Ho utilizzato questa espressione (scontro epico), volutamente in modo iperbolico, per segnalare il fatto che alcune nostre partite per la loro importanza, indipendentemente dalla classifica finale, erano in grado di suscitare attese e interesse in diverse parti del mondo, tra cui quelle più interessanti per i nuovi proprietari del club.
Juve - Inter era una di quelle, non tanto per i valori tecnici e per l'impatto sulla classifica (che interessava quasi solo noi, anche se poi dal punto di vista del terzo posto, perdere punti a Torino sarebbe stato equivalente a perderli in casa contro un' avversaria modesta).
Juve - Inter lo era per la storia delle due squadre, per le polemiche che le dividono, perché le due società sono espressione di un sistema di valori (disvalori nel caso degli zebrati) opposti e conflittuali.
Ma lo è anche Inter - Roma.
Questa volta se la partita è decisiva per le nostre ambizioni superstiti, è importante anche per i giallorossi che in caso di sconfitta, rischierebbero di venir avvicinati, oltre che dal Napoli, anche da Inter, Atalanta e forse Lazio.
Del resto pure Inter - Roma ha una grande storia, ricca di conflittualità.
Negli anni del nostro quinquennio vittorioso, una forte Roma era condannata ad arrivare seconda e a perdere tutti i confronti diretti decisivi.
Ne è nato un atteggiamento di frustrazione e uno spirito di rivalsa che in qualche modo ha trovato soddisfazione in questi anni in cui la dimensione modesta della nostra squadra ha consentito ai romanisti di spavaldeggiare spesso.
Ma la soddisfazione si è ridotta a ben poca cosa: infatti essere superiori all'Inter ma comunque non riuscire a vincere nulla, assomiglia molto ad un accontentarsi pieno di amarezza.
La partita si carica dunque di queste atmosfere proiettate dal passato, ma a mio parere soprattutto di aspettative rivolte a un futuro che è colmo di speranze da entrambe le parti.
Le due squadre (meglio, società) potrebbero essere prossime a quel grande balzo stabile nell’aristocrazia internazionale che inseguono da tempo.
Per loro sarebbe una novità assoluta, per noi il sedersi come ospiti abituali a una tavola alla quale siamo stati invitati solo sporadicamente: qualche volta negli anni ’60 e per una fugace apparizione recente.
La Roma è più avanti di noi in questo processo.
Ha una squadra più forte, un management consolidato, capace nel tempo di tenere la squadra ai vertici almeno nazionali, pur cedendo giocatori importanti, ma sostituendoli con altri che non sono da meno.
Ha una proprietà che sta dimostrando con i fatti di avere una visione imprenditoriale forte: la battaglia per il nuovo stadio implica una disponibilità a investire in vista del conseguimento di profitti che daranno stabilità finanziaria alla società.
La proprietà non è radicata nel tessuto produttivo (e della politica corrotta) come lo è FCA a Torino.
Agli Ovini è bastato esprimere un desiderio perché una politica locale (e non solo) totalmente succube concedesse l’inconcedibile.
Ma a Roma hanno saputo come muoversi: è stata sufficiente una dichiarazione della proprietà per cui senza nuovo stadio (e soprattutto annessi e connessi, perché sono questi che fanno il business) sarebbe stato necessario cedere i migliori giocatori.
Mossa astuta e ricattatoria, perché ha spinto un tifo caliente alla mobilitazione e in una città come Roma nessuna giunta può sottrarsi al condizionamento di una massa di tifosi…votanti.
Roma poi ha potenzialmente un bacino di riferimento più ampio del nostro, perché la Lazio non è il Milan e perché a Roma non c’è la diffusione di tifosi juventini che si riscontra soprattutto nell’hinterland milanese e lombardo.
La Roma non ha tradizione, ma non l’aveva neppure il PSG.
In un contesto già funzionale, se arrivano i soldi, può davvero aspirare a un salto di qualità.
Noi, come detto, partiamo da una situazione meno favorevole.
Di società, di squadra, di contesto.
Ma anche da una situazione potenzialmente più espansiva.
Non tanto a Milano e nel nord Italia, quanto in Cina e più in generale in Asia.
Ma perché questo accada devono arrivare in fretta grandissimi giocatori, capaci di affascinare quel mondo e risultati capaci di diffondere entusiasmo.
La proprietà qualcosa ha già dimostrato, ma il più resta ancora da compiere.
A partire dalla trasformazione delle strutture, sia per la prima squadra, sia per i giovani.
La sensazione comunque (o forse qualcosa di più) è che ci sia la volontà di seguire al meglio questo percorso.
Nell’immediato dobbiamo puntare tutto sulle sfide epiche, per conquistare credibilità e suscitare aspettative.
E magari, se facessimo tutto per il meglio e qualcuna davanti mollasse, per affrettare i tempi della nostra ‘esplosione’.
Juve - Inter era una di quelle, non tanto per i valori tecnici e per l'impatto sulla classifica (che interessava quasi solo noi, anche se poi dal punto di vista del terzo posto, perdere punti a Torino sarebbe stato equivalente a perderli in casa contro un' avversaria modesta).
Juve - Inter lo era per la storia delle due squadre, per le polemiche che le dividono, perché le due società sono espressione di un sistema di valori (disvalori nel caso degli zebrati) opposti e conflittuali.
Ma lo è anche Inter - Roma.
Questa volta se la partita è decisiva per le nostre ambizioni superstiti, è importante anche per i giallorossi che in caso di sconfitta, rischierebbero di venir avvicinati, oltre che dal Napoli, anche da Inter, Atalanta e forse Lazio.
Del resto pure Inter - Roma ha una grande storia, ricca di conflittualità.
Negli anni del nostro quinquennio vittorioso, una forte Roma era condannata ad arrivare seconda e a perdere tutti i confronti diretti decisivi.
Ne è nato un atteggiamento di frustrazione e uno spirito di rivalsa che in qualche modo ha trovato soddisfazione in questi anni in cui la dimensione modesta della nostra squadra ha consentito ai romanisti di spavaldeggiare spesso.
Ma la soddisfazione si è ridotta a ben poca cosa: infatti essere superiori all'Inter ma comunque non riuscire a vincere nulla, assomiglia molto ad un accontentarsi pieno di amarezza.
La partita si carica dunque di queste atmosfere proiettate dal passato, ma a mio parere soprattutto di aspettative rivolte a un futuro che è colmo di speranze da entrambe le parti.
Le due squadre (meglio, società) potrebbero essere prossime a quel grande balzo stabile nell’aristocrazia internazionale che inseguono da tempo.
Per loro sarebbe una novità assoluta, per noi il sedersi come ospiti abituali a una tavola alla quale siamo stati invitati solo sporadicamente: qualche volta negli anni ’60 e per una fugace apparizione recente.
La Roma è più avanti di noi in questo processo.
Ha una squadra più forte, un management consolidato, capace nel tempo di tenere la squadra ai vertici almeno nazionali, pur cedendo giocatori importanti, ma sostituendoli con altri che non sono da meno.
Ha una proprietà che sta dimostrando con i fatti di avere una visione imprenditoriale forte: la battaglia per il nuovo stadio implica una disponibilità a investire in vista del conseguimento di profitti che daranno stabilità finanziaria alla società.
La proprietà non è radicata nel tessuto produttivo (e della politica corrotta) come lo è FCA a Torino.
Agli Ovini è bastato esprimere un desiderio perché una politica locale (e non solo) totalmente succube concedesse l’inconcedibile.
Ma a Roma hanno saputo come muoversi: è stata sufficiente una dichiarazione della proprietà per cui senza nuovo stadio (e soprattutto annessi e connessi, perché sono questi che fanno il business) sarebbe stato necessario cedere i migliori giocatori.
Mossa astuta e ricattatoria, perché ha spinto un tifo caliente alla mobilitazione e in una città come Roma nessuna giunta può sottrarsi al condizionamento di una massa di tifosi…votanti.
Roma poi ha potenzialmente un bacino di riferimento più ampio del nostro, perché la Lazio non è il Milan e perché a Roma non c’è la diffusione di tifosi juventini che si riscontra soprattutto nell’hinterland milanese e lombardo.
La Roma non ha tradizione, ma non l’aveva neppure il PSG.
In un contesto già funzionale, se arrivano i soldi, può davvero aspirare a un salto di qualità.
Noi, come detto, partiamo da una situazione meno favorevole.
Di società, di squadra, di contesto.
Ma anche da una situazione potenzialmente più espansiva.
Non tanto a Milano e nel nord Italia, quanto in Cina e più in generale in Asia.
Ma perché questo accada devono arrivare in fretta grandissimi giocatori, capaci di affascinare quel mondo e risultati capaci di diffondere entusiasmo.
La proprietà qualcosa ha già dimostrato, ma il più resta ancora da compiere.
A partire dalla trasformazione delle strutture, sia per la prima squadra, sia per i giovani.
La sensazione comunque (o forse qualcosa di più) è che ci sia la volontà di seguire al meglio questo percorso.
Nell’immediato dobbiamo puntare tutto sulle sfide epiche, per conquistare credibilità e suscitare aspettative.
E magari, se facessimo tutto per il meglio e qualcuna davanti mollasse, per affrettare i tempi della nostra ‘esplosione’.
B) Le squadre attuali.
Non c’è dubbio che tra le due squadre ci sia al momento un dislivello tecnico e agonistico che va a tutto vantaggio dei romanisti.
Anzitutto loro sono una squadra collaudata e abituata al vertice da tempo, nella quale le variazioni di mercato non hanno inciso (o forse in meglio) sulla struttura del complesso che è rimasta sempre solida.
La loro rosa è sicuramente più ampia e completa della nostra.
So che alcuni amici non concorderanno su questo, ma io resto convinto di quanto affermo.
E porto un esempio: o hai una squadra capace di dominare in Italia anche quando gioca al 60%,(magari con gli aiutini necessari) oppure quando giochi una competizione internazionale devi necessariamente cercare di andare avanti schierando molte alternative ai titolari veri.
La Roma ha passato il turno in EL schierando otto giocatori che oggi non saranno in campo.
L’Inter con un turn over più moderato è uscita ai gironi contro avversarie innominabili (come si è visto poi).
Certo si può sostenere, con qualche ragione, che la colpa sia stata di FDB.
La differenza di risultati ottenuta in campionato da Pioli potrebbe avallare questa tesi.
Ma noi oggi siamo in difficoltà per una sola assenza (Miranda) e loro non calcolano neppure l’assenza di Florenzi che da noi sarebbe titolare fisso.
Oltre a questo e a un gioco più collaudato nel tempo, dispongono di una difesa oggi più solida e di alcune individualità di spicco nei settori chiave non so se più forti, ma certamente più “finite” rispetto alle nostra.
Se Gaglia e Kondo possono valere De Rossi - Strootman (pur con un’esperienza diversa) il confronto tra Nainggo Salah Dzeko e Joao Perisic Icardi sembra volgere, almeno per il momento, a favore dei romanisti, se non altro perché più continui e meglio assortiti.
Poi, come dicevamo, secondo il mio punto di vista (discutibile e spero… errato) hanno migliori integrazioni e sostituti più convincenti.
Questo non significa certo che faremo da vittime sacrificali.
Sugli undici titolari probabilmente la differenza c’è ma non è così netta come sulla rosa completa.
E quando la differenza non è netta, sono i particolari che fanno la differenza.
A volte il caso o gli arbitri.
Non è un mettere le mani avanti, spero proprio che non ce ne sia bisogno, ma in un match tirato, checché se ne dica, sono determinanti gli episodi: un tiro deviato, una decisione arbitrale fasulla possono determinare il premio o la condanna.
Spesso però l’episodio, l’elemento particolare accade se si creano le condizioni per determinarlo e poi se si creano le condizioni per renderlo decisivo con una condotta di gara adeguata.
Non è partita da giocare con riserve mentali o rassegnazione e non accadrà.
Vedremo in campo undici giocatori stramotivati e il pubblico dovrà fornire un sostegno importante.
E’ il caso di dire: “chi si astiene dalla lotta, è un gran figlio di…”
Anche sugli spalti, perché in campo non accadrà.
C) La partita.
Ho preso visione attentamente delle dichiarazioni di Pioli e Spalletti in conferenza stampa.
Da un certo punto di vista secondo me sono più interessanti quelle di Spalletti, che dimostrano un complesso di inferiorità psicologica radicato (probabilmente nel passato di questo mister, fatto di sconfitte).
Pioli ha confermato di possedere lo stile Inter con dichiarazioni misurate e signorili.
Non è stato lui a tirare in ballo la statistica sui rigori, ma quando gli hanno chiesto se un simile dislivello può aver inciso sul percorso delle due squadre, non ha detto che sia stato decisivo ma ha dovuto ammettere che per qualcosa può aver influito.
La replica di Spalletti è stata livorosa e ha confermato la pochezza umana dell’uomo, che probabilmente non arriverà mai a grandi risultati perché prima di un grande tecnico è necessario essere un grande uomo.
Spalletti ha attribuito sprezzantemente all’’ambiente Inter la responsabilità di aver evidenziato questo dato, evidentemente per ottenere un qualche risarcimento.
Si vede che lui è abituato a queste pratiche.
E in ogni caso mi sembra che la questione sia stata sollevata dai giornalisti, che dovrebbero avere l’obbligo ‘etico’ di segnalare i fatti (e questo è un fatto) all’opinione pubblica.
La Roma in stagione ha avuto 11 rigori ed è nettamente prima nell’apposita classifica, con molte lunghezze sulla seconda (la Viola).
L’Inter è penultima, e peggio è stato… trattato solo il Palermo.
Poi i rigori li abbiamo visti tutti e almeno la metà di quelli concessi alla Roma erano totalmente inventati.
Spalletti ha replicato parlando della scorsa stagione, quando a suo dire non avrebbe avuto parecchi rigori sacrosanti.
A parte il fatto che così si potrebbe risalire anche al campionato del 1915-16, resta una considerazione: Spalletti ha trascurato di dire che anche lo scorso anno, con 4 rigori all’attivo, la Roma ne ha avuti di più dell’Inter (3) e che anche lo scorso anno peggio dell’Inter sono state trattate solo Empoli e Palermo.
Speriamo che il Palermo… non retroceda, altrimenti in questa speciale graduatoria saremo destinati a essere ultimi.
Appurato dunque che la dichiarazione di Spalletti è indice solo di arroganza e di un po’ di timore, veniamo alle considerazioni di natura tecnica.
In fondo le dichiarazioni di Pioli hanno dato meno indicazioni, rispetto a quelle del suo competitor (anche se poi bisognerà vedere se le affermazioni di Spalletti troveranno conferma sul campo).
Le parole di Pioli sono state musica per le mie orecchie quando ha detto di non essere troppo interessato ai numeri, concetto che per altro ha ribadito in varie occasioni
Non si vince per un modulo o per un altro, ma per la garra e la concentrazione che si mettono in campo, per la qualità degli uomini, per la loro capacità di adattarsi alle situazioni di gioco che in campo variano continuamente.
Spalletti invece ha parlato di moduli: ha visto un’Inter che nelle ultime tre partite si è schierata nel modulo “che attualmente va per la maggiore” (?) cioè il 3421 e ha previsto una partita con le due squadre schierate in modo quasi speculare, tanto che ha parlato di una serie di confronti diretti, quasi di marcature ad uomo.
Esemplifico: le due formazioni più ‘gettonate’ in questa prospettiva (3421) sono le seguenti.
- Inter.
Murillo, Medel, D'Ambrosio;
Candreva, Gagliardini, Kondogbia, Ansaldi;
Joao Mario; Perisic,
Icardi.
All. Pioli
- Roma.
Manolas, Fazio, Rudiger,
Bruno Peres; Strootman, De Rossi, Emerson;
Salah, Nainggolan;
Dzeko.
All. Spalletti
In realtà se anche gli schieramenti iniziali fossero questi, sul campo le situazioni varierebbero in continuità e per questo serve avere giocatori duttili.
In ogni momento, per esempio, D’Ambro potrebbe slittare a fare il terzino di una difesa a 4 con lui e Ansaldi sugli esterni, Joao potrebbe retrocedere sulla linea di centrocampo per costituire un 4 5 1 o un 4411.
Gli esterni Candreva e Perisic potrebbero avanzare in linea con Icardi per costituire un 433 o un 4231.
Tutte queste soluzioni si verificheranno più volte nel corso della partita, per cui non sarà tanto determinante il teorico schieramento iniziale, ma la capacità dei singoli di adattarsi a compiti diversi e la sincronizzazione rapida di movimenti e spostamenti.
Un altro esempio; se a un certo punto la Roma decidesse si immettere il Faraone o Perotti, l’Inter dovrebbe passare necessariamente a una difesa a 4 per non lasciare i tre difensori esposti all’uno contro uno con avversari pericolosissimi.
Se invece entrasse Totti bisognerebbe preoccuparsi di avere uno che lo marchi tra le linee.
Insomma le variabili sono infinite.
La partita sarà interessantissima anche se non ci fossero molti gol (in realtà spesso tra Inter e Roma si segna parecchio) perché come a scacchi ogni mossa potrebbe risultare decisiva.
Ovviamente non saremo solo noi a preoccuparci di loro. Anche la Roma dovrà in qualche modo adattarsi.
Ma io conosco meno le loro dinamiche e preferisco occuparmi dei problemi nostri e delle loro possibili soluzioni.
Anche perché obiettivamente loro hanno maggiori possibilità di variazioni e stravolgimenti (con gli uomini che ho citato, ma anche con Peredes) mentre per noi l’unica vera alternativa valida per un cambio di gioco è costituita da Brozo per Kondo o per Joao.
Ci sarebbe anche Banega, che magari entra e risolve la partita, ma io (gli amici mi scuseranno) ho ancora qualche perplessità su questo giocatore.
In conclusione: superiorità della Roma ma partita tutta da giocare. Con un risvolto fondamentale in più dopo la sconfitta del Napoli.
Infatti in caso di nostra vittoria la corsa al terzo posto rimarrebbe assai ardua, ma non più impossibile, neppure per uno abbastanza scettico come sono sempre stato.
A prescindere dalla partenza infelice il nostro tallone d’Achille sono stati fino ad ora gli scontri diretti.
Questa sera sapremo se la situazione può cambiare e se sarà possibile sperare in un’accelerata del processo di crescita.
Luciano Da Vite
Post ricco di spunti interessanti. Anche per quello che riguarda il tuo punto di vista sulle prospettive dei due club per il futuro e che va oltre - diciamo - quello che è l'impegno di questa sera.
RispondiEliminaNel merito condivido la tua analisi e anche io mi aspetto in campo la formazione che hai proposto nel confronto tra le due squadre messe in campo con il 3421. Sarebbe in qualche modo la scelta più logica nel segno della continuità... Anche se non escludo si possa optare per una difesa a quattro di partenza. Ma gli uomini sarebbero comunque gli stessi e penso secondo quello che è il mio parere che siano i più affidabili. I più forti.
squinzi non perde mai l'occasione di dire stupidaggini ed inesattezze...per carità, sarà anche calcio...ma in bocca al fresco ex presidente di confindustria fanno specie. #_oglione#
RispondiEliminaUn imbecille pieno di livore contro l'inter come lui deve avere un conto aperto. Manco Bargiggia si prende certe continue libertà, auspico un fallimento calcistico alla succursale della rube. Dopo Di Francesco meriterebbero un altro Malesani
EliminaSergio mi fai ridere...:-D quando si vuole un opinione netta....#grande#
RispondiEliminaGuarda,cerco di essere sempre diplomatico con le persone che sbagliano accidentalmente. Ma quando lo fanno volontariamente per offendere prevaricare e destabilizzare li ritengo personalità antisociali. Narcisisti intollerabili che non meritano rispetto perché si credono al di sopra degli altri! :)
Elimina.... aggiungerei che la Roma - in campionato - ha sempre vinto in casa...mentre fuori è un pochino più vulnerabile....in campo europeo, anche casa ha avuto più di un intralcio.... credo che conterà molto il nostro atteggiamento mentale.... dobbiamo essere determinati e e "maleducati" : loro non meritano di essere "rispettati"!
RispondiEliminaP.S. è vero che la roma ha schierato molte seconde linee giovedì sera contro il villereal (che formazione aveva?), ma dopo un 4- 0 in trasferta.... ripeto : fuori casa sono molto più vulnerabili e meno protetti (soggetti a notevoli amnesie)....giochiamocela al massimo!
Giovanissimi regionali (2003) Atalanta Inter 2-0
RispondiEliminaUn'Atalanta molto più forte, in tutti i reparti domina l'Inter e la manda a casa sconfitta con un gol per tempo.
Di positivo per i nostri solo la grinta, l'impegno che ci hanno messo e che ha consentito loro di restare in partita sino quasi alla fine (il gol del 2-0 è venuto a poco dal termine).
Tutti i loro giocatori hanno una considerevole base atletica sulla quale alcuni innestano doti tecniche importanti.
Noi abbiamo pagato soprattutto la scarsa fisicità dei nostri uomini di qualità e segnatamente centrocampisti e punte., mentre in difesa qualche uomo ha faticaot a contenere l'avversario.
Stavamocomunque facendo un discreto forcing, con mischie susseguenti a punizioi e corner, quando loro hanno inserito un'ala destra di colore potete e imprendibile, che in contropiede in pochi minuti ha lasciato sul posto tutta la squadra con due progressioni entusiasmanti, concluse con un gol e un salvataggio miracoloso dei nostri.
Atalanta destinata verosimilmente a dominare il prossimo campionato giovanissimi nazionali, mentre noi dobbiamo sperare nella crescita dei nostri più ricchi di talento e soprattutto in robusti innesti di qualità e peso, per ridurre le distanze
"... per noi il sedersi come ospiti abituali a una tavola alla quale siamo stati invitati solo sporadicamente: qualche volta negli anni ’60 e per una fugace apparizione recente." In realtà negli anni 80-90 vincevamo Coppe Uefae e alcune mitiche semifinali con il Real, nel 1972 finale di Coppa dei Campioni, due vittorie, una finale e semifinale negli anni 60, non mi pare sporadico...insomma noi appartiamo all'elitè del calcio mondiale, l'anomalia sono questi ultimi anni, scusa Luciano, forse eccedo nei toni, ma sono un interista orgoglioso :)
RispondiEliminaIo sono interista orgoglioso almeno quanto te ma questo non mi fa dimenticare che dopo i due successi sono dovuti passare altri 45 anni prima di ritornare a imporci e altri 39 prima di giocare un altra finale
RispondiEliminaun'altra
RispondiEliminaMa ci sono le Coppe Uefa e alcune semifinali europee....comunque guardiamo il futuro, che ci dice che dobbiamo battere la Roma.
RispondiEliminaSulle prospettive delle due società il vero problema è che loro avranno uno stadio di proprietà e noi chissà se mai lo avremo.
Due classifiche pro mio "orgoglio" :)
RispondiEliminaClassifica IHFFS storica per club 1991-2009
1 Barcellona 807,0
2 Manchester Utd 726,0
3 Juventus 633,0
4 Real Madrid 633,0
5 Milan 620,0
6 Inter 605,0
7 Bayern Monaco 599,0
8 Arsenal 594,0
9 River Plate 503,0
10 Chelsea 491,0
Top Europa 10 (periodo 1901-2000)
1 Real Madrid Spagna 563,50
2 Juventus 466,00
3 Barcellona 458,00
4 Milan 399,75
5 Bayern Monaco 399,00
6 Inter 362,00
7 Ajax 332,75
8 Liverpool 300,25
9 Benfica 299,00
10 Anderlecht 231,00
Per completezza, poi giuro la smetto :)
RispondiEliminaTop 10 Sudamerica(periodo 1901-2000)
1 Peñarol 531,00
2 Independiente 426,50
3 Nacional 414,00
4 River Plate 404,25
5 Olimpia 337,00
6 Boca Juniors 312,00
7 Cruzeiro 295,50
8 San Paolo 242,00
9 América de Cali 220,00
10 Palmeiras 213,00
Sullo Stadio ci sono inesattezze: intanto lo Stadio non sarà della A.S.Roma ma (e dico purtroppo) di una Società di parnasi&pallotta, dove pallotta fa 2 ruoli in commedia (socio dello Stadio e proprietario A.S.Roma); se un domani pallotta cedesse la A.S.Roma i nuovi proprietari si troverebbero con problemi. La A.S.Roma pagherà l'affitto; certo rispetto all'Olimpico è un passo avanti, più sinergie, ma non paragonabili ad un vero Stadio di proprietà, che va a costituire PATRIMONIO della SPA, la A.S.Roma è anche quotata, con effetti positivi di bilancio e "appetibilità" per eventuali investitori. La Giunta romana non ha ceduto, lo dicono i numeri, non si partiva da zero, le cubature commerciali si riducono del 60% (50% le cubature totali, ovviamente la parte strettamente Stadio non è stata toccata), l'impegno privato di opere pubbliche del 29%, è evidente che la Società costruttrice (ed indirettamente la A.S.Roma) partivano da una convenzione, con la Giunta precedente, per loro molto più conveniente.
RispondiEliminaA puro titolo di cronaca la manifestazione di tifosi davanti al Campidoglio non arrivava a 100 persone, e non per "amore" verso la Giunta; evidentemente le posizioni critiche (ed informate) di "tifosi importanti" per il "popolo giallorosso" (da Amendola alla Sig.ra Sensi, che chiarivano i termini della questione, senza essere "grillini", anzi...) hanno raffreddato la propaganda del"famostostadio"; ultima nota, i costruttori raggiunsero l'accordo con la giunta precedente nel Dic.2014, presentarono il progetto nel Giu.2016. 18 mesi a fare che? Secondo Il fatto quotidiano, ma in parte anche "il tempo", non avevano i soldi, e solo ora avrebbero ottenuto il finanziamento Unicredit (che NON è parte disinteressata). Non è una "questione politica", semplicemente le cose non sono, spesso, come le raccontano i media.
Grazie per l'intervento Amstaf. Veramente dettagliato e interessante. Sembrerebbe, considerando solo gli aspetti relativi la As Roma, un'operazione riuscita a metà. In queste condizioni non so quanto potrà essere determinante. È indubbio altresì che Pallotta, anche se non ha vinto, ha mantenuto stabilmente la Roma tra le prime tre. Vedremo se lo stadio costituirà un upgrade.
EliminaEmiliano, ci sarebbe anche da analizzare perché Parnasi e non, per esempio, Caltagirone (con relativi posizionamenti dei media, vedi "IL Messaggero"), essendo il gruppo marchini fuori causa (per ragioni "politiche"), visto che tutti questi gruppi sono romani e romanisti. Ma sarebbe un discorso, almeno apparentemente, O.T. in un blog di calcio e di interisti. Apparentemente, che poi, purtroppo, le partite si giocano in molti...campi.
EliminaI terreni in questione, se non erro, sono proprio di Parnasi.
EliminaSegnalo questa intervista a Sandro Mazzola rilasciata al corriere: http://m.corrieredellosport.it/notizia/calcio/2017/02/26-22159601/mazzola_ruppi_con_moratti_per_colpa_di_moggi_agnelli_mi_voleva_alla_juve
RispondiEliminaMolti contenuti sono sostanzialmente gossip. O almeno io lo considererei come tali. Grande calciatore Sandrino ma secondo me mai così grande sul piano della personalità sia come calciatore (posso sbagliare: mi attengo alle cronache e ai filmati dell'epoca) che dopo. Ma lungi da me attaccarlo: ha fatto letteralmente la storia dei nostri colori.
...la senilita'...e non è la prima volta del buon Sandro...
RispondiEliminaCerca il titolo in prima pagina. Gli mancheranno i tempi in cui li otteneva per la sua bravura come calciatore probabilmente.
EliminaNon l'ho visto giocare...mi rimarrà di lui l'immagine della desolante pubblicità con Altafini... Grazie di tutto Sandro, però...
RispondiEliminaIl colosso cinese Huarong si sfila dai possibili investitori di Sino Europe...se non fosse che sono al lavoro, mi farei la pipi addosso dal ridere...
RispondiEliminail contributo di Amstaf è importante e preciso, come sempre.
RispondiEliminadevo dire però che sarei comunque contento se Suning, anche con un socio, facesse uno stadio che resta di proprietà di Suning ma è per l'Inter
Beh, piuttosto che niente piuttosto. Basterebbe non "venderlo", alle "masse" di tifosi o meno, come "Stadio dell'Inter". Perché non sarebbe così.
Eliminamazzola grandissimo giocatore, uomo di valore non pari
RispondiEliminaRiccardo: senza polemica, ma quasi sempre nella vita si può vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
RispondiEliminaIo forse sono più esigente.
Ma l'orgoglio non c'entra. sarei orgogliosamente interista anche se avessimo sempre e solo giocato in serie b
Intanto le vittorie di Milan Lazio (e Atalanta) ci possono creare problemi
RispondiEliminaGiovanissimi regionali B (2004) Inter Feralpi 7-0
RispondiEliminaNon vorrei sbagliare ma i gol sono stati di Curatolo (2) Naimzada, Bonavita, Castoldi Uberti e il settimo non ricordo.
Partita dominata, giocando a tratti benissimo, ma come sempre questi incontri rischiano di falsare un po' il giudizio sui singoli, esaltandoli oltre misura. Per fortuna ci sono le ottima prove anche in partite vere agonisticamente e tecnicamente a far testo sulla bontà del gruppo
Inizialmente la squadra si è schierata con
Formosa
Marocco Trubia Cugola Valtorta
Uberti Bonavita Castoldi Pelamatti
Naimzada Curatolo
Poi sono entrati anche Dobinda Lanfranco Perin Martini Di Giuliomaria Menegatti e Origone.
Portieri poco impegnati (il primo vero tiro nel finale, sul 7-0)
Marocco in lieve difficoltà inizialmente contro un avversario di colore piccolo ma velocissimo. Poi gli ha preso le misure.
Trubia molto dinamico e attivo. per me quasi una rivelazione
Cugola solito dominatore sul piano atletico. Di testa fallisce di poco un paio di realizzazioni
Valtorta bravo nella spinta
Uberti un peperino, dinamico e insidioso
Castoldi soldi centrocampista di rendimento
Bonavita: padrone assoluto del centrocampo e splendido tiratore da fuori (specialità della casa, si era esibito così anche contro Atalanta e Milan)
Pelamatti potente e insidioso
Curatolo avversari tremate: Denis è tornato
Naimzada attaccante di sostanza e di peso
Tra i subentrati solo due brevi notazioni: Perin un tempo irrinunciabile paga per il momento la ritardata crescita fisica
Di Giuliomaria (il "mio" Ely) sta crescendo muscolarmente e ha ovviamente conservato i colpi che lo contraddistinguevano
Figurati Luciano, nessuna polemica, l'orgoglio è per la nostra storia che va aldilà dei risultati, che comunque non sono "scarsi", volevo precisare solo questo, l'Inter per i suoi risultati appartiene all'elite del calcio mondiale e i dati forniti lo dimostrano.
RispondiEliminaStasera snodo cruciale se si vince si riapre il discorso per il terzo posto, se si perde anche la corsa per la EL si complica
Io spero che L'EL non sia un obbiettivo.
RispondiEliminaIo spero che L'EL non sia un obbiettivo.
RispondiEliminaHanda - D’Ambro Medel Murillo - Candreva Kondo Gaglia Perisic - JM Brozo - Icardi ... si comincia così...
RispondiEliminaPubblicato il post del live della partita: http://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/02/live-inter-roma.html
RispondiElimina