Perché considero importante centrare la qualificazione in Europa League: Genoa - Inter

Nella foto (fonte: Inter.it) l'allenatore Stefano Pioli durante la seduta di allenamento di ieri pomeriggio.

Nel presentare questa partita devo spiegare quanto secondo il mio punto di vista in verità Genoa - Inter, alla pari delle altre tre gare che ci separano da qui alla fine del campionato, sia una sfida molto importante e che necessiti di essere affrontata con la massima determinazione possibile.

Un atteggiamento radicalmente diverso da quello che abbiamo visto nelle ultime uscite stagionali.

L'obiettivo nelle prossime quattro partite deve essere fare bottino pieno (o quasi) e sperare in un inciampo del Milan in modo tale da poter raggiungere e/o superare i 'cugini' e centrare l'ultimo posto disponibile per la qualificazione all'Europa League.

Una qualificazione che dovrebbe poi nel caso passare attraverso il superamento della fase preliminare richiedendo un ritiro anticipato e un prolungamento dei tempi del campionato e degli impegni e delle forze necessarie.

È noto che esiste una corrente di pensiero che è orientativamente contraria all'Europa League, considerata una competizione di secondo piano e una specie di 'intralcio' agli impegni più importanti di campionato (quindi la qualificazione alla Champions League).

Questo orientamento è per forza di cose poi tanto più contrario all'Europa League se si richiede anche la disputa dei fastidiosi preliminari.

In aggiunta sussistono le sanzioni della Uefa che dovrebbero anche l'anno prossimo imporre delle limitazioni alla rosa di calciatori utilizzabili nella competizione a seconda di quelli che saranno i movimenti di mercato.

Insomma, messa in questi termini, questa Europa League sembrerebbe essere solo un gran bel fastidio e qualche cosa da evitare a tutti i costi.

Tanto è vero che c'è chi sostiene che Milan, Inter, Fiorentina stiano facendo del loro 'peggio' per evitare di centrare la sesta posizione in classifica.

Qualcuno ha voluto spiegare così anche il recente andamento negativo della squadra.

Io non la penso così.

Personalmente, poiché credo nella professionalità e nella serietà dei nostri ragazzi, invece non ho nessun dubbio sul fatto che loro come la società e l'allenatore puntino a centrare il massimo obiettivo possibile, cioè il sesto posto, e che continueranno a impegnarsi allo scopo almeno finché non ci sarà la 'condanna' definitiva della matematica.

D'altra parte è comunque innegabile che quello che è apparso come un evidente calo di tensione dopo il pari contro il Torino, che ha avuto la conseguenza di vedere sfumare il sogno della qualificazione alla Champions, costituisce un dato di fatto, peraltro anche certificato dalle dichiarazioni degli stessi giocatori.

L'Inter da quel momento ha ottenuto la miseria di due punti in sei partite.

Pari contro Toro e Milan nel derby; sconfitte contro Sampdoria, Crotone, Fiorentina, Napoli.

Un ruolino di marcia nelle ultime sei partite che non lascia, alla vigilia della partita con il Genoa, pensare a nulla di buono.

Peraltro non si tratta di una partita facile, considerando che il Genoa non è ancora salvo e cercherà di strappare davanti al proprio pubblico punti importanti per la permanenza in Serie A.

Pioli dovrà inoltre fare fronte alle assenze di Murillo (squalificato) e quelle quasi certe di Miranda e Ansaldi per infortunio.

Defezioni che lo costringeranno a reinventarsi la difesa e forse lo schieramento complessivo della squadra.

Il Genoa dal canto suo deve rinunciare ai due ex Laxalt e Pinilla (squalificati) oltre ovviamente il lungo degente Perin e Izzo.

Juric non dovrebbe comunque sconvolgere lo schieramento della squadra e proporre il solito 3-5-2 mutuato dal suo 'maestro' Gasperini.

Probabili quindi: Lamanna tra i pali; difesa imperniata sull'ex Burdisso, affiancato da Munoz e Gentiletti; Lazovic a destra, mentre Beghetto dovrebbe prendere il posto di Laxalt a sinistra. Miguel Veloso in regia con Rigoni e uno tra Cataldi e Hiljemark, mentre davanti Pandev potrebbe spuntarla su Palladino per una maglia da titolare accanto a Simeone.

Inutile dire che mi aspetto che giocheranno con la massima determinazione possibile.

La situazione a Genova sponda rossoblu è molto tesa.

La squadra viene da una settimana particolare: la sconfitta con il Chievo e le lacrime di Juric in conferenza stampa; il dissenso dei tifosi manifestato in maniera particolarmente accesa; il ritiro punitivo ad Aqui Terme.

D'altra parte, come si dice, se Sparta piange, Atene non ride.

Ho già rappresentato la nostra situazione.

Per chiarire ulteriormente la nostra situazione di difficoltà: abbiamo tre punti meno del Milan e ci giochiamo tutto nelle ultime quattro partite da giocare contro Genoa (in trasferta), Sassuolo, Lazio all'Olimpico, Udinese.

Il Milan dal canto suo sarà subito impegnato in una gara difficile contro la Roma.

I giallorossi anche attraversano un momento difficile.

Hanno il fiato del Napoli sul collo e in città c'è il solito clima delirante.

Ieri davanti al Colosseo dei 'tifosi' (ancora incerto se fossero dei 'supporter' giallorossi oppure della Lazio, ma poco importa) hanno impiccato i fantocci di De Rossi, Nainggolan, Salah e lasciato quello che è chiaramente un messaggio di tipo mafioso.

Si preannuncia quindi anche in questo caso una partita molto accesa e cui siamo forse spettatori doppiamente interessati: per la classifica e per il futuro dato che voci sempre più insistenti vorrebbero Luciano Spalletti sulla nostra panchina il prossimo anno e che 'radiomercato' avvicina ai nostri colori di volta in volta i vari Rudiger, Manolas, De Rossi, Strootman, Nainggolan.

Almeno uno di questi mi sento di dire che vestirà sicuramente di nerazzurro la prossima stagione.

Ma questo discorso riguarda il futuro e sebbene molti preferirebbero il campionato fosse già finito, come ho già precisato, ci sono altre quattro gare da giocare e la squadra e tutto l'ambiente nerazzurro devono essere concentrati sul presente.

Secondo me possiamo centrare l'obiettivo, superare i preliminari e disputare una decente Europa League senza che questo infici il nostro andamento in campionato.

Non è ancora chiaro del resto quale sia il piano di Suning per rafforzare la squadra, ci sono molte incertezze, ma come tifoso io guardo senza dietrologie a quelli che sono i fatti: l'Inter deve andare in Europa.

Tra l'altro io ho una considerazione importante dell'Europa League.

Atletico Madrid e Siviglia hanno gettato le fondamenta dei loro progetti trionfando in questa competizione e poi operando intelligentemente sul mercato.

Spiegherò le mie ragioni in un post la prossima settimana, ma allo stato attuale delle cose io non credo si possa costruire un'Inter competitiva ai massimi livelli da subito.

Mi piacerebbe ovviamente (e sarò contentissimo di essere smentito nel caso), ma non riesco a crederci: non ho al momento elementi per farlo.

L'Europa League può costituire un percorso di crescita, è un percorso di crescita fondamentale per una squadra che non sa più che significhi giocare in Europa; oltre che un momento di visibilità internazionale utile per evidenti ragioni commerciali.

Tutto questo passa dalla partita di domani allo Stadio Luigi Ferraris.

Per la prima volta forse ci sono veramente molti dubbi su come Pioli affronterà la partita. Questo almeno per quello che riguarda la scelta degli uomini.

L'idea è che non dovrebbe sconvolgere lo schema base del 4231.

In particolare nel reparto difensivo però ci dovrebbero essere dei cambiamenti e dove potrebbero trovare posto Andreolli e Santon al posto di Nagatomo, evidentemente sacrificato sull'altare delle critiche violente ricevute nel corso di questa settimana dopo la partita con il Napoli.

Per il resto prevedo i soliti ballottaggi tra Kondogbia e Brozovic e Joao Mario e Banega.

Sicuramente leggendo o meglio ipotizzando la formazione io stesso fatico a essere entusiasta: la squadra è apparsa nelle ultime partite stanca, demotivata e incapace di proporre una qualsiasi idea di gioco.

Lo stesso Stefano Pioli, le cui responsabilità sono relative, appare in qualche modo stanco.

Oramai da tempo ha rinunciato a sperimentare e tentare nuove soluzioni, affidandosi in maniera quasi cieca a un sistema di gioco e degli uomini che evidentemente ha ritenuto siano il meglio possibile.

I tempi della lunga serie positiva di risultati sono lontani anni luce ora.

Eppure potrebbe forse bastare una scintilla, una prestazione positiva e tre punti al Ferraris, per riaccendere pure un poco questa squadra e magari anche l'ambiente e dare senso a queste ultime partite che se non altro costituiscono una specie di derby a distanza.

A parte tutto, appellandomi agli istinti più 'bassi' (si fa per dire), sul piano della semplice rivalità sportiva conterà qualcosa o no finire davanti al Milan?

Questa Inter è sicuramente più forte di Genoa, Sassuolo e Udinese. Possiamo fare nove punti nelle prossime quattro partite e giocarcela con la Lazio.

Rialziamo la testa. Lo dico soprattutto ai giocatori che sembrerebbero, sono tutti quanti sotto esame.

I tifosi vorrebbero una (improbabile) rifondazione totale.

I calciatori tutti dimostrino di avere quelle qualità umane e fatte di determinazione e concentrazione, dedizione al lavoro, oltre che quelle tecniche, per potere essere degli uomini su cui puntare anche nel futuro.

Sarebbe il modo migliore possibile a questo punto per finire il campionato e per cominciare sotto relativi buoni auspici la nuova stagione.

Emiliano D'Aniello