Il ritorno dei campioni: Inter - Sampdoria 2-1

Tra mille polemiche l'Inter si ritrova e vince la terza partita su tre grazie a due campioni come Radja Nainggolan e Ivan Perisic, finalmente ritornati a esprimersi sui livelli che conosciamo. Un segnale importante in prospettiva e una ritrovata unità in attesa adesso del "rientro" nei ranghi anche di Mauro Icardi e che premia la gestione dello spogliatoio e del gruppo da parte dell'allenatore e della dirigenza. Avanti così.

Alla fine di una lunghissima settimana, dopo la vittoria in extremis col Parma e quella poco bella forse, ma molto importante per il prosieguo del cammino in coppa, contro il Rapid a Vienna, Luciano Spalletti e la squadra fanno en-plein e centrano il terzo successo consecutivo.

La vittoria contro la Sampdoria, arrivata dopo una prestazione questa volta positiva, che ha confermato sul campo quella compattezza già vista a Parma, non è decisiva, figuriamoci, ma per come è arrivata e in questo momento, non è solo un passo avanti, ma un segnale importante.

Che andrà confermato (ci sono subito il ritorno col Rapid e la Fiorentina), ma che apre possibilità auspicate su di una ripresa dopo un periodo grigio e difficile proprio così come successo lo scorso campionato.

A quanto pare, tuttavia, se allora furono l'innesto di Joao Cancelo e quello di Rafinha a cambiare le cose, questa volta (pure perché il mercato non ha portato novità, a parte un esterno che di fatto, è la riserva di D'Ambrosio, che difficilmente sarà scalzato dal ruolo di titolare perché come continuità di rendimento e solidità in fase difensiva, resta un giocatore molto affidabile e che fa anche qualche goal), ma il mister guarda e guarderà al capitale umano già a disposizione sin dall'inizio del campionato.

Non ha alternative del resto, ma ha più "alternative" sul piano nnumerico nelle scelte rispetto all'anno scorso e ha due-tre giocatori (forse quattro) che potrebbero costituire una specie di "bonus" da qui alla fine del campionato per quanto poco hanno fatto finora.

A parte la possibilità di alternare a centrocampo, almeno in campionato, un buon numero di giocatori e che hanno una buona fisicità, cosa che nella volata finale potrebbe costituire, anche se non parliamo di fuoriclasse, un valore aggiunto.

E lo stesso si può dire della difesa del resto, perché se i due centrali non si discutono, Asamoah e D'Ambrosio, che magari non saranno due fulmini di guerra, garantiscono nel reparto comunque una fisicità di un certo tipo.

Del resto poi la Champions la abbiamo presa con un goal all'ultimo minuto di Vecino, quindi evidentemente questo peso specifico, invece che le qualità tecniche, potrebbero forse tornare utili nel lungo periodo proprio a compensare l'assenza di giocatori importanti nel ruolo di intermedi di centrocampo.

Però due-tre fuoriclasse in questa Inter ci sono, il "nostro" Luciano ha bene rappresentato come siano loro a poter determinare le nostre fortune, e ieri ne abbiamo visti in campo due e decidere con loro prestazione e le loro giocate più tipiche, una partita comunque dal quoziente di difficoltà medio - alto e incrementato in misura esponenziale dall'impegno infra-settimanale di Europa League e il bombardamento mediatico (e non solo, a quanto pare) dovuto al cambio fascia e le vicende relative Mauro Icardi.

Ma va pure detto che se Nainggolan (che carattere...) e Ivan Perisic, protagonista nel caso del primo goal di D'Ambrosio, si sono fatti rivedere sul campo, eccome, Mauro almeno si è rivisto sulle tribune con la sensazione che da lì al campo il passo sia breve.

Certo intanto Lautaro per quanto possibile non lo sta facendo rimpiangere, anzi sta mantenendo le promesse e gli va solo dato tempo per crescere, così come che in fondo il vero problema legato a Icardi non sta tanto nel mancato rinnovo oppure nella fascia, ma nel calo di rendimento da un paio di mesi a questa parte e in una stagione che lo ha visto protagonista solo a tratti.

Mi ricorda un po' Bobo Vieri, l'attaccante argentino, e così si somigliano le loro storie in nerazzurro e un po' quello che sta succedendo ora sembrerebbe il principio di un lungo addio e che poi potrebbe concretizzarsi a fine stagione.

La fine di una storia in cui nonostante i tanti goal segnati, l'amore non è mai decollato. Che poi l'auspicio è che resti e risolva queste incomprensioni, è ovvio, ma le somiglianze ci sono in tanti aspetti. Così come i giudizi sulla sua vita privata, che nonostante le differenze è comunque sotto i riflettori.

L'epilogo speriamo sia diverso, ma questo dipende adesso anche dal giocatore, rimproverato da Spalletti per non aver festeggiato con la squadra dopo la vittoria.

Forse poi vale la pena ricordare a Mauro che nel caso di Vieri (ricordate la sua assenza nel ritorno di quella felice finale di Coppa, che fece storcere il naso a Mancini), appena Bobo decise di andare via, poi abbiamo cominciato a vincere.

Quindi faccia con attenzione le sue valutazioni. Questo non è un aut-aut, ma giocare nell'Inter è e resta un privilegio al di là del giudizio di un semplice tifoso.

Essere rimasto in un'Inter mai competitiva e mollare dopo essere ritornati in Champions e con un progetto tecnico in cui si intravedono, nonostante tutto, segnali di crescita, potrebbe rivelarsi la scelta sbagliata.

Ma questo riguarda la volontà del giocatore, perché quello che conta per quanto ci riguarda è centrare l'obiettivo stagionale. Poi nessuno è invendibile, a patto però che poi la squadra sia sempre rinforzata in un eventuale cambio.

Qui vedremo poi a fine stagione se Beppe Marotta potrà dare un valore aggiunto in questo senso.

Il curriculum, a parte diciamo la collocazione specifica sicuramente "discutibile" sotto (ehm) molti aspetti, così come le "skill" del nuovo ad sembrerebbero mirate per quelle che sono state una serie di mancanze evidenziate negli ultimi anni in seno alla dirigenza sul piano puramente manageriale. Molti hanno apprezzato il cosiddetto "pugno di ferro" nella gestione del caso-Icardi. Io fino a questo momento sono stato scettico, anche sulla questione nello specifico non so esprimere un giudizio netto perché non so esattamente come siano andate le cose.

Giudicherò in maniera assennata anche l'operato di Marotta su questo aspetto più avanti nel tempo, ma non ci sono dubbi sul fatto che pure da come finirà questa vicenda, dipenderà l'esito della stagione.

Se Icardi ritornerà in squadra e ricomincerà a giocare e segnare come sa fare, con il concomitante recupero (aspettiamo conferme) di Nainggolan e Perisic, il terzo posto finale resta alla nostra portata e le "premesse" di inizio stagione troveranno riscontro sul campo nonostante gli inciampi di metà stagione e incidenti di percorso.

Aggiungo che resto positivo sulla possibilità che Keita possa ancora mostrare quel margine di crescita intravisto a dicembre, anche se è ora che si svegli e mostri le sue qualità se vorrà far parte di questa squadra anche la prossima stagione.

Ingiuste al contempo invece le critiche a Politano: che non fosse un fuoriclasse, lo sapevamo, ma da inizio campionato ha giocato quasi sempre dimostrando umiltà e grande voglia di fare. Che a criticarlo siano gli stessi che accusano altri di poca professionalità è paradossale. Diamo al giocatore i giusti meriti, ognuno dà nei limiti del suo potenziale.

La speranza è che magari bisognerà rivalutare l'operato sia del mister che della società (pure quello di Beppe Marotta, del resto va detto che in questa settimana abbiamo centrato tre vittorie su tre), che ancora una volta con pochi mezzi, ha allestito una squadra competitiva e ha mantenuto tutti i giocatori migliori.

Giusto qualchce parola sulla partita contro la Sampdoria, nella cui analisi non vorrei sovrappormi a quella che spero sarà una disamina di Luciano, e sugli argomenti più caldi di queste ore.

In campo si è vista una squadra vogliosa e con un atteggiamento determinato, decisa a fare risultato e conquistare i tre punti al cospetto dei propri tifosi, che peraltro hanno mostrato un atteggiamento positivo nel sostenere i giocatori anche dopo lo svarione in occasione del goal di Gabbiadini, che era sicuramente evitabile ed imputo a un "rilassamento" dopo la tensione accumulata prima di segnare il goal che aveva sbloccato il risultato.

Poi Nainggolan, col carattere le forza che adesso gli riconosciamo, ha rimesso le cose a posto.

Il confronto diretto tra Radja e Nicolò Zaniolo continua a non avere nessun senso: per quanto si sia trattato di una sola operazione di mercato, aveva come oggetto specifico solo il belga.

Zaniolo de facto è stato usato come "merce di scambio" (senza offesa, ovviamente, uso solo una espressione di comodo) e come spesso accade per i giovani. Lo fanno tutte le società e tutte le società possono sbagliare.

Al momento l'errore nel merito della cessione di Zaniolo appare macroscopico, ma questo va valutato in senso assoluto e non abbinando la cosa all'acquisto di Nainggolan, che al momento ha sicuramente reso al di sotto delle aspettative, ma che si potrebbe rivelare nella sua forza in questa seconda parte di campionato. Allora le cose potrebbero farsi interessanti e le parole che si sono spese in questi giorni si perderebbero nel vuoto più totale.

Intanto poi la classifica dice che abbiamo otto punti più della Roma e ancora quattro più del Milan, che come la scorsa stagione si rilancia dopo una prima parte di campionato insufficiente.

Fioccano, come dire, le iperboli per un club che in due anni (peraltro senza averceli) ha speso più di 300 milioni sul mercato e ha passato due gestioni societarie dubbie e senza prospettive significative per il futuro, cosa che peraltro blocca anche la nostra situazione nella direzione di una possibile riqualificazione di San Siro e che al momento appare l'unico modo per rilanciare il marketing relativamente la questione-stadio.

Che poi si tratti di una squadra competitiva, non ci sono dubbi, ma che centrare la Champions sarebbe stato difficile, lo sapevamo. Continuo a temere ancora, oltre che i rossoneri e la già citata Roma, anche l'Atalanta, che mi sembra destinata a crescere, e la solita Lazio. Se poi Piatek e Paqueta siano migliori che Icardi e Nainggolan, questo ce lo dirà il campo. Preferisco però sempre guardare quello che ho in casa e capire come sbrogliare le situazioni con il materiale umano che il mister adesso ha a disposizione.

La sua gestione continua a sembrarmi molto buona e anche lo stesso Marotta mi sembra andare nella giusta decisione di affiancare il mister e la squadra in primo luogo, prima che programmare per la prossima stagione. Una operazione che va comunque fatta in itinere, una grande società non deve mai farsi trovare impreparata, ma che senza il conseguimento degli obiettivi e la giusta valutazione del capitale a disposizione, è destinata a fallire.

È il momento adesso di ricompattarsi, senza menzionare alcuna buona parabola della "pecorella smarrita", perché non ce ne sono e quello che tutti quanti vogliamo non è un figliol prodigo, ma un collettivo di persone determinate e capaci di alzare la testa nei momenti difficili come abbiamo visto in questi giorni.

Emiliano D'Aniello