presentaro in 10.000 per 114 assunzioni e ci furono dei test di logica, cultura e intellettivi che servivano a scremare i tanti candidati.
A seguito di cio poi ulteriori selezioni, ma dopo aver fatto una prima enorme scrematura.
Vi assicuro che tra questi non c'erano prerequisiti sulle capacita di maneggiare il denaro o su definizioni bancarie.
Meglio se non sei entrato in banca intesa ora intesa Sanpaolo... io ci sono dentro da 38 anni e non vedo l'ora di uscirne
EliminaSarà, potrei farti esempi più "importanti", per esempio uno studio di ieri della BCE, ma non voglio tediare. Io, negli anni 92/93 ho collaborato con l'ADISE, le cose erano differenti, pur in un "mondo di relazione" già allora. Oggi i DS non fanno più i DS, semplicemente perché in parte non ne sono capaci (tecnicamente e giuridicamente il "mercato" presenta contratti molto articolati, valutare PRIMA certi costi richiede COMPETENZE approfondite, che non si acquisiscono ai "corsi") ma, a mio parere, sopratutto perché hanno deliberatamente abdicato al ruolo, diventando faccendieri; il mercato lo fanno procuratori ed agenti FIFA, con costi aggiuntivi enormi, io le chiamerei un mix di tangenti e "marchette" legali, dove il lavoro del DS è "contatti", relazioni, scambi di favori. Un mondo relativamente piccolo, quello delle maggiori Società calcistiche mondiali, si conoscono tutti, eppure tutto, anche il prestito di un primavera, passa per intermediari...a me non sembra "normale". Perché la verità è che il mercato lo fa, per fare un nome, Wanda Nara o Raiola, e lo fanno bene, la parte contrattuale va ai professionisti del settore (qualcuno, come Capello, anche lui figlio, ha cercato di unire le 2 cose, almeno in parte); gli Ausilio, oltre a fare TALVOLTA un lavoro di scouting (I sabatini), fanno i PR, irononizzando, tengono contatti, cenano, parlano, ma materialmente sono marginali nelle "trattative vere". Basterebbe dirlo, questo giustificherebbe che i "fabio" non siano adatti ed i totti sì, anche senza studiare nulla.
RispondiEliminap.s.)dirigere una Banca è differente da "ereditare una azienda"; il capitalismo italiano, mediocre, è da sempre di "relazione", cosa significasse lo si è visto, per l'ennesima volta, nel "caso" concessioni alle società Autostrade. A chi piace ed a chi no, a me no. D'altra parte per cercare lavoro...come era il "consiglio"? I "centri per l'impiego"? NO, le...relazioni (non scientifiche...)...la cosa buffa è che più si va in "alto" più funziona così, un Dirigente di scuola primaria e secondaria ha, nonostante certi ampliamenti di discrezionalità, pochissime possibilità di favorire la carriera di figli o amici nel suo Comprensorio, un Rettore universitario molte di più. Così funziona, mica significhi sia giusto.
Nel mio mondo. Non e giusto. Ed è questo che contesto.
EliminaSulla parte dei ds ha esposto perfettamente cio di cui scrissi sopra, per cui il ds non è piu un ruolo cme da descrizione, ma piu un faccendiere calcistico. Per questo ho ritrattato affermando avesse ragione luciano, ed in tal caso le competenze (e pubblic relations) sul campo diventano parte fondamentale del ruolo.
"Perché la verità è che il mercato lo fa, per fare un nome, Wanda Nara o Raiola, e lo fanno bene".
EliminaPensiamo alla rilevanza di Kia con Gabriel Barbosa e alla (ir)rilevanza di Ausilio...
Ma il mio non è una critica ad Ausilio, anzi, lui è trai maggiormente coinvolti nelle operazioni.
EliminaCi sono DS, e non parlo degli juventini che sarebbe un discorso differente, che fanno "mercato" (nel senso relazionale) anche per altre squadre, Giuntoli è un esempio, senza (almeno ufficialmente) avere tornaconto economico. Perché nell'intreccio "acquistano" potere sui favori...ma è la negazione del ruolo professionale.
Comunque, statisticamente, il mondo del calcio ha, nei ruoli "dirigenziali" e nei ruoli professionali legati ai calciatori (procuratore eccetera), un numero di ex calciatori e di "parenti" di calciatori (padri, madri, mogli, fratelli) che non si ritrova in nessun altro campo economico, neanche in campi per certi versi affini (arte, spettacolo, cinema...). In altri sport, Basket, Volley, la presenza di ex atleti è concentrata nei ruoli tecnici (esiste anche in altri ruoli ma non così massiva come nel calcio). Io non credo sia un "caso", credo che sia complementare a tanti mali del calcio, compreso il mondo arbitrale, l'avversione alla tecnologia...in un mondo di favori l'oggettività non è "gradita".
Calcio o calcio italiano?
EliminaMah, direi calcio, col calcio italiano a primeggiare in basso.
EliminaAndando su temi più leggeri la terza maglia sarebbe stata bellissima senza quell'effetto che non saprei come definire...
RispondiEliminaDi attesa?
EliminaAhahah no, questo effetto petrolio in mare http://leggendanerazzurra.it/wp-content/uploads/2018/09/Terza-maglia-Inter-mPAgX4AAczhE.jpg
EliminaAvrei preferito con la citta vista dall'alto in grigio, come si pensava inizialmente
EliminaLa mappa della città è proprio sul grigio della croce, se ingrandisci l'immagine si vede un po'
EliminaWanda nara e raiola fanno gli interessi loro e dei loro amministrati, dal punto di vista professionale lo fanno bene. kia con Barbosa ha fatto ancora meglio.
RispondiEliminaperò non esiste un procuratore che ti impone un giocatore (se non come ?osso' da aggiungere alla carne come sua provvigione occulta. Quindi se abbiamo preso barbosa è perché c'è stato un placet a livello di dirigenti tecnici. Che poi col tempo non è detto che abbiano sbagliato...
bell'allenamento della Primavera. In realtà il gruppo era misto in quanto erano presenti anche alcuni berretti e persino geme 1, che come sappiamo è un 2002. la notizia buona è che ho visto in campo un Gossò pimpante e determinato. Presente ancora il centrocampista di colore filiforme, che questa volta si è espresso già molto meglio rispetto alla prima occasione in cui l'ho visto
RispondiEliminaAllora, possiamo (forse) concordare su questo: se parliamo di AD importa avere un curriculum di livello come amministratori, al momento dell'assunzione. La conoscenza del calcio conta poco, quella delle persone, olte che della finanza, molto. Ci può anche essere un ad di...derivazione calcistica ma è raro, come per esempio avviene qualche volta con i medici (Volpi è ex giocatore, ma esserlo non è una precondizione).
RispondiEliminaSe parliamo di direttore sportivo e di allenatore, per me conoscere a fondo il mondo del calcio è fondamentale. Anche qui non determinante, perché qualche caso di allenatore arrivato al top senza aver giocato esiste, dunque non è impossibile. Si deve seguire la trafila meritandosi di volta in volta i vari patentini e nel contempo dimostrando sul campo (oltre che nei corsi e agli esami) le proprie capacità. Che poi ci possano essere corrotti, episodi di nepotismo infondati non c'è dubbio, come in tutti i settori dell'attività umana. nel calcio però è un po' più difficile che in altri settori (per esempio nell'apparato pubblico governato dai partiti) perché puoi anche arrivare per nepotismo ma poi se i tuoi risultati non convincono la proprietà...salti tu e magari l'Ad. Se parliamo invece di alti dirigenti nazionali (dal CONI alle varie Federazioni, alle Leghe e all'AIA, ecc.) è chiaro che spesso le posizioni non sono determinate dal valore ma dalla capacità di rispondere alle attese di chi ti mette lì.
Concordo
EliminaMi trovo d'ccordo al 101% con questo articolo di Inter fc 1908
RispondiElimina"Inter, basta insulti a Candreva: voltiamo pagina. Mercato: a gennaio probabile che arrivi…"
Il Bassi dell'Enotria si sta allenando con i Berretti perché è un claase 2001, al contrario del Bassi dell'Udinese erroneamente accostato a noi, classe 2002
RispondiEliminaInteressante tra i marcatori odierni chakvetazde, giocatore di 19 anni del Genk. Trequartista moderno di corsa ed allunga con buoni piedi e visione. E anche rapido anche se gli manca forse un po' di capacità in dribbling secco e di gestione del pallone nel traffico. Interessante cmq
RispondiEliminaAhahah questa la trovo carina: continuano ad arrivare migranti con la maglia della juve, per evitare l'espulsione
RispondiEliminaIn fondo salvini è milanista, fa finta di essere contro la juve...
EliminaCi sarebbero due correzioni da fare, nel Post: Petito va eliminato, in quanto è stato ceduto in prestito al Renate,mmetre al suo posto è arrivato Pezzella (nche non ho ancora visto) dalla Virtus Bergamo
RispondiEliminatre canterani Inter nella formazione di mancini, Sacchi sarà furioso (soprattutto perché uno è nero)
RispondiEliminaMa Bernardeschi che ha le braccia più scure di Balotelli è oriundo?
EliminaTorneo Scirea eliminati. perso ai quarti Inter-parma 0-1.
RispondiEliminaIl centrocampista dei 2002 si chiama Pezzotta e non Pezzella
RispondiEliminaAllo scirea eloiminati dopo una partita inquietante. primo tempo dominato con belle azioni e diversi gol sbagliati a due metri dalla porta. nel secondo non siamo più esistiti: solo palle lunghe o passaggi sbagliati, anche i più facili. presto per essere pessimisti, non per essere preoccupati
Luciano più tardi o domani da pc aggiorno il post con la tua precisazione. Petito è andato via a titolo definitivo o prestito?
RispondiEliminaDomani mattina forse pubblico un post con qualche informazione sulle prime avversarie di cl (rosa, formazione tipo, ecc.).
Nuovo post online: https://fratellidelmondo.blogspot.com/2018/09/champions-league-siamo-tornati.html
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