La trattativa finita: Schick va alla Roma, proviamo a capire perché

Una delle tante copertine dei quotidiani sportivi nazionali (in questo caso: La Gazzetta dello Sport) che negli anni hanno continuato ad avvicinare all'Inter giocatori senza che fossero imbastite veramente delle trattative. Nello specifico in copertina leggo almeno tre nomi che non abbiamo mai veramente trattato: Lavezzi, De Jong, Capoue. Mentre la trattativa fallita per riportare Mattia Destro a Milano può sotto certi aspetti ricordare quanto accaduto adesso per Patrik Schick.

Penso che Patrik Schick sia il giocatore cui nello specifico io abbia scritto di più.

Senza peraltro quasi mai entrare nel dettaglio delle sue qualità strettamente calcistiche.

Che poi sarebbero l'aspetto che più ci dovrebbe interessare.

E che ci interessa.

Anche se relativamente perché da oggi è ufficiale che Patrik Schick è un nuovo giocatore della Roma.

Quindi ci interesserà come avversario e come 'arma in più' di una delle nostre principali competitor nella cosa alla Champions.

Perché qualsiasi pronostico si possa fare il vero obiettivo era e rimane quello: ritornare in Europa dalla porta principale.

Secondo me peraltro questa è e resta anche l'unica via, sanata la posizione debitoria gravissima ereditata dalle gestioni precedenti, perché si ricominci a investire con maggiore decisione sul mercato.

La delusione per il mancato arrivo di Schick non credo abbia riscontri nell'immaginario interista recente per quanto riguarda il calciomercato.

Ndr. A pensarci forse un parallelo si può fare con quella che fu la trattativa fallita per riportare a Milano Mattia Destro nel 2012.

Negli ultimi anni eravamo stati costretti a seguire presunte trattative interminabili.

Ma queste erano chiaramente pure ricostruzioni mediatiche.

Memorabile quella per Lucas Moura, giocatore che non era assolutamente prendibile e i media sostenevano avessimo trattato per mesi alla pari col PSG, che poi si è effettivamente assicurato il giocatore.

Che va detto, ma non è questo il punto, costituisce ancora oggi una 'incompiuta'.

Perché la trattativa per Schick è diversa da quella per Lucas Moura è presto detto: perché quella per l'attaccante ceco è stata una trattativa reale.

Pensavano veramente di portare a casa il giocatore e non esserci riusciti dopo averlo 'avvicinato' più volte e peraltro alla fine di un mercato sul piano della spettacolarità (sul piano puramente tecnico ne discuteremo a parte) deludente.

Dopo che i media per mesi ci avevano avvicinato a giocatori di primissimo piano che probabilmente invece non sono mai stati trattati o presi in considerazione.

Ho scritto già in un lungo post precedente di quello che è stato lo svolgimento di tutti i fatti che hanno riguardato Patrik Schick negli ultimi mesi e non mi ripeterò in questo post.

Del resto mancava solo l'epilogo e questo ci dice che il calciatore è andato alla Roma.

Perché?

Perché i giallorossi hanno fatto un'offerta più alta della nostra e si sono presi il giocatore.

Adesso tutto quello che era successo precedentemente non conta: la realtà dei fatti ci dice che la Roma ha fatto un'offerta che molto probabilmente (sicuramente) non potevamo pareggiare.

Penso che ci siano stati molti soggetti in questa storia che non si siano comportati in maniera particolarmente corretta.

Ma anche questo fa parte dei giochi.

Alcune fonti vogliono Walter Sabatini molto arrabbiato per come siano andate le cose.

Io non so se sia effettivamente così.

Sabatini conosce il calcio e il calciomercato in tutti i suoi aspetti: sa che cosa può fare e cosa non può fare e realisticamente quando abbiamo fatto l'ultima offerta, sapeva di aver fatto il massimo.

Penso che nel merito lui come Ausilio abbiano poco da rimproverarsi.

Ricordo nella conferenza d'addio di Sabatini alla Roma un passaggio fondamentale in cui diceva di lasciare perché sentiva che aveva fallito e nel merito faceva riferimento a una trattativa secondaria come il mancato arrivo a Roma di Lucas Boyé (Ndr. Il giocatore andò al Torino.).

Riconosceva nel caso di non essersi mosso con la giusta decisione e non riusciva a perdonarselo.

Possiamo dire che valga lo stesso per questa trattativa?

Secondo me no.

Penso che Sabatini e Ausilio abbiano fatto il massimo per assicurarsi le prestazioni del giocatore, ma si sono dovuti scontrare con quella che è la dura e difficile realtà dei fatti.

La grande domanda adesso è: perché non possiamo spendere?

Premetto che io non parlerò neppure questa volta delle presunte limitazioni imposte dal governo cinese.

Ci proverò ma senza entrare del tutto in questioni di natura geopolitica che senza argomentazioni ufficiali e documentate allora diventa difficile potere discutere in maniera credibile.

Io dico che queste 'limitazioni' comunque, se ci sono, non costituiscono una novità.

Ma non costituiscono neppure nella specie qualche cosa legato al governo e la cultura cinese quanto invece qualche cosa che riguarda il mondo dell'imprenditorialità.

Anche e soprattutto (perché sei più esposto) se sei a capo di un impero così grande come Suning. 

Ho già rimarcato la differenza tra un imprenditore di qualsiasi tipo, cinese nel caso di Suning, e quello che può essere uno sceicco oppure un oligarca dell'ex Unione Sovietica.

Mi pare evidente che il primo sia abituato a fare azienda e come tale sia per sua 'deformazione professionale' giustamente abituato a contemperare tutti gli aspetti che riguardano la sua azienda.

Soggetti come Mansur bin Zayd Al Nahyan non sono esattamente degli imprenditori in senso stretto.

Allo stesso modo il primo Roman Abramovic (ma ci sono stati e ci sono altri casi simili) aveva una disponibilità di spesa illimitata che non deriva sicuramente da ragioni di natura imprenditoriale.

Suning ha in questo caso specifico deciso di fare un investimento di natura economica, finanziaria e commerciale.

Prima ancora che sportiva.

Acquistando una società importante e molto conosciuta nel mondo occidentale.

In questo caso un club calcistico: l'Inter.

Partiamo da una premessa.

Io non ho altri esempi di investitori cinesi nel calcio che abbiano fatto o facciano follie.

I grandi acquisti dei club cinesi vanno considerati nell'ottica di club che disputano un campionato con un bacino di utenza di oltre un miliardo di persone almeno (senza considerare il resto del continente asiatico - almeno quello continentale).

I club cinesi possono acquistare tre calciatori extracomunitari ciascuno.

Credete che le cifre pagate per i vari Hulk, Tevez... non si ripaghino praticamente nell'immediato?

Non parliamo nella specie di nessuna spesa folle, ma di investimenti prima d'immagine e poi tecnici.

Un allenatore navigato come Felipe Scolari, che il calcio cinese lo conosce non a caso ha detto che 'In Cina vinci se hai i giocatori cinesi forti.'

Suning ha acquistato l'Inter sicuramente anche come porta d'ingresso in occidente di quello che è uno dei maggiori gruppi economici, finanziari e commerciali cinesi.

Zhang Jindong è una persona molto importante in Cina e chiaramente molto vicina al governo cinese.

In questo senso rimarco il fatto che i rapporti tra il nostro numero uno e Li Yonghong non siano molto positivi.

La reputazione di questi in Cina non pare essere molto positiva.

Zhang avrebbe addirittura dichiarato di non conoscerlo.

Le differenze nel modus operandi tra i due imprenditori sono evidenti per come si è svolta l'ultima sessione di calciomercato.

A parte che vedremo se il Milan sia e sarà veramente più forte di noi (non sto assolutamente mettendo in dubbio il fatto che si siano rinforzati comunque perché è evidente).

Quindi chi avrà meglio operato anche nel costruire una squadra tecnicamente più competitiva.

Ma a parte questo se permettete mi sembra che tra i due modus operandi quello di Suning sia quello più 'concreto' e realistico in un mondo, quello del fare impresa, dove se sei creativo alla lunga ti incammini su strade 'pericolose'.

Dove peraltro per ragioni diverse ci siamo già incamminati.

Ma possiamo dire benissimo che quella era un'altra epoca e che si è chiusa per quanto mi riguarda con piena soddisfazione e senza nessun rimpianto.

La mia non vuole essere una difesa tout-court di Suning comunque.

Ma la ricerca di motivazioni che hanno portato a agire in questo modo sul mercato durante questa sessione.

Non ci sono veramente soldi da spendere?

La ragione concreta può essere una e una sola: rispettare per determinate ragioni il pareggio di bilancio.

Se queste siano ragioni di opportunità economica e finanziaria della società in questo momento o comunque vincolate anche al rispetto delle norme del financial fair play non lo so.

Probabilmente sì.

Chi ha rimarcato che l'Inter non disputi la Champions da anni, dimentica anche quanto disputarla continuamente faccia la differenza e permetta anche a realtà magari di secondo piano come Siviglia, Borussia Dortmund, Arsenal e (in Italia) Napoli e Roma di essere sempre competitive ai massimi livelli.

È ovvio allo stesso tempo che se non investi diventa difficile ritornare in Champions.

Ma Suning tutto sommato qualche cosa ha speso.

Solo Skriniar è costato 23 milioni.

Vecino 24.

Nel post precedente ho affermato con cognizione di causa che Suning abbia speso più di 200 milioni per comprare giocatori sin dal suo insediamento.

Il disavanzo l'anno scorso era enorme.

Quest'anno si è ridotto ma i soldi spesi sono materialmente più di quelli incassati.

Al netto di quanto possa essere entrato per Jovetic.

Aggiungo nel merito che 11 milioni per un giocatore oramai prossimo ai trent'anni e che viene da continui fallimenti e abbia un ingaggio così alto, sono il massimo possibile.

Siamo anzi in un certo senso stati 'fortunati' a ritrovarci il Monaco.

Anche se la fortuna è stata immediata 'compensata' dal loro subentro lampo nelle trattative per Keita.

Che a questo punto secondo me giocherà anche lui con la maglia del Monaco la prossima stagione.

I monegaschi hanno liquidità che in questo momento noi non abbiamo.

La sensazione prepotente anzi, diciamola tutta, è che in questo momento non abbiamo risorse da spendere.

Le trattative per Mustafi e Sissoko (si parla di nuovo anche di Duncan come alternativa), due profili da me graditi, si concluderanno eventualmente sulla base di un prestito ma solo se si troverà un accordo 'ragionevole' per le cifre del riscatto.

E questo spiega perché probabilmente Brozovic (che pure tecnicamente è un giocatore utile) anche potrebbe essere ceduto con la stessa formula.

Una eventualità che non auspico ovviamente, ma che potrebbe comunque concretizzarsi in queste ultime ore di mercato.

La delusione per il mancato arrivo di Patrik Schick e per come si stia avviando a chiudere il mercato è comunque legittima secondo le prospettive e la visione di un tifoso.

Pensiamo anche ad altre delusioni come l'annuncio in pompa magna sui giornali dell'accordo per Pellegri e Salcedo e come poi la trattativa non abbia avuto alcun seguito.

Non so neppure se sia stata ufficializzata la trattativa per l'acquisto di Bastoni, un elemento molto importante per il futuro.

Io non penso che le carte in tavola siano cambiate durante il gioco.

Probabilmente si pensava di monetizzare di più dalle cessioni nell'immediato (effettivamente per Murillo e Kondogbia in questo momento non è entrato nulla).

Forse in un determinato momento Ivan Perisic è stato veramente vicinissimo al Manchester United.

Forse per Patrik Schick in realtà si sarebbero proprio investite delle risorse 'bonus' rispetto a quelle previste.

E questo spiega perché non ci sia adesso la disponibilità per andare su un altro giocatore.

Perché molto probabilmente non si è individuato nessun giocatore specifico che valga la pena di fare un sacrificio economico come quello che si era disposti a fare per l'attaccante ceco.

Sono sicuro che a fine mercato Walter Sabatini in una conferenza stampa ci svelerà per quanto possibile tutti i retroscena e renderà conto di quanto è stato fatto e perché.

Non lo dico perché pretendo che lo faccia.

È qualche cosa che mi auspico e per due ragioni specifiche: la prima è semplice curiosità; la seconda, che è quella più importante, riguarda il futuro dell'Inter e relativamente la gestione Suning.

Non posso dire per quanto riguarda il secondo aspetto di essere negativo.

Anche se guardando la squadra a occhio mi sembra che non sia una armata destinata a dominare il campionato e centrare con assoluta sicurezza l'obiettivo finale.

Ma Sabatini e Ausilio e Spalletti sono sicuramente più bravi di me e mi auguro allora che si sia veramente speso in maniera intelligente e che gli acquisti fatti siano più forti di quello che noi osservatori del gioco del calcio possiamo pensare.

Qualche segnale positivo in questo senso finora c'è stato.

Anche se siamo solo all'inizio del campionato e sarà bene rimanere con i piedi per terra soprattutto in vista dei prossimi impegni che ci vogliono contro squadre che sulla carta sono ampiamente alla nostra portata: che significa che dobbiamo vincere e quindi affrontarle con la stessa concentrazione con la quale si affrontano anche le big.

L'aspetto mentale può fare la differenza.

Parlo a livello ambientale e non solo per quello che riguarda i giocatori.

Nel giudicare Suning e il suo operato, possiamo dire che oggi la società sia più forte e solida rispetto a ieri?

Posso sbagliare ma a me sembra proprio di sì.

Mi sembra anzi che a finire sulle prime pagine per ragioni di 'gossip' (uso il termine nel senso più ampio possibile) siano altre società che finora forse non c'erano nemmeno tanto abituate.

Ma questo non mi interessa.

Sono problemi loro.

Per quanto mi riguarda a questo punto mi auspico che questa 'maturità' nella gestione sotto tutti gli aspetti, sia seguita da quelli che possono essere risultati positivi sul campo.

Seguirò comunque come tutti queste ultime ore di mercato con grande speranza e attenzioni.

I voti al mercato, su di un piano poi puramente 'presuntivo' (perché i voti si danno alla fine), li daremo poi.

Emiliano D'Aniello