mercoledì 6 settembre 2017

Maggio-agosto: il sogno e la realtà (1/2)

La prima parte di una 'intervista' che ho fatto a Luciano sugli ultimi mesi della nostra Inter e quelle che sono le nostre prospettive nel futuro più immediato e nel medio-lungo periodo. Un'intervista che riprende temi che abbiamo affrontato più volte alla fine della stagione precedente e che basata su considerazioni espresse da Luciano si sarebbe anche potuta intitolare: 'Luciano contro Luciano'. In questa prima parte dell'intervista affrontiamo temi quali i principi su cui si è voluta costruire la nuova squadra; la nuova 'linea di comando' nerazzurra e il lavoro in sede di programmazione; il calciomercato; il ruolo di Sabatini, quello di Ausilio e prime considerazioni tattiche sul lavoro di Spalletti e il ruolo di alcuni giocatori (in primis: Mauro Icardi) e quindi della definizione di 'tecnica collettiva'. Buona lettura. Foto: Luciano Spalletti durante il ritiro di Brunico 2017 (fonte: FcInter1908).

Partiamo da una premessa: secondo me fare un 'pronostico' su di una intera stagione calcistica alla data del 31.08 e dopo aver disputato solo due partite di campionato è qualche cosa che in un certo senso va fatto, ma che come tale può essere giustamente oggetto di revisioni e di aggiustamenti con il passare del tempo.

Dobbiamo considerare infatti che l'Inter che abbiamo visto in campo nelle prime due partite di campionato contro Fiorentina e Roma non è e non sarà quella che vedremo in campo a partire dalla terza stagionale e dopo la pausa per gli impegni delle Nazionali.

Questo vale per noi come per le altre squadre del campionato.

I continui cambiamenti dovuti all'apertura del calciomercato fino al 31.08 richiedono necessariamente una fase di assestamento ragionevole per poterci permettere di guardare con i nostri occhi quella che è la realtà delle cose.

Ciononostante si possono comunque fare già delle valutazioni.

Anche perché mi sembra di poter dire con cognizione di causa che dei segnali di cambiamento rispetto al passato, peraltro positivi, ci siano.

Un blog è un luogo di confronto e dove chi scrive propone delle sue idee rendendole argomento di discussione e di riflessione tra sé e gli altri.

Come tale abbiamo sempre inteso questo spazio e come tale si intende anche questo primo pronostico sulla stagione nerazzurra 2017/2018.

Anche per tutte le questioni già richiamate, tuttavia, ho pensato a qualcosa di diverso dal solito e invece che chiedere a Luciano di scrivere un suo post (cosa che comunque non escludo possa fare in ogni caso), gli ho proposto di rispondere a una serie di domande aperte e basate su argomentazioni che hanno costituito una costante per il blog a partire dalla fine della scorsa stagione fino agli ultimi giorni.

In tal senso ho voluto prendere a riferimento il contenuto di cinque post che ho considerato 'fondamentali' per quello che riguardava allora il rinnovamento della nostra Inter.

  1. Il gioco del vero o falso: Inter - Napoli 0-1 (martedì 2 maggio 2017)
  2. Il sonno della ragione o l’eccesso di frustrazione? (mercoledì 10 maggio 2017)
  3. La guerra di Piero: il duro (ma ben retribuito) lavoro del ds, tra proprietà e tifosi esasperati (venerdì 19 maggio 2017)
  4. Da Herrera al Trap, da Mancini a Mou a… Spalletti? (domenica 4 giugno 2017)
  5. Suning, Sabatini, Spalletti: il treno della speranza (domenica 9 luglio 2017)

Sulla base delle argomentazioni disputate all'interno di questi post (ma non solo) ho scritto le domande che pongo di seguito a Luciano in quella che ritengo sia alla fine più che un semplice pronostico, una interessante analisi riguardante l'Inter in tutti i suoi aspetti.

Per ragioni di opportunità e permettere una lettura più attenta a tutti ho diviso il post in due parti.

Emiliano D'Aniello

Emiliano mi ha posto una serie di domande che in qualche modo obbligano a ripercorrere una fase intensissima della mia  (e non solo) vita da tifoso: analisi, fantasie, speranze, delusioni, adattamento alla realtà, ottimismo un po' forzato: tutto questo è accaduto in questa calda (in tutti i sensi) estate del tifoso interista.

Proviamo a ripercorrere criticamente (si fa per dire) questo cammino con la guida appunto delle domande citate.

Luciano Da Vite

1. Luciano, cominciamo da quello che succedeva alla fine dello scorso campionato.

Io ho considerato come uno dei 5 post diciamo 'fondamentali' su cui costruire questa intervista, quello che tu hai scritto all'indomani della partita di campionato Inter - Napoli del 30 aprile scorso e finita con il risultato di uno a zero per la squadra di Sarri (rete di Callejon).

Era un momento particolarmente teso della stagione e in cui la pressione su Stefano Pioli (il mister sarebbe stato esonerato la settimana dopo, all'indomani della sconfitta con il Genoa) e la squadra era diventata oramai 'inaccettabile'.

Il post si intitolava 'Il gioco del vero o falso'.

Ponevi cinque domande che io adesso ti ripropongo adesso in applicazione per quanto possibile (siamo al 31 agosto) sulla nuova Inter 2017/2018.

a) Non è vero che alla squadra mancano i leader in campo.
b) [Non serve rifondare] L'Inter ha buone basi.
c) Questa squadra ha dei valori, ci sono giocatori importanti.
d) Dobbiamo dimostrare che possiamo giocare alla pari con i nostri avversari.
e) Vedo lo spirito giusto, ma manca la qualità.

Dopo il ritiro pre-campionato e queste prime due gare ufficiali che considerazioni trarresti nel merito delle cinque affermazioni di cui sopra?

LUCIANO DA VITE. Emiliano ricorda che avevo proposto agli amici il gioco del vero o falso a proposito di 5 affermazioni di Pioli nel post partita contro il Napoli.

a) Non è vero che alla squadra mancano i leader in campo.
b) [Non serve rifondare] L'Inter ha buone basi.
c) Questa squadra ha dei valori, ci sono giocatori importanti.
d) Dobbiamo dimostrare che possiamo giocare alla pari con i nostri avversari.
e) Vedo lo spirito giusto, ma manca la qualità.

Da parte mia a queste affermazioni avevo risposto, allora, con risposte articolate ma in ogni caso con un “falso” alle prime 4 e “vero” solo alla quinta.

Ecco le mie risposte riformulate oggi dopo il ritiro pre-campionato e queste prime due gare ufficiali.

a) Alla squadra effettivamente mancavano dei leader.

Il solo Icardi si poteva considerare tale, ma anche lui era un leader sui generis.

Oggi la situazione è cambiata? Difficile rispondere.

Icardi mi sembra sempre più trascinatore, Borja potrebbe essere un leader, ma resto dell'idea che un leader di un certo livello alla sua età debba avere alle spalle una carriera diversa.

Di sicuro è un accentratore del gioco (in senso positivo): un leader non saprei.

Forse potrebbe diventare un leader, ma fra un paio d'anni almeno, Skriniar, che potrebbe assomigliare col tempo a un Matrix con piedi migliori.

b) La squadra non è stata rifondata (nonostante le molte cessioni). Vero che non serviva la rivoluzione, ma i 4-5 innesti, per risultare subito competitivi, dovevano essere dei top e così non è stato.

I due centrocampisti sono dei buoni giocatori, funzionali si spera al progetto del mister, ma non dei top assoluti.

Gli altri sono tutti delle scommesse.

Futuribili e intriganti, ma scommesse.

c) Che ci fossero giocatori importanti è fuor di dubbio (Handa, Miranda, Icardi, Perisic, Joao, ma secondo me anche Kondo, Brozo, Candreva, che però la maggior parte degli amici vede come il fumo negli occhi).

d) Non potevamo dimostrare di giocare alla pari con le prime lo scorso anno, se non per spezzoni di partita, oggi possiamo sperarci, ma le prime due partite hanno evidenziato che sussistono periodi di flessione pronunciata, nella stessa gara.

Speriamo che sia solo perché il lavoro (tecnico, tattico, atletico, sulla personalità e sull'amalgama) è appena iniziato.

e) Lo spirito giusto al momento c'è sicuramente, si dovrà valutare dopo le prime disillusioni.

La qualità sembra migliorata in difesa e in mezzo al campo. Sulle fasce il miglioramento è una speranza.

Davanti siamo rimasti come eravamo.

2. In quella occasione per la prima volta in maniera argomentata esprimevi un concetto fondamentale e poi ripreso successivamente (a partire da un post scritto praticamente in contemporanea con l'esonero di Stefano Pioli, 'Il sonno della ragione o l'eccesso di frustrazione?') relativamente la necessità di cambiare integralmente la cosiddetta 'linea di comando': AD, DS, allenatore.

Nel merito scrivevi:

'Non mi piace il semplicismo e sono convinto che ricostruire ex novo una squadra che tenti di vincere, con dei vincoli finanziari terribili, con un pubblico che non accetta, nei fatti (a parole si), una programmazione pluriennale sia complicatissimo.

Si cercano scorciatoie e si sbaglia molto.

E' successo anche ad altre squadre che non sono riuscite da tempo a riemergere ai livelli passati, pur avendo una continuità societaria e dirigenziale.

Le responsabilità vanno quindi ripartite fra tanti: dalla vecchia proprietà (MM) alla vecchia dirigenza, dalla proprietà intermedia (ET) alla dirigenza prescelta o confermata dall'indonesiano.

Ne darei meno alla nuova proprietà, che nel complesso mondo del calcio e del calcio italiano doveva quasi inevitabilmente sbagliare.

Hanno colpe diverse i vari allenatori succedutisi, ma anche loro hanno l'attenuante di non aver potuto lavorare a una seria programmazione pluriennale e forse non sono riusciti a far valere molte delle loro opzioni tecniche.

Qualche responsabilità ce l'hanno certo alcuni dei giocatori esibitisi in questi anni di vacche magre.

Non è vero, rispondo in anticipo a una nuova obiezione, che 'tutti colpevoli nessun colpevole'. O meglio colpevole solo il destino cinico e baro.

Sono convinto per esempio che Ausilio sia uno che può dare molto. Inserito  in un'altra situazione può fare bene e sbagliare di meno .

Ma oggi serve una svolta radicale, già avviata con la nuova proprietà e il suo insediamento a Milano.

Suning ha dovuto, inizialmente affidarsi a chi conosceva l'ambiente, adesso deve fare le sue scelte, alcune cose devono essere chiare anche a loro.

Quindi lo ripeto: un nuovo AD importante, plenipotenziario, con potere di firma e da valutare in rapporto agli obiettivi che la proprietà fissa per l'immediato e per il futuro prossimo.

Dietro di lui, un ds che – se non si vogliono sempre fare le cose a metà - non dovrebbe essere Ausilio.

Poi un allenatore del cui operato risponderà l'AD che lo deve scegliere e sostenere.'

Nel post successivo del 10 maggio entravi ancora più a fondo nella questione compiendo anche una analisi relativa il calciomercato svolto nella precedente sessione e anche individuando giustamente le responsabilità del caso relativamente il fallimento della stagione calcistica 2016/2017.

Quindi scrivevi:

'A scanso di equivoci ribadisco che non partecipo a cacce al colpevole ma ribadisco alcune responsabilità, che è concetto diverso.

1. Del destino cinico e baro (ebbene si) che ha portato al cambio di tre proprietà in pochi mesi e come parziale conseguenza al cambio di tre allenatori in una stagione
2. Di Ausilio per il mercato, con tutte le attenuanti citate e con la considerazione che noi pure in estate eravamo entusiasti
3. Di Pioli perché pur non avendo “fatto la squadra” non avendo  svolto la preparazione, e avendo dovuto sprintare per rimediare a una situazione deficitaria lasciata da altri, comunque qualche punto in più lo poteva portare a casa.

Verrò massacrato da quella che magari sbagliando considero demagogia, ma le minori responsabilità mi sembrano dei giocatori: di quelli modesti perché sono modesti, di quelli che non hanno forza ritmo e garra perché se uno queste cose non le ha non doveva venir preso.

Io non crederò mai che corrano adagio volutamente, che non ritornino volutamente, che sbaglino palle incredibili volutamente.

La mia lettura “buonista” verrà derisa ma se invece fosse corretta avrebbe delle conseguenze positive e auspicabili.'

Su Ausilio e la tua frase 'se non si vogliono sempre fare le cose a metà' ti chiederò dopo.

Nel post dicevi che per migliorare la squadra secondo te bisognava seguire questi sei punti fondamentali.

a) Prendere un grande AD (NDR. L'annuncio di Sabatini avveniva proprio in quelle ore).
b) Prendere un allenatore migliore di Pioli (che comunque ribadivi di considerare un bravo allenatore).
c) Prendere un paio di difensori - un centrale e un esterno - non fuoriclasse ma solidi e quindi non particolarmente costosi.
d) Prendere un centrocampista 'giusto' al posto di Brozo.
e) Prendere una punta esterna/seconda punta da affiancare a Perisic e Candreva.
f) Prendere un centrocampista di qualità e spinta al posto di Banega e un centravanti di riserva.

Va detto che precisavi che tre di questi giocatori avrebbero dovuto essere dei big.

I fatti che sono seguiti a quella data hanno in qualche maniera soddisfatto le tue attese?

Ci dai una risposta punto per punto sulle singole questioni indicate?

LUCIANO DA VITE. Come ricorda Emiliano, in quella occasione per la prima volta in maniera argomentata esprimevo come concetto fondamentale la necessità di cambiare integralmente la cosiddetta 'linea di comando' cioè  AD, DS, allenatore.

Emiliano ricorda alcune mie considerazioni in proposito: salto per brevità tutta la parte di analisi delle responsabilità per il lungo periodo negativo.

Nel complesso tuttavia oggi la situazione mi sembra migliorata rispetto al passato.

Il comando ultimo mi sembra chiaramente in mano alla proprietà cinese (che forse però... lo deve condividere con il governo).

C'è comunque un responsabile che deve risolvere anche questa situazione.

Ovviamente non so se Sabatini abbia potere di firma, non è un AD in senso stretto, ma un direttore tecnico tra i più autorevoli.

Non è stato cambiato il ds (sarebbe stato meglio, non per le qualità di Piero, ma perché comunque è pericoloso iniziare una nuova avventura con un elemento importante fatto oggetto del giudizio più ingiurioso – ingeneroso? - da parte di molti tifosi).

L'umore dei tifosi peserà al manifestarsi delle prime difficoltà. E comunque già l’ostilità verso il ds si concretizza già ora in pratica ad ogni sua esternazione.

Tuttavia se la proprietà ha valutato positivamente il lavoro svolto dal ds e se Sabatini, che lo conosce bene, lo ha voluto mantenere al suo fianco, significa che la sostituzione non era così importante.

Con buona pace dei tifosi sapienti.

Del resto il ruolo di Piero mi sembra leggermente ridimensionato e se mai mi ha stupito che lui abbia accettato la nuova situazione.

L'allenatore è stato sostituito e devo presumere che la scelta sia stata concordata tra proprietà, dt e ds.

Questa volta poi la scelta ha trovato il sostegno quasi generale dei tifosi.

Passando al mercato di questa estate, Emiliano mi ricorda la previsione di alcune necessità inderogabili (per arrivare al top).

a) Prendere un allenatore migliore di Pioli.
b) Prendere un paio di difensori - un centrale e un esterno - non fuoriclasse ma solidi e quindi non particolarmente costosi.
c) Prendere un centrocampista 'giusto' al posto di Brozo.
d) Prendere una punta esterna/seconda punta da affiancare a Perisic e Candreva.
e) Prendere un centrocampista di qualità e spinta al posto di Banega e un centravanti di riserva.

Emiliano ricorda anche che a mio parere tre di questi giocatori avrebbero dovuto essere dei big e mi chiede se i fatti che sono seguiti a quella data hanno in qualche maniera soddisfatto le mie attese e una mia risposta punto per punto sulle single questioni indicate.

Ribadito che per quanto concerne l’allenatore sembra che il miglioramento ci sia stato, senza nulla togliere al bravo Pioli, sugli altri punti la mia opinione OGGI è la seguente:

E’ stato preso un difensore centrale che mi sembra rispondere ai requisiti che chiedevamo.

Però è partito contestualmente Murillo, che quasi tutti ritenevamo la prima riserva.

Direi quindi che siamo migliorati tra i titolari, ma siamo andati meno bene per le seconde linee.

Per gli esterni, ne sono arrivati addirittura due, ma a sorpresa è partito Ansaldi.

Situazione interlocutoria; credo che siamo tutti curiosi di vedere come i due esterni si comporteranno in un campionato problematico come quello italiano.

Sono ottimista nel senso che gli esterni dello scorso anno sono rimasti (D’Ambro, Naga, Santon), sarebbe sufficiente l’affermazione piena di uno dei due nuovi arrivi per migliorare la situazione.

Per quanto riguarda il centrocampista, a sorpresa Brozo è rimasto, mentre sono partiti Medel e Kondo, sostituiti da Vecino e Borja.

Senza discussioni il tasso tecnico si è alzato, ma secondo me è diminuito il tono agonistico, in particolare per la partenza di Kondo.

Considero positivo il cambiamento ma sono curioso di vederne gli effetti nel lungo periodo.

Per la punta esterna è arrivato un giovane molto interessante che resta comunque una scommessa, può dare alternative di gioco, ma non sembra poter dare (non subito almeno) il contributo importante che era necessario in termini di gol.

Non essendo arrivato nemmeno il forte sostituto di Banega, il miglioramento del rendimento offensivo è affidato agli schemi nuovi e agli auspicabili progressi di Joao e Brozo stesso (magari potrebbe contribuire anche Cancelo se davvero si mostrerà fortissimo nel saltare l’uomo, caratteristica che ci mancava).

In conclusione la rosa si è rinforzata, ma non in misura sufficiente da consentire voli pindarici.

Dovremo lottare nelle posizioni di immediato rincalzo al vertice e sperare in qualche contrattempo degli avversari o nelle virtù taumaturgiche del mister.

3. Nel post di venerdì 19 maggio 2017 ('La guerra di Piero: il duro (ma ben retribuito) lavoro del ds, tra proprietà e tifosi esasperati') praticamente dedicavi la tua attenzione al ruolo di Piero Ausilio come ds dell'Inter in questi anni e all'indomani di quelle sue famose dichiarazioni rilasciate a microfoni spenti (ai margini di un Corso presso l'Università degli Studi di Milano) ma poi riportate dalla stampa.

Va detto che le dichiarazioni di Ausilio, come osservavi anche tu a suo tempo, furono in realtà poco scandalose e molto ragionate e per lo più di tipo oggettivo sulla situazione dell'Inter sia relativamente la posizione di classifica che relativamente problematiche diverse a partire dalla fine del rapporto con Mancini e l'ingaggio last-minute di de Boer fino alle polemiche sul presunto mancato impegno dei giocatori.

Senza ritornare sulle circostanze del caso ti chiedo:

a) Come consideri la conferma di Piero Ausilio nel ruolo di DS dopo i risultati negativi degli ultimi anni e nell'ottica della 'rivoluzione societaria' che ha portato alla nomina di Walter Sabatini?

Qual è il suo ruolo oggi in seno all'organigramma societario?

Che cosa fa - praticamente - Piero Ausilio oggi di diverso rispetto a ieri?

b) Ausilio richiamava il fallimento della stagione alla mancata 'programmazione'. Molto effettivamente l'anno scorso è stato lasciato all'improvvisazione e non tutto sicuramente a causa di Ausilio (anzi).

Secondo te questa stagione la 'programmazione' è stata rispettata?

Ci sono secondo te degli aspetti che non sono stati curati come ci si aspettava? Obiettivi mancati, situazioni che non sono state affrontate come si sarebbe dovuto...

c) Ausilio diceva nel merito del presunto mancato impegno della squadra che:

'Ad Appiano non c’è gente che non si allena. Si allenano e anche bene. Siamo lì tutti i giorni. Manca il senso di solidarietà, non sono riusciti a creare il gruppo per questioni di etnia, di età, ma anche di personalità e valori umani. Non ci sono cattivi ragazzi, arrivano al mattino, fanno colazione insieme e si allenano bene, si fermano a pranzo. Fai anche fatica a trovare cose negative, ma sicuramente hanno i loro difetti. Non sono un gruppo solidale tra loro, ci sono  tanti gruppetti e tanta gente che pensa a se stessa. Ognuno non fa più del suo, non c’è grande personalità e forza d’animo.'

Ti ho già chiesto nel merito nella prima domanda.

Andando più a fondo nella questione, a parte il ruolo che potrà avere nel compattare il gruppo il nuovo allenatore con il suo staff, secondo te sul mercato (sia in entrata che in uscita) si è tenuto conto anche di questo aspetto?

Da osservatore esterno noti dei segnali diversi rispetto al passato?

d) Per la prima volta in maniera così evidente Ausilio ci poneva innanzi alla realtà dei fatti e le difficoltà che ci sarebbero state nel puntare sul mercato dei top-player e investire cifre importanti.

Queste dichiarazioni tra le tante passarono allora in secondo piano ma col senno di poi costituiscono forse il passaggio più importante.

Come abbiamo visto del resto non sono state poche le difficoltà incontrate sul mercato e al netto della bontà dei nuovi acquisti (che speriamo si rivelino tutti forti ovviamente) è evidente che non sia arrivati nessun giocatore di primo piano.

Quanto sei deluso da questo punto di vista?

Razionalmente dove e come pensi si potesse fare di più?

e) Dove e come invece ritieni che Walter Sabatini abbia costituito e costituisca un valore aggiunto per la nostra Inter?

Che idea ti sei fatto comunque su questa operazione che ha portato alla nomina di Walter Sabatini come capo dell'area tecnica? Avresti preferito una figura diversa? Più 'manageriale' e meno strettamente 'calcistica'.

Chiaramente il tuo giudizio, va detto, è come quello di noi altri espresso da una prospettiva esterna. Non possiamo per il resto conoscere nel dettaglio tutte le singole situazioni.

LUCIANO DA VITE. A buona parte delle domande che Emiliano mi pone su Ausilio credo di avere in parte già risposto.

Qualcosa posso provare a precisare su un ulteriore quesito:

'Che cosa fa - praticamente - Piero Ausilio oggi di diverso rispetto a ieri?'

Rispondo sulla base di impressioni.

Mi sembra che Piero sia la spalla di Sabatini, con un ruolo per certi aspetti meno determinante.

Credo che lavorino a stretto contatto, cercando la condivisione, ma che l’ultima parola sia di Sabatini, in caso di difformità.

Penso anche che se in futuro ci saranno trattative con autentici big internazionali, se ne occuperò principalmente Sabatini

Dice ancora Emiliano:

'Ausilio richiamava il fallimento della stagione alla mancata 'programmazione'. Molto, effettivamente, l'anno scorso è stato lasciato all'improvvisazione e non tutto sicuramente a causa di Ausilio (anzi).

'Secondo te questa stagione la 'programmazione' è stata rispettata?

Ci sono secondo te degli aspetti che non sono stati curati come ci si aspettava? Obiettivi mancati, situazioni che non sono state affrontate come si sarebbe dovuto...'

Questa stagione dal punto di vista della programmazione è iniziata con i migliori auspici.

Linea di comando solida e operativa in tempi più che ragionevoli.

Sappiamo tutti che il lavoro programmato ha avuto una svolta (durissima per noi tifosi) ai primi di luglio per cause indipendenti dalla volontà degli uomini operativi.

Il ridimensionamento degli obiettivi non ha portato però, a mio parere a un arretramento programmatico.

Solo all’adozione di linee di comportamento meno ambiziose.

Sono stati presi due terzini un centrale due centrocampisti e un esterno che certo non erano in alcuni casi al vertice dei desideri iniziali, ma hanno colmato dei vuoti ringiovanendo complessivamente la rosa.

In più è stato trattenuto Perisic.

E’ evidente a tutti che mancano almeno un difensore e un trequartista - seconda punta (forse anche un centrocampista di corsa ma dal piede decente).

E’ rimasto qualcuno che si pensava partisse e sono partiti altri un po’ a sorpresa, ma su questo ha inciso il fattore finanziario (offerte, ammontare di contratti, ecc).

Se devo riferirmi ai miei sogni di tifoso alcuni obiettivi importanti sono stati mancati.

Ma il buon senso mi dice che se sono stati mancati non è per “trascuratezza” ma perché impossibili da raggiungere… nella situazione data

Relativamente il presunto mancato impegno della squadra e questo passaggio in particolare delle dichiarazioni di Ausilio:

'Ad Appiano non c’è gente che non si allena. Si allenano e anche bene. Siamo lì tutti i giorni. Manca il senso di solidarietà, non sono riusciti a creare il gruppo per questioni di etnia, di età, ma anche di personalità e valori umani. Non ci sono cattivi ragazzi, arrivano al mattino, fanno colazione insieme e si allenano bene, si fermano a pranzo. Fai anche fatica a trovare cose negative, ma sicuramente hanno i loro difetti. Non sono un gruppo solidale tra loro, ci sono  tanti gruppetti e tanta gente che pensa a se stessa. Ognuno non fa più del suo, non c’è grande personalità e forza d’animo.'

Ausilio, spesso insultato per le sue esternazioni, dice quasi sempre cose sacrosante, secondo me.

Non ho mai creduto alle storie “consolatorie” per i tifosi (“sono dei lazzaroni, se si allenassero, se si impegnassero…”):  per me è solo un modo di chiudere gli occhi sulla realtà – che è peggiore – poi magari mi sbaglio.

Ausilio però ha ragione anche sulla parte critica (la mancanza di compattezza, di solidarietà).

C’è un elemento che fa riflettere: in tutti questi anni quando la squadra andava bene e sembravano aprirsi ottime prospettive la compattezza c’era.

Ai primi scricchiolii ognuno pensava a salvarsi individualmente.

Questo mi sembra abbastanza normale, ma gli allenatori e i leader in campo dovrebbero riuscire a limitare il fenomeno.

Quest’anno siamo partiti bene e tutto sembra cambiato, ma si dovranno aspettare i momenti poco favorevoli per un giudizio definitivo.

Emiliano mi chiede inoltre se relativamente questa questione, a parte il ruolo del nuovo allenatore e del suo staff, si sia tenuto conto di questa 'problematica' anche nella costruzioni della squadra e sul mercato.

Io penso di aver già risposto, indirettamente, in precedenza.

I segnali sono abbastanza positivi anche se serve cautela. Certo che non sono arrivati i fuoriclasse del…'trascinamento' che tutti auspicavamo. I Nainggo, i Vidal ecc.

Quelli che oltre a saper giocare… sbranano l’avversario e ti trascinano con il loro esempio.

'Per la prima volta in maniera così evidente Ausilio ci poneva innanzi alla realtà dei fatti e le difficoltà che ci sarebbero state nel puntare sul mercato dei top-player e investire cifre importanti...'

Intanto vorrei precisare che queste parole di Ausilio non sono solo “passate in secondo piano”.

Per queste sue affermazioni ho letto ogni sorta di insulti. Perché in rete non siamo solo tutti direttori e allenatori. Siamo anche tutti esperti di comunicazione, preparatori atletici, conoscitori profondi della realtà societaria.

In una parola tuttologhi di primissima fascia.

Comunque provo a risponderti: sono stato molto deluso (dai fatti, non da Ausilio).

All’inizio del mercato, non le “rivelazioni giornalistiche” ma qualche confidenza ben più attendibile mi aveva indotto a sperare in un mercato davvero importante e nell’immediato salto di qualità.

Il ritorno alla realtà è stato molto duro. Ma del resto la realtà è qualcosa che non si può eludere.

Razionalmente comunque credo che si potesse fare di più a questo punto solo in qualche dettaglio, in parte provocato anche, come aveva detto mi pare Spalletti, dal ridimensionamento in corsa degli obiettivi.

Forse si è persa qualche opportunità inseguendo ciò che poi si è rivelato irraggiungibile (non per colpa degli operativi). Però sono chiacchiere da bar, perché non teniamo conto delle compatibilità finanziarie che alla fine sono quelle.

Per esempio non esiste quasi tifoso che non pensi fosse facile vendere qualcuno meglio e quindi avere più risorse per qualche altra operazione in entrata.

Ma sono appunto considerazioni velleitarie

Per quanto riguarda Sabatini, per quel che ne so, ha un’enorme considerazione da parte di tutti nell’ambiente e questo giova.

Ha autorevolezza e questo aiuta anche all’interno.

Poi dispone di una solidissima rete di collaboratori (istituzionali o occasionali) che gli consente di individuare per tempo possibili futuri top player.

Credo che la Roma abbia fatto grandi plusvalenze rivendendo giocatori da lui scoperti.

Ovviamente la speranza è che li scopra anche all’Inter ma che noi poi non li si rivenda

L’Inter ha un AD, credo Antonello, ma non so di quali poteri disponga.

Come caratteristiche un “capo operatore dell’area tecnica” ci mancava e Sabatini sotto questo profilo dovrebbe essere l’uomo giusto.

Poi ci sono altre questioni che sarebbe lungo esaminare in questa sede.

Sul piano puramente tecnico e organizzativo non vedo un elemento che dia maggior affidamento.

4. Veniamo a Luciano Spalletti.

Sul blog abbiamo introdotto Luciano Spalletti commentando l'intervista rilasciata dal mister al giornalista Daniele Lo Monaco durante la trasmissione 'La partita perfetta'.

Nell'occasione abbiamo riportato integralmente il testo dell'intervista al mister e poi pubblicato una tua interessantissima analisi sui punti più importanti.

Secondo me è ancora presto per chiederti un giudizio complessivo su Luciano Spalletti e sul suo lavoro.

Ci siamo già confrontati in tal senso e mi pare fossimo d'accordo nel caso di affrontare la cosa dettagliatamente più avanti.

Ti faccio comunque qualche domanda relativamente questi primi due mesi della sua gestione.

a) La prima domanda è relativa l'aspetto umano.

Da questo punto di vista mi avevi detto che Luciano Spalletti non ti era particolarmente simpatico.

Va detto che chiaramente questa cosa è assolutamente secondaria.

Nel senso che un professionista ti può essere poco simpatico, ma tu puoi comunque considerarlo e apprezzarlo per quello che è sul piano professionale.

Ciò non toglie la mia curiosità in questo senso.

Volevo domandarti se conoscendolo un po' meglio in questi due mesi tu abbia avuto sensazioni diverse o scoperto lati del suo carattere che ti sono piaciuti in modo particolare.

Se ti ha anche colpito (positivamente o negativamente) per qualche scelta particolare sul piano tattico o per qualche dichiarazione.

b) Una cosa interessante che diceva Spalletti in quella intervista è che quando subentra un nuovo allenatore:

'A livello psicologico la squadra deve sentire subito il cambiamento.'

Da quello che hai potuto osservare fino ad ora, ti sembra che questo sia successo anche all'Inter?

Quanto conta secondo te veramente l'aspetto psicologico in proporzione a quello puramente 'tecnico'?

c) Spalletti dedicava molti passaggi dell'intervista al ruolo di Dzeko nella Roma dell'ultima stagione e a come aveva deciso di 'allungare' la squadra per favorirne il gioco, rispetto all'anno prima in cui (NDR. Ricordiamo che la prima stagione in giallorosso di Dzeko non fu particolarmente positiva.) adoperava per lo più delle punte mobili 'che non davano punti di riferimento e che erano brave a venire a fare superiorità nella gestione della palla.'

Chiaramente se facciamo un parallelo con l'Inter non possiamo che pensare a un confronto diretto tra Dzeko e Icardi.

Che differenze ci sono secondo te tra i due giocatori?

Questa è una domanda che probabilmente dovremmo fare a... Fabio, ma secondo te che lavoro farà e sta facendo Spalletti su Icardi?

Come inquadri il centravanti argentino in questa nuova Inter?

d) In generale quali ti sembrano le innovazioni più significative apportate da Spalletti rispetto al passato e in particolare rispetto alla stagione scorsa?

e) L'ultima domanda riguarda di nuovo il calciomercato.

Spalletti era stato chiaro dicendo che sarebbe sempre meglio avere da subito a disposizione i giocatori per poter lavorare al meglio durante il precampionato sui vari sistemi di gioco e aggiungendo che molto spesso questo tempo 'perso' non si riesce poi a recuperare nel corso del campionato.

A parte che la realtà dei fatti dice sempre che non si riesce ad avere la rosa al completo durante il precampionato (cioè: questo non riguarda solo l'Inter e non riguarda solo l'Inter di quest'anno) secondo te quanto condizionerà negativamente non aver potuto per Spalletti lavorare dall'inizio con i vari Dalbert, Cancelo, ecc. ecc.?

Non giocare le Coppe Europee costituirà un vantaggio da questo punto di vista?

Quanto tempo secondo te ci vorrà prima di vedere la squadra e ogni singolo calciatore esprimersi al meglio nella nuova dimensione?

LUCIANO DA VITE. Non avevo molta simpatia per Spalletti, anzi devo riconoscere che “a pelle” mi suscitava quasi una sorta di avversione per il suo modo di porsi (non c’entra il fatto di allenare una squadra rivale: per esempio Allegri mi è più simpatico). Mi sembrava persona di troppe parole spesso inconcludenti o fuori luogo.

E a volte troppo auto assolutorio e aggressivo verso avversari e situazioni ‘avverse’.

Non mi convinceva del tutto neppure sul piano professionale (stiamo parlando di livelli assoluti, naturalmente).

Spesso, pur guidando squadre forti, gli è mancato quel quid che risulta vincente.

Il giudizio (meglio: l’opinione) sulla persona sta cambiando più rapidamente di quella sul tecnico, perché in questo secondo campo occorrono moltissime verifiche. Posso dire che il punteggio finale accumulato con la Roma nella scorsa stagione mi ha aiutato a rimuovere eventuali dubbi.

Mi è piaciuta molto la sua disponibilità ad argomentare in modo approfondito nelle interviste pubbliche le questioni tecniche, in senso generale ma anche legate alle sue scelte concrete.

Non so se nel lungo periodo questo gli gioverà o finirà per rivolgerglisi contro, ma certo le sue interviste sono interessanti e piacevoli. Mai scontate.

Rivelano inoltre atteggiamenti da autentico e appassionato studioso dei fenomeni calcistici

Mi ha colpito il fatto che anche lui si sia lasciato andare ad accarezzare il pelo al pensiero unico con qualche dichiarazione solo in parte convincente (sul possesso palla che “non stanca”, sull’attaccare, ecc).

In realtà lui è un pragmatico, attacca a pieno regime quando la situazione lo consente, preferisce la ripartenza veloce sugli esterni e con gli inserimenti profondi dei centrocampisti, difende anche basso quando è opportuno.

Comunque questo non è una critica. Diciamo che è un tributo che si deve pagare.

Poi ci sono affermazioni che ho proprio apprezzato e a suo tempo l’ho fatto notare sul blog.

Primo fra tutti il discorso che non si deve guardare la singola giocata, ma il lavoro svolto da ciascun giocatore  nei 95’ per l’interesse della collettività.

A quel punto non ho avuto dubbi che per Banega, Jovetic e Barbosa per esempio, non ci sarebbe stato spazio nell’Inter.

Attenzione, però, secondo me con le sue scelte ci ha dato una grande lezione.

Non è che non gli piacciano i piedi buoni, perché ha costruito un centrocampo di piedi buoni.

Non si fa incantare, come spesso accade a noi tifosi, dalla giocata fine a se stessa, dalla gemma talvolta magari inutile nel mare di una prestazione solo individualistica.

E per contro non si scandalizza per il singolo errore.

Il suo giudizio per esempio su Nagatomo ma anche su Ranocchia è influenzato dal fatto che deve difendere i suoi giocatori, ma anche dal tener conto del lavoro complessivamente svolto a beneficio della squadra, del sacrificio.

Se può sceglie i giocatori in possesso di quella che, con un neologismo, ho chiamato “tecnica collettiva”.

'A livello psicologico la squadra deve sentire subito il cambiamento.'

Penso che questo sia successo anche con l'Inter.

Decisamente.

I risultati sono solo l’espressione finale di un lavoro complesso e talvolta nel breve periodo ingannano.

Però non c’è dubbio che nel precampionato e nelle prime due partite si è visto un gruppo nel quale ognuno sa cosa fare in campo  (e lo fa più o meno bene, secondo le sue qualità) e soprattutto si è vista una grande disponibilità all’aiuto reciproco.

Personalmente ho un dubbio: questi atteggiamenti a sprazzi si sono visti anche in passato. Come dicevo prima, non smarrire l’identità di squadra nei periodi meno positivi sarà l’occasione per la controprova.

'Quanto conta secondo te veramente l'aspetto psicologico in proporzione a quello puramente 'tecnico'?'

Domanda spinosa.

La risposta dipende in parte dal significato (complesso) che si dà all’espressione 'aspetto psicologico'.

Ho praticato a livello dilettantistico qualche sport individuale e ho potuto constatare di persona che contano non tanto le motivazioni (io per esempio sono motivatissimo anche se gioco a rubamazzetto con i miei nipoti, ma questa è una caratteristica innata, come altre, che si può modificare ma non trasformare) quanto la concentrazione (io che, come detto,  mi ritengo un agonista non riuscivo quasi mai a mantenerla elevata per tutto il tempo) e proprio la spinta psicologica.

Quante volte si vede una squadra sotto di due reti e in apparente completa balia dell’avversario, che si trova a dimezzare lo svantaggio e si trasforma…

Per chi è avanti si concretizza la paura di vincere (il braccino corto del tennis) per gli altri l’idea straordinariamente stimolante di riuscire in un’impresa.

Poi conta naturalmente la fiducia dell’ambiente e il osostegno del tifo, purtroppo per alcuni nostri giocatori.

Detto questo, penso che se sei inferiore per tecnica, fisicità e agonismo (tutte cose che si possono perfezionare con l’allenamento ma non  stravolgere, perché…si allenano anche gli altri) non c’è aspetto psicologico che ti consenta di competere.

Io da allievo ho provato a mettercela veramente tutta per battere un mio compagno che faceva 11” netti sui cento metri, ma ogni volta lui mi distaccava di 20.

Ci fosse stato mezzo metro di distacco potenziale, forse qualche rara volta l’avrei spuntata.

Nel calcio, però, in più c’è la complicazione  la chance, fornita dal fattore tattico.

Penso che creare densità, cioè superiorità numerica (possibilmente anche tecnica) nella gestione della palla sia un obiettivo imprescindibile del calcio moderno.

Ormai si attacca con i difensori a cavallo della linea centrale e ci si difende con nove uomini su due linee e il decimo (di solito il centravanti, ma non necessariamente) comunque ben all’interno della propria metà campo.

La stessa cosa vale per i movimenti laterali.

Il problema è costituito dal fatto che quando le squadre sono stanche tendono ad allungarsi, perché il doppio lavoro (rientrare e ripartire) non si può reggere a lungo.

La punta che fa movimento è indispensabile (in questo qualche ragione penso l’abbia  Fabio-Maxi Lopez), ma il movimento può essere in orizzontale in verticale, a uscire per rientrare e conta la sincronia con il movimento degli altri.

Chiaro che l’Inter non ha né Nainggo né gli esterni dell’ultima Roma, capaci di saltare l’uomo e cercare la porta.

Dunque qualcosa negli schemi spallettiani dovrà cambiare (sta cambiando).

L’uscita laterale di Icardi, in mancanza di un centrocampista di inserimento, può favorire solo Perisic, che però a quel punto sarebbe facilmente marcabile.

Bisognerà vedere se e come cresce Joao e soprattutto nel partire da dietro mi aspetto progressi  sia da Vecino sia da Gaglia.

Comunque il problema non riguarderà mai i movimenti di un solo uomo ma di un reparto e sono fiducioso nei progressi anche in questo di Maurito.

Tenendo conto che comunque giocare con Maurito non sarà mai come giocare con Totti 'falso nueve', o, per altro verso, come nel Napoli di Callejon - Mertens - Insigne.

Sul confronto con Dzeko, va detto che il bosniaco è più dirompente, più travolgente e ha imparato a muoversi in sintonia con la squadra.

Maurito è molto più micidiale nelle conclusioni, ma non so se gli è stata costruita accanto una squadra che lo valorizzi al massimo. Lo spero.

Devo ripetermi: secondo me il lavoro non è tanto su Icardi, le cui caratteristiche sono note e non modificabili radicalmente. Il lavoro sarà sui movimenti degli attaccanti. Lui dovrà andare a disturbare le ripartenze dalla difesa avversaria cercando, se supportato adeguatamente, di tener corta la squadra in avanti. Con la squadra in possesso di palla dovrà muoversi per uscire dalla marcatura, pronto a reinserirsi quando gli equilibri della difesa avversaria saranno fatti saltare  da altri (gli spunti di Perisic e Joao, i raddoppi dei terzini sulle fasce – non a caso Spalletti ha voluto Dalbert e Cancelo… - , magari gli inserimenti di Vecino o Gaglia).

Come ho detto, la mia impressione è che le qualità di Icardi siano indiscutibili, per cui si inquadrerebbe bene in… qualsiasi squadra.

Il compito di Spalletti è quello di… aprirgli gli spazi in area di rigore e magari di suggerirgli qualche movimento uscire/rientrare perché non sia l’unico terminale abbastanza controllabile

'In generale quali ti sembrano le innovazioni più significative apportate da Spalletti rispetto al passato e in particolare rispetto alla stagione scorsa?'

La principale consiste certamente nell’aver sostituito un centrocampo di muscolari con uno di palleggiatori.

Ma attenzione non di palleggiatori fini a se stessi.

Come dicevo, credo che non abbia voluto saperne dei Banega e più avanti degli Jovetic e dei Barbosa.

E credo anche che stia cercando di cambiare Joao e Brozo che se lo seguiranno con convinzione, potranno progredire molto sul piano del calcio vero (si, anche Joao, campione d’Europa).

La migliorata capacità di palleggio dovrebbe avere anche delle conseguenze tattiche: per esempio le aperture verticali per gli esterni dove dovrebbero esserci sovrapposizioni efficaci in ripartenza.

Nello stesso tempo quando la squadra attaccherà in massa, la transizione prima, la circolazione della palla poi, dovrebbero risultare più rapide e l’intelligenza tattica dei due centrocampisti dovrebbe contribuire a tenere la squadra più corta, sia in avanti sia in ripiegamento.

Poi ci sarà il lavoro sulla testa dei giocatori, difficile da individuare e valutare.

Per esempio, spero che Ranocchia, quando sarà chiamato in causa non farà male. Tifosi permettendo.

Veniamo al calciomercato.

La domanda è:

'Spalletti era stato chiaro dicendo che sarebbe sempre meglio avere da subito a disposizione i giocatori per poter lavorare al meglio durante il precampionato sui vari sistemi di gioco e aggiungendo che molto spesso questo tempo 'perso' non si riesce poi a recuperare nel corso del campionato.

A parte che la realtà dei fatti dice sempre che non si riesce ad avere la rosa al completo durante il precampionato (cioè: questo non riguarda solo l'Inter e non riguarda solo l'Inter di quest'anno) secondo te quanto condizionerà negativamente non aver potuto per Spalletti lavorare dall'inizio con i vari Dalbert, Cancelo, ecc. ecc.?'

Be’, se continuiamo con questi risultati ancora per un po’ di partite… non dovrebbe influire molto.

Scherzi a parte, se guardiamo la formazione base (Handa, D’Ambro, Skriniar, Miranda, Naga, Vecino (Gaglia), Borja, Candreva, Joao (Brozo), Perisic, Icardi)  mi sembra che sia un gruppo sul quale ha potuto lavorare abbastanza per tempo.

C’è da fare un lavoro accurato di inserimento dei nuovi esterni, che però devono ancora dimostrare di poter essere dei titolari e comunque hanno tutto il tempo per inserirsi gradualmente.

L’assenza dalle coppe internazionali aiuta. L’unica difficoltà potrebbe derivare dalla gestione, a quel punto più difficile anche sul piano psicologico, delle seconde linee

Non credo che quello dell’affiatamento sia un problema per la stagione in corso.

Diciamo che firmerei per un girone d’andata che ci tenga a ridosso delle prime e un ritorno più convincente (magari con un paio di aiuti a gennaio)

[Continua...]

Luciano Da Vite

53 commenti:

  1. Tra domani, max venerdì mattina, la pubblicazione della seconda parte.

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  2. La parte dedicata alle osservazioni di natura tattica è veramente preziosa Luciano. A parte la solita competenza, ti esprimi in una maniera e con un linguaggio tecnico che ho trovato anche molto affascinante. Bellissimo passaggio.

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  3. ...sono diventato Fabio-Maxi Lopez...
    Cmq sono d'accordo sulle considerazioni di Luciano su Icardi, di certo non è lui il problema, anzi lui è la soluzione spesso ai problemi. Deve migliorare però insieme a tutti gli attaccanti, i movimenti offensivi, e rimanere nella partita più costantemente, senza avere momenti in cui si "nasconde" tra i marcatori.

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    1. ...se l'hai visto giocare con la nazionale argentina, dovrai convenire che non sta rubando il posto a nessuno....

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    2. Non l ho visto contro il venezuela, ma gia prima della convocazione affermavo come fosse meritata

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  4. Fabio, spero che sia chiaro che ti ho menzionato solo per scherzare. Non te lo dico nemmeno: se lo faccio (parlo per me) lo faccio solo come segno di simpatia e amicizia. Ma se la cosa suona in qualche altro modo, non mi permetterò mai più perché non ho nessuna intenzione di deridere le tue opinioni che come sai apprezzo molto anche perché sempre argomentate.

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    1. Comunque il caro buon vecchio Sassaroli di 'Amici miei' direbbe molto meglio essere Maxi Lopez che Icardi che chissà se si è dovuto accollare pure il cane Birillo e la domestica 'severissima' tedesca. Si fa sempre per scherzare. :)

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    2. Tranquillo Emi, mica me la sono presa! Tra amici...
      E poi è una battuta carina per il mio anti icardismo :-)

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  5. Peccato per i pochi commenti. Anche se forse è effetto anche per la pausa nazionali. La seconda parte a questo punto la pubblico venerdì (si parla ancora di Spalletti, poi di giovani, delle avversarie e di Suning).

    In ogni caso Luciano ti ringrazio molto per aver risposto a tutte le mie domande.

    Mi sembra che sul piano della qualità delle risposte, specie sulla parte tattica (ma il ritratto di Zinho che posterò con la seconda parte ad esempio è veramente meritevole e dice tutto sulle qualità del ragazzo, non è un solito 'curriculum') ma insomma da tutti i punti di vista hai dato delle risposte molto brillanti. Credo che abbiamo toccato Per quanto possibile ogni tema di questi ultimi mesi.

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  6. Un 'annuncio' tecnico. Alcuni mi hanno detto di non riuscire più a postare con dei loro vecchi nickname. Io penso che questo succeda nel momento in cui c'è l'abbinamento tra account blogger a quello di google+. Da quel momento il nickname che avevate scelto per blogger passa in disuso e i commenti avvengono con nome e cognome con cui siete registrati a google+. Si può operare la 'scissione' tra le due cose e scindere l'account blogger tra google+ che io sappia: per farlo dovete guardare nelle impostazioni del profilo dalla pagina del blog (credo accedendo al profilo dalla barra degli strumenti in alto). Se non riuscite e commentavate con un nick e ora con nome e cognome, che dire, fatevi riconoscere. Anche tu Sergio che lo so che ci sei ancora. :)

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    1. Una guida quanto più semplice possibile per chi vuole registrarsi e commentare e non sa come fare.

      Il primo passaggio è registrare un account su gmail (google).

      Basta selezionare 'gmail' nel motore di ricerca, impostare nome e cognome, data di nascita, indirizzo e-mail e password.

      Fatto questo passaggio, bisogna accedere all'account gmail-google.

      Torniamo su google e selezioniamo 'fratelli del mondo blogspot'.

      In alto a destra sul blog c'è l'opzione 'entra'.

      Si aprirà una nuova pagina dove dobbiamo cliccare 'accedi'.

      A questo punto in una nuova pagina vi verrà chiesto se volete usare per blogger il vostro profilo google. Confermate.

      Da questo momento in poi potrete sempre accedere al blog e commentare con il vostro account (previo accesso ovviamente al vostro account google, cosa che potete fare ad esempio accedendo a gmail).

      Ho cercato di riassumere in passaggi nella maniera più semplice possibile.

      Non so se ci sono utenti che vogliono commentare e non sanno come fare (uno sì e sto cercando di aiutarlo). Pensate che sia il caso di fare una specie di 'guida' più dettagliata da pubblicare in maniera stabile in una pagina del blog?

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    2. Da ora è online una pagina di 'istruzioni' analitica per potersi registrare a google+ e di conseguenza commentare sul blog: http://fratellidelmondo.blogspot.it/p/come-funziona.html

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    3. Finalmente funziona... credo fosse per colpa delle impostazioni dei cokkies. Grazie Emiliano

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  7. Io farò un commento sulla seconda parte quanto parla di giovani. Lì sono sicuro che su alcune valutazioni sui singoli non sarò d'accordo col suo pensiero.

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    1. Il post è per lo più incentrato sulla prima squadra. Lo ho tempestato di domande che sulla primavera e i giovani abbiamo fatto solo un 'passaggio' dedicato principalmente a che ruolo potranno avere Pinamonti e soprattutto Zinho. Per il resto lui stesso ha ammesso che deve ancora 'conoscere' bene le nuove squadre.

      Comunque non lo pubblico prima di domani avendo pubblicato questo solo ieri sera.

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  8. A proposito di 'belle letture' ho ripescato questo articolo di Gianni Mura su La Repubblica in occasione dei 70 anni di Boninsegna. Suggerito.

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/11/04/70-anni-da-bonimba.html

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  9. E' stata celebrata come una notizia positiva. Inter 86 milioni di ingaggi contro i 115 dei biretrocessi e i 160 dei ladri. Per me è la prova che i sogni di gloria dovremmo riporli ancora nel cassetto.
    Adesso si parla di Boateng J a gennaio, vediamo purchè poi il il 31/01 non divenga Izzo l'acquisto che ci serviva, "funzionale".

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    1. Ho letto solo io titolo della news su Jerome Boateng. Secondo me è imprendibile. Su quali basi si fonda l'articolo? Contratto in scadenza? Guadagnerà un sacco di soldi... come hai segnalato abbiamo tagliato il budget stipendi in maniera vistosa. Senza cl e accordi di sponsoring milionari relativi non possiamo permettercelo. Va trovato un compromesso tra lui e Izzo nel caso, che farebbe solo 'numero' senza aggiungere, soprattutto se Ranocchia si rivelasse affidabile. Intanto buone notizie da Miranda che domenica gioca.

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    2. Riccardo, sono d'accordo con te, però allo stesso tempo rimane sempre una buona notizia riuscire ad abbassare il monte ingaggi con una rosa competitiva, pensa l'anno scorso quanto li pagavano per quelle figure barbine, se si riesce ad inserire bene Valietti, Zinho e Pinamonti in futuro possiamo tranquillamente risparmiare gli ingaggi di Ranocchia, Santon e Barbosa. Si migliorerebbe la rosa abbassando il monte ingaggi. Quest'ultimo basso permette in futuro di prendere un giocatore forte magari diverso da Kondo o Jovetic.

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    3. Io sono d'accordo con Matteo. Perché la squadra nel complesso secondo me non è sicuramente inferiore a quella dell'anno scorso. Eppure spogliata degli ingaggi in primo luogo di Jovetic e Kondogbia, quindi anche di Medel, Banega e Barbosa (menziono quelli che credo avessero un ingaggio più alto). Questo significa che se dovessimo veramente centrare il quarto posto in teoria potremmo veramente prendere due-tre buoni giocatori facendo offerte competitive sul mercato anche a livello di ingaggio.

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  10. Ciao a tutti, finalmente con l'aiuto di Emiliano ho risolto i problemi tecnici e riesco anch'io a commentare. Vi seguo da moltissimo ed in passato ho commentato spesso con un nickname. Anch'io tristemente Interista cronico e compulsivo. Non mi dilungo in commenti particolarmente tecnici e approfonditi, dico solo che in passato abbiamo gioito spesso per acquisti ed ingaggi salatissimi, spesso rivelatisi dei flop, quest'anno apparentemente i sogni di gloria, come dice Riccardo, sono da riporre nel cassetto, eppure per la prima volta da molti anni ho l'impressione di vedere in campo una vera "squadra" di calcio. Sono fiducioso che ci toglieremo delle soddisfazioni e che molti dei nostri giocatori a fine anno varranno molto più di quello che ora apparentemente valgono. Forza Inter a tutti.

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    1. Sono d'accordo con te Graziano sul fatto di vedere una squadra in campo,però per arrivare, meglio tornare, ai livelli di eccellenza che ci competono ben altri erano gli acquisti da fare, con i conseguenti ingaggi. Che poi non lo si potesse fare va bene il mio tifo non mancherà mai però ripeto ci voleva più chiarezza. Ovviamente il tuo sugurio finale è anche il mio....

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    2. Sono d'accordo con te, non abbiamo colmato il gap con le squadre di vertice, ma per una volta si vede un minimo di programmazione. Si sono fatti acquisti perchè funzionali e non per il solo nome e sono fiducioso che alla fine, almeno alcuni di questi, si riveleranno dei veri top player. Skriniar e Vecino secondo me valgono molto di più di quanto noi credevamo.

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  11. Ottimo! Sono molto contento di essere riuscito ad aiutarti graziano! E soprattutto mi fa piacere che tu ora sia di nuovo tra noi anche per commentare si spera una stagione migliore delle precedenti,

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  12. Luciano se per te va bene arasera pubblico la seconda parte del post. Ho anche quello sulle nazionali quasi pronto, magari lo posto domani sera. Non so se tu hai qualcosa da proporre o se pensi di scrivere un post sulla partita di domenica. Fammi sapere.

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  13. Posso fare una domanda.

    Una specie di mini-gioco in materia di centravanti argentini.

    Mi mettete 'in ordine' Batistuta, Crespo, Milito?

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    1. Sai che adoravo Bati ma non so se alla lunga sia stato più forte di Crespo? Per quanto possa avere senso il confronto. Ovviamente si fa così per discutere. Erano due giocatori veramente molto diversi e Batistuta aveva effettivamente una potenza spettacolare ma Crespo era un grande stoccatore, fortissimo di testa e secondo me più 'giocatore' rispetto a Bati.

      Icardi chi ti ricorda di più tra i tre? Batistuta? Anche se qui potrebbe tipo intervenire Maradona e scatenare un putiferio.

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  14. Milito Batistuta Crespo. Va bene tutto, Emiliano. Non penso di fare un post pre partita. nel caso ti avviso

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  15. Spendere meno soldi non è necessariamente una cosa negativa. Certo che diventa più difficile acquistare giocatori forti. Quindi bisogna essere bravi a scegliere profili in grado di diventarlo e che comunque sono delle scommesse.

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    1. Vero Pasquale ma non è questa la politica delle grandi squadre.

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  16. Sono perfettamente d'accordo con Graziano proprio questa mattina riflettevo sulla squadra del nostro triplete.
    Non è la stessa cosa e infatti con questo gruppo non...vinceremo un triplete.
    Però quel gruppo è stato composto per somma annuale di giocatori all'atto dell'acquisto poco considerati:
    JC: sconosciuto tanto che ha dovuto fare un anno al Chievo
    Maicon: giocava in una media squadra francese è costato se non sbaglio 6 milioni
    Lucio: te lo hanno buttato dietro, non lo voleva nessuno. Costato credo 5 milioni
    Zanetti: preso per due lire
    Cambiasso, se non sbaglio parametro zero o costato due lire dal Real
    Motta Milito: non erano certo considerati dei top (il celeberrimo intenditore giornalista mediaset che aveva un figlio nelle giovanili dell'Inter rimproverò branca pubblicamente per aver preso Milito quando avevamo ...Acauafresca). Comunque presi per una cifra ragionevole + alcuni giovani
    Pandev: preso a cifre da liquidazione dalla Lazio.
    Eto'o: nell'affare tra Inter e Barça, Ibra era la carne e lui...l'osso che si dà in aggiunta
    Wes, liquidato dal Real a prezzo relativo di saldo perché non volevano più vederlo. Avevano cambiato la chiave dello spogliatoio per impedirgli di tornare...
    In sostanza sono stati pagati come giocatori di una certa importanza, ma non come possibili vincitori di triplete Samuel, Chivu e se vogliamo in parte Eto'o e Wes.
    Bene, anche facendo la proporzione dell'aumento dei costi, oggi abbiamo in rosa, o in giro in prestito, giocatori pagati assai più di quelli citati: da Joao a Barbosa, da Kondo a qualche altro.
    Questo dimostra che non è facile, ma è possibile costruire una squadra che vinca anche senza prendere assi affermati. Mentre si può non vincere, almeno in Europa, prendendo Pogba Vidal Tevez Higuain Dybala, Pjanic e qualche altro.
    Però Branca resta un animale vergognoso (per le PI ma anche per molti tifosi) mentre i due uomini mercato juventini sono fenomeni

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  17. Quindi Luciano contento della campagna acquisti ? Parlo in valore assoluto, considerando la contingenza economica siamo tutti contenti...

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    1. Un po' di pazienza e ti faccio avere il post anche con giudizi sui singoli nuovi arrivi. ;)

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    2. Perfetto Emiliano e non essere troppo buono :)

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  18. Il Cuchu prende il primo patentino per allenare squadre professionistiche, quanto vorrei cominciasse già a venire come allenatore in seconda.

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    1. Diventerà un grande allenatore.. Lo era già mentre giocava.

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    2. Non riuscirò mai a perdonare (si fa per dire, poi ognuno si comporta secondo la sua morale e il suo modus vivendi) chi lo ha fischiato e ne ha invocato la cessione insultandolo in maniera vergognosa. Avrebbe meritato di chiudere da noi secondo me, sarebbe stato importante. Io penso che Mazzarri ne abbia sottovalutato il ruolo e che dopo un primo anno buono abbia pagato l'addio di Samuel, Zanetti, Cambiasso, Milito. Impossibile da reggere un urto di questo tipo. Questa fase secondo me fu gestita non perfettamente con Samuel e Cambiasso che potevano magari restare un altro anno. Anche se poi è tutto da vedere. Contratti in scadenza milionari e impossibilità di rinnovare a certe cifre ecc. ecc.

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    3. Pretese di titolarità a 4 milioni annui... Oddio, non che i sostituti abbiano fatto molto meglio, ma dal punto di vista dinamico era davvero finito

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    4. Be'. io stesso ho scritto che non sappiamo come siano andate le cose. Se le pretese contrattuali non erano adeguate agli standard... e il diktat era 'tagliare' l'addio è stato inevitabile. In ogni caso spogliare lo spogliatoio di quattro pilastri (gli ultimi rimasti) è stato sicuramente deleterio. Non potevi sostituirlo.

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  19. Se la nostra dimensione e aspirazione massima è combattere un posto in CL, secondo me sul mercato abbiamo fatto il minimo indispensabile per provare a competere quest’anno: se tutto gira per il verso giusto ce la faremo, ma le incognite sono molte.
    In più comunque abbiamo posto alcune basi importanti per poter far meglio in futuro: acquisto di giocatori pronti ma anche futuribili (a parte Valero, però serviva un profilo come il suo), allontanamento di molti giocatori per me “tossici” per motivi tecnici o atteggiamento, riduzione del monte ingaggi, costituzione di una “catena di comando” almeno apparentemente compatta e capace.
    Speriamo che anche sul campo si vedranno compattezza e unità d’intenti: concordo appieno con Luciano quando dice che per capire dove potrà arrivare questo gruppo sarà fondamentale vedere come saprà reagire ai primi momenti difficili.
    Sui contro secondo me si poteva fare meglio nelle cessioni, in particolare l’operazione Murillo è per me incomprensibile visto che i soldi del riscatto ci arriveranno nel 2019, mentre oggi magari sarebbero potuti servire per arrivare a Schick, Keita, o chi per loro.

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  20. Be', però dovevamo trovare qualcuno disposto a darcene altrettanti o poco meno subito.

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  21. Per me a queste condizioni si sarebbe anche potuto tenere come prima riserva

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  22. Mi prenderò gli insulti del blog, ma secondo me Cambiasso deve smussare certi aspetti del suo carattere se vuole diventare un grandissimo allenatore. Gli stessi aspetti che hanno limitato per esempio le potenzialità di Mancini...

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    1. In che senso Alberto? Mi spiego: secondo me Mancini è molto 'narciso' e allo stesso tempo affatto votato ai compromessi. Questi sono i suoi limiti storici: gli stessi che aveva da giocatore e che si è portato dietro da allenatore. E lo dico da suo grandissimo estimatore, io adoro il Mancio. DIci che Cambiasso ha gli stessi difetti?

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    2. Va detto che il Mancio è comunque un grande allenatore in ogni caso eh. Così come è stato un grande giocatore. Però per dire a USA '94 affianco a Baggio ci poteva essere lui invece che Massaro e Casiraghi e invece... Sicuramente colpa anche di Sacchi, ma Mancini non è mai stato facile da gestire: dove non comanda lui va in difficoltà e dove c'è lo scontro non trova mai il punto d'incontro ma esaspera la situazione.

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    3. Diciamo che Cambiasso si è sempre sentito un po' primadonna (quindi Narciso, a suo modo, come Mancini). Basterebbe ricordare il rapporto molto difficile con thiago motta, ma anche –forse si dà troppo credito a pubblicità negativa, ma secondo me una parte di verità c'è– all'ostracismo verso Mascherano, fortemente voluto da Benitez e poi, effettivamente, non arrivato.
      Se un allenatore comincia a giudicare in base a simpatie e antipatie, o a covare risentimenti, si complica inutilmente la vita

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    4. Queste cose le dici perché vivevi alla Pinetina o cosa?

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    5. Questo è sicuro. Uno dei grandi pregi di Mourinho secondo me è quello di essere giustamente molto 'ruffiano' ad esempio. Mancini da questo punto di vista è: 'O sei con me o niente.' Non lo so se Cambiasso sia così però è indubbio che sia uno dei giocatori attorno a cui abbiamo costruito la squadra per vincere tutto, quindi qualche qualità come uomo spogliatoio ce l'ha sicuramente. SUlla vicenda Mascherano non mi esprimo. Ricordo benissimo le voci dell'epoca ma chiaramente non so e non sapremo mai quanto siano fondate (del resto in nazionale qualche volta hanno giocato assieme o comunque fatto parte dello stesso gruppo...). Da una parte poteva forse 'temere' la rivalità del giocatore; dall'altra, non lo so, oggettivamente quella sessione di mercato non abbiamo preso nessuno. Conoscendo Benitez, se avesse avuto un budget a disposizione, lo avrebbe speso comunque tutto... per chiunque. Come ha sempre fatto.

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    6. Quindi la sensazione è che effettivamente non ci fosse nessuna volontà di spendere mentre gli acquisti di gennaio furono poi secondo me dovuti a un surplus per i vari proventi dal mondiale per club (che poi voglio dire, arrivarono Ranocchia, Nagatomo, Pazzini + Kharja in prestito: quattro giocatori, ma sicuramente non quattro fuoriclasse, ricordo che la Samp era già praticamente in B a quel punto e comunque uscirono al solito un bel po' di contropartite tra cui Biabiany che in quel momento era sicuramente quotato e credo che in quella sede al Genoa sia stata ceduta la seconda metà di Destro e probabilmente anche la comproprietà di Longo).

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  23. Ragazzi ho pubblicato il seguito del post: https://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/09/maggio-agosto-il-sogno-e-la-realta-22.html

    Buona lettura e... continuiamo ovviamente la discussione nei commenti all'altro post. Lo ho pubblicato adesso perché vedo che su alcune questioni si fanno domande a Luciano su cose di cui argomenta nel post: tipo giovani, nuovi acquisti, 'pronostico'...

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