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martedì 30 ottobre 2018

La giovane Inter cresce: Lazio - Inter 0-3

Nel pomeriggio di venerdì 26 ottobre 2018 il club nerazzurro è entrato in una nuova "era" con la nomina durante l'assemblea di soci del nuovo presidente Steven Zhang (foto: Getty Images). Nato a Nanchino il 21 dicembre 1991, Steven è il figlio di Zhang Jindong, il "capo" di Suning. Entrato a far parte del consiglio di amministrazione della società nerazzurra nel giugno 2016 dopo l'acquisizione del club da parte della Suning Holdings Group, a soli 26 anni Steven Zhang è il più giovane presidente della storia del club. Nella prima partita nel corso della sua presidenza, l'Inter ha battuto 3-0 la Lazio in trasferta all'Olimpico con una doppietta di Icardi e un goal di Brozovic.

Nella serata dell'Olimpico, mentre infuria la bufera, l'Inter batte tre a zero la Lazio e raggiunge il punto più alto da quando è cominciata la gestione Spalletti (che significa il punto più alto dalla stagione 2011/2012) e nella prima partita dopo l'inizio dell'era Steven Zhang, il figlio di Zhang Jindong, 26 anni, il presidente più giovane della storia dell'Inter, fresco di nomina dopo i fatti degli ultimi giorni.

Diverse tessere di un grande mosaico si vanno a incastrare tra di loro e a formare, nella settimana più difficile secondo quello che possiamo definire come quoziente di difficoltà calcistico, e con la fine della pioggia battente, un quadro che è una luminosa finestra ideale sul futuro anche prossimo.

Il cambio al vertice e la nomina di Steven al posto di Erick Thohir erano qualche cosa di annunciato. Era solo una questione di tempi. Tutto è stato fatto senza fretta e nel rispetto delle parti, dando anche peraltro al ragazzo il tempo di entrare nel mondo Inter, introdotto mano nella mano da Javier Zanetti e guidato da una organizzazione dei piani societari che ha potuto giovare di una maggiore stabilità in una reciprocità di causa ed effetto con i risultati della squadra.

Probabilmente con questa nomina, non me me vorrà Steven, adesso insignito del prestigioso titolo di presidente del club dei colori del cielo e della notte (sono arrivati gli auguri anche di Massimo Moratti), non cambierà molto secondo il piano previsto da Suning, le cui scelte sin dal principio sono state molto chiare.

Le considerazioni sulle limitazioni imposte dal governo cinese, probabilmente legate anche alla posizione di Zhang Jindong in seno alle istituzioni del suo paese, andavano e vanno colte per quello che sono, ma comunque in un senso che poi è allineato al rispetto dei parametri UEFA e con un piano di "rientro" che è stato perseguito senza comunque evidentemente sacrificare sull'altare il piano tecnico, visto che siamo comunque riusciti a tornare in Champions e dimostrarci competitivi.

Abbiamo visto peraltro che altre esperienze, sempre guidate da investitori cinesi e in rottura con le disposizioni richiamate, così come nel mancato rispetto di ogni normativa UEFA e buon senso, si sono rivelate fallimentari da ogni punto di vista.

Il confronto diretto, per quanto possa servire, ha dimostrato che determinate scelte si siano rivelate giuste e efficaci, rispetto a una politica di investimenti privi di logica e nel segno del "tutto e subito" e dove invece alla fine raccogli niente.

Non sappiamo se e quanto siano fondate le voci che vogliano l'approdo in seno alla società di Giuseppe Marotta, manager in uscita dalla Juventus e sul quale ci sarebbe lo scetticismo di molti (me compreso) più sulla sua figura professionale in generale e per i suoi legami con il rivale storico, che sulle capacità manageriali e gestionali.

Penso che comunque questo presunto interesse, vero oppure no, vada in ogni caso collocato in una sfera più ampia e che riguarda l'interesse di Suning ad ampliare il suo ventaglio di partnership con il club nerazzurro anche sul piano strutturale, a partire dalla possibilità di un nuovo stadio o centro sportivo, così come dal rinnovo di San Siro.

Tutto questo riguarda comunque l'area programmatica della società, di cui sappiamo poco e sulla quale mi è impossibile poter dire di più (soprattutto su scelte strategiche di tipo strutturale, che sappiamo essere legate anche ai tempi lunghissimi della burocrazia del nostro paese); quello che possiamo dire per certo è che la nomina di Steven Zhang sancisce il patto di ferro tra il mondo Suning e quello Inter e che quest'ultimo entra a tutti gli effetti a far parte della "grande famiglia cinese".

Cosa cambia per noi tifosi il fatto che la proprietà (Suning) sia cinese invece che italiana? Niente.

Quello che conta è che chi sia alla guida dell'Inter lo faccia intanto rafforzando la squadra e mantenendola sempre ai massimi livelli; secondariamente che lo faccia nel rispetto delle tradizioni del club e ispirandosi ai principi che nel tempo ci hanno resi tutti quanti fieri non solo dei risultati sportivi ma anche dei valori etici e che costituiscono patrimonio culturale del senso di appartenenza al mondo Inter.

Il lavoro di Suning, dopo la fase di interregno segnata dalla gestione di Erick Thohir, prosegue sul piano etico nella scia segnata da Massimo Moratti e che da questo punto di vista è stato ineccepibile, rendendo l'Inter un vero e proprio "modello" e caso unico in un momento storico diciamo molto "particolare" per il calcio italiano.

Il presente riguarda nel concreto i risultati sportivi della squadra.

Va detto che chiaramente ogni considerazione di carattere positivo sul piano societario assume una vista prospettica e speranzosa per il futuro, così come le valutazioni sull'operato della squadra, basate sui risultati positivi ultimi a partire dalla partita di ieri contro la Lazio, sono giustamente positive e ottimistiche nell'ottica di un passo in avanti della squadra rispetto alla scorsa stagione e di una crescita progressiva da inizio campionato a oggi.

Giustamente (ancora) entusiasti per la vittoria di ieri e la prestazione e per il secondo posto in classifica, non facciamo bilanci definitivi e che vadano oltre quelle che sono previsioni ragionevoli. Adesso tutti parlano di Inter come "nuova anti-Juve", ma a parte il fatto che anti-Juventus lo siamo sempre stati, quello che facciamo prescinde dal valore degli avversari e dalle iperboli che vengono di volta in volta assegnate a seconda dell'andamento della squadra.

Arriviamo da un quarto posto conquistato con il coltello tra i denti all'ultimo minuto dell'ultima giornata di campionato, un risultato meritato e ottenuto con grande sacrificio e unità di intenti. Chi dice che giochiamo per lo scudetto è in cattiva fede, perché sa che questo è ben oltre le previsioni e le nostre possibilità, ma chi dice che ragionevolmente questa squadra debba rientrare tra le prime quattro e possa passare i gironi e giocare gli ottavi di Champions League, fa una proiezione giustificata delle nostre possibilità e una valutazione accorta dei nostri mezzi.

L'obiettivo stagionale è quello: poi la maniera in cui questo viene raggiunto può fare la differenza anche in prospettiva futura. Senza considerare che saremo anche impegnati in Coppa Italia, un obiettivo aggiuntivo che potrebbe pure essere alla nostra portata. Anche se fare una affermazione in questo senso è quantomeno prematuro, non abbiamo disputato ancora neppure una partita nella competizione.

Contro la Lazio, ieri sera, abbiamo visto la migliore Inter della stagione. Almeno nel primo tempo. E abbiamo colto la vittoria più tonda della stagione e chiuso in maniera trionfale una settimana cominciata con la vittoria in pieno recupero nel derby e corredata da una partita di Coppa Campioni disputata al Camp Nou, che detta così pare una cosa "normale", ma che invece appena dici "Camp Nou" pensi "triplete" e quindi capisci quanto sia veramente importante essere ritornati a giocare lì oggi e dopo tutto questo tempo.

Certo il risultato è stato negativo (non così tanto se poi vedi che il Real va lì e perde 5-1) e abbiamo già argomentato nel merito della prestazione di mercoledì e fatto tutte le considerazioni sul grande valore dell'avversario, come sulla nostra "impreparazione" a affrontare partite di questo tipo. Ma anche valutazioni positive e su come questa partita, come tutta la competizione, possa costituire una "palestra" per il campionato e nell'ottica di un processo di crescita più ampio.

Che la prestazione di ieri sera sia anche frutto della partita di mercoledì?

Questa sembrerebbe una forzatura. Meglio considerare tutto in un'ottica processuale e secondo la crescita della squadra da inizio campionato a oggi e nel segno della svolta che sul piano dei risultati e dell'efficacia delle prestazioni, ha seguito la dolorosa sconfitta con il Parma.

Da allora abbiamo disputato nove partite e ne abbiamo vinte otto. Abbiamo segnato 15 goal e ne abbiamo subiti 6. In campionato solo 2 e 4 volte su 6 Handanovic non ha subito goal.

La crescita sul piano dei risultati si è accompagnata ovviamente a quella del rendimento della squadra e del miglioramento del piano tattico e le prestazioni dei singoli. Determinante in particolare la crescita di Mauro Icardi.

È stato Mauro a dare la prima "scossa" con quel goal incredibile al Tottenham. Da allora ha fatto goal 8 volte, dimostrando che se pure questa Inter abbia un gioco più armonioso e riesca ad andare in rete in modi diversi, poi lui è sempre fondamentale e decisivo.

Ho già lodato ampiamente Mauro dopo la partita con il Milan, ma quella di Roma di ieri sera penso che sia stata se non la migliore, una delle sue migliori prestazioni.

Praticamente su ogni pallone, Mauro ha realizzato una sua personale doppietta, prima finalizzando una spettacolare azione corale tutta di prima e che lui stesso aveva cominciato, mettendo dentro un assist del solito vecino; poi chiudendo i conti con un sinistro dopo una finta "alla Milito" sul difensore biancoceleste dopo avere ricevuto un filtrante di Borja Valero.

In mezzo, il goal di Brozovic su una conclusione chirurgica da fuori area che si infila alla destra di Strakosha e arrivato sugli sviluppi di un calcio d'angolo ottenuto proprio dopo una battuta a rete di... Icardi.

Sarebbe sbagliato tuttavia considerare che questa Inter sia solo Icardi. Al contrario, l'armonia di gioco dimostrata nel contesto della partita contro la Lazio, la solidità difensiva comprovata anche con l'impiego di Miranda (sia a Barcellona che a Roma contro la Lazio) al posto di de Vrij e nell'alternanza tra D'Ambrosio e Vrsaljko (ieri molto bene in fase difensiva su Lulic e le sovrapposizioni costanti di un giocatore difficile e molto fisico come Milinkovic-Savic) chiamano in causa l'intero collettivo a partire dall'allenatore e le sue scelte, quindi dai singoli giocatori.

Il Mister Luciano Spalletti, apparso a inizio stagione quasi "confuso" e le virgolette indicano non tanto uno stato di confusione vera e propria (non gli sono state risparmiate critiche anche qui, del resto quattro punti contro Sassuolo, Toro, Bologna e Parma sono... pochini) quanto le difficoltà oggettive e la serie negativa di risultati, ha invece il pieno controllo del gruppo e ottenuto la disponibilità di ciascuno al sacrificio e la totale devozione alla causa, tanto da avere il coraggio contro la Lazio di mescolare le carte (pure causa lo stop di Radja Nainggolan, i cui tempi di rientro sono ancora incerti, potrebbe persino essere in campo sabato contro il Genoa...) e rilanciare persino Joao Mario, che non disputava una gara ufficiale in maglia nerazzurra dal cinque gennaio scorso in trasferta a Firenze contro i Viola.

Escluso dalla lista Champions (alla pari di Dalbert e Gagliardini), il portoghese sembrava completamente fuori dal progetto, dopo non avere trovato una collocazione nel corso del mercato estivo. A parole comunque Luciano Spalletti non lo ha mai escluso e alle parole ha accompagnato i fatti, se è vero che poi ieri lo ha schierato in campo dal primo minuto in un centrocampo che abbiamo visto per la prima volta dall'inizio di questo campionato, disposto a tre con Brozovic vertice basso e Vecino e Joao Mario nella posizione di mezze ali.

Una disposizione in campo efficace e che ha esaltato proprio il calcio del portoghese che forse in quella posizione si esprime al meglio delle sue possibilità. Protagonista di un buon primo tempo, "Gianmario" ha poi mostrato nel secondo tempo un tipico calo sul piano della concentrazione, forse dovuto anche all'aver disputato una partita dal primo minuto dopo tanto tempo di inattività.

Il bilancio è comunque positivo, il portoghese si inseriva alla perfezione in un piano tattico dove la manovra d'attacco si sviluppava prevalentemente a sinistra con Perisic, che quasi mandava in porta a Icardi e che veniva condotta in maniera magistrale dal professore Brozovic, oramai a pieno titolo da annoverare tra i migliori centrocampisti del calcio europeo.

Abbiamo giocato un calcio bello da vedere, ma allo stesso tempo essenziale, lontano da logiche di possesso palla prolungato sterile e fine a se stesso, e mettendo in difficoltà una Lazio particolarmente aggressiva e dopo la cessione di Felipe Anderson e senza Luis Alberto e con Badelj al posto di Lucas, ancora di più spinta nella direzione di un calcio fisico.

La conseguenza di questo sono stati anche molti cartellini gialli (da ambo le parti).

Nella pratica tra i loro hanno picchiato però più gli attaccanti, Immobile e Caicedo, che i difensori, anche perché come detto, non abbiamo praticato un possesso palla insistito, ma i nostri giocatori si sono sempre mossi bene senza palla andando a occupare gli spazi a seconda delle situazioni di gioco.

In questo senso è emblematica l'azione del primo goal con Icardi che scambia con Politano e poi si infila nell'area di rigore; l'ex Sassuolo mette dentro per Perisic; stop di petto del croato a servire Vecino; assist di Matias per Icardi, che mette dentro con un colpo secco alle spalle di Strakosha. Applausi.

Il resto sono conferme: tutti i giocatori si sono espressi su livelli molto alti e altrettanto ha fatto Borja Valero quando è stato chiamato in causa ed è subentrato a Joao Mario dopo dieci minuti nel corso della ripresa e poi protagonista anche di un bel filtrante per Icardi in occasione del goal del tre a zero. Buono l'impatto sulla gara di Gagliardini, mentre è piaciuto di meno Keita.

Per la prima volta ci possiamo "dispiacere" di non vedere in campo alcuni giocatori che pure meriterebbero, come il già menzionato Gagliardini e Lautaro Martinez. Come Andrea Ranocchia, che finora non ha disputato neppure un minuto in gara ufficiale.

Insomma, tutto sembrerebbe filare per il verso giusto e nella pratica le cose stanno così. Dopo dieci turni di campionato siamo secondi in classifica a pari punti con il Napoli e a sei punti dalla Juventus capolista.

Abbiamo una media punti di 2,22, abbiamo segnato 16 goal e ne abbiamo subiti 6 (miglior difesa). Ma il nostro "score" è in crescita adesso che Mauro è andato a regime. Soprattutto abbiamo guadagnato un minimo distacco sulle avversarie. Abbiamo 22 punti, la Lazio segue a 18, Fiorentina, Milan e Roma a 15.

In Champions, nonostante la sconfitta di mercoledì, abbiamo 5 punti su PSV Eindhoven e Tottenham e la gara di ritorno con il Barcellona da giocare in casa. Presumibilmente i londinesi dovrebbero vincere in casa con il PSV (non si sa mai), ma anche noi affronteremo gli olandesi a San Siro e quello potrebbe essere un match decisivo...

Sicuro ogni partita andrà affrontata con la massima concentrazione e questo a prescindere dall'avversario. Da questo punto di vista è significativo che Spalletti (almeno pubblicamente) abbia richiamato i ragazzi a restare con i piedi per terra dopo la vittoria con la Spal e li abbia invece "strigliati" dopo la prestazione con il Barcellona.

È vero, come ha argomentato Luciano nel suo post dopo la gara con il Camp Nou e come anche altri amici hanno scritto e commentato sul blog, fare di più contro il Barcellona non era possibile probabilmente, ma evidentemente qualche cosa al mister non è piaciuta sul piano dell'atteggiamento generale della squadra e sebbene sono convinto che poi non sia sicuramente stato così "caustico" nel dialogo con la squadra, penso che i giocatori abbiano recepito il messaggio. La sicurezza e la serenità dimostrate nella partita di ieri sera sono il segnale di una fiducia e consapevolezza nei propri mezzi che poi significa bravura.

Quanto sia veramente forte questa Inter lo deciderà come sempre il campo, è così tutte le volte che scendiamo in campo partita dopo partita, ma chiaramente un allenatore esperto come Spalletti sa bene che cosa i suoi ragazzi possano dare e che risultati possano raggiungere.

I paletti sono stati fissati a inizio stagione. Nessuno chiede a Spalletti, che per primo predica "serietà" e raziocinio, di fare miracoli, ma di continuare a lavorare nel perseguimento degli obiettivi e nella crescita del gruppo e che passa dal lavoro tattico a quello di carattere psicologico che è fondamentale per una squadra giovane e che aspira senza nessuna presunzione (il rischio sarebbe di bruciarsi le ali come Icaro) a diventare grande.

Mi sembra di poter dire che in un parallelo tra l'aspetto societario e quello più strettamente calcistico, i nostri "ragazzi" siano in buone mani abbiano quelle capacità tecniche e caratteriali per riuscire a farsi valere.

Emiliano D'Aniello

20 commenti:

  1. Matteo30 ottobre 2018 08:46

    Ieri due nomi su tutti, Icardi e Brozovic.
    Il primo ha fatto la partita perfetta, avete presente quando si diceva che giocava poco per la squadra? Ecco ieri ha fatto proprio questo solo che ha aggiunto due gol veramente belli, come voto gli dare un 9,5.
    Per Brozo che dire, io lo clonerei, mi ricordo tre anni fa con la prima di mancini fece un'ottima parte di stagione, poi si dimostrò discontinuo. Ora riesce a mantenere costanza atletica ed ha acquisito tranquillità per il mondiale fatto. In breve gli riesce tutto, anche le giocate difficili e pure col sinistro. E' uno dei top 3 al mondo nel suo ruolo, anzi io penso sia il migliore al mondo nel suo ruolo. Non appartiene a quella categoria di giocatori che è forte grazie al supporto dei compagni di squadra ma fa diventare più forti i compagni di squadra, nel senso è più forte di Pirlo.
    Però ecco mi auguro con l'entrata in campo di Joao che si riesca a fare turn over, perchè i titolari stanno facendo bene ma se dovessero perdere la prestanza atletica si rischierebbe di compromettere tutto.
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    Wustber30 ottobre 2018 10:01

    gran partita

    assurdo solo 60 per Brozo attualmente è uno dei migliori centrocampisti al mondo

    Joao ha fatto il compitino passaggi facili senza rischiare nulla
    e purtroppo ha fatto molti errori.ha messo cmq minuti nelle gambe e questo è importante anche per farlo sentire parte della squadra

    contro il genoa turnover pesante (Lautaro Keita Dalbert...)
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    Karlito30 ottobre 2018 11:24

    sono d'accordo con Giancarlo sulla primavera, eravamo abituati a giocatori di massimo livello in tutti i reparti, questa è un'annata che speriamo sia di passaggio, ma che comunque ci sta.
    Sarebbe bello, ma non si può pretendere di avere sempre il massimo tutti gli anni, soprattutto in regime di fpf.

    Forse la società si aspettava di più da giocatori come Merola (Samaden voleva una stagione da 34 gol per lui...) e invece fa panca.

    Penso che ci sia stata una pausa negli investimenti per varie ragioni, ma auspico che riprenderanno la prossima estate.

    Chiedo un giudizio su Merola e Madonna anche se capisco non sia semplice darlo
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    1. Karlito30 ottobre 2018 11:27

      Brozo a 60 per me in estate se ne va.
      In questo momento è senz'altro uno dei migliori cc al mondo, urge un sostituto a gennaio, sia perché non ha cambi in rosa, sia nella prospettiva abbastanza concreta di perderlo
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      carlo30 ottobre 2018 13:16

      Anche secondo me bronzo andrà via.
      Sicuramente prenderei subito barella
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      Arturo30 ottobre 2018 12:02

      Brozo è migliorato soprattutto nella costanza mentale a star dentro la partita e non uscirne appena un episodio gli gira contro. Dal punto di vista tecnico il giocatore è stato sempre questo, non ha mai avuto grosse lacune da colmare. Ha sempre corso più di tutti ,contrastato ,tirato fatto assist,solo che a ,causa del suo atteggiamento indolente e delle pause che si prendeva all interno della partita, tutto ciò non veniva risaltato. Però dobbiamo anche essere equilibrati nei giudizi e non farci ottenebrare dal tifo,definirlo il migliore al mondo è un po eccessivo a mio parere considerando che ci sono in giro centrocampisti come Busquets(odioso ma fortissimo) Rakitic ,Kroos ,Modric,Jorginho,Thiago Alcantara e me ne dimentico sicuramente qualcuno. Brozo me lo tengo stretto sia chiaro...giocatori così ad 8 mln non se ne trovano.
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      Wustber30 ottobre 2018 12:07

      a mio parere ad oggi è al loro livello. sinceramente non lo scambierei con nessuno di quelli citati
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    2. Arturo30 ottobre 2018 12:05

      In prospettiva bloccherei quanto prima Palacios del Rover che mi sembra abbia tutte le carte in regola per diventare un top. Dai pochi video che ho visto mi è parso un giocatore completo ,copre ampie porzioni di campo inserendosi spesso da dietro,contrasta con forza sradicando palloni agli avversari, progressione interessante e tecnica di livello. Non a caso il Real ci ha messo gli occhi sopra
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      LOTHAR1030 ottobre 2018 13:36

      Ciao a tutti
      volevo fare i complimenti ai ragazzi e al mister...
      Davvero una bella Inter ieri

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  2. Con un'Inter che si esprime e si conferma su alti livelli, Brozo non vedo perché non dovrebbe restare. ;)

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  3. Anch' io non cambierei Brozo con nessuno di quelli citati (solo Modric se avesse...25 anni), ma poi Arturo mi sgrida dicendomi che sono troppo interista

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    1. Forse sono io che sono un tifoso troppo esigente. Brozovic a me è sempre piaciuto sin dal suo esordio ed è vicinissimo ai top mondiale e ce lo teniamo stretto cosi come Icardi. Peace and Love Luciano :-)

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  4. Beh il brozovic che stiamo ammirando è un giocatore talmente totale che bisogna stare attenti a non diventarne dipendenti (visto anche che esiste la clausola).
    Si sta sobbarcando quasi completamente i compiti tecnici in uscita che prima condivideva con cancelo, mentre quelli di rafinha li stiamo un po' aggirando con le sponde di icardi, le conduzioni di vecino e i possessi di qualità anche se sull'esterno di Politano.

    Adesso siamo una squadra decisamente più verticale, che fa un buon palleggio basso finche trova una linea verticale in conduzione con vecino o una palla di qualità per politano, che sia di sponda o un cambiogioco dopo aver attirato il pressing e accorciato gli avversari sul palleggio corto di asamoha/brozo/skriniar.

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    1. se accorciano abbiamo la lunga di la per politano, se restano a metà a coprire il cambiogioco ci lasciano i mezzi spazi dove vecino in conduzione e borja in ricezione alta possono sempre creare qualche pericolo.

      La chiave di volta comunque è la qualità di brozo, sia nel prendere gli spazi giusti (bisogna correre!) sia nella distribuzione in cui non sta oggettivamente sbagliando nulla.

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  5. Vorrei sottolineare che non sbaglia una partita da marzo. C'erano dubbi sulla continuità e invece quando va male è comunque sufficiente... Con 60 mln non lo blindi ma credo sia una cifra ragionevole; forse non era ragionevole la clausola precedente.
    Infine, ricordiamoci che l'anno scorso temevamo le cessioni di Icardi e Skriniar. Sappiamo com'è andata e sappiamo che l'ultima cessione di un certo tipo risale a quella di Kovacic nel 2015. Starei tranquillo, soprattutto in autunno.

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  6. vero anche che skriniar era senza clausola e icardi ce l'aveva a 110.
    Neanche io credo voglia andarsene in ogni caso, ora siamo una società ricca che gli corrisponderà il giusto e gioca la champions. Insomma la situazione è comunque rassicurante in un certo senso ma quella clausola piu che danni non puo fare. Qaando ci sono clausole da far valere c'è sempre qualche bella commissione per i procuratori ecc.

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    1. Se non ci fosse la clausola a quanto lo venderesti? E non consideriamo le cessioni come se la cedente sia messa spalle al muro. Non possono chiedere tutti la carriera all'Inter... anche a me ha comunque sorpreso l'aumento di soli 10 milioni.

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    2. in questo momento per me vale le valutazioni di pjanic jorginho rakitic ecc. ma non è tanto per quanto lo cedi, puoi cederlo anche a 100 milioni e fare un affare. Poi però devi ricominciare daccapo a spiegare alla squadra come si gestiscono i tempi in uscita e tutti i compiti che in questo momento brozo sta assolvendo anche al di la del proprio ruolo specifico

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  7. A quanto pare è stato utile giocare a Barcellona

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  8. Quindi Keita o Karamoh? Inizialmente pensavo che i cinque milioni per il prestito garantissero un obbligo di riscatto.

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    1. Beh se le prestazioni continuano ad essere queste direi senza dubbio Karamoh a costo zero che Keita' a 34 mln. Molto più probabile che vengano riscattati Vrsalijko e Politano per complessivi 36 mln che lui che fin'ora non ha dato quanto sperato. Karamoh al Bordeaux sta accumulando min e esperienza, gioca spesso e sta facendo assist e gol...meglio di cosi non si può

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  9. Immagino che il real Madrid denuncera' Perez perché sta contattando pochettino.
    Un allenatore che si trasferisce in piena stagione in corso sarebbe incredibile e vergognoso

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  10. Brozovic fantastico.
    Però è asfaltato, come tutti i centrocampisti, dal sistema di gioco e giocatori che li circondano
    Brozo funziona perché la squadra si muove meglio.

    Allo stesso modo, fino a giugno avrei detto che i migliori centrocampisti del mondo erano Kroos e Modric. Ma ora non saprei, perché il loro rendimento è limitato da un sistema che non gira più (e senza Casemiro).

    Direi che non metterei nessun centrocampista sul podio al posto più alto, ma un gruppo di grandi giocatori di cui il nostro Brozovic fa parte.
    Noi abbiamo sempre saputo che avesse questo potenziale, e ci faceva arrabbiare la sua discontinuità.
    Io avevo perso le speranze.

    Mi ricordava Recoba, quanto a scarto tra potenziale e reale rendimento nel lungo periodo.

    Sarebbe bello vedere Brozovic all'Inter affiancato da un altro del suo livello. Modric, ma meglio Kroos, Pogba, Thiago, Casemiro. Lo stesso verratti si esalterebbe con lui e l'Inter

    Barella, secondo me, ha quel tipo di potenziale

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  11. Nuovo post online: https://fratellidelmondo.blogspot.com/2018/10/roma-citta-aperta-lazio-inter-0-3.html

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