Prima della pausa per gli impegni delle Nazionali (torneremo in campo domenica 2 aprile contro la Sampdoria alle ore 15.00) ci aspetta una trasferta difficile sul campo del Torino degli ex Sinisa Mihajlovic, Adem Ljajic, Benassi, Joel Obi, che ancora bersagliato dalla mala sorte non prenderà sicuramente parte alla partita a causa dell'ennesimo infortunio che lo ha colpito e che lo terrà lontano dai campi da gioco fino alla fine di aprile (gli faccio ovviamente nell'occasione i miei migliori auguri, sperando che questo sia l'ultimo di tanti stop che fino a questo momento ne hanno compromesso la carriera).
Arriviamo allo scontro contro i granata nelle migliori condizioni fisiche (per quanto abbiamo visto sul campo nelle ultime due partite) e mentali possibili.
Sicuramente carichi dopo aver centrato due vittorie contro Cagliari e Atalanta con due risultati sonanti e la bellezza di dodici reti realizzati. Dopo aver vinto il primo dei tanti scontri diretti che ci separano alla fine del campionato e al sogno della qualificazione in Champions League.
Un obiettivo così vicino quanto lontano.
Un obiettivo così vicino quanto lontano.
I punti che ci separano dal Napoli, che al momento occupa la terza piazza e impegnato domenica in casa di un Empoli tutt'altro che irresistibile (ha perso sei delle ultime sette partite giocate e segnato la miseria di quindici goal in tutto il campionato), sono solo sei (60 punti loro, 54 noi).
Ma non possiamo nella valutazione dello stato delle cose non considerare che la squadra di Sarri continui a tenere un ruolino di marcia molto importante, praticamente inarrestabile da mesi (l'unico periodo negativo è coinciso con l'infortunio di Milik, ma poi hanno prontamente trovato una soluzione 'interna' lanciando uno stratosferico Mertens nel ruolo di centravanti).
In classifica inoltre siamo anche dietro la Lazio (56).
Mentre Atalanta e Milan ci seguono di poco.
Da notare che i rossoneri tra l'altro nelle prossime sei partite, oltre che dover giocare il famoso derby delle 12.30 e sperare che questo convinca i cinesi a rilevare il club dalle mani di Silvio Berlusconi..., avranno l'opportunità di giocare contro le ultime cinque squadre in classifica. Cosa che li potrebbe effettivamente rilanciare, se non altro per un piazzamento in Europa League.
Se è vero che considero prioritario pensare a quello che dovrà essere il nostro cammino, dare un occhio al calendario delle squadre avversarie e in particolare delle nostre dirette concorrenti (soprattutto in questo momento del Napoli) è una curiosità cui difficilmente si può resistere e che lascia trarre delle conclusioni che per quanto non originali (dobbiamo vincere sempre, niente di nuovo sotto il sole) sono comunque in qualche maniera interessanti.
Mancano dieci partite alla fine del campionato.
Da notare che i rossoneri tra l'altro nelle prossime sei partite, oltre che dover giocare il famoso derby delle 12.30 e sperare che questo convinca i cinesi a rilevare il club dalle mani di Silvio Berlusconi..., avranno l'opportunità di giocare contro le ultime cinque squadre in classifica. Cosa che li potrebbe effettivamente rilanciare, se non altro per un piazzamento in Europa League.
Se è vero che considero prioritario pensare a quello che dovrà essere il nostro cammino, dare un occhio al calendario delle squadre avversarie e in particolare delle nostre dirette concorrenti (soprattutto in questo momento del Napoli) è una curiosità cui difficilmente si può resistere e che lascia trarre delle conclusioni che per quanto non originali (dobbiamo vincere sempre, niente di nuovo sotto il sole) sono comunque in qualche maniera interessanti.
Mancano dieci partite alla fine del campionato.
Quindi sono disponibili altri trenta punti.
Se li conquistassimo tutti arriveremmo a quota 84 punti, sopra quindi la quota 80 punti considerata quella minima per il piazzamento in zona Champions, ma che come ha osservato Pioli in conferenza stampa, quest'anno potrebbe non bastare per rientrare tra le prime tre.
Servirà quindi 'compiere un'impresa eccezionale' in questo incredibile rush finale che ci vedrà giocare una serie di partite importanti e difficili come il derby, in trasferta contro Fiorentina e Lazio e in casa contro il Napoli il 30 aprile, data in cui molto probabilmente sapremo molto di più su quello che sarà il nostro destino.
A quella data ci separano tuttavia ancora cinque partite. La trasferta contro il Torino. Sampdoria in casa, Crotone in trasferta, il derby, la trasferta di Firenze contro i viola.
Attenzione perché il Napoli nel frattempo non avrà un calendario facilissimo.
Domenica gioca in trasferta ad Empoli, ma dopo la pausa giocherà due volte in casa contro la Juventus (una è la gara di ritorno di Coppa Italia, che si preannuncia tiratissima, il Napoli infatti all'andata ha perso 3-1) e poi a Roma contro la Lazio, prima di due partite facili come quella contro l'Udinese e la trasferta al Mapei Stadium contro il Sassuolo.
Pensare che lo scontro diretto del 30 aprile possa essere non dico decisivo, ma quello dove si potrà capire se potremo giocarcela per il terzo posto fino alla fine, più che un augurio deve tuttavia a questo punto essere un obiettivo vero e proprio.
I prossimi tre impegni sulla carta dovrebbero essere alla portata del resto, ma proprio il primo tra questi, la prossima sfida dell'Olimpico, nasconde in realtà delle incognite e dei rischi cui sicuramente Pioli avrà concentrato tutta la propria attenzione in questi giorni.
Il Torino di Sinisa Mihajlovic, che al momento occupa la decima posizione in classifica, è una squadra che definirei 'umorale' e in questo senso, se vogliamo, simile caratterialmente al suo allenatore, che secondo me non si è mai spogliato definitivamente dei panni del giocatore, cosa che nel suo caso specifico può costituire un punto di forza come appunto una debolezza.
Significativi alcuni dati.
Il Torino segna tanti goal (52, uno in meno dei nostri) ma ne prende altrettanti (46).
È la squadra dopo la Roma che ha avuto più rigori a favore: nove.
Ne ha realizzati solo quattro.
Belotti ne ha sbagliati 3, Ljajic e Iago Falque uno a testa.
Ha in squadra quello che viene considerato il centravanti del momento del nostro campionato, Andrea Belotti, capocannoniere della Serie A con 22 goal fatti e seguito a due sole lunghezze da Dzeko e dal nostro capitano Mauro Icardi.
Completano l'attacco altri due giocatori anch'essi come l'allenatore diciamo umorali per definizione come Iago Falque (dieci goal e cinque assist) e l'ex Adem Ljajic (cinque goal e sette assist).
I tre probabilmente comporranno il tridente offensivo (ci sarebbe anche la variabile Iturbe), cui difficilmente Mihajlovic rinuncerà, a meno di snaturare quello che è il tradizionale schieramento della squadra, il 4-3-3.
Non penso di dire qualche cosa di banale nell'asserire che si tratti di una squadra in qualche maniera imprevedibile e comunque molto forte in attacco e con più di qualche punto debole in difesa (a partire dal portiere secondo me e secondo... Pep Guardiola) dove punta per lo più sulla fisicità e l'esperienza dei vari Rossettini, Moretti e Castan e la forza atletica degli esterni Zappacosta, Barreca e De Silvestri.
La sensazione è che si possa vincere la partita cercando di limitare le velleità degli esterni d'attacco e superandoli fisicamente a centrocampo dove Kondogbia e Gagliardini sono chiamati a ripetere quanto di buono abbiamo visto nell'ultima gara e la straripante vittoria contro l'Atalanta.
Tutti disponibili i nostri giocatori (diffidati Medel e Murillo, ma non penso proprio che Pioli terrà conto di questo dato adesso) in conferenza stampa l'allenatore come sempre non si è sbottonato più di tanto sulla formazione titolare, lasciando intendere al solito che farà le sue scelte a seconda 'dell'interpretrazione e delle soluzioni che vogliamo avere nelle doppie fasi' e che di conseguenza 'cercherò di scegliere i migliori.'
Che significa che possiamo aspettarci tanto la riproposizione della formazione vista domenica, tanto un ritorno della difesa a tre.
Dove del resto gli esterni sarebbero Candreva e D'Ambrosio.
Che significa che praticamente la squadra sarebbe in ogni caso schierata in modo tale da poter cambiare sistema di gioco a seconda della situazione contingente nel corso dei novanta minuti.
In ogni caso mi pare evidente che i ballottaggi dovrebbero essere due.
Qualcuno dice che potrebbe giocare Joao Mario invece che Banega.
In realtà Pioli non ha lasciato trapelare nessuna informazione del genere in conferenza stampa (anzi ha speso parole di elogio per l'argentino) e relativamente i singoli si è solo soffermato su Brozovic, che in questo momento non sta trovando spazio e che ha giustamente caricato definendolo un centrocampista completo capace di occupare tutte le posizioni nel reparto, sia quella di mediano che quella di trequartista.
La mia sensazione, a più di ventiquattro ore dal fischio di inizio..., è che si vada verso una conferma della formazione vista in campo contro l'Atalanta, soprattutto se Candreva darà particolari garanzie sul piano atletico durante gli allenamenti e se Ansaldi e Banega sembreranno a Pioli adeguatamente carichi dopo la buona partita di domenica.
L'aspetto più importante del resto, secondo me, resta ancora quello mentale.
L'allenatore, la squadra sia come gruppo che nei singoli, sembrerebbero avere trovato le loro certezze. Il punto sarà cercare di mantenere la tensione alta senza 'scoppiare'.
Sotto questo aspetto, finora, Pioli ha confermato di essere bravissimo nel tenere in mano le redini della squadra.
Giocare prima del Napoli, comunque impegnato in una partita facile, può mettere pressione a Sarri e i suoi ragazzi.
In ogni caso vincere ancora prima della pausa (la Lazio gioca in trasferta a Cagliari, la Roma, eliminata ieri sera dall'Europa League, in casa contro il Sassuolo, le due squadre si incontreranno poi nella semifinale di ritorno di Coppa Italia dopo la ripresa) è strategicamente centrale a prescindere dei risultati delle avversarie.
Due settimane di 'riposo' con la mente libera dai possibili veleni che potrebbero seguire un risultato diverso dalla vittoria e inquinare il prosieguo del campionato, ci potrebbero invece veramente caricare a mille per il rush finale.
Se altrove sono i giocatori che decidono se siano pronti o no per essere convocati in Nazionale (...), nel nostro caso sono Bauza e Deschamps che ancora una volta decidono di lasciarci Icardi e Kondogbia.
Ventura potrebbe decidere di continuare a non convocare D'Ambrosio.
Nel caso faremo tesoro di questa mancata sottrazione di energie alla causa.
Prima però dobbiamo dare tutto quello che abbiamo in campo contro il Torino.
Sul piano motivazionale abbiamo più di qualche ragione rispetto ai granata, che a questo punto sembrerebbero non avere nella pratica più nulla da chiedere al campionato. Abbondantemente sopra la zona calda della classifica. Troppo lontani, lontanissimi dalla possibile qualificazione per l'Europa.
Ma non ci faranno sconti ovviamente.
Anche perché vengono da una sonora sconfitta, lunedì sera, proprio contro la Lazio (3-1 per i biancocelesti). E perché giocare contro di noi per Mihajlovic e gli ex Benassi (radiomercato suggerisce un suo possibile ritorno a casa) e Ljajic (apparso diciamo amareggiato nei confronti dell'ex tecnico Roberto Mancini in conferenza stampa) potrebbe costituire una motivazione valida di suo.
Senza rancori, ma solo perché interessati al risultato finale (cioè vincere) e alla classifica, dovremo però essere noi a fare lo sgambetto al caro vecchio Sinisa. Poi tutti amici come prima.
Emiliano D'Aniello
Servirà quindi 'compiere un'impresa eccezionale' in questo incredibile rush finale che ci vedrà giocare una serie di partite importanti e difficili come il derby, in trasferta contro Fiorentina e Lazio e in casa contro il Napoli il 30 aprile, data in cui molto probabilmente sapremo molto di più su quello che sarà il nostro destino.
A quella data ci separano tuttavia ancora cinque partite. La trasferta contro il Torino. Sampdoria in casa, Crotone in trasferta, il derby, la trasferta di Firenze contro i viola.
Attenzione perché il Napoli nel frattempo non avrà un calendario facilissimo.
Domenica gioca in trasferta ad Empoli, ma dopo la pausa giocherà due volte in casa contro la Juventus (una è la gara di ritorno di Coppa Italia, che si preannuncia tiratissima, il Napoli infatti all'andata ha perso 3-1) e poi a Roma contro la Lazio, prima di due partite facili come quella contro l'Udinese e la trasferta al Mapei Stadium contro il Sassuolo.
Pensare che lo scontro diretto del 30 aprile possa essere non dico decisivo, ma quello dove si potrà capire se potremo giocarcela per il terzo posto fino alla fine, più che un augurio deve tuttavia a questo punto essere un obiettivo vero e proprio.
I prossimi tre impegni sulla carta dovrebbero essere alla portata del resto, ma proprio il primo tra questi, la prossima sfida dell'Olimpico, nasconde in realtà delle incognite e dei rischi cui sicuramente Pioli avrà concentrato tutta la propria attenzione in questi giorni.
Il Torino di Sinisa Mihajlovic, che al momento occupa la decima posizione in classifica, è una squadra che definirei 'umorale' e in questo senso, se vogliamo, simile caratterialmente al suo allenatore, che secondo me non si è mai spogliato definitivamente dei panni del giocatore, cosa che nel suo caso specifico può costituire un punto di forza come appunto una debolezza.
Significativi alcuni dati.
Il Torino segna tanti goal (52, uno in meno dei nostri) ma ne prende altrettanti (46).
È la squadra dopo la Roma che ha avuto più rigori a favore: nove.
Ne ha realizzati solo quattro.
Belotti ne ha sbagliati 3, Ljajic e Iago Falque uno a testa.
Ha in squadra quello che viene considerato il centravanti del momento del nostro campionato, Andrea Belotti, capocannoniere della Serie A con 22 goal fatti e seguito a due sole lunghezze da Dzeko e dal nostro capitano Mauro Icardi.
Completano l'attacco altri due giocatori anch'essi come l'allenatore diciamo umorali per definizione come Iago Falque (dieci goal e cinque assist) e l'ex Adem Ljajic (cinque goal e sette assist).
I tre probabilmente comporranno il tridente offensivo (ci sarebbe anche la variabile Iturbe), cui difficilmente Mihajlovic rinuncerà, a meno di snaturare quello che è il tradizionale schieramento della squadra, il 4-3-3.
Non penso di dire qualche cosa di banale nell'asserire che si tratti di una squadra in qualche maniera imprevedibile e comunque molto forte in attacco e con più di qualche punto debole in difesa (a partire dal portiere secondo me e secondo... Pep Guardiola) dove punta per lo più sulla fisicità e l'esperienza dei vari Rossettini, Moretti e Castan e la forza atletica degli esterni Zappacosta, Barreca e De Silvestri.
La sensazione è che si possa vincere la partita cercando di limitare le velleità degli esterni d'attacco e superandoli fisicamente a centrocampo dove Kondogbia e Gagliardini sono chiamati a ripetere quanto di buono abbiamo visto nell'ultima gara e la straripante vittoria contro l'Atalanta.
Tutti disponibili i nostri giocatori (diffidati Medel e Murillo, ma non penso proprio che Pioli terrà conto di questo dato adesso) in conferenza stampa l'allenatore come sempre non si è sbottonato più di tanto sulla formazione titolare, lasciando intendere al solito che farà le sue scelte a seconda 'dell'interpretrazione e delle soluzioni che vogliamo avere nelle doppie fasi' e che di conseguenza 'cercherò di scegliere i migliori.'
Che significa che possiamo aspettarci tanto la riproposizione della formazione vista domenica, tanto un ritorno della difesa a tre.
Dove del resto gli esterni sarebbero Candreva e D'Ambrosio.
Che significa che praticamente la squadra sarebbe in ogni caso schierata in modo tale da poter cambiare sistema di gioco a seconda della situazione contingente nel corso dei novanta minuti.
In ogni caso mi pare evidente che i ballottaggi dovrebbero essere due.
- Il primo quello tra Murillo e Ansaldi diciamo che potrebbe comportare anche una preferenza per quello che riguarda il modulo di partenza.
- Il secondo riguarda chi mandare in campo nel ruolo di trequartista.
Qualcuno dice che potrebbe giocare Joao Mario invece che Banega.
In realtà Pioli non ha lasciato trapelare nessuna informazione del genere in conferenza stampa (anzi ha speso parole di elogio per l'argentino) e relativamente i singoli si è solo soffermato su Brozovic, che in questo momento non sta trovando spazio e che ha giustamente caricato definendolo un centrocampista completo capace di occupare tutte le posizioni nel reparto, sia quella di mediano che quella di trequartista.
La mia sensazione, a più di ventiquattro ore dal fischio di inizio..., è che si vada verso una conferma della formazione vista in campo contro l'Atalanta, soprattutto se Candreva darà particolari garanzie sul piano atletico durante gli allenamenti e se Ansaldi e Banega sembreranno a Pioli adeguatamente carichi dopo la buona partita di domenica.
L'aspetto più importante del resto, secondo me, resta ancora quello mentale.
L'allenatore, la squadra sia come gruppo che nei singoli, sembrerebbero avere trovato le loro certezze. Il punto sarà cercare di mantenere la tensione alta senza 'scoppiare'.
Sotto questo aspetto, finora, Pioli ha confermato di essere bravissimo nel tenere in mano le redini della squadra.
Giocare prima del Napoli, comunque impegnato in una partita facile, può mettere pressione a Sarri e i suoi ragazzi.
In ogni caso vincere ancora prima della pausa (la Lazio gioca in trasferta a Cagliari, la Roma, eliminata ieri sera dall'Europa League, in casa contro il Sassuolo, le due squadre si incontreranno poi nella semifinale di ritorno di Coppa Italia dopo la ripresa) è strategicamente centrale a prescindere dei risultati delle avversarie.
Due settimane di 'riposo' con la mente libera dai possibili veleni che potrebbero seguire un risultato diverso dalla vittoria e inquinare il prosieguo del campionato, ci potrebbero invece veramente caricare a mille per il rush finale.
Se altrove sono i giocatori che decidono se siano pronti o no per essere convocati in Nazionale (...), nel nostro caso sono Bauza e Deschamps che ancora una volta decidono di lasciarci Icardi e Kondogbia.
Ventura potrebbe decidere di continuare a non convocare D'Ambrosio.
Nel caso faremo tesoro di questa mancata sottrazione di energie alla causa.
Prima però dobbiamo dare tutto quello che abbiamo in campo contro il Torino.
Sul piano motivazionale abbiamo più di qualche ragione rispetto ai granata, che a questo punto sembrerebbero non avere nella pratica più nulla da chiedere al campionato. Abbondantemente sopra la zona calda della classifica. Troppo lontani, lontanissimi dalla possibile qualificazione per l'Europa.
Ma non ci faranno sconti ovviamente.
Anche perché vengono da una sonora sconfitta, lunedì sera, proprio contro la Lazio (3-1 per i biancocelesti). E perché giocare contro di noi per Mihajlovic e gli ex Benassi (radiomercato suggerisce un suo possibile ritorno a casa) e Ljajic (apparso diciamo amareggiato nei confronti dell'ex tecnico Roberto Mancini in conferenza stampa) potrebbe costituire una motivazione valida di suo.
Senza rancori, ma solo perché interessati al risultato finale (cioè vincere) e alla classifica, dovremo però essere noi a fare lo sgambetto al caro vecchio Sinisa. Poi tutti amici come prima.
Emiliano D'Aniello
Ma allora Luciano, riprendendo una tua precedente, sei del parere che per chi ha una crescita ficica più lenta, sia consigliabile un impiego misurato? Voglio dire: è "peggio" per il bambino, da un punto di vista psicologico, giocare e non riuscire ad avere la meglio su avversari più fisicati oppure giocare meno aspettando uno sviluppo adeguato? Quale situazione dà meno sofferenza al bambino? Sono molto curioso di sapere un TUO giudizio,avendo io figli con una curva di crescita "lenta", ed anche quale sia il pensiero degli addetti ai lavori.
RispondiEliminaRiguardo Conte
RispondiEliminagiocatore della Juve dal 90 al 2004
(se non sbaglio anche il periodo dell accusa alla società di doping)
vincitore dello famoso scudetto 98 e del 5 maggio
Allenatore del Siena e del Bari coinvolti nel calcioscommesse (magari innocentissimo)
può essere il migliore al mondo e innocente in tutto e per tutto ma IO non lo vorrei mai sulla nostra panchina
Ma vedrai che resta a Londra... i risultati li sta avendo e ha i tifosi e la critica dalla sua. abramovich non lo mollerà secondo me.
EliminaTeo, queste sono le domanda che prediligo, anche se le risposte sono complicate (ma esistoo risposte che non siano complicate?).
RispondiEliminaComincio dal pensiero degli addetti ai lavori:
In questo caso la risposta non si ha a parole, ma la forniscono i comportamenti.
Nelle squadre ambiziose i giovani con talento ma con una curva di crescita lenta giocano poco, almeno se si tratta di campionati nazionali.
Itraloni e Di Maggio, per esempio sono due nostri centrocampisti 2005 talentuosissimi che probabilmente per la loro struttura fisica nei giovanissimi nazionali incontereranno difficoltà e se sarà così, giocheranno poco. Adesso sono i leader indiscussi della nostra squadra forse migliore.
Quindi l'allenaotre se ha giovani di talento ma in ritardo di crescita fisico atletica li impiega con il contagocce.
Bisogna vedere perché: gli interessa solo vincere per salvare il posto? Forse si. Però in ogni società ci sono dei responabili tecnici al disopra degli allenatori, che vengono valutati anche sulla riuscita dei giocatori (da noi uno è Bernazzani).
A questi responsabili come minimo (anche agli allenatori migliori) sta a cuore preservare un bene societario, dunque se ritengono il giovane talento sotto impiegato intervengono e si arriva a un compromesso.
Conosco numerosi giovani (ragazzini) che siccome giocavano poco (a loro idea) sono andati a chiedere di venir ceduti, anche in prestito.
Quando la società crede in loro, sostiene di essere soddisfatta e li convince a restare perché qui possono progredire più che altrove.
Se sono un po' più grandi li fa andare a temprarsi nella quotidianità dell'agonismo (un esempio è Carlino al Renate, o Mastro alla Pro).
Ripeto può esservi il dubbio che l'interesse della squadra (e quindi di mister e società prevalga su quello del ragazzino. Però è anche interesse della società non sciupare un talento. Quindi la soluzione che viene di solito adottata è il miglior compromesso possibile
continua
La mia opinione, visto che me la chiedi, per quel che conta è ancora più articolata.
RispondiEliminaI ragazzini non solo non sono tutti uguali come talento e come forza fisica, ma anche come carattere, come atteggiamento psicologico, come (soprattutto) ambiente che li circonda. Mi riferisco come è ovvio in primis all'ambiente familiare.
In linea genrale sono convinto che allenarsi all'Inter misurandosi quotidianamnete con compagni che sono al top delle gerarchie nazionali, s( e giocare ogni tanto) è più produttivo che cedere le armi e andare a giocarsela dove è più facile perché gli ostacoli da superare sono meno evidenti.
Se vai al Renate avrai compagni di una squadra di lega pro e giocherai contro avversari di lega pro. Ma anche se vai in una squadra di B di bassa classifica (sempre a livello giovanile) la situazione non sarà molto migliore.
Per me, in line adi massima meglio star qui finché si può, crescere e lottare con i migliori. Se credi in te e nelle tue possibilità.
E qui si apre la fase più delicata perché le reazioni psicologiche dei ragazzini alle difficoltà (non dico alle avversità) non è uguale per tutti.
C'è quello che crede (perché lo sente dire) Tizio gioca al tuo posto perché viene da via, l'allenatore è un incompetente che non ti vede, ecc..
Se un ragazzino è fragile, si smonta, si deprime. D'altro canto se si deprime di fronte a queste difficoltà meglio che lo faccia subito, il calcio a un certo livello non è fatto per lui, caratterialmente. Il calcio come la vita è una jungla in cui prevalgono i meriti ma fra i meriti c'è la determinazione, la fiducia incrollabile.
Quando un ragazzino mi chiede un parere gli dico: decidi tu: se preferisci giocarti le tue carte alla pari con giocatori di seconda e terza fascia vai, se preferisci star qui a lottare con quelli di prima fascia, che è più difficile ma anche più formativa, resta.fatte salve ovviamente le decisioni di chi controlla il cartellino
Sono contento che anche tu dia molta importanza al carattere, o meglio, alla predisposizione psicologica del bambino. Le tue sono parole molto sagge. Dispiace constatare, anche in settori giovanili di squadre Pro tanta incompetenza e superficialità...
RispondiEliminaTeo, per la mia piccola esperienza nel settore posso dirti che molti (ma le cose stanno cambiando in meglio) allenatori di settore giovanile (e soprattutto in società dilettantistiche) pensano e/o credono di essere dei Guardiola incompresi e guardano soprattutto il proprio ombelico. Vuoi perché credono che una vittoria in più faccia curriculum o per altre fesserie ma i ragazzi spesso sono considerati un ostacolo alle loro ambizioni. Oggi al Vicenza Calcio, mi dicono, diversi "allenatori" rientrano in questa categoria... io per conoscenza diretta e sul campo stimo molto Diego Bistore e Luciano Zanotto (il secondo, tralatro, interista doc).
RispondiEliminaGuarda Flavor...senza far nomi, non sono tanto gli allenatori che fanno i "grandi" il problema,come lo poni tu, quanto quei dirigenti, mezzi responsabili...quelli si sono da attenzionare...mamma mia...Oltretutto ho notato che a livello di allenatori, sono quelli più datati che tendono a fare i fenomeni, mentre i quelli giovani sono formati e preparati. Almeno questa è la mia esperienza. Poi si, facendo dei nomi, Diego è veramente molto bravo, come dici tu.
RispondiEliminaFlavor: be' se pensano di essere dei Guardiola siamo messi davvero male.
RispondiEliminaPerò, a parte gli scherzi, sono discorsi in cui si deve distinguere.
Le società di dilettanti sono una cosa. Quelle di lega pro e alcune di a e b un 'altra,
Le società di vertice un'altra ancora.
Hanno obiettivi, metodi, esigenze diversissime.
Inter Milan Atalanta Roma e qualche altra devono vincere, anche come settori giovanili e produrre giocatori di livello.
I ragazzi si rendono conto di tutto e a nessuno di loro piace perdere perché sono stati schierati compagni talentuosi ma non pronti rispetto agli esclusi, magari più scarsi ma di rendimento.
E non si può fare un discorso del tipo" dobbiamo divertirci e crescere tutti".
I ragazzi si divertono a vincere, crescono di più se si temprano i battaglie vincenti.
Voglio fare un discorso di una chiarezza estrema: si gioca Inter Atalanta 2002.
Io schiero
Stankovic
Guedegbe Cortinovis Pirola Di Marco
Boscolo Cester Simic
Barazzetta Cancello Esposito
I 2002 che secondo me hanno più tecnica, oltre a Barazzetta ed Esposito, sono Verzeni e Sangalli. Punto moltissimo su di loro, sono pure affezionato (preferisco i giocatori potenti ma poi mi affeziono ai più tecnici) ma non li schiero
In panca mando Essien Sottini Tordini Doumbia.
Poi ci saranno le occasioni in cui qualcuno degli esclusi, a turno giocherà. ma importante è il lavoro quotidiano, le amichevoli ecc, quando chi deve crescere fisicamente si abitua a misurarsi con chi è più pronto.
Il problema è torvare l'equilibrio giusto tra squadra competitiva partita per partia e occasioni per i meno pronti.
faccio rispettosamente notare ai critici della nostra società che nella formazione anti juve (quella del 4-0) non ha giocato NESSUNO degli 11 da me indicati.
In un anno si giocano 60-70 partite, con i criteri che ho detto (non perché siano la cerità, certo) giocano un po' tutti. certo non tutti alla fine saranno contenti, ma questo è un altro discorso.
Ribadisco in squadre come l?inter l'allenatore fa le scelte ma ci sono sopra di loro responsabili tecnici che hanno anche il compito di tutelare i possibili talenti futuri in ritardo.
Che non significa imporsi all'allenatore ma conciliare punti di vista e armonizzarli.
Ribadisco che il problema è nel trovare la misura ottimale dell'equilibrio e, secondo me,nel capire le psicologie individuali che variano di persona in persona: chi ha bisogno di essere stimolato, chi sostenuto e incoraggiato.
tenendo sempre presente che un allenatore è un allenatore e non una mamma consolatrice. Si deve, credo eh, dire la verità e incoraggiare a superala. Oppure spronare a superarla
Tra i giocatori più tecnici è saltato per u refuso il nome di un mio autentico grande (esile) pupillo: Goffi
RispondiEliminaSacrosanto quello che dici, Luciano. Soprattutto nelle società prof, i responsabili tipo Samaden & Casiraghi sanno quello che fanno sennò non sarebbero lì. Ovvio che non sempre ci prendono e se poi devono combattere con esigenze societarie risparmio se tutto diventa più complicato....
RispondiElimina.
RispondiEliminaCome abbiamo detto più volte, la partenza disastrosa e il buon ritmo tenuto dalle rivali ci costringono a giocare ogni partita come fosse uno spareggio, nonostante il percorso davvero rilevante compiuto sotto la guida di Pioli.
Per questo io sono forse leggermente meno ottimista di Emiliano (e penso di molti amici, certamente di Riccardo).
Noi dobbiamo vincere sapendo che un'eventuale vittoria potrebbe risultare sterile, con il Napoli a Empoli, La Lazio a Cagliari (dove noi di recente abbiamo stravinto, anche se non si possono fare confronti indiretti: ogni partita fa storia a sé) Atalanta e Milan alle prese con facili partite casalinghe.
Se però non vincessimo, il terzo posto rimarrebbe un bel sogno di fine inverno, per il quarto vedremmo allontanarsi la Lazio (e dovremo andare a farle visita) e addirittura potremmo essere di nuovo scavalcati dall'Atalanta e avvicinati dal Milan.
L'impegno più serio della giornata è il nostro e deve essere chiaro che vincere non sarà per nulla facile, nonostante l'ottimo periodo di forma che sembriamo attraversare.
Ultimamente tutti gli uomini schierati i campo (dopo il mezzo flop di Brozo contro la Roma) si sono espressi al massimo delle loro capacità.
Ma non potrà essere sempre così.
Questo elemento risulterà determinante, più del modulo adottato e della scelta di un singolo, là dove dovessero esserci dubbi e alternative.
Ho scritto più volte che si può vincere con ogni modulo e perdere con ogni modulo.
Si può vincere e perdere sia con un atteggiamento speculare a quello dell'avversario, sia con un modulo che lasci inizialmente a loro la supremazia in una zona del campo, per riservarci superiorità in un'altra dove crediamo di essere forti.
Non è il modulo che conta, ma l'intensità, il ritmo, la tempestività e il sincronismo nell'attuare gli spostamenti che ogni modulo prevede.
Poi un errore di un singolo (nostro o...preferibilmente loro) o dell'arbitro può orientare la partita.
Il Torino dovrebbe schierare un 433, noi mantenerci fedeli al 4231.
Quindi, ammesso che mediamente si faccia una buona prestazione, a livello individuale sarà decisivo il lavoro degli esterni, che dovranno assicurare una superiorità numerica incisiva in fascia e quello del trequartista, che dovrà assicurare una copertura per evitare la loro supremazia in mezzo al campo.
Poi naturalmente deciderà l'ispirazione, la vena delle punte. Nostre e loro.
Una cosa è certa: Sinisa non ci lascerà le autostrade che presuntuosamente Gasp ci ha riservato nell'illusione di venire a giocarsela a San Siro.
Sarà un match molto più duro e combattuto, nel quale peserà la grinta Toro e il fattore ambientale.
Possiamo farcela certo. Ma non illudiamoci che sia facile
Ancora una considerazione che non farà piacere agli amici del blog. ma a me piace dire come la penso prima che le cose accadano, naturalmente col rischio di sbagliare.
RispondiEliminaIl sorteggio di CL sta spianando alla juve la via della finale. Fino ad ora è stato favorevolissimo. Superando il barça ( i 4 gol presi a Parigi mi impressionano di più dei sei segnati in casa, con due rigori e soprattutto con Di maria che solissimo e con tutto il tempo di guardare sbaglia a 5' dalla fine il gol che avrebbe chiuso la partita sul 3-2) la juve potrebbe trovare un avversario agevole a vedere spalancata la porta della finale, con gli avversari più quotati che si eliminano a vicenda.
La mia previsione è dettata da...paura, ma credo che non sia estranea un considerazione tecnica (sempre da dilettante).
Mai come questa volta sarei contento di sbagliare
Penso anche io che sia uno scontro scontato. La differenza di organizzazione pesa troppo a favore dei vinovesi. Sarebbe stato più ostico da questo punto persino il monaco attuale purtroppo, oltre a bayern ed atletico. Hanno probabilmente un piede e mezzo in semifinale senza troppi problemi. Comunque per quanto conti, il bayern ha la squadra più completa e affrontando i bianconeri in semifinale quest'anno vincerebbero molto probabilmente. Quindi la semifinale può ancora liberarci da questi signori senza dover aspettare la finale. Il Barcellona mi sembra un Manchester City qualsiasi, con poca competitività per partire di questo livello, prendendo 5 gol da una squadra piuttosto mediocre quale il psg
EliminaSarebbe meglio sottovalutare gli spagnoli...magari scendono in campo molto cattivi...:D. Comunque gli infortuni potrebbero ancora fare la differenza...anche in positivo :)
EliminaLa partita di oggi è difficile dal punto di vista ambientale, considerando la combattività e lo spirito di reazione del Toro fra le mure amiche. Ciò non toglie che ha una organizzazione difensiva che lascia a desiderare, che trovasoprattutto nei loro centrali debolezze strutturali da considerare. Bisognerà secondo me sfruttare gli inserimenti dei centrocampisti, perché loro, in questo modo, perdono spesso la misura nelle marcature. E bisogna sfruttare i calci piazzati, dove sono messi malino. Considerando la loro disposizione tattica e mentale è importante credo partire alti e aggressivi. Riguardo gli avversari....la Lazio ha fatto acquisti molto buoni negli ultimi anni, considerato il budget relativo. Tare ha lavorato molto bene davvero, ha preso almeno tre potenziali campioni con poco dimostrando che la competenza può prevalere in condizioni operative difficili. Al di la della comprensione che il buon ausilio può avere. Comunque ora il futuro sembra luminoso ed è fondamentale saper bloccare gli schick e i bastoni di turno oltre a completare la rosa. Si può
Elimina.... che il Barça non sia più quello del 2009/11 è evidente a (quasi) tutti....giusto sottolinearne le "lacune" e il rendimento assai altalenante (le punte - negativa e positiva - sono date dal doppio match col PSG), ma farei anche attenzione ad esaltare troppo la j**e, che finora in europa non ha incontrato nessun avversario di rilievo (in qualche caso aiutato dagli arbitri : il loro asso nella manica) e che in Italia ha la roma (malmenata dal Lione - 4° in Ligue 1 - in EL) come principale avversaria.... certo con Real e Bayern. mi sarei sentito più tranquillo... però, le stelle del Barça - soprattutto se mollano la liga - possono metterli a tacere per l'ennesima volta...
RispondiEliminaP.S. diamine, sono le 12.18 e nessuno ha suggerito a Pioli la formazione da schierare oggi...che succede? :)
Beh da quando pioli ha iniziato ad ascoltarci...non c'è più bisogno di dargli consigli :-)
EliminaPurtroppo hai ragione Luciano, il mio ottimismo non può negare che il terzo posto è obiettivo difficilissimo.
RispondiEliminaNon finirò mai di maledire il folle inizio di stagione.....Luciano quante possibilità abbiamo di vincere il Viareggio
per chi ama albeggiare la domenica mattina, la rai manda Inter-Spal alle ore 06.00...
RispondiEliminaScasa Karlito mi pare che Inter Spal venga trasmessa anche stasera su raisport alle 23.00
RispondiEliminaScusa
RispondiEliminaUnder 13:
RispondiEliminaLumezzane - Inter: 0-5
Digiuliomaria, Trubia (2), Curatolo, Digiuliomaria
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RispondiEliminaOnline il post del live della partita: http://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/03/live-torino-inter.html
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