Lavori in corso: Inter - Lione 1-0

Nella foto: Lautaro Martinez festeggia dopo la rete decisiva contro il Lione nell'amichevole disputata sabato 04.08.2018 allo Stadio Via del Mare di Lecce. Questo il giudizio di Luciano sulla sua prestazione:

Piedi per terra ma questo sembra avere potenzialità davvero importanti. Ottimo nel controllo palla (anche nei casi più difficoltosi) rapido di pensiero e molto intuitivo, lotta come… un toro in tutte le situazioni e sembra vedere bene la porta. Non sembra rapidissimo dopo il primo scatto e sbaglia ancora qualcosa per narcisismo, ma sembra proprio un arrivo importante, anche da subito.

Spalletti schiera un’Inter largamente incompleta (come incompleti sono gli avversari di queste amichevoli estive), nella quale però nonostante la  necessità di distribuire equamente i carichi di lavoro, di fronteggiare infortuni e affaticamenti, di supplire all’assenza di titolari impegnati a lungo nelle fasi finali dei mondiali, già si intravedono gli orientamenti di gioco e le soluzioni organizzative che dovranno caratterizzare la nostra stagione.

Io non sono un indovino e non posso al momento individuare le possibilità di questa squadra, rapportate agli avversari di campionato e di coppa.

Intanto il mercato deve completarsi e, per fare solo un esempio, affrontare una Lazio con Milinkovic o senza non è la stessa cosa.

Come non sarà la stessa cosa avere Modric o non averlo (o comunque avere o non avere un altro ingresso di qualità nel reparto).

Negli altri anni era tutto più semplice: c’erano tre squadre fuori concorso, due o tre (Lazio, Milan a volte Viola o Atalanta) con le quali si doveva lottare, le altre strutturalmente inferiori.

Adesso le nostre ambizioni sono cresciute, quelle di Roma e Napoli sono rimaste immutate, probabilmente anche quelle della Lazio che ha mostrato di saper rimpiazzare anche partenze importanti, il Milan stesso ha sicuramente ambizioni di zona CL, solo la Viola sembra leggermente defilata.

Quindi il ventaglio previsionale si allarga: questa sembra una squadra che può finire seconda o sesta.

Peserà molto la CL che prosciuga sicuramente fondamentali energie.

Forse rispetto ad alcune concorrenti noi abbiamo un valore aggiunto che potrebbe risultare decisivo: mister Spalletti  che è in grado davvero di trarre il meglio dal gruppo a disposizione  e che ha concetti di gioco e cura dei particolari da grande protagonista.

Questa volta il mister nelle dichiarazioni post partita si è espresso con grande chiarezza anche sul piano… espositivo.

Il concetto fondamentale è che non ci sono undici titolari e delle buone riserve, ma un gruppo di venti giocatori circa, che consente alternative di gioco importanti.

Perché con questo gruppo puoi non solo alternare gli interpreti in modo da evitare tracolli da... sfinimento (anche solo mentale) ma sei in grado di attuare sistemi di gioco diversi (come modulistica, considerando però di realizzare gli stessi concetti base di calcio: solidità difensiva, equilibrio, velocità e precisione nelle transizioni).

Il discorso sulla difesa a tre o sulla difesa a quattro è significativo.

E devo dire che per la prima volta ho apprezzato la serietà, in proposito, di un commentatore “esterno” come Lorenzo Minotti, a mio parere competente ed equilibrato.

Il mister ha spiegato la differenza fra giocare a 3 e giocare a 4.

Se giochi a tre hai meno necessità di interscambi di posizione, perché cinque giocatori sono in pratica fissi: i tre marcatori e i due esterni a tutto campo.

Chiaro che se giochi a quattro i due esterni devono avere caratteristiche diverse e complementari.

Entrambi dovrebbero saper attaccare, a turno, ma uno sarà più forte nel difendere, perché quando l’altro attacca lui dovrà restare in posizione e chiudere al centro, con un centrocampista che coprirà la zona più esterna.

Interessante anche la sua disamina (di Spalletti) sulle caratteristiche di Asa e di Dalbert: Asa può essere quasi un regista esterno, Dalbert sa strappare, è più un attaccante di fascia aggiunto.

Bestemmie, per chi non vede in Dalbert un giocatore di calcio (e magari ha ragione); considerazioni interessanti per chi non chiude gli occhi sugli evidenti progressi che il ragazzo sta evidenziando.

Il che non significa che sia già all’altezza dei compagni.

Ma è vero che il ragazzo è l’unico dei nostri quattro esterni bassi potenzialmente capace di strappare.

Certo deve crescere ancora e quando vorrai utilizzarlo dovrai considerare, oltre agli avversari, anche le soluzioni interne compensative (il solito discorso sull’equilibrio).

Minotti nel suo commento ha creduto di vedere le prove generali di una difesa  a tre.

E ha ragione, secondo me, perché D’Ambrosio ha superato per la prima volta la metà campo intorno a metà ripresa, mentre Dalbert ha spinto molto di più.

Molte immagini hanno riproposto l’avvio della manovra dalle retrovie: D’Ambro è in linea con i centrali, mentre Dalbert è già sulla linea dei centrocampisti o anche oltre.

Ma, sempre per il discorso dell’equilibrio e delle caratteristiche dei giocatori che si devono integrare, la difesa a te provocherebbe altre conseguenze o reazioni.

Per esempio davanti ai tre difensori puri Gagliardini potrebbe essere di troppo: meglio Brozo e… Modric e davanti a loro il guerriero Nainggo.

In fase di costruzione il quasi rombo de Vrji -  Modric - Brozo - Nainggo assicurerebbe, rispetto a quanto si è visto ieri, una transizione offensiva sicuramente più rapida ed efficace; una superiore  capacità del centrocampo di “pulire” la palla (per usare un linguaggio spallettiano diventato di moda).

Il tutto naturalmente accompagnato da due esterni sicuramente buoni nel palleggio (Asa e Vrsaljko).

Assodato che Nainggo in fase di non possesso ha la forza per tornare a fare il mediano (o per raddoppiare su una fascia), resterebbe la scelta dei due uomini più offensivi, con Icardi che ha finalmente un’alternativa e con più giocatori (Perisic,  Lautaro, Politano e lo stesso Karamoh) in grado di agire come secondo attaccante, magari partendo dall’esterno, ma senza dare punti di riferimento.

Tutto questo costituisce una possibilità (con le varianti realistiche nella scelta degli uomini).

Ma ci sono i giocatori per attuare uno schema diverso, per quanto  ugualmente efficace, fondato sulla difesa a quattro, il centrocampo a tre  e l’attacco a tre  con la variante del 4231.

Anche in questo secondo caso (che qualcuno considera l’unico “vincente”, con un centravanti che arretra a manovrare  e gli esterni alti che tagliano al centro) abbiamo gli uomini adatti.

Perché Politano non è un esterno puro, Lautaro può partire dall’esterno per puntare al centro, Karamoh lo stesso, mentre  Ivan deve farlo più spesso che in passato, avendone le caratteristiche .

Maurito sta dimostrando che può crescere in questa direzione e Lautaro è sicuramente anche una punta di manovra.

Poi non dimentichiamo che ci sono sempre giocatori come D’Ambrosio, Vecino, Borja, Gagliardini, Candreva, che a molti non piacciono ma che in una stagione lunga e impegnativa si riveleranno preziosi perché comunque a chi bada alla sostanza e non all’estetica, garantiscono sempre un rendimento tranquillizzante.

Certo, che arrivi o non arrivi Modric, almeno sulla carta, non sarà indifferente.

Ma in ogni caso, con caratteristiche diverse, basterebbe un Lobotka, un Gundogan per consentire le varianti di gioco necessarie.

A questo punto mi sembra chiaro che rispetto a un paio di stagioni fa (e anche a prima, ovviamente) comunque vadano le cose, siamo in una situazione tecnico-organizzativa (intendo di organizzazione di gioco) e come qualità della rosa  molto più tranquillizzante.

Poi il risultato finale dipenderà da molte variabili perché non siamo uno squadrone con l’abitudine consolidata di vivere ai massimi livelli e perché comunque anche gli altri cercano di migliorare.

Queste considerazioni mi portano e esprimermi anche in relazione ad un’aspra polemica che è esplosa sul blog negli ultimi tempi.

Non ci possono essere dubbi sul fatto che, tra mille difficoltà, Suning sta svolgendo un ottimo lavoro, con metodo, organizzazione, attenzione alla crescita complessiva della società: non solo sul piano tecnico ma anche su quello della solidità finanziaria, dell’immagine  e persino della lotta contro le prevaricazioni (alcuni comunicati che hanno messo al loro posto i disonesti, hanno lasciato il segno e giustificano l’ira rancorosa dei tifosi bianconeri più scatenati contro questa proprietà che agisce nella legalità ma non si lascia mettere sotto i piedi).

Naturalmente, smantellare un sistema di potere che è politico e istituzionale, da sempre, prima ancora che sportivo, è altra cosa.

Molti hanno provato a scendere in guerra con un ronzino e una lancia spuntata contro i mulini a vento.

Molti auspicano che lo faccia l’Inter, per rompersi le corna,

Io preferisco che si lavori per una società molto forte nel tempo, per una squadra che conquisti sul campo rispetto e considerazione di tutti, costringendo anche  i più corrotti a fare i conti con un contropotere che si esprima in modo progressivo ed esclusivamente in termini calcistici, sul campo.

Ho una fortuna: non ho più ambizioni, alla mia età.

Questo mi consente di disinteressarmi completamente del numero di interlocutori.

Le persone con cui mi piace discutere me le scelgo io e sono persone che amano l’Inter e che quando lo ritengono necessario avanzano si delle critiche, ma in modo  garbato e costruttivo.

Qui  non decido io, ma su twitter ho bloccato persone che scrivevano di merdatti, di gagliamerda, di Suningout.

E’ sempre più difficile, perché oggi i valori della cultura, dell’articolazione dei discorsi, della mediazione,  dell’approfondimento, del rispetto dei ruoli e delle competenze,  sono in disuso, nella vita quotidiana come nella politica, come nel calcio.

E’ anche responsabilità delle nostre generazioni che non hanno saputo trasmettere il valore del dubbio, dell’approfondimento e l’avversione per la supponenza se non peggio.

Tornando al calcio (mi scuso per questo sfogo) vediamo qualche opinione (non qualche sentenza) sulle prestazioni dei singoli

Handanovic: molti lo accusano perché qualche volta non si tuffa sui tiri imparabili. Altre volte, su tiri che sarebbero imparabili per tutti, si tuffa e salva la porta. Diciamo che in un campionato i salvataggi di questo tipo sono quaranta o cinquanta.

D’Ambrosio: la presenza di Dalbert sull’altra fascia lo costringe a giocare di posizione. Nelle chiusure e in marcatura fa valere  esperienza e forza fisica. I suoi pregi e i suoi limiti ormai sono noti.

de Vrji: in difesa c’è ancora da lavorare, per esempio sui calci piazzati, situazioni in cui spesso ‘perdiamo’ qualche avversario. Giocare tanto insieme e mandare a memoria i movimenti coordinati diventa indispensabile in questo ambito. Lui per il momento sembra buono in interdizione ma determinante per la capacità di aprire con rapidità e precisione il fronte delle ripartenze

Skriniar: è un colosso e probabilmente paga un po’ il ritardo di condizione, soprattutto sullo scatto breve. Però lui in condizioni imperfette mi dà più affidamento di qualsiasi altro difensore in Italia.

Dalbert: Spalletti dimostra di essere veramente un grande. Approfitta di queste amichevoli per garantirgli continuità di impiego, unica possibilità per esplorarne le potenzialità. Non è ancora affidabile al 100% ma secondo me è in crescita evidente. L’assist (e l’azione precedente) è perfetto, la conclusione sul palo esterno, pur concettualmente sbagliata, con Icardi libero in mezzo, dimostra che il mister non farnetica quando parla di un sinistro che può far male. Spero che continui a crescere.

Gagliardini: altro giocatore poderoso che ha bisogno di tempo per trovare la condizione migliore. Al momento negli spazi brevi si dimostra piuttosto impacciato e solo quando può distendere l’azione  il suo contributo decolla. Moderatamente.

Asamoah: conferma sia di essere già in condizione ottimale sia di poter all’occorrenza assolvere con successo al ruolo di centrocampista che ‘pulisce’ i palloni e agevola le ripartenze. Questa volta sbaglia qualcosa in più, ma la prestazione resta importante.

Politano: cresce di partita in partita e il suo apporto ora comincia a farsi sentire. Come Karamoh e Lautaro sembra poter ricoprire più posizioni e lo fa nell’ambito della stessa partita, evitando di dare punti di riferimento e rendendo la manovra più prevedibile. Potrebbe far ricredere i tifosi più scettici.

Lautaro: piedi per terra ma questo sembra avere potenzialità davvero importanti. Ottimo nel controllo palla (anche nei casi più difficoltosi) rapido di pensiero e molto intuitivo, lotta come… un toro in tutte le situazioni e sembra vedere bene la porta. Non sembra rapidissimo dopo il primo scatto e sbaglia ancora qualcosa per narcisismo, ma sembra proprio un arrivo importante, anche da subito.

Karamoh: spunti irresistibili quasi mai concretizzati. Fa capire abbondantemente perché nelle partite vere Spalletti lo scorso anno l’abbia utilizzato quasi solo in situazioni disperate. Però conferma anche potenzialità davvero importanti. Questo dovrebbe essere un anno di progressiva crescita, nel successivo capiremo davvero dove può arrivare.

Icardi: si muove e lavora di più per la squadra, come alcuni auspicano. Alla fine il discorso funzionerà se lui segnerà magari 20 gol invece che 30, ma i compagni di reparto andranno davvero a rete molto di più. Anche lui è comunque giocatore che per la struttura atletica possente deve lavorare molto per trovare la condizione ottimale

-Dal 14’ st:

Ranocchia: non può essere migliorato, alla sua età, sul piano della rapidità, ma ha fatto molti progressi come convinzione e grinta. Adesso non esita, quando è il caso, a far valere la sua prestanza

Vecino: chiaramente sono stati solo minuti rivolti a fargli riprendere un po’ di confidenza con il campo, dopo la pausa del post mondiale.

Joao Mario: ha reagito benissimo a fischi dei soliti intelligentoni che valutano le chiacchiere molto più dei fatti. Non c’è nulla di male se, visti i risultati precedenti, considera meglio (per lui e per noi) concludere la sua esperienza all’Inter. In fondo ha detto quello che pensano tutti. Però quando scende con la nostra maglia logica vuole che non lo si fischi. Ricordiamoci che si faceva così anche con Brozo.

-Dal 25’ st:

Emmers: pochi minuti, ma sufficienti per confermare quanto si sapeva: grinta, velocità, nessuna soggezione. Bella promessa, da utilizzare per ora con il contagocce

Salcedo: il più giovane di 30 circa visti in campo. Ha delle qualità naturali importanti. Si deve lavorarci sopra e sperare che abbia la testa necessaria per apprendere.

-Dal 35’ st:

Zappa: ingiudicabile. Si può solo dire che ha spregiudicatezza nel proporsi.

Roric: qualcuno già stravede per lui. Io stravedo per tutti i nostri ragazzi e quindi anche per lui.  Ma, certo, al momento è solo un giovane interessante e positivo, soprattutto caratterialmente.

Spalletti: il migliore dei nostri allenatori dopo Mou. Molte delle nostre speranze sono riposte nella sua capacità di ottenere il massimo dal gruppo affidatogli.

Luciano Da Vite