Domenica 5 febbraio: si sta giocando Inter - Brescia U17, che terminerà 4-0.
I nostri stanno disputando una bellissima partita, contro una squadra forte, che sta nella parte alta della classifica.
I centrali difensivi non permettono mai alle punte avversarie di avvicinarsi alla nostra porta.
I terzini eccellono sia nella marcatura sia nella spinta; le ali sono ispirate e irrefrenabili; le punte centrali in grande giornata, si muovono con intelligenza e notevole pericolosità.
Tuttavia il reparto decisivo per la riuscita di questa grande prestazione è a mio parere il centrocampo, dove spicca la prova di Salvatore Esposito, per altro benissimo assecondato, direi integrato, dal compagno di reparto El Kassah.
E’ lui dunque per la mia valutazione il top player della settimana.
Vediamo di approfondirne la conoscenza.
Salvatore nasce a Castellammare di Stabia il 7 ottobre 2000 e trascorre nella città campana gli anni dell’infanzia.
Papà Agostino è stato un calciatore di buon livello, difensore centrale in C nel Celano e poi solido centrocampista in D nella Scafatese e nella Paganese.
Dopo il ritiro ha iniziato la carriera di allenatore, guidando le giovanili della Juve Stabia e arrivando anche a sedere sulla panchina della prima squadra.
Salvatore dunque respira calcio fin dal… concepimento, tanto che si può dire abbia sferrato i primi calci proprio nel ventre di mamma Flavia: peccato solo che lì non ci fosse un pallone disponibile.
Quando finalmente viene alla luce, ha sempre una palla fra i piedi.
Si dice, comunque, che sia stato il nonno (Salvatore anche lui, geniale fantasista dei dilettanti stabiesi) a trasmettergli… i cromosomi della virtù calcistica.
Poi la famiglia si completa, con l’arrivo dei fratelli Seba (2002) e Pio, 2005.
E tutti cominciano a giocare a calcio, nel Club Napoli Castellammare, dove papà fa l’allenatore (il club da cui è uscito, per esempio Gigio Donnarumma).
Salvatore “esordisce” all’età di 5 anni. Poi lo seguono i fratellini.
Qualche anno dopo si disputa un’amichevole fra il club in cui Salva gioca (era passato alla Juve Stabia) e il Brescia. Presente l’osservatore delle Rondinelle Clerici, che rimane molto impressionato dalle sue doti.
Lo scout contatta società e famiglia e convince gli Esposito a trasferirsi a Brescia. I tre ragazzi entrano a far parte delle giovanili bresciane.
Per tre anni, affidato alle cure di Gianluca Balestri, Salvatore affina le sue doti calcistiche.
Ho visto per la prima volta il ragazzino, se non ricordo male, proprio in occasione di un Inter - Brescia giovanissimi regionali, all’Enotria.
Sempre se non ricordo male vincemmo 4-1 e forse Salvatore segnò il gol del Brescia, ma non ne sono certo.
In ogni caso sono rimasto impressionato dai suoi numeri (per la verità anche dalla sua vivace personalità: sul campo ho visto qualche piccolo screzio con i compagni, rei di non servirlo abbastanza o tempestivamente, la garra certo non gli manca).
In ogni caso ci aveva messo in difficoltà, così quando in estate ho appreso del suo arrivo all’Inter, ne sono stato felicissimo.
Ricordo ancora il suo esordio molto positivo allo Scirea.
Era, allora, un centrocampista avanzato, di piede destro, tecnico e potente, dotato di un gran tiro.
Nella prima stagione realizzò una ventina di reti e tra l’altro due gol che risultarono decisivi per la conquista del titolo nazionale di categoria, contro il Parma di Adorante.
Già con gli U15 aveva cominciato a giocare sugli esterni e l’anno successivo questo divenne il suo ruolo quasi costante.
In fascia faceva bene, serviva assist importanti, tagliava l’area per andare a concludere. E’ rimasta famosa la doppietta con cui ha liquidato il Milan nel derby di categoria U16.
Il limite era costituito proprio dalla potenza fisica, dal peso, che non gli consentiva una straordinaria rapidità.
Nel frattempo erano venute anche 5 convocazioni e 4 presenze nella nazionale U16.
Passato in questa stagione negli U17 con Zanchetta, il giocatore ha stentato ad affermarsi, impiegato spesso solo per spezzoni di partita, pur significativi.
La definitiva consacrazione avviene però con il cambio di ruolo, a Cagliari (1-4 per noi), dove gioca tutta la partita da regista e prende in mano la squadra.
La conferma proprio contro il Brescia, sua ex squadra.
E ora non resta che proseguire nel cammino così ben avviato.
Il nuovo ruolo sembra proprio tagliato su misura per lui, che ha visione di gioco, capacità di contrasto, lancio lungo e preciso ma anche attitudine a giocare sul breve e tiro da fuori.
E soprattutto mi ha impressionato la sua sicurezza nel governare il reparto e la squadra.
Contro il Brescia ha calciato corner e punizioni, segno della fiducia che il mister nutre sulle sue capacità balistiche.
Con il lavoro potrebbe crescere in mobilità e rapidità, ma già ora viene assistito da un notevole senso della posizione e da una rapidità di pensiero che gli consentono soluzioni importanti.
Vediamo allora di conoscere il giovane calciatore anche per quanto concerne aspetti più privati della sua personalità, se così si può dire.
Papà e mamma lo seguono assiduamente in occasione delle partite, anche se papà Agostino, che allenava fino a novembre a Montichiari e ora si occupa di scouting per la Nike, ha meno tempo a disposizione.
Mamma Flavia si può dire che sia la genitrice che incontro più spesso sulle tribune, perché ha 3 figli da seguire, che giocano in squadre diverse.
Entrambi i genitori al campo sono cordiali con tutti, ma anche abbastanza riservati, seguono con attenzione, senza esprimere emozioni in modo visibile.
“Salva” non ha un procuratore: qualche consiglio, nella sua veste di esperto calcistico glielo dà papà.
Chi lo conosce bene lo dipinge come un ragazzo dal carattere solare e, non senza una vena lirica, ne accosta le caratteristiche all’origine partenopea: la città d’o sole e d’ o mare.
A me, soprattutto per qualche racconto che mi è stato riportato, sembra anche piuttosto spavaldo. Diciamo un po’ guascone.
Il che per riuscire nel calcio non è certo un male.
In realtà ha un carattere forte e deciso, in campo è un lottatore e trascinatore: gli piace agire da leader del gruppo.
Anche per questo forse il nuovo ruolo gli si attaglia alla perfezione.
Da due anni vive in pensionato e frequenta con buoni risultati il terzo anno all’istituto Milano.
Non ha una ragazza “fissa” (il che significa forse che ne ha tante… mobili?).
Nel tempo libero gioca a play e ama seguire partite del calcio estero.
Ma la sua vera passione è il mare.
Quando ho chiesto quale fosse il suo allenatore preferito, ho inserito nel gruppo anche Sarri, convinto che per le sue origini partenopee anche lui fosse affettivamente legato alla squadra del suo territorio.
Invece tiene per la Roma e come allenatore gli piace Pep Guardiola.
Tra gli avversari incontrati sul campo, suoi coetanei, i più forti gli sono sembrati Pellegri del Genoa e Tonali, centrocampista del Brescia (ma quest’ultima indicazione potrebbe essere influenzata dall’amicizia perché credo abbiano giocato insieme qualche anno fa).
La sua ambizione calcistica più immediata è aiutare la squadra a riprendere la vetta della classifica e magari anche rientrare stabilmente nel giro azzurro.
Gli è capitato più volte di allenarsi con la Berretti, ma ritengo probabile che prima della fine dell’anno avrà l’occasione di farlo anche con la Primavera (in prospettiva dovrebbe essere un giocatore che piace a Vecchi) e forse addirittura con la prima squadra.
Non ha particolari preferenze per il ruolo: play… trequartista, esterno destro o sinistro.
Se gioca da play ama le verticalizzazioni efficaci; da trequartista o da esterno punta sempre l’avversario e chiede l’uno due ai compagni.
Il giocatore che ritiene più forte, al momento, è Ronaldo, la squadra estera che segue con maggior simpatia il Real Madrid.
Infine il modello a cui si ispira è Verratti.
L’augurio di tutti è che ne ripercorra davvero il cammino, così l’Inter… potrà risparmiare un bel po’ di soldi.
Luciano Da Vite
I nostri stanno disputando una bellissima partita, contro una squadra forte, che sta nella parte alta della classifica.
I centrali difensivi non permettono mai alle punte avversarie di avvicinarsi alla nostra porta.
I terzini eccellono sia nella marcatura sia nella spinta; le ali sono ispirate e irrefrenabili; le punte centrali in grande giornata, si muovono con intelligenza e notevole pericolosità.
Tuttavia il reparto decisivo per la riuscita di questa grande prestazione è a mio parere il centrocampo, dove spicca la prova di Salvatore Esposito, per altro benissimo assecondato, direi integrato, dal compagno di reparto El Kassah.
E’ lui dunque per la mia valutazione il top player della settimana.
Vediamo di approfondirne la conoscenza.
Salvatore nasce a Castellammare di Stabia il 7 ottobre 2000 e trascorre nella città campana gli anni dell’infanzia.
Papà Agostino è stato un calciatore di buon livello, difensore centrale in C nel Celano e poi solido centrocampista in D nella Scafatese e nella Paganese.
Dopo il ritiro ha iniziato la carriera di allenatore, guidando le giovanili della Juve Stabia e arrivando anche a sedere sulla panchina della prima squadra.
Salvatore dunque respira calcio fin dal… concepimento, tanto che si può dire abbia sferrato i primi calci proprio nel ventre di mamma Flavia: peccato solo che lì non ci fosse un pallone disponibile.
Quando finalmente viene alla luce, ha sempre una palla fra i piedi.
Si dice, comunque, che sia stato il nonno (Salvatore anche lui, geniale fantasista dei dilettanti stabiesi) a trasmettergli… i cromosomi della virtù calcistica.
Poi la famiglia si completa, con l’arrivo dei fratelli Seba (2002) e Pio, 2005.
E tutti cominciano a giocare a calcio, nel Club Napoli Castellammare, dove papà fa l’allenatore (il club da cui è uscito, per esempio Gigio Donnarumma).
Salvatore “esordisce” all’età di 5 anni. Poi lo seguono i fratellini.
Qualche anno dopo si disputa un’amichevole fra il club in cui Salva gioca (era passato alla Juve Stabia) e il Brescia. Presente l’osservatore delle Rondinelle Clerici, che rimane molto impressionato dalle sue doti.
Lo scout contatta società e famiglia e convince gli Esposito a trasferirsi a Brescia. I tre ragazzi entrano a far parte delle giovanili bresciane.
Per tre anni, affidato alle cure di Gianluca Balestri, Salvatore affina le sue doti calcistiche.
Ho visto per la prima volta il ragazzino, se non ricordo male, proprio in occasione di un Inter - Brescia giovanissimi regionali, all’Enotria.
Sempre se non ricordo male vincemmo 4-1 e forse Salvatore segnò il gol del Brescia, ma non ne sono certo.
In ogni caso sono rimasto impressionato dai suoi numeri (per la verità anche dalla sua vivace personalità: sul campo ho visto qualche piccolo screzio con i compagni, rei di non servirlo abbastanza o tempestivamente, la garra certo non gli manca).
In ogni caso ci aveva messo in difficoltà, così quando in estate ho appreso del suo arrivo all’Inter, ne sono stato felicissimo.
Ricordo ancora il suo esordio molto positivo allo Scirea.
Era, allora, un centrocampista avanzato, di piede destro, tecnico e potente, dotato di un gran tiro.
Nella prima stagione realizzò una ventina di reti e tra l’altro due gol che risultarono decisivi per la conquista del titolo nazionale di categoria, contro il Parma di Adorante.
Già con gli U15 aveva cominciato a giocare sugli esterni e l’anno successivo questo divenne il suo ruolo quasi costante.
In fascia faceva bene, serviva assist importanti, tagliava l’area per andare a concludere. E’ rimasta famosa la doppietta con cui ha liquidato il Milan nel derby di categoria U16.
Il limite era costituito proprio dalla potenza fisica, dal peso, che non gli consentiva una straordinaria rapidità.
Nel frattempo erano venute anche 5 convocazioni e 4 presenze nella nazionale U16.
Passato in questa stagione negli U17 con Zanchetta, il giocatore ha stentato ad affermarsi, impiegato spesso solo per spezzoni di partita, pur significativi.
La definitiva consacrazione avviene però con il cambio di ruolo, a Cagliari (1-4 per noi), dove gioca tutta la partita da regista e prende in mano la squadra.
La conferma proprio contro il Brescia, sua ex squadra.
E ora non resta che proseguire nel cammino così ben avviato.
Il nuovo ruolo sembra proprio tagliato su misura per lui, che ha visione di gioco, capacità di contrasto, lancio lungo e preciso ma anche attitudine a giocare sul breve e tiro da fuori.
E soprattutto mi ha impressionato la sua sicurezza nel governare il reparto e la squadra.
Contro il Brescia ha calciato corner e punizioni, segno della fiducia che il mister nutre sulle sue capacità balistiche.
Con il lavoro potrebbe crescere in mobilità e rapidità, ma già ora viene assistito da un notevole senso della posizione e da una rapidità di pensiero che gli consentono soluzioni importanti.
Vediamo allora di conoscere il giovane calciatore anche per quanto concerne aspetti più privati della sua personalità, se così si può dire.
Papà e mamma lo seguono assiduamente in occasione delle partite, anche se papà Agostino, che allenava fino a novembre a Montichiari e ora si occupa di scouting per la Nike, ha meno tempo a disposizione.
Mamma Flavia si può dire che sia la genitrice che incontro più spesso sulle tribune, perché ha 3 figli da seguire, che giocano in squadre diverse.
Entrambi i genitori al campo sono cordiali con tutti, ma anche abbastanza riservati, seguono con attenzione, senza esprimere emozioni in modo visibile.
“Salva” non ha un procuratore: qualche consiglio, nella sua veste di esperto calcistico glielo dà papà.
Chi lo conosce bene lo dipinge come un ragazzo dal carattere solare e, non senza una vena lirica, ne accosta le caratteristiche all’origine partenopea: la città d’o sole e d’ o mare.
A me, soprattutto per qualche racconto che mi è stato riportato, sembra anche piuttosto spavaldo. Diciamo un po’ guascone.
Il che per riuscire nel calcio non è certo un male.
In realtà ha un carattere forte e deciso, in campo è un lottatore e trascinatore: gli piace agire da leader del gruppo.
Anche per questo forse il nuovo ruolo gli si attaglia alla perfezione.
Da due anni vive in pensionato e frequenta con buoni risultati il terzo anno all’istituto Milano.
Non ha una ragazza “fissa” (il che significa forse che ne ha tante… mobili?).
Nel tempo libero gioca a play e ama seguire partite del calcio estero.
Ma la sua vera passione è il mare.
Quando ho chiesto quale fosse il suo allenatore preferito, ho inserito nel gruppo anche Sarri, convinto che per le sue origini partenopee anche lui fosse affettivamente legato alla squadra del suo territorio.
Invece tiene per la Roma e come allenatore gli piace Pep Guardiola.
Tra gli avversari incontrati sul campo, suoi coetanei, i più forti gli sono sembrati Pellegri del Genoa e Tonali, centrocampista del Brescia (ma quest’ultima indicazione potrebbe essere influenzata dall’amicizia perché credo abbiano giocato insieme qualche anno fa).
La sua ambizione calcistica più immediata è aiutare la squadra a riprendere la vetta della classifica e magari anche rientrare stabilmente nel giro azzurro.
Gli è capitato più volte di allenarsi con la Berretti, ma ritengo probabile che prima della fine dell’anno avrà l’occasione di farlo anche con la Primavera (in prospettiva dovrebbe essere un giocatore che piace a Vecchi) e forse addirittura con la prima squadra.
Non ha particolari preferenze per il ruolo: play… trequartista, esterno destro o sinistro.
Se gioca da play ama le verticalizzazioni efficaci; da trequartista o da esterno punta sempre l’avversario e chiede l’uno due ai compagni.
Il giocatore che ritiene più forte, al momento, è Ronaldo, la squadra estera che segue con maggior simpatia il Real Madrid.
Infine il modello a cui si ispira è Verratti.
L’augurio di tutti è che ne ripercorra davvero il cammino, così l’Inter… potrà risparmiare un bel po’ di soldi.
Luciano Da Vite
Luciano, come sempre bellissimo articolo e pieno di dettagli interessanti.
RispondiEliminaDalla tua descrizione del suo profilo e per l'exploit che sembrerebbe avere avuto nel nuovo ruolo in questo ultimo periodo, ne esce fuori il ritratto di un giocatore veramente di grandissime potenzialità. È così? Pensi che potrebbe veramente arrivare ad affermarsi in massima serie e magari con la nostra squadra? Fermo restando che ovviamente glielo si augura in ogni caso e che, si sa, è difficile fare previsioni di questo tipo. Però mi sei sembrato molto netto nel presentarne le grandi potenzialità e qualità attuali e sembrerebbe avere un bel caratterino.
Volevo aggiungere una cosa sulla mia 'preferenza' e simpatia per il fatto che anche questo ragazzo, come Russo, provenga dalla mia città o dai dintorni. NOn è chiaramente mero campanilismo. Figuriamoci. CIoè, ci può stare che mi faccia piacere se un mio concittadino giochi per l'Inter, perché no, ma non è questo il punto. MOlto spesso parliamo di ragazzi letteralmente strappati a realtà molto molto difficili (come immagino ce ne siano anche altrove nel resto d'Italia,chiariamoci...). Non credo nelle favole, ovviamente, però è bello sapere che ci sono dei ragazzi che abbiano una grande passione e del talento e che abbiano una opportunità così bella come crescere e frequentare un club e un ambiente così importante da tutti i punti di vista come il nostro settore giovanile.
Non volevo essere retorico ovviamente. Però alcune storie positive di riscatto ci sono ancora. Fabio Pisacane del Cagliari è praticamente nato e cresciuto nel mio stesso quartiere, in pratica è cresciuto per strada, era un ragazzo abbastanza irrequieto diciamo, ma un ragazzo per bene che il calcio in qualche modo ha aiutato a prendere la giusta via. Anche se, chiaro, è stato anche lui che ci ha messo del suo e se ha conquistato determinati traguardi come la Serie A è stato per il grande impegno. Senza menzionare le sue qualità umane dimostrate in diverse occasioni.
Chiedo scusa per la parentesi e se sono sembrato in qualche maniera retorica. QUi non parlo solo di ragazzi che diventano o devono diventare a tutti i costi dei campioni, ma di ragazzi che hanno possibilità di una occasione di vita formativa negli anni che poi sono quelli più importanti e determinanti nella crescita dell'individuo e considero ovviamente l'Inter una dimensione ideale da questo punto di vista parlando dell'ambito del calcio giovanile e che in fondo ho imparato a conoscere soprattutto grazie a Luciano, cui ovviamente sono grato per il suo contributo 'divulgativo' in tal senso.
A proposito dell'aspetto umano relativo ai nostri colori, sottolineo l'invito fatto al ragazzo francese, Théo, cui chiaramente faccio anche i miei migliori auguri di pronta guarigione.
RispondiEliminaDifficile dire quali saranno i limiti reali di Espo come di quasi tutti i giovani. I ragazzi difficilmente crescono in modo lineare, piuttosto vanno a strappi e accelerazioni.
RispondiEliminaSe tu mi avessi chiesto di Salva qualche tempo fa sarei stato molto cauto: stava vivendo un periodo di involuzione, rispetto alle promesse iniziali.
Adesso si aprono prospettive interessanti, ma è presto per un giudizio attendibile.
Di sicuro ha carattere, spavalderia appunto, doti tecniche e visione di gioco. Di sicuro ha potenza.
E queste doti non le perderà, verosimilmente le incrementerà.
Però il problema è: migliorerà nella rapidità, in quella che chiamerei con un mio neologismo "nella resistenza veloce"?
Molto dipende da lui. Un po' dalla natura
L'area campana è al momento la più produttiva d'Italia, a livello di giovani calciatori. Non c'è annata che non proponga giovanissimi molto interessanti. Su suggerimento di un nostro amico ho appena proposto in società di provinare un ragazzino addirittura del 2008, già seguito da Samp e Juve.
RispondiEliminaIl mio dispiacere sta nel fatto che solo 2-3 anni fa eravamo assolutamente egemoni in regione. Adesso la concorrenza è fortissima. la juve si è organizzata bene sul territorio, trovando gli appoggi giusti. la samp il Milan sono attivissimi. Come si è visto persino il Brescia pesca lì. E ora c'è anche il Napoli, prima inesistente.
peccato perché spesso, nelle giovanili interiste, la lingua più parlata era proprio ...il dialetto napoletano (in senso lato)
...e mancava la retorica anche dell'uomo immagine Exor...personaggetto pagato e considerato (sopportato/usato)solo per il sangue che gli corre nelle vene...citando Flavor...SCHIFO.
RispondiElimina...scusami Luciano...hai più avuto modo di vedere Calcaterra? Ci spero sempre...
RispondiEliminaElkann ci fa un favore, abbiamo bisogno della provocazione. In spogliatoio deve esserci la rabbia, insieme alla professionalitá, la rivalsa. Pioli e sicuramente un ottimo allenatore, ma abbiamo bisogno di più fuoco per vincere partite come quella dello stadium. Di un po' di mancinismo, di scontri personali.
RispondiEliminaBeh... ha ragione Luciano, al peggio non c'è mai fine. Per favore, non leggete (a me l'ha postato un collega juventino) l'editoriale del direttore del Foglio Claudio Cerasa che si professa tifoso nerazzurro dall'età di 6 anni. Io capisco che uno tiene famiglia ma fatevi un favore non cercate questo scritto. SCHIFO
RispondiEliminaIl Rag. Cerasa, un servo. Di ogni potere.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaNonho avuto modo di vedere il calca. credo che ora lavori per la Samp (e questo sarebbe uno dei motivi per cui i liguri sono attivi in Campania)
RispondiEliminaFlavor: be' già il fatto che uno scriva sul foglio la dice lunga...
RispondiEliminaComunque Cerasa non è interista. Cerasa è il sostenitore di ogni corrotto, ladro, ama le frasi tipo "la politica è sangue e merda", ha un DNA juventino. Si finge interista come si finge democratico, si finge di destra o di sinistra. A lui interessa solo chi comanda, schierarsi e servirlo è il suo mantra. Non concepisce un "governo" onesto e per il popolo, quindi non mette in conto che, forse, il vento potrebbe cambiare. Lui è liberista ma vive di sussidi pubblici. Rappresenta il peggio di questo paese.
Elimina....ci è sufficiente sapere che è stato "generato" (sorvolo sui dettgli) da @ferrarailgrasso (servo di troppi padroni) ...#amen
EliminaHo ricevuto il post Luciano. Ovviamente lo pubblico domani.
RispondiEliminaLuciano...che brutta notizia. Speriamo che possa succedere qualcosa a livello di "accordi" sul suolo nazionale. Vista anche l'esperienza col Prato...
RispondiEliminaComunicato ufficiale dell'Inter.
RispondiEliminaOgnuno ha la SUA storia.
Incomprensibile per ovini e cerasa.
Aspettavo una risposta efficace della società ed è arrivata. Grazie Suning
RispondiEliminaSul piano della comunicazione ora siamo fortissimi.
RispondiEliminaNon resta che aspettare di esserlo anche sul piano del decondizionamento dei poteri truffaldini
Hai ragione, ma in questo mondo (a noi 2 potrebbe anche non piacere, passiamo di moda...) la comunicazione è essenziale. Il sottointeso "ci siete indifferenti" e la NOSTRA storia....", lo confesso, mi hanno fatto sorridere, di orgoglio e piacere. Non per il comunicato, non solo, ma per essere da questa parte. A loro lascio l'altra...
EliminaIl comunicato dell'Inter é perfetto. Ed anche Mentana non è stato da meno.
RispondiEliminaPerdonatemi, ma ho ritenuto di riportare in un post apposito il comunicato ufficiale. Appena pubblicato: http://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/02/comunicato-ufficiale-di-fc.html
RispondiElimina