Un altro passo avanti: Inter - Chelsea 2-1

Un altro passo avanti per l'Inter di Mister Luciano Spalletti che dopo la vittoria col Bayern, supera anche il Chelsea di Antonio Conte con il risultato di 2 reti a 1. Protagonisti i due autori del goal, Jovetic e Perisic, anche se va sottolineata la grande prestazione di Borja Valero e la buona tenuta del reparto difensivo. Nella foto (Inter.it): la premiazione della squadra che con questa vittoria si è aggiudicata la International Champions Cup Singapore.

Inter - Chelsea 2-1: un altro passo avanti.

E soprattutto tante conferme e chiarimenti.

A mio parere, fatte tutte le tare che in queste occasioni sono necessarie, la partita ha fornito infatti indicazioni importantissime.

La prima e più positiva riguarda la capacità del gruppo base di essere competitivo, nelle singole prestazioni, quasi con chiunque.

Mancavano a loro almeno quattro giocatori di qualità.

A noi Icardi, Vecino, Dalbert (che si possono considerare quasi in rosa) e almeno un paio di altri giocatori da acquistare.

Noi giocavamo la seconda partita impegnativa in tre giorni, in un clima torrido e con tanta umidità, probabilmente con qualche giorno di preparazione in meno.

Il Chelsea ha diversi giocatori di qualità più di noi e può mascherare meglio qualche assenza importante.

La riflessione che a me viene immediata è questa: si deve vedere se il gruppo riuscirà a esprimersi con questa intensità nell'arco di 38 partite.

In caso positivo, in campionato potremo davvero lottare per un posto in CL.

Perché ciò accada, condizione necessaria ma non sufficiente sarà appunto che ci siano almeno altri 2+2 nuovi arrivi e che si dimostrino di qualità.

Oggi si è visto chiaramente (sempre secondo me) che tra i nostri più forti e le cosiddette seconde linee c'è una differenza rilevante, per il momento.

I giocatori sicuramente promossi (in teoria, poi vedremo perché) sono questi:

Handa, D'Ambro, Skriniar, Miranda, Borja, Gaglia, Candreva, Perisic. Oltre a Icardi, doverosamente.

I giocatori quasi presi che si spera affidabili a livello di gruppo titolare sono due: Vecino e Dalbert.

Poi potrebbe esserci Karamoh, sia pure come alternativa a un esterno.

I giocatori in dubbio, sempre dal mio personalissimo punto di vista sono cinque: Kondo, Joao, Brozo, Jovetic, Eder.

Tutti di qualità o sostanza, ma tutti, al momento, con limiti evidenti.

Questi si potrebbero anche sostituire, avendo però la certezza di sostituirli in meglio, cosa non facile.

Valutando questi giocatori però si devono evitare sia una cessione affrettata sia un eccessivo ottimismo legato a prestazioni estive in qualche modo contrastanti con l'esito di uno o più campionati.

In ogni caso almeno tre dovranno restare e i due partenti andranno sostituiti, come dicevo, da giocatori di qualità (ad esempio, senza parlare di stelle come Di Maria o Vidal, almeno da atleti del livello di Keita, Berardi, Schick, Pastore, Rabiot, Krychowiak).

Gli altri, francamente a me sembrano fuori dai giochi, se non per comparse sporadiche e con inserimenti molto graduali.

Il gruppo che definiremo “zoccolo duro” ha dimostrato di avere qualità importanti: ora si deve vedere se gli alti e bassi delle scorse stagione fossero dovuti a limiti caratteriali psicofisici (intendo riferirmi a personalità, capacità di concentrazione duratura, ecc), oppure se le flessioni fossero imputabili a fattori esterni e/o a una mancanza di alternative efficaci.

Infatti se in un gruppo teoricamente buono inserisci due-tre elementi poco produttivi, come accadeva inevitabilmente lo scorso anno, ne risente il rendimento di tutti.

A questo interrogativo però si potrà dare risposta almeno dopo... 35 partite di campionato, anche se è ragionevole sperare che gli inserimenti possano rafforzare il gruppo anche sotto questo profilo.

Perché, sempre a mio maledettissimo parere, non sono assolutamente intoccabili i giocatori che ho citato – lo ripeto, però, a patto che chi arrivi sia sicuramente meglio e non sempre si ha questa certezza -?

1. Kondo: secondo me ha delle qualità, ma il suo problema è la testa (da un punto di vista calcistico intendo).

A volte fa giocate del tutto irrazionali che mandano in crisi la squadra, alla quale in altre occasioni dà un contributo importante.

2. Joao: tecnicamente è fortissimo, assicura un incremento del tasso di qualità notevole.

Ma in campo si lotta per vincere.

Si fatica, ci si batte contro avversari forti e determinati, si aiutano i compagni e poi se capita si fa la giocata.

Lui tra l'altro nella posizione di trequartista assicura una quantità realizzativa vicina allo zero.

E' giovane e può migliorare.

Io lo terrei (ma mai in campo con Brozo e Jovetic, con i quali è incompatibile) a patto che arrivi un trequartista forte col quale si metta in competizione.

3. Brozo: genio (non molto), sregolatezza e anarchia in quantità. In squadra puoi averne uno così e utilizzarlo con parsimonia. Se oltre a Vecino arrivasse un altro centrocampista – trequartista (come tipologia, se non come… costo, una specie di Vidal o Nainngo) - si potrebbe cedere.

4. Jovetic: ha confermato che può giocare solo come prima punta, in questo caso con i limiti di peso e di soluzioni offensive imposte alla squadra, che sappiamo.

Come prima punta non fa troppi danni e può inventare qualcosa. Ma così rinunci definitivamente alla potenza e alla forza in area.

Potrebbe restare, come vice Icardi, se facesse il falso nueve con due esterni tipo Perisic e Sanchez (dico ancora come tipologia) e dietro avesse un centrocampista di peso che si inserisse.

5. Eder: è un giocatore di sostanza, un generoso, uno che dà tutto e aiuta tutti.

Ha fatto qualche partita di questo precampionato benissimo, ma il rischio è che si tratti, come dicono a Milano 'di oeuv foera del cavagneau', perché l'abbiamo visto in azione troppe volte per illuderci.

Magari però prima doveva operare in contesti meno organizzati.

In sostanza secondo me, a parte i tre dati in arrivo, come gruppo titolari sono ancora necessari un centrale da alternarsi a Miranda - Skriniar, un esterno forte e un trequartista.

A quel punto in relazione agli arrivi si potrebbe ragionare su chi cedere.

Anche un altro terzino destro e una seconda punta sarebbero da me graditi (ma penso che per questa stagione Ansaldi, Naga saranno i terzini di riserva e uno – o entrambi – tra Eder e Jovetic la punta di riserva, senza dimenticare i possibili progressi del Pina).

Dunque:

Handa (Padelli)

D'Ambro (Naga, ahimè)
Skriniar (X)
Miranda (Murillo o Rano, ahimè)
Dalbert (Ansaldi, ahimè)

Gaglia o Vecino
Borja (Kondo o X)

X (Candreva)
X (Joao)
Perisic (Eder, Karamoh)

Icardi (Jovetic o Pina. Magari fosse Schick...)

22-23 titolari veri, con tre nuovi arrivi, oltre ai tre già in dirittura.

Pissardo, Valietti, Pinamonti e un altro qualunque per completare i 4 di scuola Inter.

Secondo me questo precampionato sta dicendo che con una rosa simile la posizione da CL non sarebbe davvero una chimera.

Mi rendo conto d’altra parte che le ultime prove della squadra mi costringono a ripetermi.

Per quanto concerne prestazione complessiva, limiti individuali e necessità.

Ma questo è un bene, significa che le conferme, in un senso o nell’altro sono attendibili.

Oggi per esempio come prestazione individuale sono cresciuti Gaglia, e gli stessi Naga e Jovetic, mentre si sono espressi meno bene Kondo e alcuni dei subentrati.

Ma queste oscillazioni, in presenza di prove di squadra sempre convincenti sono di ottimo auspicio, per quanto concerne equilibrio e atteggiamento del gruppo.

La partita

La formazione ancora una volta la dice lunga sul realismo di Spalletti che vuole mettere minuti e far giocare con relativa continuità gli uomini sui quali intende puntare maggiormante ma intende  anche far turnare gli altri, per valutarli e portarli comunque a un buon livello di condizione.

Mai però, sebbene si tratti di amichevoli (di prestigio) mettendo a rischio la solidità e gli equilibri.

Così la difesa è confermata in blocco: del resto è il reparto che ha più bisogno di affiatamento e sincronia di movimenti.

Per i due centrocampisti la scelta cade su Borja e Gaglia, con più qualità rispetto all'undici iniziale di Inter - Bayern.

Intoccabili gli esterni alti (Candreva e Perisic), ecco Jovetic prima punta per Eder e Brozo trequartista al posto di Joao.

Le scelte sembrano essere, come dicevo, per assicurare minuti a tutti, ma anche tattiche.

I macchinosi difensori del Bayern potevano venir sorpresi da incursioni profonde centrali (Eder), la difesa a tre centrali di Conte poteva venir aggirata da un falso nueve che apriva gli spazi per i tagli di Candreva e soprattutto di Perisic.

Dietro alla punta, al posto dell'agonisticamente non eccelso Joao, ecco Brozo, che corre di più, anche se disordinatamente.

E, ancora una volta, contro una squadra fortissima, il nostro primo tempo è stato magistrale.

Una palla gol clamorosa subito in apertura, qualche altra occasione sino al rigore del vantaggio.

Rigore generoso, indubbiamente.

Di quelli che in Italia non ci avrebbero mai dato, ma assegnano regolarmente alla juve.

Loro mi par di ricordare nessuna occasione vera e i 2-3 pericoli teorici sono nati da un palleggio insistito dei nostri che dopo 7-8 tocchetti laterali ne sbagliavano uno, innescando la ripartenza inglese.

Ma soprattutto la squadra dimostrava personalità e (finalmente) movimento intenso e ragionato da parte di tutti, sia per recuperare, sia per smarcarsi senza palla.

Il secondo tempo iniziava ancora meglio: subito in gol Jovetic, in fuorigioco di pochissimo, ma l’efficacia dell’azione resta.

Poi il secondo spettacoloso gol di Perisic.

Il Chelsea attaccava per pareggiare, ma noi reggevamo bene e non perdevamo occasione per ripartire, approfittando della circostanza favorevole  per cui disponevamo di spazi immensi davanti e li costringevamo a costruire in spazi strettissimi.

Dopo un’ora di gioco Joao riceve una palla incredibile da Perisic e ha l’occasione per chiudere il match sul 3-0: purtroppo la sbaglia confermando il suo scarso feeling con il gol.

Ancora una conclusione di Perisic che si era liberato benissimo ma ha calciato da posizione troppo isolata.

A 20’ dalla fine, oltre agli appena entrati Joao e Kondo ecco l’ingresso di Ansaldi, Barbosa e Murillo.

Cinque cambi sono troppi per questa squadra, anche se la svolta avviene solo quando Kondo infila clamorosamente la propria porta.

I cambi, la stanchezza per una partita giocata solo due giorni prima con il ritardo di preparazione, la minor efficacia di alcuni subentrati, la spinta psicologica favorevole per gli inglesi che dallo 0-3 quasi fatto vedono riaprirsi la possibilità di pareggiare la partita, senza alcun loro merito e… ritorna l’Inter del passato.

Una squadra presa dall’ansia, che si fa pressare bassissima, senza più riuscire a giocare un pallone in uscita, senza più, come sottolineato dall’ottimo opinionista Colonnese, giocatori fondamentali sulle fasce che sapessero “strappare” come Perisic e Candreva.

Rispetto al passato però è da segnalare l’ottima tenuta difensiva, in questa fase resa possibile soprattutto dalle importanti prestazioni di Skriniar e Gaglia.

D’altra parte in tre partite, sia pure estive, sia pure amichevoli, questa squadra non ha in pratica subito nessun gol da avversari del livello di Lione, Bayern e Chelsea.

Dunque, c’è speranza, se questo accade… a Singapore.

Le prestazioni individuali

Padelli: sul gol non ha colpe. Abbastanza sicuro negli interventi, deve forse migliorare l’intesa con i compagni ed essere chiamato il meno possibile a giocare la palla con i piedi.

D’Ambrosio: la solita prestazione. D’Ambro raramente tradisce e raramente stupisce. Qualche volta viene saltato ma non molla mai, ringhia e recupera.

Skriniar: altra prestazione di assoluto livello, soprattutto nel finale quando in un’area congestionata fa valere forza, stacco, tempismo  e intelligente lettura delle situazioni.

Miranda: forse meno onnipresente che contro il Bayern, ma sempre ispirato ed efficace.

Che Eupalla ce lo conservi sempre in questa condizione

Nagatomo: spesso si è trovato ad affrontare Willian e non era facile. Con mestiere, aiuto dei compagni  ed applicazione è riuscito a limitare i danni.

Meglio che in altre occasioni.

Borja: senza dubbio il migliore dei nostri, a mio parere. Compensa la modestia della struttura atletica con un’intelligenza calcistica straordinaria, una tecnica di livello e la capacità, al suo passo, di essere sempre presente dove serve.

Gagliardini: cresce di partita in partita. Avere di fianco un punto di riferimento come Borja lo aiuta molto, ma anche dopo l’uscita dello spagnolo si esalta in un lavoro efficace di tamponamento e avvio di ripartenza

Candreva: ormai è diventato il Ranocchia di questa stagione, per i tifosi. Cioè la vittima predestinata.

Sempre schierato nella formazione iniziale, a riprova della stima di Spalletti (confermata anche dalle dichiarazioni del post partita), dà a mio parere un importante contributo alla manovra complessiva, nelle due fasi.

Poi certo, un Sanchez, per dire, al suo posto sarebbe più insidioso (ma richiederebbe una ridefinizione degli equilibri complessivi).

Prestazione di sostanza, più che sufficiente.

Ha sbagliato qualche appoggio in fase difensiva ma lo hanno fatto altri non rilevati perché in questo momento beniamini del tifoso.

Brozo: lavora tanto se non altro. Non sempre in modo efficace. Da trequartista fatica a trovare la posizione. Se parte dalla linea mediana (però in un centrocampo a tre) ha più campo in avanti e può far valere le sue doti di incursore.

Però non sembra essere questa la scelta tattica di Spalletti.

Perisic: irresistibile sontuoso efficacissimo. Si spende molto anche in fase di recupero. E’ diventato un giocatore completo, un campione irrinunciabile. Da interpretare la frase di Spalletti (“Lo scorso anno con Perisic l’Inter ha perso spesso”). Solo una difesa della preminenza del gruppo rispetto ai singoli, o l’ammissione implicita che potrebbe partire?

Jovetic: come dicevo partendo nell’undici iniziale lo può fare solo da prima punta. In quel ruolo non fa danni e può inventare la giocata. Ha limiti anche lì. Sul rigore dopo un ottimo smarcamento non si frappone con il dovuto vigore al ritorno del difensore e si lascia travolgere in modo non del tutto irregolare. Poi sbaglia il tiro piazzato. Ottimo nell’assist per il gol di Perisic, ma molto merito va a Ivan che detta il passaggio lanciandosi nello spazio vuoto con i tempi giusti.

Le qualità di Jojo ormai si conoscono, come pure i limiti.

Joao: la sua prova non mi ha convinto. Mi sembra essere un giocatore con grandissima qualità ma fragile caratterialmente. Forse ha bisogno di sentirsi determinante, di essere centrale nel progetto. Entra senza troppa voglia di battersi a spagli qualche appoggio di troppo, per le sue doti.

O con  Spalletti riuscirà a fare il salto di qualità, oppure questa stagione ne definirà i limiti di giocatore.

Kondo: prestazione disastrosa. Tutto nasce probabilmente dalla frustrazione per il clamoroso autogol. Ma non è un’attenuante, un giocatore vero deve reagire e dare ancora di più, pur senza strafare.

Murillo: una ventina di minuti per dimostrare di essere un discreto giocatore, con delle qualità atletiche importati ma complessivamente non all’altezza dei titolari.

Ansaldi: fa la sua parte senza eccellere ma anche senza demeritare

Eder: entra in una situazione difficile per un attaccante, ma si vede troppo poco

Barbosa: le partite di combattimento non fanno per lui. Però si deve riconoscergli lo stesso alibi fornito a Eder, cioè l’essere entrato in un momento tatticamente difficile.

Valietti: un altro quarto d’ora importante per la sua crescita.

Ranocchia: ingiudicabile.

Spalletti: sta lavorando bene, oltre le previsioni, almeno le mie. Per inciso mi è piaciuta la sua dichiarazione per cui se un giocatore non si sa motivare da solo è meglio che faccia un altro lavoro. Anche per me non si può stare con continuità in Serie A se non si è in grado di dare sempre tutto. Che poi questo tutto non sia uguale per Chiellini e per Joao, o anche per uno stesso giocatore da una partita all’altra, è un discorso diverso.

Luciano Da Vite