Un'estate al mare (per loro): Inter - Juventus 1-0

Nella foto (fonte: Tuttosport): l'esultanza della Primavera di Mister Stefano Vecchi dopo il goal decisivo contro la Juventus alle semifinali (1-0 il risultato finale) che garantisce l'accesso alla finalissima del Campionato 2017/2018 contro la Fiorentina.

Premessa

Scrivere, ovviamente in termini elogiativi dopo una vittoria importante ma interlocutoria (la Primavera deve ancora giocare la partita decisiva), porta sfiga, ma questo non è semplicemente un dettaglio legato alla superstizione, come si potrebbe credere, piuttosto un elemento connesso al clima “culturale” che in questi casi si crea attorno alla squadra e che può coinvolgerla.

Io ammiro moltissimo il modo di tifare del Gianca: siccome siamo l’Inter, siamo i più forti, sempre e comunque e non resta che andare a raccogliere i tre punti.

Lo ammiro, ma proprio non ce la faccio a tifare in questo modo.

Difendo i miei quando vengono criticati in modo feroce e a mio parere inconsulto (per esempio, mi manda in bestia una considerazione di un tifoso su twitter: “Che cosa ha Zaniolo meno di Eder?” Forse il fatto che Eder sia un nazionale e Zaniolo neppure un nazionale under 21, né under 20, oppure  il fatto che Spalletti consideri Eder la prima alternativa in attacco e Zaniolo non lo abbia mai neppure convocato o quasi? Tutti scemi i tecnici di casa Inter, oppure non sarà che il calcio è cosa diversa da quella che alcuni di noi immaginano?)

Difendo i miei, dicevo, ma allo stesso tempo non riesco a considerarli sempre e in tutto superiori agli avversari, solo perché noi siamo l’Inter.

Siamo l’Inter anche con gli Under 17 ed è finita… malino.

Ho visto nell’arco della stagione una Primavera forte e competitiva (vuol dire che sta nel ristretto gruppo delle migliori, non che deve vincere per forza).

Una Berretti disastrosa non per colpa sua: saccheggiata negli uomini, costretta a cercare sempre equilibri e sistemi di gioco diversi, ha infilato in campionato, pur vinto, una serie impressionante di prove deludenti in qualche modo premonitorie.

Ho visto un’Under 17 non competitiva, da subito, per scelte diciamo così “dirigenziali”.

I limiti della squadra si conoscevano sin dagli anni dei Giovanissimi: su questi non si è mai intervenuto con integrazioni davvero significative.

Ci saranno stati dei motivi, probabilmente si è preferito investire altrove (Cfr. Le spese per Zaniolo, Colidio, Odgaard), ma quando ti presenti sempre in campo con 4-5 giocatori sotto età (per quanto bravi) significa che non hai allestito una squadra competitiva.

Under 16 e Under 15 si sono dimostrate forti e se la seconda è meritatamente alla final four, la prima si giocherà domenica la qualificazione.

Le squadre più giovani hanno tutte vinto campionati più facili (ma c’erano pur sempre Milan e Atalanta…) e spesso anche tornei internazionali, dimostrando dunque almeno delle potenzialità interessanti.

Quando inizia una stagione, dal punto di vista dei risultati, la speranza è vincere qualcosa; l’obiettivo minimo, per ogni squadra, è entrare nella final four.

Lo scorso anno siamo entrati in quattro final four su 5 possibili (guarda caso hanno fallito proprio i 2001).

In tre abbiamo vinto e nella quarta abbiamo perso in finale.

Quest’anno siamo in due semifinali, con la possibilità di arrivare a centrarne una terza. E siamo arrivati nelle 4 anche in Berretti, pur se con troppa facilità, dato l’esiguo numero di partecipanti.

E’ andata un po’ peggio, non vinceremo verosimilmente tre tituli, ma si deve tener conto del fatto che la stagione scorsa è irripetibile.

Unica nella nostra storia, probabilmente unica in quella di tutte le società di Serie A.

E la Primavera ha comunque già portato a casa due trofei fondamentali: per questo, a prescindere da come andrà la finale si può già, senza tema di smentite avanzare una prima serie di considerazioni.

La concorrenza nel settore giovanile è molto aumentata: Roma, Fiorentina e Torino hanno sempre curato molto i giovani. Come l’Atalanta e i risultati finanziari ottenuti dai bergamaschi hanno stimolato molto l’emulazione da parte di altre società “minori” come il Sassuolo.

La Juventus ha ripreso a spendere moltissimo (tre acquisti di grande peso, solo a gennaio per la Primavera) e sfrutta in Italia le squadre satelliti (eufemismo); in Primavera giocavano due elementi in prestito dall’Empoli e uno dal Sassuolo.

Anche il Napoli ha ripreso ad investire nel settore giovanile e a creare buone squadre, mentre il Milan conosce una flessione (solo in termini di risultati) probabilmente temporanea, legata agli assetti societari incerti.

Proprio il percorso dell’Atalanta dimostra che nessuno può più pensare di essere egemone: dopo aver dominato la stagione in Primavera, sono usciti prima della final four e anche in Berretti sono andati a casa precocemente.

In campionato hanno dominato negli Under 17 e secondo me qui potrebbero ottenere la vittoria finale, ma dovranno fare i conti con una juve cresciuta fisicamente in modo impressionante, una juve con molti nazionali (italiani e non) di categoria.

La partita

Sono sincero: avevo visto alcuni allenamenti dei nostri nel pre gara e avevo diversi timori.

Le assenze erano rilevanti soprattutto perché si concentravano in due reparti: l’attacco, dove mancavano i ‘miei’ titolari, Pinamonti e Odgaard (due 99’, é, non due fuori quota) e a centrocampo dove mancavano due elementi di forza e sostanza che avrei considerato importanti in un match di grande tensione agonistica: Danso e Brignoli.

In più Emmers era ancora in fase di recupero dopo una lunghissima assenza e la sua tenuta presentava delle incognite.

Mister Vecchi era stato chiaro sulle possibilità dei suoi singoli: Pinamonti deve andare a giocare in campionati veri; Bettella, Emmers, Zaniolo, Odgaard, Colidio hanno grandi possibilità di carriera.

Gli altri, per un motivo o per l’altro a detta del mister sono leggermente meno pronti, soprattutto i numerosi 2000 che compongono la rosa.

E infatti Vecchi ha schierato nella formazione iniziale oltre a Bettella e Colidio solo Pompetti, con un rischio notevole, anche se calcolato, perché l’ex pescarese avrebbe dovuto vedersela con il fortissimo e più esperto Fernandes.

Per l’occasione il mister ha ripescato Valietti, preferendolo a Zappa, col quale si era alternato in stagione.

Il motivo della scelta è anche tattico, cioè conseguenza della decisione di difendere a 3: probabilmente con una difesa a 4 la decisione non sarebbe stata la stessa.

Ma in settimana avevo visto come Vecchi ‘strapazzava’ rudemente Valietti. Qualcuno interpretava questo come un atteggiamento eccessivo, di esclusione.

Io pensavo il contrario.

Se un giocatore non lo consideri, se non ti serve, lo lasci nel suo brodo alla vigilia di una partita importante soprattutto.

Se ‘maltratti’ un giocatore caratterialmente ancora in parte da costruire come Valie, sei consapevole che può dare tanto, molto di più e vuoi ottenere una sua reazione. Ho visto Valie concentratissimo prima dell’inizio, quasi con il volto truce e mi sono detto: vuole dimostrare sul campo le sue possibilità. Non mi sono sbagliato.

Ma veniamo alla partita.

La juve, si sa, gioca con il 352. Vecchi per affrontarla nel modo migliore deve risolvere alcuni problemi: loro hanno in campo tre ’98 nei ruoli chiave (portiere, centrale, punta) e in mezzo al campo Fernandes, che è un ’99 ma ha esperienza di grandi sfide e forza atletica, oltre che qualità.

Poi hanno due 2000: il roccioso difensore Serrao e l’attaccante nazionale Portanova.

Vecchi sceglie la difesa a 3 per contrastare le loro due punte e avere un difensore che può eventualmente scalare e raddoppiare in fascia.

Portiere e i tre difensori sono scontati: Pisso, Bettella, Nolan e Lomba.

Una punta è scontata, viste le assenze e si tratta di Colidio.

A fianco dell’argentino viene scelto Belkehir.

Secondo me il motivo della scelta è evidente. Colidio è agile e corre molto, ma leggero; Belke costituisce la giusta integrazione a livello di forza fisica pur non avendo la classe di Merola, né la velocità e il fiuto del gol di Rover.

Belke ha in sostanza il compito di tenere impegnati due dei tre loro centrali per favorire i tagli dalle fasce di Valietti-Emmers e Zaniolo-Sala (se poi facesse anche gol non verrebbe… punito, certo).

L’esito del match, considerando che le due difese sono molto forti è affidato dunque ai 5 di centrocampo.

Come esterni Vecchi sceglie Valietti per Zappa.

Non sappiamo le condizioni reali di ogni giocatore e dunque dobbiamo pensare che sia stata un scelta offensiva. Zappa garantisce forse più applicazione in fase difensiva, Valie maggior intraprendenza e sensibilità di tocco in fase di spinta.

Dall’altra parte Sala non si discute, ma è scontato che dovrà soffrire.

Se un giocatore con le sue qualità, tecniche e di cervello calcistico, non è stato citato dal mister come uno pronto al gran volo, può significare solo che in certi confronti pesanti può ancora venir messo in difficoltà a livello fisico.

Ai due esterni si affiancano 2+1 centrali. Scontato Emmers (se sta bene) il dubbio è sul secondo centrale e sulla posizione di Zaniolo.

Una scelta più prudente (forse troppo) avrebbe potuto portare Zaniolo a giocare dietro la prima punta unica, per rafforzare il centro campo, visto che i laterali sono forti ma ancora in crescita e che per l’altro centrocampista (il regista) la scelta era tra il discreto Rada (più tosto e più esperto di grandi match, con la sua nazionale) e i deliziosi, ma non potentissimi Pompetti e Schirò.

La scelta di Vecchi, spesso criticato dai poeti per le sue scelte eccessivamente speculative, è invece quella di puntare su Pompetti (inamovibile per tutta la gara) con Zaniolo certamente a dare una mano, ma anche libero di proporsi tra le linee.

Una squadra abbastanza spregiudicata dove prevalgono le scelte di qualità  nella quale però agli uomini tecnici si chiede di lavorare anche da ‘operai’ per tenere il gruppo unito e corto (sia in avanti sia in fase di contenimento).

In fondo questa scelta è l’ABC del Calcio.

Noi lo abbiamo capito, già...

1. Con HH che schierava Jair, Mazzola, Milani, Suarez e Corso – e in mezzo Bedin, Suarez - ma li faceva partire tutti (eccetto forse Milani) da dietro, per assicurare compattezza.
2. Poi con il Vate di Setubal che schierava Cambiasso, Motta, Pandev, Wes, Eto’o e Milito, con 3 attaccanti su quattro che partivano dalla posizione di centrocampisti o anche più dietro.

Si temeva una loro superiorità fisica che non c’è stata (o meglio si è vista per i primi 20’, ma è stata ben contenuta dalla compattezza dei nostri, dallo spirito di sacrificio di tutti).

In questa fase loro hanno avuto una palla gol su punizione, ben calciata, ma da molto lontano.

Poi noi abbiamo preso il sopravvento, concedendo loro un tiro da fuori, un tiro ravvicinato alto su respinta della difesa e un traversone basso  pericoloso parato in due tempi da Pisso. Un po’ poco per chi voleva vincere e ha giocato un tempo con l’obbligo di rimontare.

Noi abbiamo costruito di più, numericamente e qualitativamente e soprattutto abbiamo gestito con sicurezza le diverse situazioni che la partita ha proposto.

Alla fine la vittoria di misura ci va persino un po’ stretta e adesso la speranza è che ci siano ancora energie sufficienti e feroce determinazione per ripetere questa prova contro i viola, in finale.

Le pagelle

Comunque vada a finire il campionato, è chiaro che siamo di fronte a un gruppo molto forte.

La domanda che molti tifosi si pongono è: dobbiamo temere che anche in questo caso alla forza del gruppo non si accompagni la qualità di qualche singolo in grado, nel tempo, di rinnovare in prima squadra le gesta dei grandi prodotti del nostro vivaio meno recente?

Rispondere è difficile perché il campionato Primavera è cosa diversissima dal campionato di serie A e nessuno può dire quali di questi giovani potranno, anche nel giro di due-tre anni, fare gli ulteriori progressi necessari per divenire protagonisti in prima squadra.

Diciamo intanto che i più vicini sono proprio quelli che per diversi motivi non c’erano, cioè i ’99 Zinho e Pinamonti.

Tra gli altri, come ha detto Vecchi, Zaniolo, Emmers e forse Odgaard hanno delle chance e tra i meno esperti forse Bettella e Pompetti.

Ma il percorso di un giovane è imprevedibile: prendiamo Nolan, solo qualche mese fa difensore rude e improponibile, oggi colonna pressoché insuperabile in categoria. Se continua a crescere, chi può dire dove arriverà tra un paio d’anni?

Limitiamoci dunque a registrare le impressioni suscitate (in un semplice tifoso, non lo dimentico mai) in questo test particolarmente significativo

Pissardo: impegnato solo su tiri da fuori e su traversoni, alti o bassi, ha dato un’ottima dimostrazione di sicurezza. Il campionato disputato in D, a Varese, gli ha giovato e oggi è un portiere pronto per misurarsi in campionati veri. 6.5

Bettella: un paio d’anni fa si era sparsa la voce di una possibile cessione a una grande società straniera di “Bette”. Ricordo di aver scritto che in quel caso avrei smesso di seguire il settore. ‘Bette’ è sempre stato forte ma con Vecchi è cresciuto rapidamente: forte nello stacco e nel contrasto, buono nella corsa, ottimo per senso di posizione ed eleganza, si è confermato al top della categoria in una gara difficilissima e che chiedeva salda personalità. 7

Nolan: a lui e ai suoi progressi ho già accennato. Sembra nato per la difesa a tre dove può far risaltare le sue doti di potenza e di esplosività. Gli attaccanti juventini non sono mai entrati in area se non una volta, dopo una corta respinta della difesa. Qualcosa significa. 6.5

Lombardoni: tosto, fortissimo di testa, insuperabile nell’uno contro uno, non ha forse piedi raffinatissimi ma gioca per la squadra, cercando l’appoggio di chi è preposto alla costruzione con maggiori attitudini. Rendimento e sostanza in quantità enorme. 6.5

Valietti: quando distende la falcata entusiasma. La partita con la juve potrebbe essere la svolta per dargli quella fiducia e quella costanza di rendimento che lo proietterebbero verso dimensioni  di notevole importanza. Ieri è stato concentrato per tutta la partita, tignoso nel difendere e propositivo in avanti. 6.5

Sala: ha incontrato qualche difficoltà soprattutto nella prima parte della gara, quando la juve premeva dalla sua parte e probabilmente lui  non godeva di adeguata copertura. Sempre nei primi 20’ si è liberato troppo frettolosamente della palla cercando il lancio lungo senza precisione. Poi è cresciuto moltissimo, tornando a fornire il suo fondamentale contributo in senso tecnico e agonistico.  Intelligenza fuori dal comune. 6.5

Emmers: Xian a questi livelli è uno spettacolo per ritmo, intensità aggressività e progressione irresistibile. Bisogna vedere se tutto questo, in tempi brevi, sarà sufficiente per renderlo competitivo anche nel calcio maggiore. Possiede anche buona tecnica, eccellendo soprattutto nel controllo in velocità. Qualche volta la voglia di strafare non gli consente di scegliere la giocata giusta, ma sono dettagli. 7

(dall'82' Gavioli: ha giocato poco, ma a me è piaciuto moltissimo. Personalità, grinta, ottime iniziative. Diventerà giocatore. sv)

Pompetti: mi ha sorpreso non tanto la decisione di Vecchi di schierarlo inizialmente, quanto la sua conferma in campo per tutti i 95’ minuti. E’ uno dei giocatori più giovani, ha un ruolo chiave nella manovra dell’intera squadra,  ha poca esperienza di questi grandi match (non credo abbia avuto molte occasioni a Pescara, con tutto il rispetto, e fino a febbraio giocava in Berretti). Per di più doveva fronteggiare un giocatore fortissimo, di sicuro il migliore degli avversari, in possesso di una fisicità straripante rispetto a quella del ‘Pompe’. Dopo una ventina di minuti in cui tutta la squadra ha sofferto, ha preso in mano le redini del gioco e non le ha più mollate, annullando progressivamente l’eccellente Fernandes. Per capire la fiducia che il mister nutre nel suo… piede basterà ricordare che gli ha affidato il compito di battere tutti gli angoli e le punizioni  e lui lo  fa sempre in modo ottimale, mettendo palla tese, arcuate, di difficile lettura per i difensori. Non so se l’ho  già riportato qui o su Twitter, ma uno scambio di battute che ho avuto con lui ne fa ulteriormente un mio idolo: “bravo Pompe, diventerai il nuovo Pirlo” e lui: “facciamo il nuovo T. Motta che è meglio…”. E speriamo che un giorno ci porti davvero a ripercorrere il cammino del grande italo brasiliano. 7

Zaniolo: decisivo come in moltissime altre partite di questo campionato e annessi. Possiede doti tecniche e atletiche impressionanti, che gli consentono una progressione palla al piede, con scatti ripetuti, e uno stacco importantissimi. Ha anche il fiuto del gol. Visto in azione da vicino mostra un fisico molto massiccio, dal punto di vista osteo-muscolare, che spiega la sua impossibilità di tenere ritmo e intensità per tutto il match. Può arrivare a grandi livelli se trova la posizione giusta che a mio avviso è dietro una sola punta di movimento o con due punte di cui una fa molto lavoro sporco. Non lo vedo invece come mezz’ala soprattutto in un centro campo a due. Mezzo voto in più per il gol. 7.5

Belkheir: ha il compito di battersi, in mezzo ai centrali juventini, per creare spazi agli inserimenti degli esterni, di Emmers e di Zaniolo. Lo assolve abbastanza bene sul piano dell’impegno e della concentrazione, ma non gli riesce mai uno spunto vincente e nell’unica occasione in cui gli giunge una palla gol clamorosa la spara sul palo, quando sarebbe bastato appoggiarla in rete. Questo errore pesa sulla sua prestazione che comunque considero sufficiente, in considerazione del risultato ottenuto dal lavoro di tutto il gruppo. 6

(dal 46’ Rover: ha portato certamente più vivacità e più insidie rispetto a Belkheir statico e potente. Però ha un po’ caratteristiche simili a Colidio. Anche lui ama partire dall’esterno, in velocità, e tagliare in mezzo. Ha comunque contribuito a tenere alta la palla e a sfiancare gli juventini costretti ad inseguimenti dispendiosi. 6+)

Colidio: a me è piaciuto. Ha svolto molto lavoro, con movimenti importanti e qualche buona giocata. In prospettiva resta interessante: è agile, veloce, vede la porta, sta imparando a soffrire come si deve fare nel calcio italiano. Penso che nella prossima stagione potrà essere assai incisivo. 6+

Vecchi: ho già accennato al modo, per me assai valido, in cui ha preparato e gestito la partita. Ha ottenuto sino ad ora risultati incredibili e ha preparato giovani allevati nell’ovatta al professionismo. Il voto aspetto a darglielo, sperando di poterglielo attribuire ancora più bello. Ma anche in caso contrario, non cambierebbe nulla.

Luciano Da Vite

Nb.  È ancora online e possibile votare il sondaggio di fine anno: https://goo.gl/forms/Fg3VauWDqtJgUbxl1