Premessa: il post era stato scritto prima della lettura della notizia del decesso del tifoso nerazzurro e che si cominciasse a delineare un quadro sulla situazione relativa gli scontri nel pre-partita e i fatti che si sono svolti poi contestualmente e dopo per quello che riguarda gli insulti razzisti a Koulibaly. Nel commento alla partita e pure ai fatti in generale verificatisi, vi accenno solamente, senza nessuna censura, senza nessuna "giustifica" per tutto quello che è successo (sono lontano da ogni retorica per quello che riguarda il mondo del tifo e condanno ogni forza di violenza e di discriminazione e razzismo), ma anche senza nessuna cognizione dei fatti per come si sono svolti esattamente. Per questa ragione, non ho voluto argomentare sul fatto nello specifico. Cosa che comunque non significa che questo non possa poi succedere nei commenti.
Nella partita più difficile e anche perché nel momento più difficile della stagione, il campo ha decretato che "Spalletti sì".
Avevo scritto che nel calcio, come nella vita, un giorno sei un re e quello dopo non sei nessuno (oppure viceversa) e così è successo quando prima della partita, ombre offuscavano il cielo di San Siro, mentre dopo, nonostante sia cominciato l'inverno, ecco che il sereno ritorna a splendere illuminando i colori del cielo e della notte.
I meriti?
Vanno divisi in maniera equale tra il mister e i giocatori, ma non penso di togliere niente a nessuno se dico che è stato Luciano Spalletti il grande protagonista di questo successo e in generale il grande protagonista di una serata che, agli onori delle cronache, passa purtroppo più per episodi e ragioni extra-calcistiche che per la bella prestazione dei nostri.
Perché non ci sono dubbi sul fatto che la vittoria sia stata meritata e che gli episodi per quello che riguarda il calcio giocato, non sono stati condizionati da nessuna presunzione suggerita dal presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che ha voluto infiammare la vigilia con le sue dichiarazioni al vetriolo.
Peraltro, al netto di un arbitraggio comunque difficile, evidente infatti il nervosismo tra le fila dei partenopei e che probabilmente hanno subito una certa "ansia" da prestazione per il rallentamento (chiamiamolo così) della Juventus che li chiamava a vincere e accorciare, sento di poter dire che qualche cosa da recriminare ce l'avremmo noi o comunque pure noi.
Per il resto le due espulsioni (la seconda oramai a gara conclusa, è stata poi ininfluente) mi sembrano sacrosante.
Il cosiddetto "boxing day" ci ha detto bene: la partita non è stata sicuramente "dominata" (ma abbiamo disputato veramente un bel primo tempo), ma il Napoli è stato in definitiva meno concreto e nel momento di "decidere", Eupalla ha baciato i più coraggiosi e quelli che questa partita volevano e sentivano di poterla vincere veramente.
In due minuti Asamoah (tu quoque, il reo "colpevole" del mancato superamento del girone di Champions) salva sulla linea di porta e poi Lautaro Martinez mette a segno la rete decisiva che fa esplodere lo stadio e fa sobbalzare il cuore di tutti noi tifosi nerazzurri.
Peraltro il goal premia nella specie proprio le scelte di Spalletti: protagonisti dell'azione sono stati tutti e tre i calciatori che il mister ha messo dentro nella ripresa e tutti e tre anche avevano evidentemente qualche motivazione più o meno importante per appagare la sete di riscatto (Vecino, che si conferma l'uomo dei momenti decisivi), la voglia di sfondare nel mondo del calcio e affermarsi a alto livello (Lautaro), la voglia di dimostrare che si può essere determinanti anche in una grande squadra come l'Inter (Keita).
L'azione è stata spettacolare: apertura di Brozo dalla metà campo (meravigliosa) per Keita sulla sinistra, percussione del senegalese, palla dentro, finta di Vecino che fa velo e si fa passare la palla tra le gambe, poi Lautaro la infila alla destra di Meret.
Tutto perfetto (o quasi): in ogni caso un copione scritto bene e bene interpretrato dal cast di "attori" protagonisti.
Ma è stata la partita in generale a essere stata disputata in maniera ineccepibile da parte dei nostri ragazzi, che in particolare nel settore centrale del campo, hanno dimostrato di giocarsela alla pari con una squadra nel complesso più forte (ci sono comunque ancora davanti in classifica) come il Napoli: sempre essenziale Brozovic, autentico perno del gioco di Spalletti; utile Asamoah in fase di appoggio; benissimo Borja Valero e soprattutto Joao Mario, cui manca ancora quella cattiveria per diventare un "big", ma che si conferma in netta crescita sul piano del coraggio e dell'iniziativa personale.
Icardi e Perisic non mi sono dispiaciuti. Forse meno bene Politano, ma in fondo è stato proprio lui a mettere in difficoltà Koulibaly, la cui espulsione, dieci minuti prima del goal, ha sicuramente condizionato l'andamento della gara.
Non ci sono dubbi sul fatto che il roccioso difensore del Napoli sia uno dei più forti agli ordini di Ancelotti e che sia stato uno dei migliori in campo, per i partenopei perdere il centrale senegalese è stato un durissimo colpo, ma l'espulsione (per quanto appunto decisiva) appare a mia veduta come motivata e giustificata dal fallo e la reazione nervosa del giocatore.
Se e quanto possa avere inciso l'ambiente "malsano", reso tale dai cori razzisti di parte della "tifoseria" (mi pare evidente che personaggi di questo tipo non abbiano nulla a che fare con il calcio e in generale con tutto quello che può significare "sport"), non posso stabilirlo con esattezza.
Ai fini regolamentari evidentemente non giustificano comunque l' "harakiri" del giocatore.
Noi che commentiamo la gara dobbiamo provare però a scindere le due cose: possiamo raccontare quello che abbiamo visto sul campo e io nella specie quello che ho potuto vedere dalla televisione.
In ogni caso è chiaro che un giocatore può sentire (sente sicuramente, perché anche uno sportivo professionista è un essere umano e dotato di una sua sensibilità che va rispettata) un peso determinato a seconda dell'ambiente in cui viene giocata la partita.
Possiamo dire che può dipendere dalla sua sensibilità e dalla sua freddezza, certo, qui non si disputa della professionalità del senegalese (l'espulsione non lo rende un giocatore in assoluto scorretto, ma l'episodio lo condanna da regolamento), ma questa cosa, come l'episodio nel suo complesso, non può e non deve costituire una giustificazione ai fatti accaduti: queste manifestazioni di razzismo e di discriminazione, l'insulto verbale, costituisce una forma di violenza che va condannata. Tanto più in un luogo pubblico e se poi connessa a fatti di violenza che sono attualmente anche oggetto di indagine.
In generale comunque mi sento di voler dire due-tre cose sulla questione, senza andare troppo a fondo e senza deviare troppo dall'argomento principale, che poi sarebbe il calcio giocato:
- Koulibaly ha tutte le ragioni per rivendicare il suo orgoglio e la sua dignità, così come il suo dissenso e la sua opposizione al razzismo, che condivido. Così come sono contro ogni forma di violenza e qui mi riferisco ai fatti che sono avvenuti nel pre-partita e con conseguenze che definirei tragiche. Questo è qualche cosa che per me non deve mai succedere e non solo nel mondo del calcio. Parlerei di un clima avvelenato da una certa tensione a livello politico e sociale, questa componente è innegabile e non ho nessun timore nell'esprimere il mio giudizio netto in questo senso, perché penso tutto il male possibile di quello che oggi viene chiamato "populismo" e "sovranismo"; ma è pure vero che per troppo troppo tempo il mondo del calcio gode di uno "status" privilegiato di "porto franco" e dove ogni attività criminosa diventa lecita. La connessione diretta tra le due cose appare semplicistica e riassunta in una foto di qualche giorno fa che il ministro degli interneti ha voluto condividere sui social e dove viene raffigurato abbracciato a un noto capo tifoso (diciamo così) condannato per spaccio.
- Questi fatti non riguardano nella specie solo la tifoseria interista, né la tifoseria del Napoli, ma sono un problema diffuso e che evidentemente non si vuole affrontare. I fatti sono allo stato attuale oggetto di indagine e quindi non sono sicuramente in grado di commentarli nello specifico. Le responsabilità sono tuttavia prima di tutto politiche e secondariamente un affare che le amministrazioni e le società di calcio tutte non si impegnano ad affrontare per interessi che trascendono quelli calcistici. Qui non attacco nessuna società in particolare, ma se poi si trovano intercettazioni tra il presidente della squadra più forte e titolata del nostro campionato (che poi è anche membro della famiglia più "importante" del nostro paese) e appartenenti al mondo della malavita, è evidente che ci sta molto materiale su cui andare a fondo; così come la definizione "azione squadristica" sta a rappresentare organizzazioni che possono essere riconosciute e la necessità di andare fino in fondo alla faccenda.
- È lecito in tutto questo criticare Mazzoleni per non avere sospeso la partita? Fino a che punto può spingersi un arbitro in circostanze come quelle richiamate? Se la partita andava sospesa o non disputata per gli scontri pre-partita, la questione riguarda la questura e non sicuramente l'arbitro e neppure la federazione. Allo stesso modo, su questioni come quella del razzismo (componente diffusa e evidentemente e in maniera assurda, se pensiamo al fatto che la società dovrebbe solo accrescere in termini di consapevolezza, in crescita in ogni settore della società, quindi anche nel calcio) sono per la tolleranza zero. Ma si individuino i colpevoli, quindi si agisca di concerto con la questura e si obblighino pure le società a collaborare; prima ancora si stabiliscano delle regole precise. Solo allora si potrà dire se e quanto abbia potuto sbagliare oppure no l'arbitro. Teniamo presente che chiaramente la cosa non si può fare solo con la decisione di un arbitro: l'ordine pubblico non è qualche cosa che si può deputare all'arbitraggio di una partita di calcio.
- Appendice: infine sulle "pressioni", forse chi ha fatto delle dichiarazioni alla vigilia alzando i toni, dovrebbe rivedere la propria condotta e agire in una maniera più responsabile. Dubito che lo farà, ma anche qui forse essere più netti sul piano del regolamento non guasterebbe. Ma parlare di questa cosa, che ho menzionato solo perché lo hanno fatto i giornali e i diversi commentatori in una "direzione" o nell'altra, non ha comunque nessun legame con gli scontri pre-partita oppure i cori razzisti. Se ha inciso sull'arbitraggio? Non lo possiamo dire. Comunque quando gridi sempre "al lupo" poi a un certo punto diventi poco credibile. Da questo punto di vista mi pare che la nostra società abbia un atteggiamento sempre ineccepibile e anche al netto delle critiche in tal senso di larga parte della tisoferia che pretende forme di "giustizialismo" sommario e non solo per quello che riguarda decapitare i colpevoli di turno. Siano questi allenatore oppure giocatori.
A Koulibaly non vanno tanto le mie scuse, perché io non ero allo stadio e non mi sognerei mai e poi mai di fare una cosa di questo tipo, ma va tutta la mia solidarietà e un abbraccio ideale: senza nessuna presunzione e senza nessuna ipocrisia, la sua battaglia è e deve essere anche la mia e quella di tutti noi.
Responsabilizzarsi e rendersi partecipi e consapevoli vale più che mille scuse.
Mi riesce difficile parlare solo di calcio giocato, però in tutto questo chiasso, voglio premiare l'urlo di Lautaro Martinez, quello di un ragazzo classe '97, che con le sue gesta sportive si regala un pezzo di "sogno" e regala ai tifosi e gli appassionati di sport, quelli veri, una grande gioia, che non cancella le urla razziste e gli scontri nel pre-partita, ma nel suo piccolo va forse visto come un momento che ci potrebbe riconciliare idealmente con il mondo del calcio.
Uno spazio che definirei come "piccolo", almeno in questo momento, ma che, sebbene la cronaca imponga di interrogarsi su questioni importanti e che trascendono il gioco del calcio, il giovane bomber argentino riesce comunque a "tagliare" fuori dal contesto complessivo, regalandolo a tutte le persone che non la pensano allo stesso modo di chi ha manifestato tutta la propria ignoranza e diffuso la "cultura" della violenza.
Per fortuna so che ce ne sono tante e so che sono la maggioranza: facciamoci sentire.
A parte questo, l'urlo di Lautaro zittisce (per ora) i critici, quelli che dicevano che Spalletti si "accontenta" (non mi riferisco tanto agli utenti del blog, quanto a commentatori come Mario Sconcerti), quando il mister invece schiera contemporaneamente quattro attaccanti nel momento decisivo della partita e con una squadra d'attacco come il Napoli, che si è poi confermata fortissima sulle ripartenze anche in dieci, e vince la partita.
Se quella palla del Napoli fosse entrata, ora si parlerebbe di tutt'altro, però non possiamo dire che pareggiare contro la Roma significhi accontentarsi e non penso proprio che Spalletti (che, per inciso, chiude anche la questione Nainggolan: nessun caso, il giocatore torna in gruppo per la prossima partita con l'Empoli) abbia giocato a Verona per il pareggio: molto più semplicemente non puoi vincerle tutte e a volte devi badare a quei famosi "equilibri", che a molti non piacciono, ma che poi magari ti fanno almeno galleggiare, invece che colare a picco.
Lautaro Martinez con Icardi è la soluzione definitiva e la chiave su cui puntare nell'immediato futuro?
Penso che sarebbe riduttivo mettere le cose in questo modo: Spalletti ha parlato di Keita, quello più "attaccante" tra le punte a disposizione oltre i due argentini.
Questa Inter può e deve giocare in modi diversi, comunque l'ingresso di Lautaro ha dimostrato quella importanza di avere un centravanti di scorta e che lamentavamo nelle ultime stagioni (con tutto il rispetto per il volenteroso Eder).
Evidentemente El Toro può già essere una alternativa importante in questa Inter: se è intelligente, crescerà e diventerà un grande giocatore.
La prossima partita con l'Empoli chiude il girone di andata (mancherà Brozo, che è sicuramente per noi un grave handicap, sarà interessante vedere che soluzioni adotterà Spalletti...) con la possibilità eventuale in caso di vittoria di allungare sulla Lazio, che ospita il Torino che nell'ultimo turno ha battuto proprio i toscani in casa per 3-0.
Empoli in caduta libera: ha perso le ultime tre partite contro Fiorentina, Sampdoria e Torino, incassando la bellezza di 10 reti.
Sulla carta è una partita "facile" e la prima di una serie che poi ci vedrà affrontare anche Sassuolo, Toro, Bologna e Parma.
All'andata in queste quattro partite abbiamo fatto la miseria di quattro punti, prima della rinascita nella gara di CL di San Siro contro il Tottenham.
Quindi non è facile: sembra facile, ma poi è difficile. Sempre.
Emiliano D'Aniello
luciano27 dicembre 2018 14:38
RispondiEliminaBuu lo fano solo ai giocatori di colore. Ci sarà un perché.
Dopo i ripeytuti inviti dell'ltoparlante a smetterla con i corsi razzisti, gli stessi sono continuati. Ho subito pensato che il razzismo fosse lo strumento, non la causa e che qualcuno avesse mirato a creare difficoltà alla nuova dirigenza e presidenza dell'Inter, contando sulla stupidità di massa che si trova sempre fra tutte le tifoserie. Ci sono stati altri Inter Napoli recentemente, ma mai con una situazione così degenerata. Quando ho saputo degli episodi di via Novara i sono rafforzato in questa idea. Non si orgaizza una spedizione con mazze e catene a 2 km dallo stadio, in un centinaio, per bloccare e poi aggredire un minibus di tifosi napoletani se non si è coscientemente deciso di creare il caso. Questo naturalmente se la ricostruzione che ho letto risulterà veritiera
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Amstaf27 dicembre 2018 14:59
Per me le curve, intese come "tipologia di tifo" e non luogo fisico, possono anche chiuderle per sempre, non sentirei la mancanza né delle azioni più o meno "criminali" né del folklore, comprese le "coreografie". Detto questo vedo tanta retorica. Ad esempio mi dispiace per la persona morta, chiunque muoia io mi dispiaccio, ma non si cominci con i mazzi di fiori o "uno di noi", uno di loro forse...il razzismo è, giusto il termine usato da Luciano, un "mezzo", non un fine. Quindi le proposte retoriche, dal sindaco in giù, di fascia ad Asamoah non cambierebbero nulla. Né si può rendere una Società troppo esposta ad ogni ricatto...quindi il signor questore, oltre a proporre chiusure e divieti, faccia il suo lavoro, individui, mica tutti basterebbe un centinaio, gli ululatori, li denunci per reati di stampo razzista, dia il Daspo massimo e, MAGARI, proponga il Daspo a VITA per queste cose.Oggi il rischio individuale è basso, pagano tutti insieme, che per certi versi significa "non pagano i responsabili".
La tifoseria organizzata (nel senso peggiore) napoletana è, oggi, la peggiore in Italia, la più coinvolta in scontri con (o contro) quasi tutte le altre tifoserie organizzate, nessuna delle quali è "innocente". Ma, pur con tanti...nemici, ogni qual volta è stata chiusa una curva per "discriminazione territoriale" contro i napoletani, gli ultrà partenopei solidarizzarono, persino cantando gli tessi cori per i quali loro non potevano essere puniti (essendo auto rivolti); questo significa che il disvalore di quei cori, come dei "buuu", non venga preso in considerazione o, forse, neanche percepito.
Tralascio le sciocchezze dei caressa di turno, non a caso contraddetto da tutti gli ex giocatori presenti in studio.
luciano27 dicembre 2018 15:02
EliminaChe ha detto caressa?
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Amstaf27 dicembre 2018 15:30
Che, dati i "buuu", l'arbitro avrebbe potuto (dovuto?)ignorare l'applauso e non espellere Koulibaly.
Immagino che, dopo 2 minuti, avesse applaudito ironicamente non dico Skriniar o un interista ma un napoletano qualunque, non Koulibaly, Mazzoleni avrebbe a) potuto ignorarlo, dando via libera ad applausi scroscianti da parte dei 22 in campo b)potuto espellerlo, creando così un precedente RAZZISTA, vengono espulsi in funzione del colore e non del "fatto".
Non serve essere geni per capire che combattere il razzismo è non discriminare mai, in nessuna direzione.
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luciano27 dicembre 2018 16:42
Le tesi di caressa sono così vergognose e squalificanti per chi le esprime che non val la pena di commentarle
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Emiliano D'Aniello27 dicembre 2018 15:23
EliminaPerfettamente d'accordo con Luciano ed Amstaf. Un morto è un morto e non mi metterò a discorrere sulla sua moralità nello specifico, è chiaro che l'evento è tragico in ogni caso. Ma chi prende parte a questi scontri (scrivo dal cellulare e non ho letto le ultime, ma mi sembra di capire che la persona rimasta uccisa fosse tra i protagonisti attivi della vicenda, ma posso sbagliare e comunque non significa che meritasse la morte, ovvio) compie una attività criminale. La retorica delle "curve" giustifica chiaramente nella stragrande maggioranza dei casi gruppi di violenti nel senso più vario del termine. Qui non si tratta di sospendere le partite o chiudere gli stadi ma di prendere provvedimenti seri e mirati. Con questo non manifesterò di certo se chiuderanno lo stadio o la curva. Prenderò il provvedimento come tale e sperando che serva o che sia il principio di una nuova fase... Ma allo stesso modo non posso celare un certo scetticismo che mi infastidisce, perché vorrei essere più ottimista, ma è chiaro che un cambio culturale sia un percorso lungo e complicato e il contesto storico e sociale in questo momento mi pare sia in controtendenza rispetto agli obiettivi che si vorrebbero perseguire.
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Amstaf27 dicembre 2018 15:35
Con tutta la pietas umana per la persona deceduta e sopratutto i suoi familiari, precedenti vari compreso un daspo quinquennale. Il fatto che fosse esperto di arti marziali non è una aggravante ma si adatta alla descrizione (così le notizie dei media). Insomma non passava per caso.
Questo MAI "giustifica" la morte ma neanche trasformarlo in "simbolo"; io, ma questo è opinione personale, rifuggo già di mio da "simboli" ed "eroi", figuriamoci in queste situazioni.
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Emiliano D'Aniello27 dicembre 2018 15:59
La penso come te su entrambe le cose: pace all'anima sua in ogni caso, ma mi pare evidente che non parliamo di un santo o di un "simbolo", a meno che qualcuno non si riconosca con un certo tipo di ideali che . Comunque le parole del questore mi sembrano molto nette e mirate a rappresentare una situazione grave e in cui bisogna andare fino in fondo.
Daniele27 dicembre 2018 15:51
EliminaOvviamente il “tifo organizzato” usa gli strumenti a sua disposizione per mettere sotto scacco la dirigenza.
Fosse per me giocheremmo tutta la stagione a porte chiuse ma non gliela darei vinta mai.....ogni volta che sento fischi o ululati razzisti in uno stadio si spegne in me ogni interesse per questo sport.
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Ga ber27 dicembre 2018 16:02
Nei fatti cosa impedisce l'individuazione degli specifici colpevoli? La tecnologia non lo permette? Si temono conseguenze collaterali?
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carlo27 dicembre 2018 16:38
Cori vergognosi. Curve di delinquenti e/o stupidi e ignoranti.
Però, cazzo, il pugno duro sempre con l'Inter.
A porte chiuse il pessimo stadio della Juve, mai????
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carlo27 dicembre 2018 16:38
D'ora in poi pugno duro sempre. Altrimenti è una pagliacciata
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Ga ber27 dicembre 2018 16:45
Cerca il testo del provvedimento emesso dopo Juve-Napoli...
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carlo27 dicembre 2018 17:07
Letto, ma non capisco quello che vuoi dirmi
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Quindi due turni a porte chiuse ed uno senza curva.....adesso, che la società non faccia passi indietro alla ricerca di compromessi immorali con le bestie della curva! La vendita dei biglietti e dei gadget, il controllo dei parcheggi, trasferte pagate...niente! Non devono avere assolutamente niente, nessun vantaggio.
RispondiEliminameraviglioso il comunicato ufficiale della società. Non sono mai stato così fiero di tifare Inter. E di appartenere a un blog che ne richiama la cultura scritta nell'atto costitutivo
RispondiEliminaAncora una volta da applausi.
RispondiEliminaLuciano, inutile dire che mi piacerebbe poter leggere un tuo post su tutta questa vicenda... e anche sulla partita. Spero che ti verrà voglia nelle prossime ore, magari anche stimolato dal comunicato ufficiale, di buttare giù due righe.
RispondiEliminaSecondo il questore hanno partecipato agli assalti ai tifosi napoletani, non tifosi "qualunque" ultrà napoletani, ultrà interisti, del Varese (?!!) e del Nizza (SIC!!!), per "vendicare" antichi "sgarbi". Il problema non è la partita ma il mondo ultrà, a se stante. Si ammazzano ma rivendicano la loro "appartenenza" comune. Aggiungi affari loschi e criminalità...
RispondiEliminaEffettivamente parlare di "tifosi" in casi come questi diventa proprio fuorviante... sarebbe giusto usare direttamente il termine "criminali".
EliminaSto lavorando al post. ora devo uscire ma spero di completarlo in mattinata
RispondiEliminaOk Luciano. Solo una cosa, oggi pomeriggio causa impegni di forza maggiore (un matrimonio, ahimè, ma per fortuna almeno non è il mio) potrei non riuscire a pubblicarlo. Eventualmente lo farò domattina.
EliminaNon m'importa di essere considerato un freddo insensibile se non peggio, ma il morto NON È un tifoso interista, è un nazista in guerra con altri criminali.
RispondiEliminaIO sono un tifoso e non voglio essere confuso con certe macerie umane, anche se decedute di recente.
Del morto neppure parli, perché si tratta di una cosa tra delinquenti.
RispondiEliminaMi piacerebbe che d'ora in poi la squadra entri in campo con una maglietta "Chi è razzista non è interista"
Neppure parlo
RispondiEliminaBella idea.
RispondiEliminaPost inviato
secondo una fonte giornalistica l'Inter avrebbe preo Ozan Kabak difensore cenetrale e centrocampista di interdizione, anno 2000, cm 1.86, piede destro nazionale turco Under 21 del Galatasaray. Il costo si aggirerebbe sugli 8 milioni.
RispondiEliminaLo dico per curiosità perché in questi giorni non ho possibilità di verificare
Mercoledi 2 Gennaio 2019 inizio del 5° Memorial Halima Haider,
RispondiEliminagara iniziale alle ore 9.00 Inter Empoli. Nel nostro girone anche Frosinone e una squadra locale. Tra le partecipanti anche Roma Lazio juve Toro e Milan
Siamo tutti uomini. Anche chi sbaglia.
RispondiEliminaAnzi, chi non sbaglia mai ha poco di umano
RispondiEliminaVolevo scrivere "soprattutto chi sbaglia" ma nell'uguaglianza non c'è spazio per più e meno.
EliminaQuanto a umanità non mi sento uguale a salvini, per esempio. Capisco che ad altri posso sembrare anche peggio
RispondiEliminaLuciano, toglimi alcune curiosità. Che fine hanno fatto Gossò e Fonseca? Il prossimo anno potrebbe essere il momento buono per la squadra b?
RispondiEliminaGossò continua ad allenarsi con la Berretti ma non gioca. penso che a gennaio sarà ceduto, forse in Francia. FoDi Fonseca non ho più notiziepuò essere che sia vittima di un infortunio da lungodegenza
RispondiEliminaMa se fosse stato Cristiano Ronaldo (o chi per lui) a sfiorare il gol da centrocampo dopo 3 secondi sbaglio o se ne sarebbe parlato di più?
RispondiEliminaLi esci: “Ci sono tantissimi modi per vincere le partite. Bisogna essere disponibili a cambiare sempre qualcosa, altrimenti si finisce come Mourinho: per tanti anni non ha cambiato il suo modo di giocare ed ecco la fine che ha fatto. Le avversarie hanno capito il suo modo di giocare: è diventato prevedibile, alla fine non vinceva più ed è stato esonerato“.
RispondiEliminaA me Lucescu ha sempre dato l’idea di persona ragionevole e equilibrata....credo che le sue parole debbano essere applicate ad ogni allenatore, pure al nostro.
Inter Milan 1-0; Lazio Inter 0-3, Inter Fiorentina 2-1, Roma Inter 2-2 juve Inter 1-0 (rubato) Inter napoli 1-0. E' vero spalletti deve cambiare, non sa più vincere le partite e va esonerato.
RispondiEliminaInoltre vanno esonerati gli allenatori delle 17 squadre dietro di noi, ancora più incapaci di vincere le partite.
ognuno può dire ciò che vuole, naturalmente, ma sono ragionamenti questi? Che prescindono dalla forza della squadra dai problemi ambientali, dalla forza e dalla qualità delle avversarie, dalla pesantezza degli impegni in rapoorto alla rosa ecc.?
Lucescu si che ha vinto tanto. Il suo curriculm oscura quello di Mou ed è giusto che insegni al portoghese come si fa
RispondiEliminaCome non detto....
RispondiEliminaNuovo post online: https://fratellidelmondo.blogspot.com/2018/12/e-adesso-torniamo-parlare-di-calcio.html
RispondiEliminahttps://themovieday.blogspot.com/
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