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venerdì 31 marzo 2017

Il 'top player' della settimana: oggi parliamo di Davide Grassini (2000)

Questa settimana Luciano raddoppia. Dopo Gossò, ecco Davide Grassini. Classe 2000, capitano degli Under 17 Allievi, all'Inter dal 2010 e fin dai primi stage con gli Under 15 e Under 16 stabilmente nel giro della Nazionale italiana (foto: legnanonews.com). Grande protagonista al Vismara nell'ultimo derby, Grassini è uno dei punti di forza di una squadra che ha 'iniziato il campionato con il favore dei pronostici e si era un po' persa a causa di prestazioni altalenanti (e in alcuni casi deludenti)', ma che ora si sta finalmente ritrovando.

Milan - Inter di domenica scorsa, con la bella vittoria in rimonta sul campo tradizionalmente ostile del Vismara, può essere stata davvero la partita della svolta per la nostra Under 17 che, iniziato il campionato con il favore dei pronostici, si era un po' persa a causa di una serie di prestazioni altalenanti (e in alcuni casi deludenti).

Adesso siamo in piena corsa per il principale obiettivo e soprattutto abbiamo alcuni giocatori chiave che sembrano aver ritrovato la condizione ottimale insieme alla convinzione e all'organizzazione di gioco con la quale possono esprimersi al meglio.

Se anche le punte ritroveranno la micidiale spietatezza che si riconosce loro (e già le 4 reti complessive realizzate da Adorante e Merola nel recupero col Verona, tre giorni dopo il derby, depongono a favore di questa ipotesi), potremo davvero giocarcela fino alla fine.

Contro il Milan, come dicevo nel precedente post, molti nostri giocatori  si sono espressi ai più alti livelli.

La scelta del top player si è eccezionalmente sdoppiata, anche se non solo due giocatori meritavano la citazione, oltre a Schirò, che gli amici del blog già conoscono.

Basterà per tutti fare il nome di Visconti, risultato decisivo pur agendo, in fase offensiva, nello spazio presidiato dal nostro avversario più forte, quel Raoul Bellanova che ha già al suo attivo 17 presenze in Primavera.

Ci sarà tempo per parlare di Visconti e degli altri, se come spero, continueranno a far bene.

La scelta di Davide Grassini era invece scritta nello svolgimento stesso della gara.

Davide con il nuovo modulo doveva cercare di annullare il forte e quotato Finessi ma allo stesso tempo doveva spingere per creare un binario offensivo di destra con il centrocampista (spesso Gavioli, ma anche Gossò) che si proponeva per la sovrapposizione.

Davide doveva percorrere continuamente tutto il campo, offendere e difendere. Un compito determinante, un lavoro stroncante.

In fase difensiva all'avversario non ha concesso nulla.

Dalle sue parti ricordo solo un’azione, quando in un corpo a corpo verso il fondo, sul lato corto dell'area piccola, l'arbitro ha assegnato la punizione al Milan per un presunto fallo di Davide che a mio parere aveva invece subito l'intervento da sanzionare.

In fase di spinta, il nostro terzino destro è arrivato sul fondo almeno altrettante volte quanto dall'altra parte ha fatto Bellanova (poi si capirà il motivo di questo continuo confronto).

Certo con armi diverse: il milanista con la potenza e la corsa esplosiva, Davide con la tecnica, la capacità di dialogo sullo stretto, l'intelligenza calcistica e l'agilità.

Almeno in due-tre occasioni il capitano ha servito all'indietro per gli attaccanti, dal fondo,  palloni  davvero invitanti.

Una prestazione di alto profilo dunque, non dissimile da numerose altre che il giocatore ci ha regalato

Ma l'aspetto più curioso della situazione sta forse in questo: casualmente i due giocatori prescelti come top player incarnano valori e qualità opposti, che però si integrano e sono relativi non solo al modo di esprimersi sul campo, ma soprattutto alla personalità e al carattere umano.

Genio e fantasia al potere per Gossò, uniti  a una personalità debordante, almeno in campo, dove sembra vivere in uno stato di perenne eccitazione.

Razionalità, equilibrio, misura, cura per il mantenimento degli equilibri di squadra, eleganza dei movimenti e tecnica sempre al servizio della squadra, autocontrollo molto spinto per il terzino.

Atteggiamenti calcistici che come dicevo rimandano ad aspetti più complessi della personalità e dell'esperienza umana.

La storia di Davide è infatti completamente opposta a quella di Gossò.

Il nostro capitano non ha conosciuto le difficoltà di un'infanzia condotta in condizioni di indigenza e soprattutto ha potuto contare sul supporto di una famiglia che aveva gli strumenti per far sentire il suo peso (in senso positivo) nel processo di formazione umana e culturale del bambino.

Davide poi vive ancora in famiglia, è tutt'ora impegnato in studi regolari e importanti, come vedremo, e ha potuto crescere cercando la sua strada con convinzione di scelta, ma senza assilli determinati da una sorta di dentro o fuori.

Il calcio è sicuramente l'opzione più importante della sua giovinezza, ma sono certo che non è l'unica e questo gli permette di essere più sereno e di indirizzare la determinazione necessaria solo in senso positivo.

Poi, certo, ci sono le caratteristiche  intrinseche della personalità, che vengono (forse) ancora prima di quelle ambientali e familiari.

Non ci si può non affezionare a Gossò proprio per i suoi eccessi, se se ne coglie la motivazione profonda.

Non si può non affezionarsi a Davide per la misura, l'equilibrio, la riservatezza, la serenità che esprime con i suoi comportamenti.

E, come dicevo, queste diverse attitudini si trasferiscono, si manifestano anche nel rettangolo di gioco

Davide nasce a Busto Arsizio, in provincia di Varese il 4 maggio 2000, ma da sempre vive con la famiglia a Legnano, nel quartiere di San Paolo.

Si tratta di un agglomerato cresciuto negli ultimi decenni con nuovi e qualificati insediamenti residenziali, che ne hanno fatto un ambiente dotato di tutti  i servizi, dalla Chiesa agli ipermercati alle scuole dell'infanzia elementari medie e persino superiori.

Nel quartiere ci sono poi importanti luoghi di aggregazione per i giovani  e per la pratica di  diversi sport, con campi di calcetto,  tennis, pallavolo, basket calcio e altro.

Insomma la vita è stata prodiga di offerte per il piccolo Davide che invece sono state in parte negate al suo compagno Gossò.

Anche la situazione familiare, come dicevo,  è stimolante.

Mamma Silvia, veneta di Marostica importata nel legnanese, ha praticato da ragazza l'atletica leggera, nella disciplina del salto in alto.

La sua passione per lo sport (e per...  i figli, naturalmente) la porta ad essere quasi sempre presente in occasione delle partite di Davide.

Papà Roberto è pure un grande appassionato di sport ma soprattutto di basket,  disciplina che ha anche praticato in gioventù.

Papà Roberto avrebbe tanto gradito che uno dei figli provasse ad emularlo (e possibilmente a... superarlo) in quello sport e riteneva che proprio Davide per alcune sue caratteristiche naturali (palleggio da ambidestro – con le mani ovvio - grande coordinazione e rapidità nei movimenti) avesse la predisposizione per diventare un buon play, ma il bimbetto ha subito mostrato un'altra propensione: ancora prima di imparare a camminare, per lui la palla era un oggetto da colpire solo con i piedi...

Il fratello maggiore, Luca, 22 anni,  studia ingegneria gestionale al politecnico di Milano  ha praticato il nuoto fin dall'età di 4 anni ed è arrivato anche a disputare le finali nazionali.

Ora si dedica al Triathlon.

Infine il fratellino Matteo, di 13 anni, gioca a calcio in una squadra di Legnano e segue assiduamente le partite di Davide.

La propensione di Davide a prendere a calci una palla ha così indotto papà Roberto ad accompagnare per la prima volta il figlioletto, non a una partita di basket, ma allo stadio dove si esibiva la squadra locale, il glorioso Legnano.

La sciarpa e la divisa lilla sono state dunque le prime manifestazioni d'amore e di tifo del bimbetto.

Per comprendere questo processo di innamoramento (in un mondo nel quale sono le grandi realtà calcistiche metropolitane ad egemonizzare l'interesse dei giovani e meno giovani) si deve considerare che Legnano è città del Palio, nella quale è forte il legame di appartenenza alle tradizioni, ai colori della propria contrada e quindi alla squadra di calcio cittadina.

Questo amore per i “lilla” fu… contraccambiato quando nel 2007 la squadra venne finalmente promossa in C, trascinata dalle imprese di un piccolo grande campione, almeno  per la categoria, la sgusciante ala Pedro Kamata, un congolese di un metro e sessantasei ufficiali, che divenne naturalmente l'idolo del piccolo  Davide (e forse questo fatto influì sul suo orientamento, più tardi, a giocare da ala).

Devo dire che questa storia di Davide (e del suo papà) che tifano 'solo' per il Legnano alle mie narici di tifoso da fiuto profuma un po' di reticenza... per fortuna però è certo che entrambi i nonni di Davide sono accaniti tifosi interisti: in particolare il nonno paterno Armando, che è stato in gioventù una talentuosa alla destra...

E in ogni caso l’unica cosa che conta è il fatto che i colori nerazzurri si stano imprimendo in modo sempre più indelebile nel cuore del  giovane atleta.

Fatto sta che all'età di sette anni Davide comincia a giocare a calcio, venendo tesserato dal San Giorgio Calcio.

Viene inserito nella squadra dei ragazzi di un anno più grandi e già in autunno, mentre si disputa il primo torneo di categoria, arriva la prima di una serie di chiamate per provini col Milan.

Il Milan, fortunatamente per lui (per Davide, eh…), non era però nel destino del ragazzino, ma in quelle occasioni il ragazzino si trovò ad  incrociare le armi, per così dire,  con un suo antico avversario della categoria 'piccoli amici', Raoul Bellanova.

I due ragazzi (e i loro familiari) ricordano ancora oggi, ad esempio, una partita tra San Giorgio e Azzurra Parabiago in cui i due bimbetti, giocando da ali destre, ovviamente contrapposte, diedero autentico spettacolo sotto il diluvio.

L'avversario di quelle partite sarebbe poi diventato, per Davide, il 'nemico' di tante stracittadine, ma anche un compagno di squadra e un rivale nella nazionale e soprattutto un grande amico nella vita...

Ancora oggi, infatti, i due amici-avversari quando hanno del tempo libero si frequentano con assiduità.

Era destino però che Davide, a differenza di Raoul, imboccasse la via maestra, cioè quella che conduce ad Interello...

Dopo un campus all'Accademia Inter, il piccolo Grassini entra a far parte della famiglia interista allargata e per due anni gioca per la società di Via Cilea.

A rappresentare la società in queste prime uscite con l’Accademia, c’era Paolo Migliavacca che si può quindi considerare il suo ‘scopritore’ e che poi, all’Inter sarebbe stato il suo mister per ben due anni.

Davide ricorda Mister Migliavacca come elemento fondamentale della sua prima formazione, insieme a mister Aggio.

All’epoca dei suoi primi calci Grassini ha giocato come esterno alto, poi mister Migliavacca e mister Rusca lo hanno convinto a partire un po’ più da lontano.

Il ragazzino si è applicato con grande determinazione e insieme con umiltà  nel suo nuovo ruolo, nel quale ora si sente particolarmente a suo agio: è convinto infatti che sia un ruolo completo, impegnativo e affascinante, che in questo momento gli permette di esprimere le sue qualità migliori.

Sarà un caso ma il nostro è diventato ufficialmente un giocatore dell’Inter nella stagione del triplete e da allora sono passati sette anni intensi ed appassionanti.

Naturalmente le qualità del giovane interista non potevano sfuggire ai selezionatori delle nazionali.

Fin dai primi stage con gli Under 15 e gli Under 16, Davide non ha perso praticamente una convocazione.

In Under 15, con la fascia di capitano ha giocato spesso anche terzino sinistro, perché a destra veniva schierato il solito Raoul

E proprio con questa selezione ha vissuto l’emozione più forte in azzurro, in occasione della vittoria (3-1) sull’Inghilterra, nel torneo di Gradisca, coronata da una sua rete che certamente costituisce un ricordo indelebile.

Purtroppo nell’aprile del 2016 durante una partita fra rappresentative U16 contro la Germania, Davide subì un infortunio al polso che gli costò la chiusura anticipata della stagione agonistica.

In autunno la ripresa è stata faticosa, dopo tanti mesi di inattività, ma con il recupero della condizione sono venuti altri stage con la nazionale  prima di un ulteriore  stop forzato a gennaio, per un infortunio di gioco alla caviglia. 

Ultimamente infine sono arrivate altre due convocazioni per il duplice confronto con l’Austria.

Oggi Davide è alto 1,81, è un destro naturale che non disdegna l’uso del piede sinistro, essendo convinto che proprio in questo fondamentale ci potranno essere in futuro per lui ampi margini di miglioramento… (in fondo resta sempre un mancino di mano, nella scrittura per esempio).

Ho discusso molto con amici (parlo di tecnici professionisti non dell’Inter e di ex giocatori invece della nostra prima squadra) sulle sue caratteristiche, sui margini di miglioramento e sulle possibilità di carriera.

Ho trovato tutti concordi nel ritenere che come sensibilità di piede, senso della posizione, intelligenza calcistica e spinta offensiva non abbia praticamente rivali fra i coetanei che giocano nel suo ruolo e anche in prospettiva abbia poco da imparare.

E’ opinione abbastanza ricorrente che debba invece crescere nella fase difensiva, che esegue alla perfezione come posizionamento e movimenti ma con una forza e una potenza che in prospettiva devono crescere molto per raggiungere livelli da professionista importante.

Se ritorniamo per esempio al confronto con Bellanova, devo dire che OGGI considero il milanista leggermente più pronto, e non so se Davide potrà mai raggiungere la potenza fisica del milanista.

Sono certo per altro che il pur ottimo Raoul non raggiungerà mai la sensibilità di piede di del nostro .

Questo per dire che tutti i giochi si faranno nei prossimi 2-3 anni con il completamento dei rispettivi processi di formazione.

Importante è comunque il fatto che il ragazzo sia molto ambizioso e determinato, convinto di poter fare il calciatore di livello e conscio del fatto che si deve lottare ogni giorno per conseguire questo risultato.

Intanto il giocatore è seguito, come procuratore, da Manuel Montipo', che lavora in società con Tinti e Pari nella TMP SOCCER.

La vita privata di Davide è molto lineare: frequenta il terzo anno del liceo scientifico statale tradizionale all’Istituto Galilei di Legnano e trattandosi di una scuola molto seria e impegnativa non è semplice per lui conciliare le esigenze di studio con quelle calcistiche.

Tuttavia in virtù della sua forte curiosità culturale, della sua facilità di apprendimento  e della assoluta determinazione, i risultati continuano ad essere eccellenti.

Lo favorisce  molto anche il rapporto intenso e positivo con i compagni di classe che lo aiutano quando le trasferte, con l’Inter o con la nazionale, lo tengono lontano per giorni da scuola.

Per il resto il ragazzo divide il suo ridotto tempo libero uscendo con la sua ragazza, Karin (che spesso segue le sue partite a Interello) o frequentando gli amici di vecchia data, nel quartiere.

A Davide poi piace moltissimo la Premier League, della quale è davvero appassionato: ha seguito con particolare simpatia, ad esempio, la fantastica impresa del Leicester, nello scorso campionato.

Il top assoluto fra i giocatori, in questo momento è per lui Lionel Messi, mentre ritiene Antonio Conte il miglior allenatore, per le idee di gioco ma soprattutto per il carattere e il temperamento che riesce a trasmettere ai giocatori.

Tra l’altro Davide segue con interesse e curiosità tutte le professioni in qualche modo legate al mondo del calcio e la figura dell’ allenatore lo affascina.

Tornando ai giocatori, il suo modello è Maicon, quello del triplete, ovviamente.

Invece tra i giovani calciatori che ha incontrato sul campo ricorda in particolare il talento straordinario di JADON SANCHO, esterno del Mancester City che ha avuto occasione di affrontare con la nazionale U16.

Anche Kean, da lui marcato con grande impegno durante la finale del Torneo Scirea, vinto proprio dall’Inter, lo ha impressionato in modo notevole.

Per finire non poteva mancare, ovviamente, una valutazione da parte del nostro capitano sullo svolgimento del campionato e sulle possibilità di successo finale della nostra squadra:

‘In questa stagione ci siamo espressi un po’ a corrente alternata ma ora sembra proprio che la squadra stia ritrovando la sua anima: l’Atalanta non è poi così lontana e i nostri margini di miglioramento sono ancora immensi.

Non solo è possibile raggiungere la meta finale (il sospirato scudo, ndr) ma questo resta l’obiettivo in cui noi tutti crediamo fermamente’.

Ci crediamo anche noi, Davide e siamo certi che i nostri magnifici ragazzi, guidati dal loro mister e dallo storico capitano, non ci deluderanno.

Luciano Da Vite

29 commenti:

  1. Luciano, al contrario di quanto avevo detto, questi giorni sono disponibile in qualsiasi momento a pubblicare nuovi post. QUindi quando vuoi, giovanili o post di presentazione di Inter-Samp, ci sono.

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    1. Ahah Teo... Mi piego alle esigenze della nuova proprietà cinese che ci vuole iperproduttiviti ventiquattro ore su ventiquattro.

      Comunque gli ultimi due post sui top player sono veramente molto belli. Simpatico il confronto con Bellanova (a proposito molto bella anche la testimonianza di fratellanza tra i nostri ragazzi e quelli di Milan e Atalanta di cui Luciano ha raccontato nei commenti al post precedente ieri), auguro a lui e al nostro piccolo capitano Grassini che questo loro confronto si possa riproporre negli anni anche quando saranno più grandi. Poi ovviamente sarà sempre Grassini a vincere, ma va be', se Bellanova ha scelto il lato oscuro della forza non possiamo farci niente. ;)

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  3. Bello, per un papà, sentir parlare di ragazzi seri, determinati, con buoni risultati a scuola, in concomitanza con un impegno di questo genere..

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  4. Vista l'assenza del buon Chris provo a farne le veci....domani alle 13.00 su Sportitalia Inter-Cagliari Primavera.

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  5. Provo sempre emozione nel leggere questi racconti, grazie Luciano.
    Riesci a trasmettere tutto l'amore per questi colori.
    Grazie

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  6. Intanto Pastorello,agente di Conte, apre Moolto all'Inter, parlando di voglia di continuare al chelsea ma di possibilità di nuove opportunità in caso di offerte da Club storici..."

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  7. Una riflessione a margine dell'eliminazione patita dalla nazionale Under 19 durante la fase Elite (1 pareggio, 2 sconfitte). La sensazione, non so se condivisa da voi, è che nelle nazionali giovanili esista un certo occhio di riguardo per i vivai di Milan e Juventus.
    Probabilmente Baronio e gli altri ct sono in buona fede e pensano soltanto al bene della selezione, per carità, ma la conseguenza indiretta di tali scelte è che la valorizzazione in termini sia economici sia di crescita mentale vada a privilegiare sempre le solite squadre.
    Prendiamo gli ultimi convocati dell'Under 19:
    _ in porta il mediocre Del Favero e l'ottimo Plizzari (ma classe 2000) quando Crisanto e Confente sono indubbiamente superiori
    _ difesa con Llamas Acuna e Vogliacco, mentre Mattioli e Bastoni stanno a guardare.
    _ a centrocampo Carraro o Bordin non valgono Gabbia?
    _ in attacco Cutrone è un buon giocatore ma Pinamonti non può fargli da riserva.
    Ovviamente io non sono un allenatore, le mie sono riflessioni estemporanee, ma se io non ho ragione (cosa possibilissima), di certo nemmeno Baronio, dopo una figura del genere, può avere la coscienza pulita. E questa è soltanto una delle tantissime occasioni perse negli ultimi anni. Non tanto per la famosa "crisi del vivaio", ma per una gestione assai criticabile da parte dei nostri allenatori.

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    1. Non so proprio esprimermi sul tuo punto di vista causa mie limiti conoscitivi ma secondo me i risultati delle nostre selezioni giovanili sono insufficienti rispetto poi al sempre ottimo livello qualitativo della nazionale maggiore. Non metto in dubbio la competenza e le scelte di nessuno in particolare, ma guardo più che altro i risultati e come poi al netto delle critiche l'Italia sia sempre al top. Ci possono essere questioni diverse, come quella di voler puntare in maniera infelice su determinati blocchi (certo la Juventus ha i giocatori più forti, ma possiamo dire lo stesso a tutti i livelli?) o forse è una questione proprio bei metodi di formazione o magari la mancanza di uno staff federale forte e strutturato come per esempio quello della Germania. Sono solo riflessioni. Sono curioso di sapere qual è il vostro pensiero al riguardo.

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    2. Semplicemente da sempre le convocazioni nelle nazionali minori sono assolutamnete politiche.
      In caso di giocatori di livello simile si propende per il bianconero e rossonero. Non dimentichiamoci il mondiale in cui non fu convocato il pluricapocannoniere Bonazzoli...

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  8. Fabio, questa tua semplicissima (non perché banale ovviamente) affermazione basta da sola a smontare anni e anni di retorica sulla crisi dei nostri vivai ecc. Non ho mai pensato che il compito di un vivaio o delle giovanili azzurre sia vincere per forza ma magari usarlo come determina nella valutazione del lavoro di una equipe tecnica ci può stare. Tanto più se parliamo di una nazionale. Questo spingerebbe a una maggiore attenzione forse. Così come la costruzione di uno staff verticale... che aiuterebbe molto più di questa pratica degli stage. Sono solo idee chiaramente.

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    1. La cartina tornasole di un settore giovanile è il livello che mediamente 10 di ogni annata riescono a raggiungere nella propria carriera... Perché ci può stare l annata in cui ti escono balotelli e destro... O il donnarumna di turno.. ma bisogna calcolare una media tra una decina di prodotti per ogni annata.

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  9. Ormai il calcio è prima business che sport e questo vale anche per la parte emergente del settore giovanile.
    Lo sapeva bene Moggi che in tandem con il figlio e il figlio di Lippi riusciva a garantirsi tutti i giovani migliori promettendo l'accesso alle nazionali e minacciando l'esclusione in caso di rifiuto.
    Chi negli affari utilizza un'estrema spregiudicatezza, può perdere il pelo ma non il vizio. La juve è sempre retta dal ramo spurio degli ovini, il Milan sempre da Galliani.

    Come ai tempi di Moggi e C.
    Magari stanno leggermente più attenti, dopo una brutta esperienza.
    Milan e soprattutto juve si sparticono da tempo i tecnici federali: quando proprio uno non appartiene a Milan o juve appartiene però alla scuola di pensiero o al gruppo del 'capo' del momento.
    Per esempio quando, ancora poco tempo fa imperava Sacchi (sempre lottando contro l'altra corrente), c'erano allenatori magari non milanisti ma sacchiani
    Bisogna per onestà riconoscere che le scelte con i giovani sono difficili e per diversi aspetti soggettive.

    Si parla tanto di Atalanta e Milan che formerebbero giocatori top più di noi.

    Per curiosità sono andato a leggere le formazioni di Inter Atalanta e Inter Milan negli anni pregressi (conservo le distinte) dai più piccoli fino ai Primavera.

    Quasi tutti i giocatori, sia da noi che da loro, non sono arrivati in A, molti neppure in B. In ogni formazione, nostra o loro, ce ne sono un paio per squadra che hanno avuto successo. Molti sono passati come meteore, anche dalle Primavere.

    Altri stanno arrivando ora al successo, ma magari quando erano molto giovani non avevano la quotazione attuale.

    Sono personalmente convinto che il lavoro formativo di un club vada valutato non dal numero di “campioni” prodotti (qualcuno può pensare che se Totti fosse nato a Milano e arrivato all'inter nei giovanissimi non sarebbe diventato unc ampione?) ma dal numero di professionisti (compresa lega pro e campionati esteri) che si formano.

    Il discorso cambia solo se si fanno grandissimi investimenti sui più qualitativi o se si arraffano i più qualitativi con metodi moggiani..

    Se in un modo o nell'altro rastrelli tutti i più promettenti, quando sono già formati, allora hai l'obbligo di produrre campioni

    In questo momento secondo me il calcio giovanile sta producendo moltissimo.
    Giocatori interessanti ci sono in tutte le classi di età, dai '97 ai 2002 e la nazionale U21 allenata da Di Biagio, che può piacere o meno ma non fa parte completamente del 'coro', ha tanta qualità

    Ecco l'elenco degli ultimi convocati:
    Portieri Italia U21: Pierluigi Gollini (Atalanta), Simone Scuffet (Udinese);

    Difensori: Antonio Barreca (Torino), Davide Biraschi (Genoa), Kevin Bonifazi (Spal), Davide Calabria (Milan), Alex Ferrari (Hellas Verona), Adam Masina (Bologna), Nicola Murru (Cagliari);

    Centrocampisti: Marco Benassi (Torino), Danilo Cataldi (Genoa), Alberto Grassi (Atalanta), Manuel Locatelli (Milan), Lorenzo Pellegrini (Sassuolo), Valerio Verre (Pescara), Rolando Mandragora (Juventus);

    Attaccanti Under 21: Domenico Berardi (Sassuolo), Alberto Cerri (Pescara), Federico Chiesa (Fiorentina), Federico Di Francesco (Bologna), Andrea Favilli (Ascoli), Luca Garritano (Cesena), Federico Ricci (Sassuolo).

    Mancano, per gli impegni in serie A, Donnarumma, Romagnoli Rugani, Di Marco. Qualche nome si può discutere, qualche escluso magari meritava, ma il meglio delle annate '94-'97 a grandi linee c'è

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  10. Sono d'accordo Luciano, infatti mi riferivo alle selezioni dall'Under 20 in giù. Questa Under 21 è potenzialmente la più forte degli ultimi 10 anni (Rugani, Romagnoli e Caldara compresi), il problema per Di BIagio è semmai quello inverso, e cioè difendersi dal saccheggio della nazionale maggiore, che in questo momento potrebbe già contare su diversi giocatori pronti.
    Ciò che mi preoccupa, invece, è quando andremo a disputare i mondiali Under 20 con i vari Romagna, Vido, Pontisso, Minelli, Cassata ecc. pur disponendo di molto meglio.

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  11. L'Under 21 vanta almeno a livello europeo una buona tradizione (molto meno a livello internazionale come olimpica under 23) ma in questo caso generalmente i giocatori provengono da realtà diverse. Non sto dicendo che questa debba essere una regola, ma segno che si vada a scegliere l'eccellenza in giro per l'Italia. A me sembra difficile che come under 15 si finisca con il puntare su di un blocco. Com'è possibile che i migliori stiano tutti in una stessa squadra? Poi può succedere, però il fatto in genere non si raccolgano grandi risultati, porta a farsi qualche domanda.

    Comunque a parte questo, io ho un buon giudizio su Di Biagio come persona e come allenatore mi sembra uno tosto. Chiaramente è un giudizio sui generis, non lo conosco benissimo da questo punto di vista e direi che è ancora agli inizi in ogni caso.

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    1. Di Biagio giocatore mi piaceva molto chiaramente. Sicuramente non un top, ma molto meglio di come le cronache potrebbero ricordarlo. Molto contento che abbia giocato con noi ovviamente. Non abbiamo vinto (ma lo slogan che tipo è l'unica cosa che conta non è il nostro) ma sicuro ha lasciato ricordi positivi.

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  12. Ottima giornata di Primavera....Atalanta pareggia (siamo a + 5),
    Roma perde (siamo a + 8).

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  13. Spero vivamente...dopo aver già espresso dei dubbi proprio durante la partita contro di noi... Che non arrivi De Vrij...
    Giocatore che non migliorerebbe a mio parere la rosa e tremendamente fragile fisicamente.
    Di altro livello Manolas.
    A mio parere è superiore acerbi all'olandese

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  14. Esordienti: Inter Iris 4-0
    Su De vraij non so che dire. Non entusiasma neppure me, questo è certo. Non resta che aspettare

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  15. Anche Berardi.... Mah... Buon giocatore... Qualche buona giocata...ma nulla di eccezionale.

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  16. Anche su Berardi/Bernardeschi, pure considerando le ultime dichiarazioni diciamo 'criptiche' del giocatore viola, terrei conto delle loro condizioni fisiche prima di procedere all'eventuale acquisto. SU de Vrij le voci in questi ultimi giorni comunque mi sembra si siano un po' raffreddate. Forse il rendimento in crescita di Miranda (pure con la selecao) allontana in questo momento la possibilità dell'arrivo di due nuovi difensori 'titolari'.

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  17. Manolas comunque a mio parere si completerebbe con il brasiliano meglio di de Vrij, che mi sembra per caratteristiche più simile a Miranda del greco, ma chiaramente meno bravo.

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  18. Primavera Inter cagliari 2-0 (Carraro Souare)

    leggo in giro, non tanto sul blog ma in generale un certo entusiasmo che secondo me è giustificato per i numeri, non per la prestazione.

    Primo tempo molto bello, come ha detto anche Vecchi, con 2 gol due pali, nulla lasciato a loro.
    Però si deve aggiungere che loro schieravano ben quattro 2000, nessun '97 e quattro '99.
    Ndopo l'intervallo invece non siamo più usciti dagli spogliatoi.

    Mi auguro che sia stato un problema psicologico, che i ragazzi abbiano mollato mentalmente perché ritenevano il risultato in cassaforte, ma devo dire che alcuni giocatroi mi sono apparsi molto affaticati.

    Sabato contro l'Atalanta una prestazione così non basterà sicuramente.

    Mancavano alcuni giocatori importanti (non è un alibi, ma una speranza per il prossimo turno) però davevro nel secondo tempo faticavamo ad uscire e quando ci riuscivamo sbagliavamo banalmente la giocata conclusiva.

    Diciamo che ci sta dopo tanti impegni ravvicinati. E periamo che sia così.

    Pagelle sintetiche

    Di gregorio: sicurissimo e autorevole come sempre. Il suo procuratore mi ha detto che dovendo scegliere o ci sarà una B da titolare, oppure miglio la Lega Pro (sempre in prestito) con sicurezza, realtiva, del posto.

    Valietti: il discorso è sempre il solito, se guardiamo i piedi Bastoni è inferiore (il paragone viene naturale perché sono due bergamaschi e Valie in origine era un centrale). Se guardiamo la potenza si capisce perché l'atalantino abbia esordito in A.
    Anche qui non resta che aspettare

    Gravillon: io insisto per me è pronto almeno per fare il titolare in B

    Lombardoni: solido, ma questa volta ha mostrato qualche sbavatura di troppo, piccole cose, ma che in certi campionati si pagherebbero

    Cagnano: molto bene sia in fase di contentimento (nel finale ha fatto il centrale) sia sulla spinta

    Emmers: ha corso, contrastao, ma non è stato lucido come nelle giornate migliori

    Carraro: grande prestazione. E' da un po' che risulta sempre tra i migliori. Da centrale ha trovato il ruolo giusto

    Danso: si batte, ha volgia e mostra qualche numero, ma promette sempre più di quel che poi riesca a mantenere

    Rover; buon inizio, vivace, anche gli manca la lucidità in fase conclusiva. Calal visibilmente alla distanza

    Butic: per un quarto d'ora sembra che la squadra, mancando il Pina, abbia trovato il centravanti che cercava. Poi continua a lottare ma combina poco

    Souare: conferma di possedere velocità, grinta e fiuto del gol. Al momento però Baka mi sembra un'altra cosa.

    Tutti i subentrati si sono visti troppo poco per un giudizio.

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  19. La lazio mi sembra il Milan di qualche tempo fa... Continui episodi fortunati a favore...
    Speriamo finiscano.. o che si compensino

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  20. Bene i 2005 in formazione rimaneggiata perché domani avranno un'altra partita. Solite belle giocate, manovra costruita da dietro. Troppo personalista questa volta Enoch.
    Adesso la squadra si dividerà in due: un gruppo in Spagna al mundialito e l'altro al solito torneo in Toscana

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  21. Da cm.com L'Inter e l'Atalanta sono al lavoro per stringere una partnership importante anche in ottica futura. I due club nerazzurri hanno già avviato una trattativa per portare in futuro a Milano il difensore classe '99 Alessandro Bastoni, ma fra i giocatori che l'Inter segue con attenzione c'è anche Amad Diallo Traorè, centrocampista classe 2002 dal futuro assicurato.

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  22. Felice per Ranocchia, autore del gol decisivo del Hull.

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  23. Ho scritto e pubblicato un post in cui provo a fare una analisi relativamente le scelte nelle convocazioni da parte dei vari selezionatori 'azzurri': http://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/04/una-rilevazione-statistica-sulle-nostre.html

    Molto contento anche io per Ranocchia.

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