Quella che segue è la trascrizione integrale dell'intervista che Luciano Spalletti ha rilasciato al giornalista Daniele Lo Monaco per la tramissione 'La partita perfetta' andata in onda su Sportitalia alle ore 21 di lunedì 29 magggio 2017.
Qui il video integrale dell'intervista: https://www.youtube.com/watch?v=bhcE25JbOvI
Daniele Lo Monaco. Questa qui è un'intervista con il Mister Luciano Spalletti.
Con il Mister Luciano Spalletti perché questa è un'intervista calcistica. Questo infatti è il nostro patto e io lo rispetterò.
Abbiamo preso degli accordi. Domani farai la conferenza stampa e dirai tutto quello che vuoi sul tuo futuro e su quello che è stato l'anno alla Roma dal punto di vista anche di altre cose che non diremo oggi.
Perché oggi invece parliamo di calcio.
Luciano Spalletti. Questa qui è un'intervista con il collega di Luciano Spalletti. Perché tu, lo so, lo sanno tutti, hai appena vinto il campionato come allenatore degli Juniores dell'ASA e per questo ti faccio i miei migliori complimenti. Perché vincere è sempre una materia molto difficile. È una materia poco diffusa. Per cui quelli che ci riescono sono bravi.
Grazie. Tu ci sei andato molto vicino quest'anno.
Diciamo...
Quando sei tornato a Roma hai detto: 'Sono venuto per finire il mio lavoro.'
Invece non l'hai finito. O sì?
Non ho detto esattamente questo. Poi chiaramente le mie dichiarazioni sono state riviste e alla luce di questa rivisitazione la conclusione del mio discorso è stata questa.
Io sono ritornato a Roma perché la squadra stava attraversando un brutto periodo e sono venuto per lavorare e creare i giusti presupposti per una squadra importante come la Roma.
Non abbiamo vinto, è vero, ma chi vuole intendere questo secondo posto come una sconfitta, deve sapere che abbiamo lavorato tantissimi anni per ottenere la 'sconfitta' di ieri.
Non è una sconfitta. Anzi. Devo dire che la Roma ha fatto un campionato straordinario e lasciandosi alle spalle un'altra squadra che dal punto del calcio puro, è stata forse la più bella sorpresa di quest'anno.
Sono d'accordo. Calcio da paradiso. Il Napoli ha giocato un calcio da paradiso e da campionato in paradiso. Perché quel fraseggio, quella qualità, quella tecnica fatta in velocità, quel capire quando venire tra le linee e andare dietro le linee quando accorciando gli spazi dell'avversario sei riuscito a creare un 'buco' dove infilarti, è qualche cosa di bellissimo da vedere.
Ecco. Parleremo ovviamente anche di Napoli in questa intervista.
Cominciamo dall'inizio però.
Volevo chiederti: quando sei arrivato alla Roma, dal punto di vista tattico, immagino tu avessi una tua idea. Come succede a un allenatore che si approccia a una nuova squadra.
Rispetto a quello che hai trovato poi, che conclusioni hai tratto? La tua idea era buona o hai dovuto cambiare molto in corso d'opera per trovare la tua squadra?
Per quanto riguarda il modulo a me piace il 4231.
Sei partito da quello?
Sì. Però poi bisogna conoscere il materiale che hai a disposizione. Subentrando devi essere bravo a fare questo. Valuti quella che è la situazione generale e le qualità dei singoli calciatori, che riesci a capire più in profondità solo avendoci a che fare nel tempo ovviamente.
Vanno inoltre considerate anche altre cose. Tipo la condizione mentale del calciatore in quel momento lì. Perché devi fare subito risultato.
Infatti non siamo partiti benissimo quando sono arrivato perché pareggiammo con il Verona mi sembra.
Sì. Però, insomma, praticamente puoi benissimo dire che eri lì solo da due giorni.
Questo è vero. Però in queste situazioni la squadra il cambiamento a livello psicologico lo subisce subito e di conseguenza il vantaggio del subentro poteva essere subito attuato in funzione dei punti e del ritorno positivo da questo punto di vista. Anche perché la squadra che avevamo davanti era una squadra che lo permetteva.
Senza niente togliere al Verona.
Anzi faccio i complimenti al Verona perché ha vinto il campionato.
Soprattutto al mio ex allievo Fabio Pecchia.
Hai cambiato tanti sistemi di gioco.
Sei partito appunto dal 4231, ma sei passato subito a questa suggestione della linea a tre in mezzo che da quanto ho capito hai ripreso da Sousa e dalle cose buone che ha fatto con la Fiorentina, che hai elogiato più volte per il modo in cui non dava mai troppi punti di riferimento e il fatto di cambiare in corsa nel corso della partita.
Questo poi è diventato un po' il tuo marchio di fabbrica l'anno scorso e anche quest'anno e poi ogni tanto spostandoti a tre o a quattro in maniera più chiara.
Sì, è vero, Ho preso ispirazione da lui per quanto riguarda l'idea di giocare a tre in mezzo. Ma lui è stato molto bravo perché ha proposto in pratica un po' il calcio più vecchio, quello che c'era quando si giocava anche noi, dove c'era il numero sette che faceva il tornante di destra e a sinistra c'era il fluidificante col numero tre, che poi rientrava e riformava la difesa a quattro. Perché poi come sai c'era il numero due che svolgeva il ruolo di centrale di destra e qualche volta stava più stretto vicino ai centrali e qualche volta andava a coprire nel buco che il sette che giocando come tornante, si lasciava dietro.
Di conseguenza al mio arrivo l'anno scorso abbiamo fatto questa sintesi dei calciatori che stavano un pochettino meglio, allo scopo di prendere subito confidenza con il gioco. Quindi abbiamo trovato questa soluzione di giocare davanti con due punte mobili che non davano mai punti di riferimento e venivano a giocare in modo tale di avere superiorità rispetto all'avversario nella gestione della palla.
La sintesi è che la squadra l'anno scorso era un poco più corta, mentre quest'anno l'abbiamo allungata un pochettino di più.
Questo non vuol dire che oggi sia meglio o peggio. Dipende un po' dalle caratteristiche dei giocatori che hai a disposizione.
Però è chiaro che nell'allungarla un po' di più è dipeso dalle caratteristiche della prima punta. Dello 'striker'.
Questo ha chiaramente favorito Dzeko.
Anche se ha tolto un po' di densità attorno alla palla. Una caratteristica che il Napoli ha ritrovato giocando proprio con Mertens in quella posizione, dato che lui è un tornante che non dà mai punti di riferimento ed è bravo a venire a prendersi la palla sui piedi.
Anche El Shaarawy o Salah sono giocatori di questo tipo. Vogliono la palla sui piedi perché sono quel tipo di calciatore che poi ti punta.
In questo accorciare gli spazi c'è poi il problema della linea difensiva avversaria.
Io so che tu hai anche delle immagini da mostrarci, grazie al contributo del video analyst Simone Beccaccioli, una figura molto importante in questo tuo secondo soggiorno a Roma.
Una figura importantissima. Prima di tutto perché è una persona squisita e poi perché ha una professionalità incredibile.
È il tuo tattico, no?
Ma non solo. È quello che ci fa tutto. Perché poi quando devi presentare la cosa ai giocatori, grazie al suo contributo non solo posso dirgli che le cose stanno in un certo modo, ma glielo faccio anche vedere.
Quanto fai vedere i video ai tuoi giocatori?
Di solito dipende dal video. Di solito comunque venti minuti.
Prima delle partite? C'è un giorno in particolare che scegli per farglielo vedere?
Io preparo due video. Uno per le palle inattive e uno per la tattica di squadra.
Sulle palle inattive? Nel senso?
Su come si comportano gli avversari in queste situazioni di gioco. Allo scopo di poterci prendere qualche vantaggio.
Poi c'è quello di analisi sull'ultima partita giocata dalla nostra squadra e che vediamo quando rientriamo agli allenamento il martedì, il lunedì, il mercoledì... Dipende dalla disponibilità.
Possiamo cominciare a vedere qualcosa?
Se vuoi. Simone sarà prontissimo sicuramente.
Ok. Questa è Palermo - Roma.
[Ndr. Parte un video di Palermo - Roma.]
Qui c'è Palermo - Roma. Mi sembra che Simone abbia voluto far vedere la preparazione di un'azione.
Praticamente quello a cui assistiamo è un fraseggio con i giocatori che vengono tutti sulla trequarti e non si fanno risucchiare dalla fase difensiva avversaria.
Quando vengono marcati devono subito venire incontro alla palla e quando sono troppo corti c'è questo movimento a corrente alternata. Uno va lungo, uno viene dietro...
E allunghi la squadra avversaria.
Esattamente. E allunghi gli spazi dove poter giocare.
Questa qui in particolare è una palla che diventa sempre difficile da poter valutare. Perché è giocata di prima.
Guarda. È una palla 'trasversa'. Chi dà la palla guarda, cosa che è un segnale per la linea difensiva, perché se non ci fosse quel gesto, nessuno si aspetterebbe questo tipo di giocata.
Ovviamente quando non dai questa occhiata è meglio, perché così la linea difensiva non riceve nessun segnale e non ha punti di riferimento.
Come vedi mette la palla dietro la linea e El Shaarawy ruba il tempo al difensore. È una questione di centimetri e di attimi.
Vedi il momento in cui sta per colpire la palla? El Shaarawy è già pronto per partire. Il difensore avversario vorrebbe fare fuorigioco, ma lui gli ruba il tempo e gli va alle spalle.
È un passo. È tutta una questione di intesa tra i giocatori.
E questo è il tuo marchio di fabbrica.
No. Questo non è il mio marchio di fabbrica. È il marchio di fabbrica di tutti. Perché si lavora sui tempi.
La linea difensiva lavora per fare il fuorigioco. Ma se viene fatto bene l'attacco, si attacca lo spazio sull'impatto della palla come ha fatto Stephan e diventa difficile per la difesa.
Si può essere bravi quanto si pare. È una questione di centimetri. Dieci centimetri più avanti e sei in fuorigioco, se stai dentro di dieci centimetri sei in gioco...
È quella frazione che non diventa più calcolabile poi.
E quando alleni la difesa contro questo tipo di palle?
È uguale. Si ripropone questa situazione qui per cui quando la palla è a un metro dall'impatto con il piede bisogna essere già pronti per la 'scappata'.
L'impostazione e la postura delle gambe deve essere già sulla scappata. Cioè le punte dei piedi devono guardare già la linea del fallo laterale e non la metà campo perché se no la rotazione è completa e non arrivi mai.
Vuoi qualcuno che guidi la tua linea difensiva? C'è qualcuno che dà ordini vocali di solito o vanno in automatico?
Di solito devono parlare tutti. Cosa che noi si fa poco.
Però poi diventa difficili mantenerli allineati.
Per esempio il goal di ieri, il primo goal racconta che non siamo allenati benissimo
Questo è un argomento di cui volevo parlare in effetti perché è capitato quest'anno alla Roma di commettere questo tipo di errore. Sembra quasi che i giocatori non riescano, oppure non vogliano perché si fidano molto delle loro qualità di recupero.
Manolas ad esempio è un giocatore che può recuperare due metri a quasi tutti gli avversari.
Fazio un po' meno. Rudiger però sì.
Ma noi abbiamo avuto, se si possono chiamare così, delle complicazioni. Quel ritardo di non aver potuto lavorare con tutta la linea difensiva nel periodo estivo della preparazione.
È in quella sede lì che si ha il tempo a disposizione di poter lavorare insieme per venti giorni e imparare per bene i meccanismi. Poi dopo c'è solo da recuperare.
Nei recuperi stai in campo a fare quelle cose particolari che sono riservate per queste intese dove non fai fatica fisicamente, ma metti insieme quella che poi deve essere una compattezza di reparto e quelle intuizioni di assieme insomma.
Rudiger non ce lo avevi. Fazio è arrivato tardi...
Arrivò Juan Jesus nei giorni di Pinzolo.
Bravo. Arrivò Juan Jesus nei giorni di Pinzolo...
Avevi solo Manolas sostanzialmente.
Lo stesso Mario Rui è arrivato in ritardo.
Quando perdi quei giorni di lavoro poi è difficile recuperare. Poi noi molto spesso abbiamo giocato anche la partita infrasettimanale. Per cui non ce li ho mai avuti tutti perché quelli che hanno giocato poi bene o male devono lasciare riposare le gambe per un giorno e mezzo. Così diventa complicato e raggiungere questa intesa e perfezionare i meccanismi si posticipa un po'.
Su questo ha ragione Sarri che pretende di lavorare venti giorni in ritiro con la squadra tutti insieme.
Sarri è il più forte di tutti su questo aspetto qui e lo ha fatto vedere proprio sul lavoro fatto sul collettivo. Un lavoro che ha inciso moltissimo come abbiamo accennato.
Lui ha ragione a essere un po' dispiaciuto di essere arrivato terzo perché effettivamente la sua squadra ha giocato un grande calcio.
Secondo me l'ha giocato anche la Roma.
Certo. Lo ha giocato anche la Roma.
Mi piace poco Sarri quando continua a parlare di questi rigori, anche se è un collega bravo ed è un grande amico, perché io con lui c'ho un ottimo rapporto.
Mi piace poco Perché noi l'anno scorso siamo arrivati a un punto, lui è stato bravo sul finale di campionato e noi nel periodo che ci sono stato io, cioè tutto il girone di ritorno, abbiamo avuto solo un rigore, mentre loro ne hanno avuti diversi di più.
[Ndr. Sul video scorrono immagini di un abbraccio della squadra a Dzeko dopo un goal.]
Questo è un bell'abbraccio.
Sì. È un bell'abbraccio.
Perché poi c'è Dzeko che è stato il capocannoniere del campionato cui va dato grande merito. Anche ieri è stato molto importante.
Che aveva Dzeko l'anno scorso di diverso rispetto a quest'anno? È il lavoro che avete fatto sul campo che lo ha aiutato?
Secondo me la questione è legata a quello che dicevamo inizialmente relativamente le conferenze stampa. Questa è un po' la sintesi dei problemi che ha avuto il giocatore.
Cioè? La pressione che arriva anche da queste cose?
Sì. Perché succede che per esaltare una situazione in maniera particolare come nel caso della gestione di Totti, si finisce inevitabilmente per appiattirne un'altra.
Allora tu prendi delle posizioni perché siano possibilmente prese in considerazione tutte le situazioni della squadra nel suo complesso. Perché tu allenatore hai ovviamente bisogno di più soluzioni....
Lui l'anno scorso si è sentito in qualche maniera schiacciato. Sono situazioni che si verificano all'interno di uno spogliatoio. È stata una situazione che poi io ho in qualche maniera senza volere peggiorato, perché quando sono arrivato lui era quello che stava peggio sul piano psicologico e io ho fatto delle scelte diverse.
C'avevo da palleggiare, da fraseggiare e da comandare il gioco. Gli altri giocatori erano più adatti per questo tipo di gioco e per il momento che stavamo attraversando.
Invece quest'anno ho fatto una scelta diversa e ho stretto con lui una specie di patto di ferro. Gli ho detto chiaramente: 'Io ho bisogno dello 'striker', ma tu devi stare con me. Devi stare dalla mia parte.'
All'inizio ci siamo scontrati e lui mi ha risposto. È successo un paio di volte. Ma questo è stato un segnale positivo: avevo centrato l'obiettivo, avevo colto nel segno e lo avevo stuzzicato al punto giusto.
Quanto ha inciso Guardiola per gli allenatori del calcio moderno?
Ha inciso moltissimo.
C'è un prima e un post-Guardiola per gli allenatori?
Sì. Comunque ci sono stati degli allenatori che hanno lasciato il segno. Sacchi. Prima di tutti lo stesso Zeman per quello che riguarda questi tagli e questi attacchi alla profondità. Questi qui sono tutta roba del suo calcio. Anche il taglio sull'attacco alla linea difensiva; il taglio nello spazio dietro le spalle della linea difensiva. Poi ci sono diverse tipologie di provenienza per quello che riguarda questo tipo di giocata. In più va trovata la giusta combinazione tra i giocatori, la giusta intesa. Quindi il tempo. Il decimo di secondo.
Guardiola che cosa ha introdotto?
Guardiola è stato bravissimo a fare questo fraseggio palla sui piedi.
Ogni tanto quando guardavo il Barcellona di Guardiola mi sembrava che esagerasse nel far tenere troppo la palla sui piedi: lui insisteva anche quando aveva già creato tutto lo spazio per chi voleva.
Poi ho capito perché. Perché in questa maniera tu non fai fatica, mentre l'avversario sì. Gli avversari ti devono correre sempre dietro.
Correre dovendo lavorare dietro al ragionamento dell'altro è una fatica enorme. Correre dovendo poi fare metri su una mia scelta è molto più facile.
Per cui è diventato un modello per tutti.
Il gioco di Sarri è questo. Anche il gioco del Bayern di Ancelotti. Lo hanno preso tutti ad esempio. La Sampdoria di Giampaolo, un altro grande allenatore; l'Empoli di Martusciello. Gli è andata male, ma per lunghi tratti del campionato ha fatto bene.
Ha avuto una buona scuola. È stato un tuo giocatore.
Sì. Ha avuto una buona scuola.
Il Sassuolo di Di Francesco invece?
Il Sassuolo di Di Francesco è un po' più 'zemaniano'. Ci sono gli esterni che vengono incontro e che tagliano e questa continua intercambiabilità delle posizioni tra centrocampista e punta esterna. Uno va fuori e apre sotto e la punta esterna viene in trequarti dentro. La punta esterna viene incontro sulla palla del terzino, il centrocampista parte in bandierina e fa questa corsa in diagonale sopra la punta che viene sotto.
È una cosa che ti ammucchia e che poi ti devasta, perché se non sai bene scambiarti l'uomo poi ti ritrovi il mediano in bandierina a fare il terzino e ti ritrovi il centrale che deve rincorrere lungo la fascia. Insomma, diventa un macello.
Detto tra allenatori, potrebbe essere Di Francesco l'allenatore giusto per la Roma?
Si era detto di non parlare della Roma, no?
Chiedimi quello che vuoi ma questo no.
Zeman gli ha sconsigliato di andare alla Roma.
Secondo me è un tranello questo qui.
Di questo si parla domani?
Di questo si parla domani. Faccio la conferenza domani a mezzogiorno.
Allora vediamo il prossimo video.
[Ndr. Parte un filmato di Roma - Sampdoria.]
Questo è un certo Totti.
Sì. È quel ragazzino lì.
Che queste tipo di giocate le fa praticamente da quando era nella culla.
Sì. Allora prima di tutto, vedi, lui questo tipo di giocate le fa anche dall'esterno. Mentre questa è una palla da giocare da qui a qui. È una palla 'traversa' che è dentro il campo, ma lui la può giocare anche dall'esterno con i piedi che ha. Questo è il suo marchio di fabbrica.
Lui riesce in questo caso sempre a dare seguito all'azione e fare la scelta giusta. È questa poi la sintesi. Ogni palla giocata sui piedi ti dà tre o quattro soluzioni.
Lui non guarda la linea.
No. Lui non guarda mai.
Però quando la palla va a lui, gli altri sanno sempre che la giocherà di prima e che inventerà qualche cosa. Sanno che lui ha questo potere di guardare dove non vede.
Ad esempio io ora vedo te e racconto te. Lui guarda il tuo collega che mi riprende in questo momento e tu pensi: 'Vede me, non c'è verso.' Invece no, guarda lui e poi la palla la mette là.
Questa cosa si insegna?
Questa cosa si insegna. Se ne parla. È qualche cosa che si cerca anche di spiegare attraverso i video.
Però lui perché è diventato Totti? Perché ha queste intuizioni qui.
È talento? È roba che devi avere nel dna?
Non necessariamente. Ma è roba difficile e lui è un talento perché compie questa giocata in maniera sistematica e nelle tre o quattro scelte quando gli giochi palla sui piedi, lui fa sempre quella migliore.
Mi spiego. Tu hai diverse possibilità: la dò a lui, la dò a lui, la metto lì dietro, la passo a lui... Lui invece tra le quattro ha già scelto e sceglie la migliore. Perché alla sua scelta poi c'è un seguito e poi di sicuro c'è il goal e Dzeko questo lo sapeva, perché ogni volta che Totti aveva la palla, lui andava là, perché dopo c'aveva il 'guadagno'.
Bellissima festa quella di ieri.
Bellissima festa. Meno male che abbiamo vinto.
C'era il rischio che non si sarebbe festeggiato forse, se la partita fosse andata diversamente?
Ma come fai a far venire una festa bella così se poi il risultato è diverso... Sarebbe stato un dispiacere proprio per la sua festa. Meno male che è andata così.
Tu hai detto una cosa bella ieri negli spogliatoi. Hai detto: 'È possibile che io abbia sbagliato qualche cosa con lui.'. L'hai detto vedendo anche tutta quella festa e quel forte sentimento generale?
Io ho subito questo sentimento in questo anno e mezzo. È qualche cosa che mi ricordano tutti. Anche ieri allo stadio in qualche modo mi è stato presentato un conto. Ma io come allenatore devo fare delle scelte. La sua esaltazione è stata usata da voi ma anche da me per dare stimoli alla squadra. Lui questa cosa non l'ha subita. In fondo la sua esaltazione, questo forte sentimento collettivo nei suoi confronti, se l'è guadagnato sul campo. Lui è stato un campione tra tanti campioni anche in quella Roma che ha vinto. Questo per lui è stato il vero grande vantaggio. In una Roma invece dove di campioni ce ne sono di meno, gli altri giocatori possono subire la pressione di giocare in una piazza così importante e con una tifoseria e uno stadio come quello di ieri. Qualcuno, se lo fai giocare in quello stadio lì, quando arriva all'ultimo scalino prima di entrare all'Olimpico inciampa.
È successo ad Emerson all'inizio.
È successo probabilmente anche a Dzeko in alcuni momenti quando non riusciva ad esprimersi di fronte a tutta questa passione e tutto questo amore. Ora invece è tranquillo.
Ma questo amore non si poteva sfruttare i maniera diversa? Non si poteva usare? In fondo anche tutti i nuovi giocatori che arrivano alla Roma, quando arrivano a Trigoria sanno di questa situazione perché magari hanno già giocato all'Olimpico da avversari.
Ma ti riferisci a me? O parli in generale?
No no. Io parlo in generale.
Secondo me abbiamo lavorato molto su quello che è stato il contenuto-Totti in generale. Sulla sua qualità di distribuire le sue qualità in funzione dell'affetto e dell'amore del pubblico.
In pratica io ieri fino all'ora di pranzo ho ricevuto un sacco di richieste. Ho comprato almeno quaranta biglietti da regalare a persone che me li avevano chiesti. Non potevo dire di no. Sì, va bene, quaranta biglietti sono una 'bischerata', però sono sempre quaranta biglietti. Me li hanno chiesti amici tifosi di altre squadre che però volevano essere comunque presenti all'ultima partita di Totti. A un certo punto la biglietteria non ne aveva più. Mi sono proposto volentieri per gli amici data l'importanza dell'evento, ma non rifarò mai più in vita mia questa cosa.
Abbiamo chiesto alla nostra Giulia Sulis di chiedere alle persone che incontrava per strada di chiedere un pregio e un difetto di Spalletti. Vediamo.
Sono io. Io lo so quali sono i miei pregi e i miei difetti.
[Ndr. Parte il servizio con le domande di Giulia Sulis ai passanti.]
Giulia Sulis. 'Ci dice un pregio e un difetto di Luciano Spalletti?'
'È pelato come me'
'Calvo.'
'Bello.'
'Bello, sì.'
'È un piccolo uomo.'
'È un toscanaccio.'
'Io sono laziale, mi tiro fuori.'
'Difetto: testardo. Pregio: deciso.'
'Ottimo allenatore a livello tattico. Scarsa personalità.'
'Spalletti è un grande studioso di calcio.'
'Essendo anche preparatore atletico...'
'Fa girare bene le sue squadre.'
'Pregio: che è tignoso. Difetto: che è permaloso. Ma allo stesso tempo anche determinato.'
'È una persona che c'è ha il sale sulla zucca. Come si dice a Roma.'
'Pregio: la capacità di amalgamare la squadra. Difetto: è presuntuoso. Pensa di essere un allenatore vincente quando non credo che abbia vinto così tanto soprattutto in Italia.'
'Un pregio: molto sicuro di sé. Un difetto: molto sicuro di sé.'
'Pregio: sicuramente che sa leggere le tattiche. È una persona molto meticolosa. Difetto: c'ha un po' le fisse sue sua e si blocca.'
'Tarda un pochino a fare le sostituzioni.'
'A volte fa scambi che non dovrebbe fare.'
'Gestisce la rosa in modo un po' anarchico.'
'Presuntuso.'
'Preparato.'
'Troppo buono.'
'Pregio: che è bravissimo. Difetto: parla un po' troppo.'
'Un po' logorroico nelle interviste.'
'Inopportuno certe volte nelle sue dichiarazioni.'
'Si crea problemi da solo.'
'A me mi piace come allenatore.'
'A me mi è molto simpatico.'
'Forza Spalletti.'
'È un grande.'
'È un bel personaggio. Che rimarrà comunque nella storia del calcio italiano.'
'È pelato come me'
'Calvo.'
'Bello.'
'Bello, sì.'
'È un piccolo uomo.'
'È un toscanaccio.'
'Io sono laziale, mi tiro fuori.'
'Difetto: testardo. Pregio: deciso.'
'Ottimo allenatore a livello tattico. Scarsa personalità.'
'Spalletti è un grande studioso di calcio.'
'Essendo anche preparatore atletico...'
'Fa girare bene le sue squadre.'
'Pregio: che è tignoso. Difetto: che è permaloso. Ma allo stesso tempo anche determinato.'
'È una persona che c'è ha il sale sulla zucca. Come si dice a Roma.'
'Pregio: la capacità di amalgamare la squadra. Difetto: è presuntuoso. Pensa di essere un allenatore vincente quando non credo che abbia vinto così tanto soprattutto in Italia.'
'Un pregio: molto sicuro di sé. Un difetto: molto sicuro di sé.'
'Pregio: sicuramente che sa leggere le tattiche. È una persona molto meticolosa. Difetto: c'ha un po' le fisse sue sua e si blocca.'
'Tarda un pochino a fare le sostituzioni.'
'A volte fa scambi che non dovrebbe fare.'
'Gestisce la rosa in modo un po' anarchico.'
'Presuntuso.'
'Preparato.'
'Troppo buono.'
'Pregio: che è bravissimo. Difetto: parla un po' troppo.'
'Un po' logorroico nelle interviste.'
'Inopportuno certe volte nelle sue dichiarazioni.'
'Si crea problemi da solo.'
'A me mi piace come allenatore.'
'A me mi è molto simpatico.'
'Forza Spalletti.'
'È un grande.'
'È un bel personaggio. Che rimarrà comunque nella storia del calcio italiano.'
[Ndr. Ritorno in studio da Daniele Lo Monaco e Luciano Spalletti.]
Molto bello questo servizio. Molto carino.
'Rimarrà nella storia del calcio italiano?' Ci sei già.
Molto bella. Diverse definizioni sono vere. Molto.
Ti sei ritrovato? Anche tua moglie direbbe la stessa cosa?
Sì. Anche se mia moglie è una persona buonissima che mi rispetta su tutto e mi vuole bene, per cui diventa più facile.
Ma a te capita la notte di notte di pensare alla tattica, alle cose che non sono andate bene in una partita, a una mossa che devi fare il giorno dopo? Cosa fai? Ti alzi dal letto, guardi un video di preparazione della partita?
Stanotte mentre dormivo mi ha preso un crampo e ho urlato dal dolore, 'Aiuto, aiuto!' Mia moglie mi ha chiesto, 'Che è successo?' Ero agitato. Perché mi ritornava in mente il film del finale della partita.
La corsa che hai fatto all'esultanza...
La cosa che ho fatto all'esultanza. Ma per forza. Come fai? Questo goal è tutto. Cioè noi siamo qui a parlare adesso per questo momento. Aspettavamo questo goal da un anno e mezzo.
Non avremmo fatto neanche l'intervista altrimenti?
No. Se non si vinceva assolutamente no.
Torniamo a vedere qualche immagine allora. Questa è Roma - Pescara.
[Ndr. Parte un filmato di Roma - Pescara.]
Qui abbiamo questo fraseggio con la palla che poi viene riportata indietro. A questo punto, quando riporti la palla indietro verso il centro del campo, i difensori tendono a salire. Allora tu la 'imbuchi'. Vedi? Fanno tutti così. Lo insegnano a Coverciano. Per cui si adattano tutti a fare così.
Però l'importanza del contro-movimento di Dzeko in questo caso è fondamentale.
È chiaro. Qui tocca palla due volte e ha 'guardato' dando un segnale alla difesa. Però il suo contor-movimento è fondamentale. Loro vengono su e lui va verso la porta, vedi? Sono tutti e due in ritardo nella salita e lui invece ha i tempi giusti per andare su quando entra la palla.
Chi è il più difficile da superare per come mette la linea difensiva in Italia secondo te come allenatore?
Quelli che ci lavorano. Le difese che sono lavorate bene si vedono.
Mi viene in mente Sarri per esempio.
Sarri è il più bravo a fare tante cose. Però anche la Juventus. La linea difensiva della Juventus è di quelle che hanno questa capacità di muoversi assieme e di riuscire a capire le intenzioni dell'avversario. Quei tre lì sono clienti scomodissimi. Magari li trovi anche messi male, ma poi sanno sempre trovare la soluzione, aiutarsi e come fare reparto.
Il Chievo, la Sampdoria, l'Empoli sono invece quelle che ti stanno un po' più addosso
La sintesi è: che cosa vogliamo fare?
Con una difesa che ti aspetta un po' di più si gioca a trequarti; quando hai una difesa che ti vuole stare addosso, la devi chiamare fuori e poi gli devi andare alle spalle.
Deve essere capito questo. Questo è il concetto di base.
È il merito di uno che è venuto fuori quest'anno con questa evidenza, ma che aveva già lavorato bene in passato. Mi riferisco a Gasperini e l'Atalanta. La caratteristica della sua Atalanta che ti ha colpito di più?
Tutti i calciatori dell'Atalanta hanno uno strapotere fisico imbarazzante.
Sono andato a vederli nella penultima partita a Empoli. Tutti gli elementi hanno grande capacità di corsa e sono capaci di metterla uomo contro uomo sui 100 metri. A questo punto per l'avversario diventa difficile. Questo strapotere fisico che hanno nella loro totalità ti crea problemi. Il loro uomo ti segue per tutto il campo. Tu magari crei il 'buco' e pensi, 'Ci vado,' ma ci arriva sempre prima quello che ti marca. Perché hanno corsa, recuperano posizioni, la mettono sulla continuità per novanta minuti. Corrono fino alla fine.
E i suoi allenamenti, perché poi tanto le cose si sanno, dicono questo. Fa anche delle partite a tutto campo. Fa dei minutaggi di partite a tutto campo sette contro sette, proprio per ampliare ai giocatori quelli che sono gli spazi che bisogna coprire. Quella che è la metratura che ogni elemento deve coprire in una partita È già statistica. Però lui te la allarga ancora di più.
Sette contro sette su campo grande?
Sì.
Bella esercitazione.
Bella esercitazione, sì. Ma se non hai quelli che fanno cento metri in dodici secondi diventa difficile.
Vediamo ancora qualcos'altro. C'è anche qualcosa del Napoli mi dicevi.
[Ndr. Filmato del goal di Salah al Napoli.]
Queste sono due giocate poi da riprendere poi e da mettere assieme al discorso sul Napoli.
Ancora Telecamera tattica dall'alto.
Anche qui abbiamo quello che definisco il riporto in un buco, perché dopo il fraseggio riportiamo la palla dietro e poi la mettiamo alle spalle dei difensori.
Questo è il goal di Salah, ma è la specialità di Callejon. Del Napoli. Come adesso vedremo meglio.
[Ndr. Filmato del goal di Callejon alla Juventus.]
Callejon va sempre o dietro il terzino o fra il centrale e il terzino. Guarda la sua battuta dei piedi quando parte e con questa palla qui.
Guarda come si prepara? Hai visto fa quei tre o quattro passettini. La frequenza. Come la tocca di esterno, questo è il segnale che lui deve partire.
Se ne possono vedere sette o otto di questi goal qui, eh, non uno soltanto.
Vediamone un altro.
[Ndr. Napoli - Bologna.]
Ecco qui. Uno e due. Anche qui lui va sempre lì dietro.
Questo secondo me l'hanno imparato in tanti. Non vorrei svelare una banalità, perché si vedono diversi goal fatti così. Eppure questi del Napoli sono talmente bravi...
Vedi quando lui aumenta la battuta dei piedi? A questo punto potrebbe anche decidere di prenderla sui piedi, perché l'uomo è talmente staccato che andare a attaccargli lo spazio a dieci metri di distanza appare un controsenso, ma sono talmente abituati a fare questo che, anche nelle difficoltà, questa scelta gli appare quella più naturale. È quella per cui si sono preparati, che conoscono e capiscono. E fa goal così.
Tu al tuo calciatore gli spieghi, glielo fai vedere, ce lo fai preparare e ci si prende goal
Perché loro si sono esercitati tutto l'anno. Tu ti eserciti un allenamento o due. Il tutto l'anno ha un valore superiore a un allenamento o due.
[Ndr. Napoli - Roma.]
Eccola. Questa invece è quella azione in cui dicevi di Juan Jesus che ha intuito la palla di Insigne.
Io Juan Jesus ce lo metto volentieri, perché è un ragazzo perfetto.
Allora vedi qui come preparano la palla. Guarda Callejon come va ad attaccare?
Juan Jesus già si mette con la postura giusta a guardarlo, a cercare di leggere la situazione. Insigne sterza sull'esterno perché tanto fa così. E allora Juan Jesus stacca, lo guarda e va a prendere la palla laggiù, perché tanto sa che non viene a prenderla sui piedi. Perché il rischio qual'è? Se tu stacchi, lui finta lungo e la viene a prendere sui piedi. Fa così perché ha preso il vantaggio di questa giocata qui durante questi due campionati.
Per cui Juan Jesus ci va, stacca, non fa questa giravolta contraria e attacca lo spazio con questa postura qui. Va laggiù sulla caduta, anche se lui è più in velocità.
I portiere è tagliato fuori, perché non ci arriverebbe, e va ad anticiparlo poi la butta fuori.
Di fatto si abbassa. La vorrebbe toccare. C'è il rischio di fare autogoal, perché è talmente vicino alla porta che questa deviazione diventa complicata perché questa palla è bassa e non è alta dove stacchi e la butti fuori.
Invece ne avevamo un'altra. Sempre con Simone... Questo era?
[Ndr. Roma - Napoli dello scorso anno.]
Questo è il goal dell'anno scorso al Napoli e la qualità del palleggio...
Qui c'è un errore...
È vero. C'è un errore. Però poi quando tu nel fraseggio fatto bene, li ammucchi così in un settore ristretto del campo, poi per loro riuscire a riaprirsi per tentare di farti del male non è facile, perché devono passare quei quattro-cinque passaggi stretti che ti permettono di riprendere le distanze
Se no tu sei in grado di risoffocarli subito e devi saltargli addosso.
Guardiola, come si diceva prima, è questo qui
La Roma dello scorso anno è una squadra dove si viene tutti a prenderla sui piedi. È una squadra che aveva delle qualità superiori rispetto a questo esercizio qui perché c'è dentro Pjanic e c'è dentro Seydou. Sono due maestri nel palleggio e fraseggio corto.
Infatti questo è un goal che assomiglia molto a quello che è il Napoli attuale. Ci sono tanti tocchi nello stretto. Uno va, uno viene, uno va, uno viene, uno va, uno viene.
Qui c'è un cambio di gioco dall'altra parte, è difficile andarsi a ricomporre, ma c'è Maicon. Hanno paura ad attaccarlo e si fraseggia stretto un'altra volta sui piedi. A Maicon la palla tra i piedi non bruciava mai. La palla va a Francesco che la gioca sopra perché lo vanno a marcare. L'uomo del guardo dove non vedo - perché lui vede Laura, ma in realtà guarda qui, perché sa che c'è il compagno - senza neanche guardare, la piazza. È questa qui è stata una grande...
È stata una roma alla napoletana. Una Roma quasi 'sarrese'.
No quasi.
'Sarrese'.
Un pochino meglio in questo specifico.
Ti piace tanto lui? Vi sentite? Uno scambio continuo di informazioni?
Io sono andato a vederlo. Ho passato un periodo quando stavo a Milano in cui sono stato a vederlo diverse volte. Ci sono un sacco di allenatori soprattutto che poverini lavorano ancora nei dilettanti che hanno voglia di stare lì a consumare le ore studiando e tirano fuori delle cose interessanti.
Tu non usi droni però per gli allenamenti?
No. Perché mi creano anche una certa ansia. Se una volta ne casca uno... Poi fa anche un po' di rumore e in ogni caso con le telecamere posizionate come si hanno ora e grazie all'aiuto di Simone con una telecamera bassa riusciamo ad avere anche una vista dall'alto. È un campione su questo.
Ancora due domande.
Da allenatore hai un rimpianto che ti porterai dietro?
Di non aver vinto il campionato a Roma.
Posso solo immaginare che cosa avrebbe significato, anche avendo visto la festa di Francesco ieri, vincere il campionato lì.
A proposito di Francesco, secondo te che farà adesso?
Se vuoi un mio parere. Non me ne vogliano i direttori e Pallotta, ma per quanto mi riguarda a Francesco gli va fatto assolutamente fare il vice-presidente.
Questo è il mio pensiero schietto e mi sembra che anche lui pensi che questa cosa lo gratificherebbe. Per me è un azzardo sbilanciarmi in questo modo, ma lo dico perché anche parlando con lui ho avuto la sensazione che questo incarico gli farebbe piacere. Sarebbe un incarico corretto, giusto per quella che è la sua storia e il suo valore, per quella che è la figura che la Roma può ancora utilizzare di Francesco.
Ultima domanda. Che è quella di cui ti avevo parlato all'inizio e di cui mi hai fatto cenno durante l'intervista.
Ma se quest'anno non ci fossero state le conferenze stampa per te sarebbe andata meglio o peggio? Come allenatore intendo.
Le conferenze stampa sono importanti. Perché si mandano dei segnali che poi lo spogliatoio assorbe e sono fondamentali. Poi la mia conferenza stampa, la prossima, sarà importantissima. Perché dirò a tutti che: 'Siamo in Champions!'
Emiliano D'Aniello
'Rimarrà nella storia del calcio italiano?' Ci sei già.
Molto bella. Diverse definizioni sono vere. Molto.
Ti sei ritrovato? Anche tua moglie direbbe la stessa cosa?
Sì. Anche se mia moglie è una persona buonissima che mi rispetta su tutto e mi vuole bene, per cui diventa più facile.
Ma a te capita la notte di notte di pensare alla tattica, alle cose che non sono andate bene in una partita, a una mossa che devi fare il giorno dopo? Cosa fai? Ti alzi dal letto, guardi un video di preparazione della partita?
Stanotte mentre dormivo mi ha preso un crampo e ho urlato dal dolore, 'Aiuto, aiuto!' Mia moglie mi ha chiesto, 'Che è successo?' Ero agitato. Perché mi ritornava in mente il film del finale della partita.
La corsa che hai fatto all'esultanza...
La cosa che ho fatto all'esultanza. Ma per forza. Come fai? Questo goal è tutto. Cioè noi siamo qui a parlare adesso per questo momento. Aspettavamo questo goal da un anno e mezzo.
Non avremmo fatto neanche l'intervista altrimenti?
No. Se non si vinceva assolutamente no.
Torniamo a vedere qualche immagine allora. Questa è Roma - Pescara.
[Ndr. Parte un filmato di Roma - Pescara.]
Qui abbiamo questo fraseggio con la palla che poi viene riportata indietro. A questo punto, quando riporti la palla indietro verso il centro del campo, i difensori tendono a salire. Allora tu la 'imbuchi'. Vedi? Fanno tutti così. Lo insegnano a Coverciano. Per cui si adattano tutti a fare così.
Però l'importanza del contro-movimento di Dzeko in questo caso è fondamentale.
È chiaro. Qui tocca palla due volte e ha 'guardato' dando un segnale alla difesa. Però il suo contor-movimento è fondamentale. Loro vengono su e lui va verso la porta, vedi? Sono tutti e due in ritardo nella salita e lui invece ha i tempi giusti per andare su quando entra la palla.
Chi è il più difficile da superare per come mette la linea difensiva in Italia secondo te come allenatore?
Quelli che ci lavorano. Le difese che sono lavorate bene si vedono.
Mi viene in mente Sarri per esempio.
Sarri è il più bravo a fare tante cose. Però anche la Juventus. La linea difensiva della Juventus è di quelle che hanno questa capacità di muoversi assieme e di riuscire a capire le intenzioni dell'avversario. Quei tre lì sono clienti scomodissimi. Magari li trovi anche messi male, ma poi sanno sempre trovare la soluzione, aiutarsi e come fare reparto.
Il Chievo, la Sampdoria, l'Empoli sono invece quelle che ti stanno un po' più addosso
La sintesi è: che cosa vogliamo fare?
Con una difesa che ti aspetta un po' di più si gioca a trequarti; quando hai una difesa che ti vuole stare addosso, la devi chiamare fuori e poi gli devi andare alle spalle.
Deve essere capito questo. Questo è il concetto di base.
È il merito di uno che è venuto fuori quest'anno con questa evidenza, ma che aveva già lavorato bene in passato. Mi riferisco a Gasperini e l'Atalanta. La caratteristica della sua Atalanta che ti ha colpito di più?
Tutti i calciatori dell'Atalanta hanno uno strapotere fisico imbarazzante.
Sono andato a vederli nella penultima partita a Empoli. Tutti gli elementi hanno grande capacità di corsa e sono capaci di metterla uomo contro uomo sui 100 metri. A questo punto per l'avversario diventa difficile. Questo strapotere fisico che hanno nella loro totalità ti crea problemi. Il loro uomo ti segue per tutto il campo. Tu magari crei il 'buco' e pensi, 'Ci vado,' ma ci arriva sempre prima quello che ti marca. Perché hanno corsa, recuperano posizioni, la mettono sulla continuità per novanta minuti. Corrono fino alla fine.
E i suoi allenamenti, perché poi tanto le cose si sanno, dicono questo. Fa anche delle partite a tutto campo. Fa dei minutaggi di partite a tutto campo sette contro sette, proprio per ampliare ai giocatori quelli che sono gli spazi che bisogna coprire. Quella che è la metratura che ogni elemento deve coprire in una partita È già statistica. Però lui te la allarga ancora di più.
Sette contro sette su campo grande?
Sì.
Bella esercitazione.
Bella esercitazione, sì. Ma se non hai quelli che fanno cento metri in dodici secondi diventa difficile.
Vediamo ancora qualcos'altro. C'è anche qualcosa del Napoli mi dicevi.
[Ndr. Filmato del goal di Salah al Napoli.]
Queste sono due giocate poi da riprendere poi e da mettere assieme al discorso sul Napoli.
Ancora Telecamera tattica dall'alto.
Anche qui abbiamo quello che definisco il riporto in un buco, perché dopo il fraseggio riportiamo la palla dietro e poi la mettiamo alle spalle dei difensori.
Questo è il goal di Salah, ma è la specialità di Callejon. Del Napoli. Come adesso vedremo meglio.
[Ndr. Filmato del goal di Callejon alla Juventus.]
Callejon va sempre o dietro il terzino o fra il centrale e il terzino. Guarda la sua battuta dei piedi quando parte e con questa palla qui.
Guarda come si prepara? Hai visto fa quei tre o quattro passettini. La frequenza. Come la tocca di esterno, questo è il segnale che lui deve partire.
Se ne possono vedere sette o otto di questi goal qui, eh, non uno soltanto.
Vediamone un altro.
[Ndr. Napoli - Bologna.]
Ecco qui. Uno e due. Anche qui lui va sempre lì dietro.
Questo secondo me l'hanno imparato in tanti. Non vorrei svelare una banalità, perché si vedono diversi goal fatti così. Eppure questi del Napoli sono talmente bravi...
Vedi quando lui aumenta la battuta dei piedi? A questo punto potrebbe anche decidere di prenderla sui piedi, perché l'uomo è talmente staccato che andare a attaccargli lo spazio a dieci metri di distanza appare un controsenso, ma sono talmente abituati a fare questo che, anche nelle difficoltà, questa scelta gli appare quella più naturale. È quella per cui si sono preparati, che conoscono e capiscono. E fa goal così.
Tu al tuo calciatore gli spieghi, glielo fai vedere, ce lo fai preparare e ci si prende goal
Perché loro si sono esercitati tutto l'anno. Tu ti eserciti un allenamento o due. Il tutto l'anno ha un valore superiore a un allenamento o due.
[Ndr. Napoli - Roma.]
Eccola. Questa invece è quella azione in cui dicevi di Juan Jesus che ha intuito la palla di Insigne.
Io Juan Jesus ce lo metto volentieri, perché è un ragazzo perfetto.
Allora vedi qui come preparano la palla. Guarda Callejon come va ad attaccare?
Juan Jesus già si mette con la postura giusta a guardarlo, a cercare di leggere la situazione. Insigne sterza sull'esterno perché tanto fa così. E allora Juan Jesus stacca, lo guarda e va a prendere la palla laggiù, perché tanto sa che non viene a prenderla sui piedi. Perché il rischio qual'è? Se tu stacchi, lui finta lungo e la viene a prendere sui piedi. Fa così perché ha preso il vantaggio di questa giocata qui durante questi due campionati.
Per cui Juan Jesus ci va, stacca, non fa questa giravolta contraria e attacca lo spazio con questa postura qui. Va laggiù sulla caduta, anche se lui è più in velocità.
I portiere è tagliato fuori, perché non ci arriverebbe, e va ad anticiparlo poi la butta fuori.
Di fatto si abbassa. La vorrebbe toccare. C'è il rischio di fare autogoal, perché è talmente vicino alla porta che questa deviazione diventa complicata perché questa palla è bassa e non è alta dove stacchi e la butti fuori.
Invece ne avevamo un'altra. Sempre con Simone... Questo era?
[Ndr. Roma - Napoli dello scorso anno.]
Questo è il goal dell'anno scorso al Napoli e la qualità del palleggio...
Qui c'è un errore...
È vero. C'è un errore. Però poi quando tu nel fraseggio fatto bene, li ammucchi così in un settore ristretto del campo, poi per loro riuscire a riaprirsi per tentare di farti del male non è facile, perché devono passare quei quattro-cinque passaggi stretti che ti permettono di riprendere le distanze
Se no tu sei in grado di risoffocarli subito e devi saltargli addosso.
Guardiola, come si diceva prima, è questo qui
La Roma dello scorso anno è una squadra dove si viene tutti a prenderla sui piedi. È una squadra che aveva delle qualità superiori rispetto a questo esercizio qui perché c'è dentro Pjanic e c'è dentro Seydou. Sono due maestri nel palleggio e fraseggio corto.
Infatti questo è un goal che assomiglia molto a quello che è il Napoli attuale. Ci sono tanti tocchi nello stretto. Uno va, uno viene, uno va, uno viene, uno va, uno viene.
Qui c'è un cambio di gioco dall'altra parte, è difficile andarsi a ricomporre, ma c'è Maicon. Hanno paura ad attaccarlo e si fraseggia stretto un'altra volta sui piedi. A Maicon la palla tra i piedi non bruciava mai. La palla va a Francesco che la gioca sopra perché lo vanno a marcare. L'uomo del guardo dove non vedo - perché lui vede Laura, ma in realtà guarda qui, perché sa che c'è il compagno - senza neanche guardare, la piazza. È questa qui è stata una grande...
È stata una roma alla napoletana. Una Roma quasi 'sarrese'.
No quasi.
'Sarrese'.
Un pochino meglio in questo specifico.
Ti piace tanto lui? Vi sentite? Uno scambio continuo di informazioni?
Io sono andato a vederlo. Ho passato un periodo quando stavo a Milano in cui sono stato a vederlo diverse volte. Ci sono un sacco di allenatori soprattutto che poverini lavorano ancora nei dilettanti che hanno voglia di stare lì a consumare le ore studiando e tirano fuori delle cose interessanti.
Tu non usi droni però per gli allenamenti?
No. Perché mi creano anche una certa ansia. Se una volta ne casca uno... Poi fa anche un po' di rumore e in ogni caso con le telecamere posizionate come si hanno ora e grazie all'aiuto di Simone con una telecamera bassa riusciamo ad avere anche una vista dall'alto. È un campione su questo.
Ancora due domande.
Da allenatore hai un rimpianto che ti porterai dietro?
Di non aver vinto il campionato a Roma.
Posso solo immaginare che cosa avrebbe significato, anche avendo visto la festa di Francesco ieri, vincere il campionato lì.
A proposito di Francesco, secondo te che farà adesso?
Se vuoi un mio parere. Non me ne vogliano i direttori e Pallotta, ma per quanto mi riguarda a Francesco gli va fatto assolutamente fare il vice-presidente.
Questo è il mio pensiero schietto e mi sembra che anche lui pensi che questa cosa lo gratificherebbe. Per me è un azzardo sbilanciarmi in questo modo, ma lo dico perché anche parlando con lui ho avuto la sensazione che questo incarico gli farebbe piacere. Sarebbe un incarico corretto, giusto per quella che è la sua storia e il suo valore, per quella che è la figura che la Roma può ancora utilizzare di Francesco.
Ultima domanda. Che è quella di cui ti avevo parlato all'inizio e di cui mi hai fatto cenno durante l'intervista.
Ma se quest'anno non ci fossero state le conferenze stampa per te sarebbe andata meglio o peggio? Come allenatore intendo.
Le conferenze stampa sono importanti. Perché si mandano dei segnali che poi lo spogliatoio assorbe e sono fondamentali. Poi la mia conferenza stampa, la prossima, sarà importantissima. Perché dirò a tutti che: 'Siamo in Champions!'
Emiliano D'Aniello
Seguirà prossimamente la pubblicazione del post di Luciano relativamente la stessa intervista, che ho voluto comunque pubblicare in modo tale che tutti possano leggerla.
RispondiEliminaOvviamente l'opera di trascrizione ha comportato un certo lavoro di editing al fine di rendere i dialoghi in una maniera più conforme alla forma scritta.
RispondiEliminaNon vado da nessuna parte, se non a fare la denuncia ai carabinieri, perché mi hanno rubato la macchina
RispondiEliminaCazzo. Mi dispiace Luciano. Una giornata rovinata. NOn ci voleva.
EliminaLuciano mi dispiace . Se hai bisogno di qualcosa fammelo sapere.
EliminaPurtroppo Luciano è una esperienza che ha toccato anche me. Una sensazione sgradevole di impotenza nonostante tutta la tecnologia di cui oggi disponiamo. È anche un crimine "tollerato" dalle forze dell'ordine che non si dannano certo l'anima per ritrovarla. Ti siamo vicini Luciano e in bocca al lupo.
EliminaSuper-interessante l'intervista, pero ora ne ho letta metà, le cose che mi hanno colpito, una in positivo, una in negativo:
RispondiElimina1) la preparazione estiva con la squadra già al completo è assolutamente fondamentale, e alla luce di questa rivelazione di Spalletti (che per la verità non era affatto un mistero nemmeno per i tifosi da tavolino del bar con cerveza) vale, a mio parere, non meno di 10 punti in classifica.
2) correre dietro al gioco avversario fa consumare più energia perchè non c'è solo il movimento fisico ma anche la continua logorante concentrazione: il fatto che Spalletti l'abbia cpaito POI, mi lascia un po' perplesse in quanto io, dal mio sofà, l'ho sempre saputo, immagino anche come moltissimi altri tifosi dal loro sofà.
Non mi piace che sia affezionato a un modulo particolare, in questo caso il 4231 perché ciò sottointene anche un minimo, istintivo e forzzato adattarsi a un modulo, e questo costa un po' in termini di sfruttamento del potenziale a disposizione.
Poi leggerò il resto.
Però, Karlito, ti faccio notare con attenzione il passaggio in cui parla di avere preso ispirazione da Paulo Sousa:
Elimina'Sì, è vero, Ho preso ispirazione da lui per quanto riguarda l'idea di giocare a tre in mezzo. Ma lui è stato molto bravo perché ha proposto in pratica un po' il calcio più vecchio, quello che c'era quando si giocava anche noi, dove c'era il numero sette che faceva il tornante di destra e a sinistra c'era il fluidificante col numero tre, che poi rientrava e riformava la difesa a quattro. Perché poi come sai c'era il numero due che svolgeva il ruolo di centrale di destra e qualche volta stava più stretto vicino ai centrali e qualche volta andava a coprire nel buco che il sette che giocando come tornante, si lasciava dietro.'
Questo sottointende che in realtà non è refrattario all'occorrenza nel proporre una difesa alternativamente a tre oppure a quattro.
Ad esempio in alcuni casi abbiamo avuto una difesa con Rudiger, Manolas, Fazio, Emerson oppure Jesus, Manolas, Fazio, Bruno Peres e in cui uno dei due fluidificanti (Emerson o Peres) andava ad assumere in determinati fasi del gioco la posizione di esterno alto trasformando la difesa in una difesa a tre... Penso che la parte riferita a questo passaggio e l' 'ispirazione' da Paulo Sousa vada intesa in questo senso.
Questo credo spieghi l'interesse per Rudiger e un fluidificante come dovrebbe essere il brasiliano Dalbert.
EliminaÈ incredibile come con la tecnologia a nostra disposizione nel 2017, ancora sia possibile ribare un'auto!
RispondiEliminaAvete visto l'immagine nello stand Juve A Cardiff con la scritta 35 scudetti? Non hanno il minimo ritegno e Pistocchi ha almeno il coraggio di denunciarlo. Quando ci sarà qualcuno che metterà un freno a questa arroganza? Speriamo che cominci oggi il Real Madrid e noi al più presto.
RispondiEliminagrazie, Giancarlo, non mi serve nulla. Avrò solo una mobilità ridotta, per un po'.
RispondiEliminaBe' Daniele, pensa che mentre ero dai carabinieri sono entrate due persone a denunciare la clonazione della carta di credito
In fondo, Pasquale, rubano solo uno scudo. Perché quello vinto in serie B va loro riconosciuto di diritto.
RispondiEliminaIo ricordo ancora a tutti, poiché mi piace parlare in anticipo e non sono un indovino, che da luglio dico che la juve vincerà questa CL essendo la squadra più attrezzata
Poche squadre hanno vinto sia la Champions che il campionato di serie b, da questo punto di vista non li riusciremo mai ad eguagliare.
EliminaQuello che non si può sopportare non è tanto il furto, ma la sfrontatezza con cui lo pubblicizzano. Pensando per di più di essere nel giusto.
EliminaAnche per me la juve è favorita per la compattezza della squadra, ma speriamo che avvenga il contrario.
Io ho assunto un atteggiamento disinteressato. Se vincono, vincono. La prenderò come una loro vittoria come le altre. Se perdono ovviamente mi farà piacere. Comunque credo che non la guarderò neanche anche se ho due fratelli super tifosi di Ronaldo che mi hanno proposto di guardarla con loro.
RispondiEliminaAggiungo che si conferma il fatto che il campionato italiano è diventato come quello tedesco: lo scorso anno la juve ha preso il miglior giocatore della seconda e della terza.
RispondiEliminaQuesto anno a quanto pare prenderà il due migliori talenti del campionato.
La verità è che solo noi e il Milan possiamo potenzialmente contrastarla. Se non ci riprendiamo continuerà a lungo questa egemonia. Speriamo ovviamente di riprenderci prima o comunque meglio noi.
EliminaAggiungo che si conferma il fatto che il campionato italiano è diventato come quello tedesco: lo scorso anno la juve ha preso il miglior giocatore della seconda e della terza.
RispondiEliminaQuesto anno a quanto pare prenderà il due migliori talenti del campionato.
OT Sul mondiale Under 20. Mi hanno appena fatto notare che effettivamente l'attaccante Favilli non è più controllato dalla Juventus che ha rinunciato al riscatto del giocatore quando ha preso Orsolini. Il giovane bomber dovrebbe essere ancora di proprietà del Livorno.
RispondiEliminaLetta l'intervista con attenzione. Spalletti dimostra di sapere il fatto suo: i miei amici ben informati mi riferiscono che tatticamente è un pozzo di sapere. Un po' meno bravo a comunicare. Sul mercato: pare trovare conferma che SUNING li voglia fare tutto fuori (o quasi tutti).
RispondiEliminaNon avere la macchina è un grosso guaio: dovrò restare in casa e attorno alle 23 sentire i festeggiamenti e le scorribande di chi per le vittorie dimentica ogni nefandezza.
RispondiEliminaIntanto il post è quasi ultimato. Forse è un po' ridondante, perché mi è venuto di circa 35 pagine.
Secondo me andrà benissimo. Penso che sia interessante presentare il nuovo allenatore ai lettori del blog. Nulla meglio che un lungo e dettagliato post sarà utile in questo senso. L'intervista in questione credo sia stata un buon 'pretesto' per permetterti di scriverlo.
EliminaAnche i numeri sono infausti: ogni 7 anni una vittoria in Champions delle italiane: 1996-2003-2010-2017
RispondiEliminaPost inviato
RispondiEliminaOttimo. Domattina lo pubblico!
EliminaNon sempre i favoriti vincono, la favorita juventus si prende una lezione di calcio dal Madrid; avendo avuto un mezzo regalo dal portiere Navas e, fino al 1-3, un arbitraggio un po' favorevole...
RispondiEliminaQuanti gol in tutta la Champions? 3. Oggi? Intanto non la vincono...
Siiiii. Gufata alla grande!! Asfaltati!
RispondiEliminaMai stato così felice di un mio errore clamoroso
RispondiEliminaDi questo sono certissimo. Io continuo a pensare che i tuoi pronostici, almeno un pochino, contengano scaramanzia.
EliminaSinceramente no, Amstaf. Il pronostico era solo "tecnico", anche se adesso sarebbe facile dire che gufavo.
EliminaMa in fondo non poteva andar meglio: loro perdono e nello stesso tempo sono arrivati i fondo, segno che non avevo poi sbagliato di molto. E contonuo a pensare che, a parte l'esito di una partita secca, la juve non fosse inferiore. Il che però rende ancora più grande la mia gioia
Goduria
RispondiEliminagrazie Luciano della gufata
RispondiEliminaMagnifico Real e grande centrocampo:Modric,Kroos e Casemiro che veniva associato un po' di anni fa ai nostri colori. Purtroppo a volte non si può portare di calcio solo di calcio....
RispondiEliminaVederli piangere con il capo chino..... che goduria!
RispondiEliminaMi piace pensare che quel "35 scudetti" portato nello stand gobbo,
in qualche modo abbia invertito tendenza e cabala...devono impazzire!!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaFinalmente una gioia in questa disgraziata stagione.
RispondiEliminaGrazie CR7 un mito
Quando impareranno a non fare gli sbruffoni...
RispondiEliminaEsibiscono scudetti revocati ,ma dove conta veramente fanno solo figuracce
Cmq noi dobbiamo evitare di spianargli la strada.basta fare cazzate l anno prossimo
RispondiEliminaNiente triplete, in compenso c'è un POKER.
RispondiEliminaLuciano già alla finale col Barcellona , se ti ricordi , a Interello ti dissi che esiste la Giustizia Divina. Da lassù due persone oneste vegliano su di noi : PEPPINO PRISCO E
RispondiEliminaGIACINTO FACCHETTI . Io stasera mi sono rivisto la Finale di Champion 2010 .
SEMPRE E SOLO FARZA INTER AMALA
SEMPRE E SOLO FORZA INTER . Oggi 2 amichevoli under 16 ha vinto 3-1 e la Beretti ha vinto 2-0
RispondiEliminaLetta su Twitter. A parziale scusante della juve c'è da dire che ha risentito della mancanza di Rizzoli e Tagliavento
RispondiEliminaLa cosa più bella é stata vedere le facce degli ovini in tribuna...ci hanno creduto veramente stavolta.
RispondiEliminaForza Sabatini
RispondiEliminaForza Sabatini
RispondiEliminaVado a dormire contento, buona notte a tutti :)))))))
RispondiEliminaStrano il calcio la squadra più forte del mondo ha perso, ma non dovevano vincere facile ? GODO !!!!!! e in Italia se le altre squadre non si scansano non vinceranno più.
RispondiEliminaE ora per favore non diciamo più che sono i più forti, appena trovano una squadra decente vengono massacrati.
Ma dai, Riccardo, sono arrivati in finale senza incontrare e battere nessuna avversaria forte?
RispondiEliminaSecondo me hanno battuto squadre forti ma stasera hanno toppato alla grande
RispondiEliminaPer me sì , Luciano, Monaco, Porto non sono squdre forti e il Barca è in pieno declino. E in Italia senza aiutini non vincevano loo scudetto...comunque anch'io penso che gufassi, aldilà delle nostre piccole polemiche, soper certo che tu di calcio ne capisci molto e la i ladri non sono così forti come pare....comunque una sera stupenda !
RispondiEliminaPer me sono fortissimi e questo rende ancora maggiore la mia gioia per la loro sconfitta
EliminaIn particolare l ambiente ha trasmesso solo la loro arroganza e non l umiltà .
RispondiEliminaIn particolare l ambiente ha trasmesso solo la loro arroganza e non l umiltà .
RispondiEliminaL'Under 14 chiude la fase a gironi del Torneo della Solidarietà con un bilancio di una vittoria e due pareggi.
RispondiEliminaA Lodi i Giovanissimi Regionali di Stefano Bellinzaghi non sono andati oltre lo 0-0 nella gara d'esordio contro la Fiorentina e, nel doppio impegno odierno, hanno battuto 5-1 il Bellinzona (tripletta di Gnonto e gol di Fusto e La Torre) per poi pareggiare 1-1 la sfida con i pari età dell'Anderlecht (rete di Uccellini).
L'Inter non riesce comunque ad accedere alle semifinali del torneo e domani alle ore 15 affronterà il Benfica nella finalina valida per il 7°/8° posto.
Pinamonti sul proprio profilo Instagram posta una foto con Javier Zanetti che alza al cielo la Champions con il seguente messaggio: "Scusate, ma non è per tutti".
RispondiEliminaPinamonti uno di noi !
Insospettatamente, ho visto un ottimo real.
RispondiEliminaOvviamente Ronaldo prenderà la copertina, ma il vero super giocatore è modric: di una intelligenza stratosferica, quasi da Cuchu.
Il triangolo modric-kroos-Casimiro ha funzionato alla grande. Spero che Benitez abbia visto la partita.
Mi piace ricordare (li faccio spesso) quel genio di Durante, il quale aveva bocciato Casemiro come giocatore di seconda fascia, ai tempi in cui lo seguiva l'Inter.
Ecco, dieci che sarebbe ora di finirla col seguire per mesi i talenti senza mai prenderli. A riconoscerli siamo bravi, ma se non li sai acquistare o gestire. ..
Modric di un altro livello. Higuain novanta milioni e nessuna scelta azzeccata in partita, solo un tiro potente nei primi minuti.
RispondiEliminaHiguain ha fallito l'ennesima partita importante.
RispondiEliminaAlla decima finale persa prenderanno una stella vero?
RispondiEliminaGià che siete gobbi, fateci un pom***o.
RispondiEliminaScusate per la grandissima volgarità, ma con loro proprio non resisto.
Forza Inter!
Pomodoro?
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaVolgare è la rubentus !
RispondiEliminaRicordate quando dissi di stare tranquilli, che il real era arrivato in finale battendo la piu` forte (il bayern) ed uscendo con tranquillita` olimpica da una partita difficilissima come quella con l`atletico? Fidatevi. E se in Italia meta` delle squadre non si scansassero (vero inzaghi in finale senza Felipe Anderson e senza la grinta di s.siro in cui dovevate finire in 9 il primo tempo) e non rubasse le partite come con noi, milan e napoli i 6 scudetti di fila non sarebbero forse manco 3. Dybala e` fortissimo. Ma ammonito al 10` del primo tempo, ha subito un paio di entrate tipo quelle che di solito fanno i chiellini. Non ha piu` visto boccia, altro che meglio di messi. Ha pensato pure lui a salvare le gambe. Come fanno in Italia quelli che giocano contro la juve. E cuadrado, che ha provato a far espellere dergio ramos, e` finito ingiustamente espulso lui. Difesa penosa, altro che la migliore del mondo. Insomma. Dateci un campionato senza i rizzoli e i tagliavento. E allora potra` esserci competizione. Anche all` estero. cara squadra di ladroni.
RispondiEliminaPerfetto Michele !
RispondiEliminafinalmente una gioia sportiva!
RispondiEliminaCosì come la Juventus ha vinto 35 scudetti, l'albo d'oro dice che la squadra bianconera ha vinto qualcuna delle sette finali perse. Ieri la partita è finita 4-1 per la Juve con tripletta di Dybala e goal di Higuain.
RispondiEliminawww.ilfattoquotidiano.it/2017/05/22/ten-talking-points-altro-che-rubentus-e-minchiate-simili-rassegnatevi-la-juventus-e-una-sentenza/3605013/amp/
RispondiEliminaRileggetevi il punto 4
Impressionante il modo in cui il resto nel secondo tempo riusciva ad aprire spazi nel centrocampo e nella difesa avversaria.
RispondiEliminaLa compattezza che di d'olio contraddistingue la juve ieri si è dissolta.
Mandzukic per me è da antidoping.
Incantato dai tre di centrocampo, con due costruttori talentuosi ai lati e un classico mediano di copertura al centro.
La sconfitta della juve, per me inaspettata, quasi mi ha fatto dimenticare il furto della macchina (quando si parla di juve il concetto di furto è imprescindibile) e il conseguente appiedamento.
RispondiEliminaGli sfottò mi fanno impazzire. Gianluca Rossi per una volta fa una cosa bella e pubblica una foto di Buffon che solleva al cielo un'enorme coppa di suino. In un'altra foto Buffon solleva la coppa vera, ma indossa...la maglia nerazzurra.
Mi ha dato più gioia persino della mancata qualificazione dell'Inter agli spareggi dei primi di luglio per entrare in EL.
Espressa la gioia, però non ci sto ad accodarmi a un atteggiamento diffuso tra i nostri tifosi di mancato riconoscimento della realtà. La juve è uno squadrone, fortissimo, stabilmente tra le prime 3-4 d'Europa. Del resto ha disputato 2 finali in 3 anni.
Proprio questa forza rende più piacevole la sconfitta di un gruppo arrogante falsario (i 35 scudi) e arrogante. Oltre che abituato a comportamenti border line sul piano legale.
Se fossero stati deboli e avessero perso, che soddisfazione ci sarebbe?
La juve è crollata nel secondo tempo, di una finale in partita secca contro una squadra molto forte, ai primi di giugno dopo una stagione in cui sia pure con i soliti aiuti aveva vinto quello che aveva da vincere.
Non è un ridimensionamento, purtroppo. da qui ripartiranno e possiamo solo sperare che ripartano commettendo qualche altro errore, magari più grave. In questa, secondo me l'errore è stato la sopravvalutazione degli uomini di centro campo.
Ho sbagliato il pronostico, ma se penso all'estate, quando l'ho formulato per la prima volta, non penso sia stato un errore clamoroso.
Ho sbagliato di più nel sottovalutare il centrocampo del Real, che consideravo composto da giocatori buoni ma non straordinari.
E, a proposito, pare che James abbia visto la partita dalla tribuna
Forse l'ha vista dalla tribuna perché tra una settimana sarà ad appiano a palleggiare, mentre che morata vada a bilanello non credo...
EliminaHai ragione Luciano, anche io considero la Juve molto forte, e vederla perdere in questo modo ne amplifica il godimento. Ma questo complesso di inferiorità al momento di giocare le finali di Champions é da riconoscere ed analizzare. Ne hanno perse 7 su 9, di cui le ultime cinque consecutivamente.
RispondiEliminaLa Juventus è una squadra fortissima in Italia. All'estero molto di meno. Il centro campo del real è di un altro pianeta.
RispondiEliminaSono convinto però che in gara doppia sarebbe andata diversamente.
Ne avrebbero prese 6, come il Napoli
EliminaChe bello quando anche noi saremo così deboli all'estero da giocare solo 2 finali di CL ogni 3 anni
RispondiEliminaMi permetto di interrompere i commenti su quella squadraccia a righe bianconere per invitare tutti a leggere il miglior post che potrete trovare online su Luciano SPalletti e scritto dal nostro mitico Luciano, ora online qui: http://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/06/da-herrera-al-trap-da-mancini-mou.html
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