Roma - Inter: subito una partita importante

Nella foto (fonte: The Sun): Ivan Perisic. Il fuoriclasse croato è sicuramente la nostra arma in più. Dopo aver resistito alle 'sirene' del Manchester United e la grande performance di domenica sera a San Siro contro la Fiorentina, la speranza è che Ivan sia decisivo anche sabato sera nel big match contro la Roma

Quanto è importante questa partita?

Ovviamente una partita tra due squadre con questo blasone in qualche modo 'importante' lo è sempre. Anche alla seconda giornata.

Facciamo allora: quanto e come è sentita e mi riferisco in particolare al mondo nerazzurro, questa seconda partita di campionato?

La domanda è d'obbligo perché se è vero che siamo solo alla seconda giornata, d'altronde è altrettanto vero che Roma - Inter ha sicuramente il sapore tipico della grande 'sfida' e che anche se alla fine di agosto, ci sono motivi per considerarla una partita importante e nella quale ricerchiamo già delle conferme a quanto di buono visto finora per provare a capire quale sarà il nostro campionato da qui alla fine della stagione.

È una partita sotto certi aspetti anche speciale.

In primis per il nostro allenatore, Luciano Spalletti, che sedeva sulla panchina giallorossa fino a due-tre mesi fa e che è sicuramente l'allenatore più importante della recente storia della 'maggica' con la quale ha anche conquistato (peraltro ai nostri danni...) i suoi unici trofei italiani: due Coppa Italia e una Supercoppa Italiana.

Una storia di amore e odio quella tra Spalletti e il club giallorosso e particolarmente travagliata proprio nell'ultima stagione in cui nonostante il secondo posto finale, il mister è spesso stato al centro di polemiche e discussioni anche per questioni diciamo non strettamente legate ai risultati (vedi la questione-Totti).

Secondariamente come dimenticare che fu proprio la sfida contro i giallorossi giocata a San Siro lo scorso febbraio, la partita che più tra tutte costò pesanti critiche a Stefano Pioli e il cui risultato di 3-1 finale per la Roma diede effettivamente la reale dimensione delle distanze tra noi e quelle che poi a fine campionato furono le prime tre forze: Juventus, Roma (appunto), Napoli.

Luciano Spalletti, scelto pare dopo i tentativi veri o presunti fatti per Simeone e Conte, fu l'artefice principale del secondo posto dei giallorossi (che finirono a pochi punti dalla Juventus e davanti un Napoli spettacolare) ed è oggi l'uomo cui ci attacchiamo nella speranza di ridurre - anzi: colmare - quel gap dal vertice della scorsa stagione e di strappare finalmente la qualificazione alla prossima edizione della Champions League.

Chiaramente la partita di sabato sera de l' 'Olimpico' non è e non può essere decisiva, caricarla di un significato di questo tipo sarebbe dannoso e un pericoloso boomberang in caso di risultato negativo, eppure vincere è qualche cosa che tutti noi chiediamo a Spalletti e la squadra e ho la mia convinzione che, chiaramente conscio del quoziente di difficoltà della sfida, il nostro mister non andrà a Roma per puntare a un risultato diverso che la vittoria.

Questo non significa che è un illuso naturalmente, ma che ha ragionevolmente fondate motivazioni e anche in questo momento particolare per credere veramente di poter fare il colpaccio.

Una analisi tattica della nostra Inter la abbiamo fatta oltre che nel corso del pre-campionato, in maniera più approfondita dopo la partita con la Fiorentina.

Un impegno che ci vedeva partire favoriti ma che non era da sottovalutare e che la squadra ha onorato con impegno, ottenendo alla fine una netta vittoria col risultato di tre a zero.

Va detto che anche la Roma, pure senza brillare, ha cominciato vincendo (uno a zero) peraltro in trasferta su un campo difficile come quello dell'Atalanta.

Perché penso che possiamo vincere questa partita.

O almeno giocarcela.

Perché sarebbe disonesto intellettualmente non riconoscere che questa volta i 'favoriti' sono loro.

Naturalmente ho i piedi ancorati a terra e non mi faccio prendere da un facile entusiasmo dopo una sola partita (quante scottature abbiamo preso nel passato recente del resto) ma non sono sicuro che in questo momento la Roma ci sia nettamente superiore come poteva esserlo solo due mesi fa alla fine del campionato.

Eusebio Di Francesco, un allenatore molto quotato dai nostri media, non ha ancora trasmesso appieno le sue idee alla squadra.

Pratica un calcio che definirei orientativamente ortodosso, ispirato al suo grande maestro Zdenek Zeman, ma secondo molti rivisto in una chiave più pragmatica.

Da questo punto di vista, sinceramente, non so quanto la cosa sia vera o abbia senso.

Mi spiego: nel calcio oggi c'è poco da inventare.

La riproposizione di quella che può essere stata una buona idea, mi riferisco al calcio di Zeman, si presta poco a modifiche o interpretazione.

O fai quel calcio oppure fai qualcos'altro.

Poi molto dipende anche dagli uomini che hai a disposizione.

Fatto sta che chiaramente Di Francesco sta cercando di importare le sue idee di calcio, sperimentate negli anni in Emilia, anche nella capitale.

Al momento non tutto gira però alla perfezione e qualche assenza potrebbe complicargli ulteriormente le cose (senza considerare i ritardi e le difficoltà sul mercato, vedi ad esempio la trattativa Mahrez, per non menzionare Schick, sfida nella sfida tra noi e i giallorossi in questo momento specifico).

L'infortunio di Bruno Peres costringerà giocoforza Di Francesco a allargare Manolas (assente anche il giovane Nura) a destra e schierare la copia di centrali composta da Fazio e Juan Jesus.

Il greco non è esattamente un fluidificante.

Questo può costituire per noi un vantaggio e un grosso limite alla fase offensiva del club capitolino.

Come anche uno svantaggio comunque, se è vero che per Perisic sarebbe ovviamente stato meglio avere davanti Bruno Peres che in fase difensiva non vale ovviamente il 'marcantonio' greco.

Non si prevedono per il resto variazioni nel tema.

La Roma ha un centrocampo importante (Nainggolan-De Rossi-Strootman) e davanti punterà forte su Dzeko, assistito da Defrel e Perotti.

Prevedo un bel duello tra Skriniar e il centravanti bosniaco: il primo test importante per l'ex centrale della Sampdoria.

Può essere una delle chiavi della partita.

Comunque cercando di interpretare le idee del mister (ne sapremo di più domani dopo la conferenza stampa di rito) non mi aspetto particolari cambiamenti anche per quanto ci riguarda e relativamente la formazione vista in campo con la Fiorentina.

Se non la riproposizione del ballottaggio tra Dalbert e Nagatomo, che evidentemente dipende anche da a che punto sia il processo di adattamento dell'ex Nizza.

Non penso infatti che data proprio la grande forza del centrocampo giallorosso, Spalletti rinunci a Brozovic, che pure senza incidere, contro la Fiorentina è stato il giocatore che ha corso di più.

Il suo dinamismo può essere fondamentale contro un centrocampo così forte come quello giallorosso.

Interessante allora vedere se Spalletti riproporrà il giocatore tra le linee o se sceglierà uno schieramento speculare a quello dei giallorossi e un centrocampo a tre.

Che poi può diventare a quattro a seconda della posizione occupata dal fondamentale Candreva.

Inutile dire che il rendimento di Borja Valero e quello di Vecino saranno determinanti, mentre in fase offensiva, giocare a tre in mezzo potrebbe forse salvaguardare determinati equilibri a sx quando Nagatomo (o Dalbert) proverà a sganciarsi a sostegno di Perisic.

Joao Mario più di Eder e magari anche Joao Cancelo (per quanto sicuramente ancora in fase di adattamento) potrebbero costituire due varianti a partita in corso per provare a spaccare la partita.

Così come Di Francesco potrebbe puntare su El-Shaarawy.

In definitiva l'idea è che noi partiamo da molto più dietro, ma siamo adesso a un buon punto nel lavoro fatto da Spalletti. 

Chiaramente siamo all'inizio e aspettiamo o comunque speriamo ancora in qualche novità dal mercato.

Ma la Roma non sembrerebbe ancora avere impattato nel migliore dei modi col cambio in panchina.

Inoltre sostituire Rudiger e Salah (oltre che Totti) appare al momento impresa poco facile.

Forse questo è in ogni caso il momento migliore per affrontarli.

Vincere non sarebbe determinante ma ci darebbe una iniezione di fiducia è una carica incredibile e se veramente arrivassero due-tre nuovi, questi avrebbero la pausa per gli impegni per le Nazionali (salvo convocazione con le rispettive rappresentative ovviamente) a disposizione per integrarsi.

Dopo avremmo in ordine Spal, Crotone, Bologna, Genoa, Benevento.

Quindi il derby.

Significa che se tutto va bene, potremmo avere a partire dalla prima una serie di risultati positivi importante e in una fase in cui ogni punto guadagnato è quello che si può definire una specie di 'salvagente' se poi più avanti (facciamo pure segni scaramantici) dovessero sopraggiungere flessioni e/o problematiche varie.

Ma non dimentichiamo che siamo esentati dagli impegni di coppa.

Giocatore che secondo me può essere quello più determinante tra tutti: manco a dirlo, Ivan Perisic.

Ricordo sempre a proposito di Inter - Roma dello scorso anno che tra le principali critiche mosse a Pioli, ci fu proprio quella relativa la posizione in campo del croato.

Va detto che in quella occasione la scelta fu frutto oltre che di valutazioni tattiche, anche ti situazioni contingenti e indisponibilità.

Eppure penso che il migliore giocatore della squadra vada sempre messo nella posizione e condizioni di rendere al top.

Con Icardi forma una coppia devastante che - chissà - questo campionato potrebbe rivelarsi la migliore possibile (o almeno ce lo auguriamo).

Puntiamo su quella che pare una rinnovata compattezza e sui campioni.

È così che si vincono le partite importanti.

Emiliano D'Aniello