Patrik Schick: la trattativa interminabile

Nella foto (Getty Images) il centravanti ceco Patrik Schick, obiettivo di mercato dichiarato di Walter Sabatini e Piero Ausilio, impegnato con la maglia della Sampdoria contro Gary Medel in una gara disputata contro l'Inter nello scorso campionato.

La giornata di ieri e nella quale avrei voluto, come la maggioranza dei tifosi, parlare solo della prossima partita contro la Roma, è stata in verità particolarmente convulsa per il succedersi di notizie relative il futuro di Patrik Schick.

Il centravanti ceco è a questo punto chiaramente il nostro obiettivo principale di mercato.

Oltre che della Roma che ha evidentemente dovuto rinunciare a Mahrez e si è adesso prepotentemente fatta avanti per il giocatore.

Ricostruisco i fatti per quello che sono stati e per quella che sembrerebbe essere la situazione attuale.

Specificando in tal senso che nessuna notizia è filtrata o stata confermata da nessuna fonte ufficiale.

In particolare nessuno - ripeto: nessuno - della dirigenza Inter si è espresso nel merito.

Vedremo se lo farà Luciano Spalletti nella conferenza di oggi pomeriggio, ma chiaramente sono convinto che il mister in questo momento abbia ben altri pensieri per la testa.

Una notizia di ieri sera - facciamo luce su questo aspetto - riportata in maniera erronea o comunque incompleta, lasciava intendere ci fossimo ritirati dalla trattativa per il giocatore.

Nei fatti non è esattamente così.

La Sampdoria ha due offerte.

Una dell'Inter e una della Roma.

L'entità precisa delle due offerte io non la conosco e va detto che nel merito le fonti sono discordanti.

Quello che è certo è che parliamo in entrambi i casi di una cifra superiore ai 30,5 milioni che la Sampdoria avrebbe incassato dalla cessione del giocatore alla Juventus.

In pratica saremmo più vicini ai quaranta milioni che ai trenta.

Banalmente: l'offerta della Roma sembrerebbe essere più alta o comunque più 'conveniente'.

Noi a questo punto non ci siamo ritirati dalla corsa al giocatore.

L'Inter ha fatto semplicemente sapere che non aumenterà ulteriormente l'offerta (probabilmente non può farlo) ritenendosi comunque forte di due variabili a proprio favore: 1. Il gradimento e la preferenza del giocatore; 2. Essere arrivati per 'primi' dopo la rinuncia della Juventus ad acquistare il giocatore.

La mancata chiusura dell'affare che da molti è imputata a dei ritardi da parte di Sabatini (a proposito, non meritano di essere commentate le voci che lo vogliono per qualche ragione prossimo alle dimissioni) e Ausilio, sembrerebbe invece più una manovra da mercante di Ferrero che nel giro di due mesi ha praticamente aumentato la quotazione del giocatore di 15 milioni.

Come è potuto succedere è una storia che merita di essere raccontata.

Mi limiterò a raccontare i fatti per quelli che sono stati e senza nessuna pretesa di interpretarli in maniera particolare.

Perché non ce n'è bisogno.

Patrik Schick è un giocatore che seguiamo con grande attenzione dallo scorso gennaio.

Curiosamente, sempre secondo quanto riportato dai media, il giocatore è sempre piaciuto anche a Walter Sabatini che già la scorsa estate avrebbe provato a portarlo a Roma.

Il giocatore aveva una clausola di rescissione valida al 30.06 di 25 milioni di euro.

A giugno in tempi non sospetti e in anticipo su tutti, forte della propria superiorità finanziaria rispetto a noi come alle altre del calcio italiano, la Juventus chiude per il giocatore per la somma di 30,5 milioni di euro.

Decisiva pare anche la volontà del giocatore che pure sapendo del nostro interessamento, avrebbe subito detto sì alla Juventus.

Patrik Schick intanto parte per disputare gli Europei Under 21 con la propria Nazionale in Polonia (3 partite, 1 goal).

A metà luglio svolge le visite mediche di rito con la Juventus e non le supera causa problemi di natura cardiaca che comunque non trovano grande risalto e attenzione sui media.

La cosa strana è che da una parte la Juventus non ci pensa su due volte a rinunciare a un giocatore per cui avrebbe speso solo un mese prima più di trenta milioni di euro.

Dall'altra il presidente della Sampdoria Ferrero, invece che accusare la controparte bianconera e comunque rivendicare dei danni d'immagine (visite mediche svolte successivamente dimostreranno che il giocatore è sano e idoneo all'esercizio della attività sportiva professionistica), accetta la cosa passivamente.

Parliamo di una accettazione passiva che ha un costo in questo caso specifico di 30,5 milioni di euro.

Perché è vero che Ferrero si dichiara da subito convinto di poter comune vendere il giocatore a una somma più alta, ma pensare che comunque in quel momento vi abbia rinunciato senza fare fuoco e fiamme mi sembra invero quantomeno un po' strano.

Ma questo è un mio commento personale.

La Juventus, affatto addolorata dalla rinuncia al giocatore, continua a fare mercato e nel frattempo prende Douglas Costa e Bernardeschi, spendendo in pratica per l'ex viola una somma anche più alta che per Schick.

Completa così un reparto dove peraltro c'era già abbondanza di giocatori: Higuain, Dybala, Mandzukic, Cuadrado, Kean...

Apparentemente tratterebbero ancora adesso anche Keita.

Anche se a questo punto non so quali delle loro trattative siano vere e quali no.

La sensazione forte è che in ogni caso hanno una forza tale da poter tenere sul mercato italiano bloccati tutti i giocatori che vogliono (o quasi).

Ricordate del resto come sono andate le cose con Berardi l'anno scorso?

Comunque appena Schick si è liberato dal vincolo con la Juventus, ci siamo subito fatti avanti.

Abbiamo trovato l'accordo col giocatore (mi sembra di capire che al giocatore offriamo anche più soldi che la Roma) e apparentemente anche con la Sampdoria le cose sembravano mettersi sulla retta via.

Ma i tempi si sono allungati.

Ferrero ha fiutato l'affare.

Del resto per noi a un certo punto lui è diventato l'obiettivo principale e dopo che al giocatore ha cominciato a interessarsi anche la Roma, si è scatenata una vera e propria asta.

Come ho scritto, si tratta di una situazione in cui volutamente oppure no Sampdoria e Juventus sono state 'complici' con il risultato di comportare un aggravio di natura finanziaria a chi prenderà il giocatore e di natura tecnica a chi sarà costretto a rinunciarvi.

Nessuno tra noi e la Roma uscirà benissimo da questa trattativa.

Anche se ovviamente al danno tecnico preferisco il maggiore esborso finanziario.

Ammesso ci siano le risorse.

Alcune fonti ieri dicevano che staremmo cercando di piazzare una cessione per ottenere cinque milioni di euro e colmare la differenza con l'offerta della Roma.

A parte che questa notizia sarebbe tutta da confermare, non vedo quale operazione comporterebbe questa improvvisa entrata aggiuntiva.

Anche perché in uscita avremmo:

1. Jovetic. Ma penso che le somme in entrata per la sua cessione (ammesso non vada via in prestito con obbligo di riscatto) siano già state contemplate nel budget a disposizione.
2. Ansaldi. La cui cessione al Genoa sembrerebbe certa. Si parla effettivamente di 4-5 milioni, ma dubitare in un esborso cash tutto e subito della somma mi pare lecito.

Secondo me non ci saranno altre uscite.

Eccetto Barbosa (prestito secco).

Ranocchia mi sembra che a questo punto sia destinato a restare e la cessione di Eder non è mai stata contemplata dall'area tecnica.

Tanto è vero che non sembra il giocatore sia mai entrato nella trattativa per il ceco.

Resterebbe Santon ma credo proprio che il ragazzo abbia qualche problema serio da risolvere  e che quindi per questa sessione resterà a Milano.

Mentre solo sentir parlare della cessione possibile di Brozovic o Candreva ora al 25 agosto francamente mi fa rabbrividire.

La palla a questo punto passa a Ferrero e al giocatore.

Se Schick si impuntasse del resto il funambolico presidente blucerchiato non potrebbe che andare incontro alla volontà del giocatore che a sua colpa ha già una volta preferito un'altra squadra ai colori del cielo e della notte.

Mi aspetto novità al massimo entro lunedì-martedì.

Non prima.

Secondo me tutte le parti cercheranno in questi giorni di tirare ancora un po' la corda e vedere che cosa succede.

Resto relativamente ottimista per il semplice fatto che se fossimo stati veramente definitivamente fuori dai giochi, allora il giocatore sarebbe stato giallorosso già ieri sera.

E invece...

A meno che non ci siano anche altre squadre interessate.

La grande curiosità, fermo restando che mi auspico di poter festeggiare l'acquisto del giocatore, è se in tutto questo sia previsto un qualche piano b.

Le trattative per Emre Mor e per Karamoh sembrerebbero essere saltate per motivi diversi.

Domenico Berardi ha rinnovato col Sassuolo.

Non ci sono oggettivamente altri nomi in ballo.

Ma da questo punto di vista non possiamo escludere nulla.

Cioè potremmo stare lavorando sotto traccia anche per un altro giocatore come avere deciso di non prendere nessuno in alternativa.

Potrebbe persino restare Jovetic.

Chiudo con una breve considerazione relativamente il nostro mercato a sette giorni dalla fine.

Ne riparleremo poi dopo il 31 agosto, ma se il nostro mercato si dovesse avviare verso la conclusione così come è definito oggi, come lo dovremmo considerare?

Ho ricordato ieri le famose dichiarazioni di Piero Ausilio del 18 maggio scorso quando affermava che nonostante i grandi nomi accostati all'Inter, non c'erano e non ci sarebbero state le risorse finanziarie per comprare dei top-player e che rispetto al passato ciò che avrebbe dovuto fare la differenza sarebbe stato commettere meno errori possibili.

Allo stesso tempo sia lui che Walter Sabatini, numero uno in pectore dell'area tecnica, hanno sempre affermato che avrebbero fatto di tutto per dare a Spalletti una squadra competitiva.

Tutte le parti in causa comunque si sono espresse nei termini secondo i quali in questa rosa vi erano e vi sarebbero già dei valori importanti da recuperare o da valorizzare.

E il mercato, diciamocelo chiaramente, sembrerebbe essere andato in questa direzione con l'acquisto di poche pedine funzionali alle idee di gioco del mister (Borja Valero, Vecino, Dalbert) o offrire nuove soluzioni alternative (Joao Cancelo).

Il grande colpo e quello più costoso è stato Milan Skriniar in una sessione che ci ha visti comunque per ora spendere (fonte: transfermarkt) circa 80 milioni e incassarne 45 per un saldo di più o meno -33 milioni di euro.

Che significa che Suning ha comunque speso in un solo anno e tre sessioni di mercato circa 200 milioni nell'acquisto di nuovi giocatori.

Stando sempre alla stessa fonte, relativamente questa sessione di mercato, abbiamo il terzo saldo negativo dopo Milan e Napoli e siamo al quarto posto per cifre spese dopo Milan, Juventus e Roma.

Sono dati che comunque li si voglia leggere o confrontare non fanno certo pensare a un disimpegno da parte della proprietà.

Senza considerare che se andasse a segno il colpo-Schick queste cifre andrebbero ulteriormente riviste.

Ma perché in definitiva è così importante prendere questo giocatore?

Perché prima abbiamo parlato di pedine fondamentali e di variabili di gioco.

Variabili intese come elementi che ti possono dare quella imprevedibilità, quella forza, quella giocata che poi ti fa vincere la partita.

È chiaro che pure a fronte di un rinnovamento parziale, in un reparto offensivo dove abbiamo comunque un solo vero centravanti di ruolo e dove Candreva è più un giocatore (molto forte) di rendimento che 'decisivo', un innesto di questo tipo diventa fondamentale nel valutare una squadra e misurarne le ambizioni.

Questo però lo sappiamo noi tifosi e lo sanno anche i responsabili dell'area tecnica.

Probabilmente lo sa anche Suning.

Che certo non ha messo a disposizione degli spiccioli per questa operazione.

Poteva, potrebbe, può metterne di più?

Io sinceramente una risposta a questa domanda non ce l'ho.

Non posso dire se non possiamo investire di più a causa del fair play finanziario o per evitare semplicemente di andare di nuovo sotto con il bilancio.

Così come non so se sul 'libretto rosso' Mao si sia anche espresso sulle somme da investire nell'acquisto di grandi calciatori.

Probabilmente no.

Forse ci avrebbe pensato su se avesse saputo che la squadra in questione si chiamava proprio 'Internazionale'...

Non possiamo fondare nessuna valutazione su presunte voci relative disposizioni del governo cinese.

Sono cose di cui non sappiamo nulla.

Io posso dire che spese folli in un solo colpo le ho viste fare solo a sceicchi e 'oligarchi' (chiamiamoli così) dell'ex Unione Sovietica.

Due casistiche molto particolari e in cui più soldi si spendono, meglio è.

Per il resto qualsiasi imprenditore è comunque accorto in quello che fa e in fondo non chiedevamo di avere una società ricca, ma anche matura, responsabile e che ci portasse in questa nuova era del calcio mondiale che è così diversa da quella degli anni in cui ci aveva fatto sognare Massimo Moratti.

Vogliamo vincere e entrare stabilmente a far parte dell'elite del calcio europeo.

Per farlo c'è bisogno di vincere ma anche di costruire una società solida sul piano economico e capace di essere competitiva finanziariamente e commercialmente.

Sono aspetti che potremo valutare solo nel medio-lungo periodo e comunque mai in una maniera superficiale data la difficoltà della materia.

Quello che posso fare da osservatore e da tifoso ora è valutare i fatti per come mi si presentano davanti.

Su una cosa sono perfettamente d'accordo con Piero Ausilio: l'anno scorso non c'era stata nessuna programmazione e avevamo sbagliato molto. 

Praticamente tutto.

La sensazione è che quest'anno si sia operato diversamente.

Ammetto che mi lasciano perplesse un paio di cose, penso ad esempio all'affaire mancato Pellegri-Salcedo (in compenso pare si sia comunque definito quello per Bastoni) o alla coperta corta in difesa e a centrocampo...

Vedremo se troverò soddisfazione in questo senso in questa ultima settimana.

Poi sarò molto curioso in ogni caso di sentire Walter Sabatini.

Ma la mia idea è che niente sia stato lasciato al caso e che fino all'ultimo si stia cercando di fare incastrare tra loro ogni tassello di un puzzle così difficile che probabilmente raffigura alla fine una delle opere astratte di Jackson Pollock.

Vediamo che cosa ne esce fuori.

Emiliano D'Aniello