Chelsea - Inter 1-1: Inter… pretazioni divergenti

Foto di copertina (fonte: Inter.it) meritatamente dedicata a Roberto Gagliardini. Ancora non al top della condizione, il nostro centrocampista sta comunque cominciando a mostrare le sue qualità e dando il suo contributo sostanziale in fase di contenimento. Ieri è stata sua la rete del pareggio contro il Chelsea del neo-allenatore ex Napoli Maurizio Sarri.

Come spesso accade, soprattutto tra i tifosi nerazzurri, dopo una partita della beneamata si leggono interpretazioni molto discordanti sulla prestazione della squadra e naturalmente sulle prove dei singoli.

Questo non solo è normale, ma è anche positivo entro certi limiti, perché anima la discussione.

Diventa un po’ meno normale quando certe valutazioni appaiono (almeno a me, ma è chiaro che posso essere io ad aver torto) non come la conseguenza di una serena analisi del match, ma come esternazioni di atteggiamenti prevenuti o – e questo è già più comprensibile – frutto di diverse letture, per altro tutte lecite, del fenomeno calcio.

Io non riesco a leggere la partita senza partire da un po’ di storia.

Dopo l’esperienza Mancini, che non è andata a buon fine per una serie di motivi che esulano dal valore del tecnico, l’Inter era completamente da ripensare, si doveva partire da zero, con dei vincoli ‘giuridici’ e finanziari pazzeschi e con un ennesimo passaggio di proprietà in corso.

Non è giusto a mio parere dare un giudizio sull’Inter attuale senza ricordare cos’era questa squadra esattamente (e solo) due anni fa.

Anzi, un po’ meno di due anni: al momento della sostituzione di FDB, quando è stato chiaro che si doveva ripartire da zero, con un progetto del tutto nuovo.

Questi i giocatori a disposizione del mister olandese:

Portieri: Handanovic, Carrizo, Radu;

Difensori centrali: Murillo, Miranda, Ranocchia, Andreolli, Yao;

Terzini: ANSALDI, Nagatomo, Miangue, D'Ambrosio, Santon;

Centrocampisti: Felipe Melo, Brozovic, Kondogbia, Gnoukouri, BANEGA, JOAO MARIO;

Attaccanti: Icardi, Perisic, CANDREVA, GABIGOL, Eder, Palacio, Biabiany, Jovetic.

Di questi, nei 22 di base, due anni dopo sono rimasti solo Handa, D’Ambrosio, Ranocchia, Brozovic (ricostruito), Candreva, Icardi e Perisic.

Significa che, se consideriamo appunto i 22 giocatori base, ben 15 sono nuovi, sono arrivati (o arriveranno, in qualche caso), da quando è iniziato il nuovo progetto, con Pioli.

Leggendo quella rosa secondo me si rivaluta il lavoro dello stesso Pioli, che, con i limiti di organico evidenti, ha cominciato a costruire una squadra su basi razionali.

Capisco l’insofferenza, la voglia di tornare a primeggiare da parte dei tifosi (io per primo, naturalmente), ma si deve anche cercare di rimanere lucidi: oggi abbiamo una squadra diversa, costruita con un senso, che ha ancora qualche punto debole (relativo alle ambizioni massime) ma che può giocarsela anche con alcune delle più forti (più facoltose e libere da vincoli e impacci artificiosi – ogni riferimento al FFP è puramente voluto).

Noi abbiamo giocato, io credo, alla pari contro un Chelsea che non ha, da anni, alcun limite di spesa e che da anni ha una squadra competitiva.

Qualcosa è cambiato anche nel loro progetto, con Sarri, ma il gruppo era già solido e di qualità e al mister è stato sufficiente chiedere chi voleva e gli è stato preso anche a cifre impossibili (Jorginho per esempio).

Come succedeva spesso lo scorso anno (e come è sempre successo contro le squadre di Sarri) siamo andati in difficoltà nella fase iniziale del match.

Diciamo venti minuti. Quindi abbiamo preso loro le misure, siamo progressivamente usciti nella seconda parte del primo tempo, per poi prevalere nella ripresa.

Solo nel finale, dopo la valanga di sostituzioni, loro sono tornati a farsi pericolosi o almeno a premere.

Ma qui ci soccorrono alcune considerazioni: logico che in un periodo di preparazione intensa, quando si gioca ogni tre giorni, se ti mancano alternative reali (per infortuni, per assenza dei nazionali, per assenza dei… giocatori in arrivo) chi gioca di più perda un po’ di brillantezza.

Questo lo ha affermato anche Spalletti e non credo sia una dichiarazione di comodo. Per lo meno, io la trovo convincete.

Poi nei cambi loro hanno potuto inserire gente più collaudata e anche questo un po’ ha pesato.

Ma nel complesso io ho visto una partita equilibrata, con i due gol frutto di errori individuali (che in questa fase della stagione possono starci), con un palo loro e un’ottima parata di Handa, ma anche con 2-3 occasioni in cui noi siamo stati vicinissimi al raddoppio.

Non cambierei la nostra difesa con la loro (ricordiamoci tra l’altro che nessuno dei due terzini, in teoria – poi parlerà il campo – è titolare, perché a destra dovrebbe giocare Vrsaljko e a sinistra Asamoah); che in mezzo la prima riserva (?) è Miranda e non Ranocchia.

Ma comunque i tre visti in campo (D’Ambro, Dalbert, Rano) a me sono sembrati affidabili, come seconde linee.

Del centrocampo è difficile parlare perché non sappiamo come sarà composto: probabilmente mancavano tutti i tre titolari (Brozo, Nainngo, X si tratti di Vidal, di Barella o di chi per loro): ma le alternative viste in campo hanno retto benissimo.

E non stiamo parlando della Coppa Italia contro il Pordenone, con tutto il rispetto.

Davanti Morata ha stravinto lo scontro con Icardi. Per 20 minuti.

Poi è stato ridotto a più miti consigli dai nostri centrali. E, trattandosi di uomini gol, il risultato è stato di parità: 0-0.

Volendo, se non ricordo male, Icardi ha fatto l’assist per il gol del Gaglia.

Dove loro ci sono stati superiori secondo me è sugli esterni alti.

Qui si deve dar ragione a Fabio, nel senso che oggi sembra andare per la maggiore lo schema offensivo con un centravanti mobile e manovriero e due esterni inarrestabili nello spunto, che tagliano e puntano la porta.

Questo schema non è certo l’unico vincente, ma, per esempio è quello utilizzato in prevalenza da Sarri.

Bene, i nostri due esterni visti ieri, Candreva e Politano, non hanno questo caratteristiche.

Anzi, Politano forse si, ma deve ancora dimostrarlo.

Candreva è un tornante, che si sobbarca un lavoro enorme, ara la fascia a gran velocità per molti minuti, ma non ha lo spunto secco che mette in crisi i difensori avversari.

Da questo punto di vista i due migliori di cui disponiamo potrebbero essere Karamoh e Perisic, ma al momento il primo (in grande crescita) deve ancora completarsi tatticamente e agonisticamente, mentre il secondo non unisce alla progressione la fantasia e il dribbling distruttivo.

Però con le buone prove del Toro si può pensare a uno schema diverso, con due punte, di cui una più mobile, un trequartista (Nainggo) e due esterni che fungano da tornanti.

Si potrà scegliere di volta in volta.

Secondo me manca ancora qualcosa in termini di qualità assoluta, per essere grandi grandi, ma sono consapevole del fatto che le grandi squadre si costruiscono nel tempo, con un percorso  di inserimenti progressivi e a me sembra, per quel che valgono le indicazioni delle amichevoli estive, che questa volta siamo ben avviati.

Diciamo che il mio stato d’animo, anche dopo questa partita, è di cauta ma…frizzante fiducia.

Le prestazioni individuali 

(Ndr. Ho visto la partita al computer, su schermo ridotto e riprese che spesso inquadravano il campo da lontano, quindi le mie valutazioni sono… poco attendibili: del resto è noto che – a torto o a ragione – considero più probante la valutazione fatta de visu sul campo.)

(Ndr. L’Inter inizia con il solito 4231 a… geometria variabile, mentre nel secondo tempo la sostituzione di Emmers con El Toro comporta il passaggio, prevalente, a un 442.)

Handa: è il bersaglio ideale per i tifosi dell’Inter, che di fronte a un errore (presunto) dimenticano tutte le prodezze compiute in precedenza. Massacrato dopo l’ultima partita (soprattutto perché non si tuffa anche quando la palla è imprendibile…) si riscatta alla grande con una bella parata e tanta sicurezza. Ho letto che gli si imputa la respinta che ha causato il primo gol. Ognuno ha le sue idee: certo se l’attaccante, solo, tira da 7-8 metri, tu devi non solo respingerla, ma metterla… fuori dalla portata degli avversari. Mah…

D’Ambrosio: contro un avversario difficilissimo (nella sua fascia si spostava spesso, inizialmente, anche Morata) ha incontrato qualche difficoltà a contenerlo anche se forse l’avrebbe incontrata anche… Vrsaljko. In fase di appoggio ha confermato i suoi limiti di tocco e fantasia. Ma io ho seguito i mondiali e ho visto pochi terzini forti in entrambe le fasi.

de Vrji: ancora alcune situazioni da aggiustare a livello di movimenti e coperture reciproche con l’altro centrale, ma una prestazione che conferma la sua affidabilità, soprattutto nel far ripartire l’azione.

Skriniar: è un giocatore fondamentale e non lo si scopre oggi di sicuro. Come De Vrji forse deve migliorare la condizione. Il troppo lavoro può avergli tolto un po’ di brillantezza. In ogni caso vorrei..avercene tanti così.

Dalbert: chiarito che al momento è solo la riserva di Asamoah, la sua prova dal mio punto di vista si deve considerare del tutto positiva. Sembra trasformato completamente. Molto più dinamico e propositivo nella spinta, si è anche esibito in almeno due chiusure difensive di grande efficacia. Nei minuti iniziali ha faticato un po’ a contenere il suo avversario, ma avrebbe faticato chiunque.Per me una lieta sorpresa, rispetto allo scorso anno e sono convinto che crescerà ancora.

Gagliardini: altro giocatore che non è un campione, non eccelle nel tocco, ma in campo si sente, dà sempre il suo contributo, magari non esaltante, ma utile e sostanzioso. Sembra in progresso di condizione e quando sarà al top costituirà un’alternativa ancora più affidabile.

Asamoah: ancora una grande prestazione da centrocampista: grinta, qualità, corsa e idee. E’ uno di quelli a cui la palla nei piedi non scotta. Ideale per ‘pulire le palle sporche’ per usare una felice espressione spallettiana, e trasformarle in possibili ripartenze. E’ quasi un peccato che debba tornare a giostrare in fascia.

Candreva: due leggerezze nella stessa azione, che hanno causato il loro gol. Questa è manna per i massacratori di professione, che notano la giocata sbagliata ma non il lavoro incessante (e produttivo) sulla fascia, con anche un paio di assist davvero interessanti. Per fortuna noi abbiamo un allenatore e non un tifoso, alla guida, e gli allenatori sanno che l’errore lo può fare anche Pelé, ma il contributo fornito nell’arco della gara è un discorso diverso. Poi è vero che se si vuole giocare con esterni dal dribbling e dallo spunto secco, Candreva non è l’uomo adatto.

Emmers: celebrato e esaltato in modo fuor da ogni logica dopo un paio di prove, il ragazzo mostra le difficoltà inevitabili che un giovane esordiente, abituato ad affrontare avversari della categoria Primavera si trova nel misurarsi con professionisti affermati. Comunque non fa male. Conferma grinta, velocità personalità. Da seguire con interesse ma senza mettergli pressione eccessiva.

Politano: certamente in crescita rispetto alle precedenti prestazioni, non sembra ancora al livello degli omologhi più forti sul piano europeo, ma è una tipologia di giocatore che ci mancava e può rivelarsi molto utile. Spero e penso che crescerà ancora, completando inserimento negli schemi e affiatamento con i compagni.

Icardi: Maurito se non segna non può essere contento. Suo l’assist per il gol di Gaglia, arriva in ritardo di un soffio su una gran palla di Candreva e si distingue per qualche buona giocata, muovendosi più del solito. Non sembra ancora al top della condizione.

Lautaro (dal 46’). Quando entra la squadra era già in netta ripresa, lui ci aggiunge qualcosa sul piano della mobilità, della lotta, in qualche caso dell’inventiva. Conferma di non essere parente di Barbosa, ma di essere pronto subito per il calcio europeo. Fino a che punto, lo diranno gli auspicabili miglioramenti.

Ranocchia (dal 65’): anche lui trasformato rispetto a un paio d’anni fa. Chiaro che non può essergli venuta la… rapidità,  ma oggi è molto più grintoso, disposto anche al fallo di mestiere per non lasciar sfuggire l’avversario.

Karamoh (dal 65’): io continuo a vederlo in netto progresso. Ancora qualche leziosità di troppo, pure pericolosa, ma ha caratteristiche di rottura delle difese che nessun altro possiede nella nostra rosa. Cresci, ragazzo, cresci. E non ci deludere.

Roric (dal 65’): per me, senza voler esagerare (non è il caso) è una piccola rivelazione, per come tiene il campo con determinazione, ‘cattiveria’ e senza complessi. Alcuni giovani fanno il salto prima, altri un po’ più tardi. Bisogna vedere quali altri margini di crescita possiede.

Zappa (dall’83'): pochi minuti disimpegnandosi con buona applicazione.

Salcedo (dall’83’): troppo individualista, ma in alcuni spunti ha dimostrato potenzialità importanti da coltivare.

Spalletti: sta lavorando, il frutto del suo lavoro sarà valutato (per quel che contiamo) più avanti. Per me è un grande.

In conclusione: considerando le argomentazioni portate in apertura di post, lo ripeto, mi considero moderatamente soddisfatto. L’età… matura mi porta ad essere meno intemperante di altri, capisco che non si può avere tutto subito, ma sono convinto che la strada intrapresa sia quella giusta.

Luciano Da Vite