Una vittoria di "testa": Inter - Benevento 2-0

Nella foto (fonte: Getty Images) Andrea Ranocchia esulta dopo la rete del 2-0 al Benevento. Finalmente un giusto momento di gloria per il nostro difensore che è sempre al centro di tante critiche da parte di frange della tifoseria e della stampa sportiva, ma che anche ieri ha giocato dando tutto quello che aveva sul piano agonistico mettendoci il cuore e anche la "testa".

Probabilmente potevamo vincere solo in così: sfruttando nel migliore modo possibile i calci piazzati.

E così è stato.

Lo abbiamo fatto peraltro con una certa prepotenza (sia sul piano pratico che proprio “numerico”) che in questo campo specifico direi che mancava dagli anni migliori.

Se consideriamo che questi (i calci piazzati) fanno giustamente parte del gioco (anche i più critici non potranno negare una verità diciamo "regolamentare"), si può anche dire che la partita sia stata alla fine vinta meritatamente e in maniera netta, riconoscendo poi nel complesso - nonostante la ennesima prestazione sottotono - almeno due-tre meriti alla squadra:

1. Avere mantenuto la porta inviolata;

2. Essere riusciti a trovare il vantaggio in un momento oggettivamente difficile e nel momento determinante della gara;

3. Avere prontamente raddoppiato chiudendo anzitempo la partita e sancendo un risultato finale (2-0) netto come non ci succedeva da veramente tanto tempo.

Certo la prestazione è stata molto deludente, ne parleremo, ma nel merito dei tre punti sottolineati, penso che si possa parlare se non altro di una compattezza generale di squadra che almeno in questa occasione, sebbene in maniera non armonica come si vorrebbe, ha funzionato.

Zero goal subiti, un solo (ottimo) intervento decisivo di Handanovic su Coda, due goal su calcio piazzato dei due difensori centrali che mostrano una certa e importante fisicità della squadra (quella fisicità a lungo invocata in passato e sottolineata tra i punti di forza a inizio campionato) e magari ridanno un po’ di carica anche ai due giocatori che contro il Genoa proprio in “collaborazione” con Handa, avevano diciamo pasticciato un bel po’ in occasione del primo goal dei rossoblu.

Per il resto la sensazione è stata di vedere in campo comunque una solidità e compattezza maggiore rispetto al passato recente, ma questa potrebbe essere solo una “suggestione” dettata dal ritorno alla vittoria.

O quantomeno un auspicio.

Sicuramente dopo l’uno-due con i goal in sequenza di Skriniar e Ranocchia, abbiamo definitivamente chiuso la gara.

L’espulsione poi ci ha permesso un finale di partita ancora più facile.

Peraltro se nel merito non mi so esprimere su due piedi senza rivedere le immagini, mi sembra quantomeno inutile disputare della mancata assegnazione del presunto rigore al Benevento.

Adesso la VAR potrà piacere oppure no e l’addetto alla verifica potrebbe persino avere sbagliato. Potrebbe. Io non lo so che cosa abbia visto oppure no (per me quello non è calcio di rigore) ma ammesso non si voglia parlare di mala fede, qui i margini di errore mi sembrano molto molto ridotti. Praticamente pari a zero.

Se poi i nostri direttori di gara non sappiano arbitrare oppure no, questo è un altro discorso.

Come sempre io preferisco guardare in casa mia, sia nel bene che nel male, quindi parliamo di Inter.

A tale proposito aggiungo che non ho neppure rivisto se ci fosse o meno rigore su Eder.

Ma in generale (come ho già detto altre volte) non mi soffermo troppo sui replay degli episodi discutibili. Forse lo faccio per concentrarmi maggiormente su altri aspetti; forse ho imparato a farlo per non rodermi il fegato.

Comunque non ho nulla contro i replay e accolgo ogni osservazione: come sempre il mio giudizio può essere corretto oppure sbagliato a seconda delle situazioni. Tanto che alcuni episodi si prestano a essere discussi anche con le immagini, quindi...

Aggiungerei a questo punto - ritornando alla partita giocata - tra le note positive della gara che in fondo non abbiamo mai rischiato di perdere, sebbene la prova nel complesso non sia stata proprio per nulla entusiasmante.

È stata una partita persino noiosa, bisogna ammetterlo, così come va detto, sono sicuro di non essere stato l’unico, che prima del goal di Skriniar e il prolungato stato di stasi totale io abbia sentito forte quella terribile sensazione di rassegnazione che ben conosciamo.

Quasi una specie di angoscia e che peraltro penso di non esagerare se dico che questa sembra poi lo stesso stato mentale dominante all'interno della squadra in questa fase del nostro campionato.

Mentirei del resto nel dire che nonostante le osservazioni fatte precedentemente, io abbia avuto prima di allora fiducia nella vittoria finale.

Non ho mai pensato che avremmo perso ma sembrava ci si avviasse verso la possibilità concreta di un pareggio ennesimo che a questo punto non è che sarebbe apparso tanto meglio di una sconfitta.

Che cosa avrei detto e scritto qui adesso se non fosse arrivato il goal di Milan Skriniar?

Per onestà intellettuale e per dare un senso compiuto a quelle che come sempre sono un raccolta di miei giudizi personali sulla partita e sulla nostra situazione generale nel complesso, penso che sia giusto rivelare senza vergogna, ma con la stessa inquietudine che ho provato quando la cosa mi è balenata in testa per la prima volta questa stagione, che ho pensato che dopo la partita il mister avrebbe fatto meglio a dimettersi.

O che comunque andasse seriamente considerata la posizione del nostro allenatore.

Descrivo ora a mente lucida quello che ho pensato in un momento di difficoltà durante la partita ovviamente e senza tra l’altro negarmi quando dico che ho considerato e considero ancora adesso Spalletti il migliore allenatore possibile: per farla breve tuttavia, davanti a quella che mi appariva una inevitabilità, mi sono detto che se le cose non girano e non cambia nulla, allora bisogna fare qualcosa.

Magari prima che fosse troppo tardi.

E che allora cambiare allenatore avrebbe avuto un senso perché avrebbe costituito l’unica scelta alternativa possibile.

Posso dire, prima di essere tacciato di essere anti-Spalletti, che chiaramente a mente lucida non sono sbilanciato verso una soluzione così radicale (che in via generale considero sempre preferibile evitare), tanto più che poi la vittoria, va detto, è arrivata proprio da una scelta del mister, quando ha sostituito Rafinha con Karamoh, che in pratica subito ha sfondato a destra andando a guadagnare il calcio d’angolo sui cui sviluppi è arrivato il goal.

Dall’altra parte della bilancia ci metto però la brutta sensazione che mescolando le carte, forse in questo momento il mister abbia sia sul piano tattico che degli uomini da mandare in campo le idee poco chiare. Le colpe non sono tutte sue, questo è evidente, ma se sei tu a guidare una squadra oppure un gruppo e le cose non funzionano e non riesci a porvi rimedio, le colpe sono inevitabilmente ANCHE tue.

Ma questo Spalletti, che è una persona onesta intellettualmente e un grande professionista, non lo ha mai negato.

Sulla partita devo dire che sebbene non ci siano affatto due Inter, sono secondo me stati comunque i giocatori diciamo di rendimento, diciamo così, che senza eccellere, hanno comunque impedito un altro crollo.

Anche se poi è servito lo spunto di Karamoh o un cross di Cancelo.

Ma queste giocare sono purtroppo “rare” e questo spiega poi perché non riusciamo più a vincere e perché per farlo (in attesa di capire Rafinha - ieri secondo me molto limitato dalla buona prestazione di Sandro - della maggiore costanza di Cancelo e Karamoh) abbiamo terribilmente bisogno del ritorno di Mauro Icardi, ma soprattutto che Ivan Perisic ricominci a giocare come sappiamo che sa fare.

Senza sono tristemente rassegnato al fatto che non ci qualificheremo mai per la Champions.

Per quello che riguarda i singoli a me sono piaciuti Handa, Cancelo, Skriniar, Ranocchia e Candreva più di tutti. Ho apprezzato molto l’atteggiamento di Eder. Ovviamente Karamoh. Brozovic è entrato con una buona determinazione.

I due centrocampisti hanno forse mostrato ancora una volta dei limiti, ma io qui mi domando che cosa si possa chiedere di più a una coppia composta da Gagliardini e Vecino, oltre che garantire una certa robustezza e forza fisica in mezzo al campo.

Avessero Cambiasso in mezzo sono sicuro che li valuteremmo in un altro modo, perché il loro rendimento sarebbe diverso di conseguenza.

Ma giocando a due dietro tre trequartisti e una punta e in questo momento specifico del nostro campionato non penso si possa chiedere a due giocatori con le loro caratteristiche di fare di più.

Penso che il giudizio sui due giocatori vada anche dato considerando la situazione particolare e comunque l'intero contesto di squadra e la sua disposizione sul campo.

Peraltro va detto che Rafinha (comunque giustamente sostenuto dal mister) a mio parere non ha fatto una prova particolarmente convincente.

Magari non tutte le "colpe" sono sue e il giocatore ha ancora bisogno di ritrovare la forma migliore (che ci può stare e il giudizio sul giocatore penso andrà dato solo nel tempo, anche se - ancora - mi domando quanto sia stato opportuno prendere a gennaio due giocatori non in forma come lui e Lisandro Lopez...) e forse il giusto affiatamento con i compagni.

Il rientro di Icardi e l'atteso "ritorno" di Ivan Perisic non potranno che giovargli e magari allora potrebbe veramente esserci un salto di qualità interessante per tutta la squadra.

Ma contro il Benevento sicuramente ha fatto molta fatica a stare nel gioco, anche causa la già richiamata ottima prestazione di Sandro, giocatore che ho inaspettatamente rivisto avere una forza che sembrava smarrita da tanto tempo (tanto che lo si era in qualche modo diciamo messo nel dimenticatoio).

Sembrerebbe quasi che da salvare alla fine di questi novanta minuti ci siano comunque solo i tre punti.

Ho provato a evidenziare gli aspetti positivi, perché ce ne sono stati, come gli aspetti negativi, ma la bilancia anche dato il quoziente di difficoltà relativamente facile (non facile se rapportato al momento complessivo generale della squadra ovviamente) forse continua a pendere a favore di una certa negatività complessiva.

Come detto non se ne esce senza lavorare duro e tenere al massimo alta la concentrazione e la compattezza del gruppo, perché questo può essere l'unico modo per rivitalizzare i giocatori, soprattutto se il loro deficit appare essere soprattutto di natura psicologica.

Non è detto altresì che la apparente "confusione" del mister non sia dettata comunque dal dover fare delle determinate scelte proprio tenendo conto di questo fattore, per forza condizionante nel rendimento dei giocatori anche durante la settimana e quindi nelle decisioni fatte.

I tre punti contro il Benevento sono stati comunque fondamentali: non giocavamo per un altro risultato e la missione è stata compiuta.

Adesso c'è il derby e penso che - anche se ci siamo ritrovati già in altre situazioni a dargli questo significato - questa sia la partita che potrebbe costituire il vero e proprio "crocevia" della nostra stagione.

Penso che contro i rossoneri un risultato diverso dalla vittoria sarebbe a parte che un problema per quello che riguarda la classifica, una brutta botta sul piano psicologico e che alla vigilia di due partite contro Napoli e Sampdoria, avrebbe un significato ancora più grave e pericoloso.

Mentre invece una vittoria darebbe ancora maggiore vigore ai tre punti appena conquistati, darebbe finalmente una continuità nei risultati e soprattutto data l'importanza "storica" e dell'avversario, penso che potrebbe veramente rigenerare l'intero ambiente e costituire una specie di "panacea" ai nostri mali, che se non ci spianerà la strada per la CL, potrebbe quanto meno darci la giusta carica per stare nella partita ancora per un po' e magari fino alla fine del campionato.

Ovviamente caricare di tutti questi significati una singola partita non è mai positivo e può creare una certa tensione che può facilmente poi sfociare in un gruppo già destabilizzato psicologicamente, in un crollo totale o comunque in situazioni ancora più negative.

Ma penso che l'importanza di questa partita e i suoi significati siano così evidenti che non ci si possa in nessun modo nascondere.

Alla squadra, a Spalletti e a tutta la società e il mondo Inter spetterà gestire al meglio la psicologia e la preparazione di questa partita durante la settimana e poi durante i novanta minuti della partita.

Il Milan è sicuramente in un momento migliore del nostro, ma dobbiamo giustificare i 10 (o 7 - a seconda del risultato del Milan nella prossima partita) di vantaggio e dimostrare che questi non costituiscano una casualità.

Una grande sfida per una grande partita come si vuole debba essere quella che dopotutto resta la stracittadina più affascinante del mondo del calcio.

Emiliano D'Aniello