Inter - juventus 5-0: una ciliegia (tricolore) tira l'altra

Gli Under 15 di Mister Annoni (foto: Inter.it) si aggiudicano il Campionato Italiano Under 15 Serie A e B 2017/2018. Un altro successo per i nostri ragazzi, dopo il bis nel Campionato Primavera, ottenuto dopo la finale contro la Juventus vinta con il risultato netto di cinque reti a zero. Bravi ragazzi!

Dopo il grande regalo ai tifosi e alla società fatto dalla primavera di Vecchi, si è ripetuta anche, per non essere da meno, la squadra degli Under 15, guidata dal ‘nuovo’ tecnico Annoni.

Se si esclude il campionato Berretti, nel quale la juve non era presente, gli altri tre titoli fino ad ora assegnati hanno avuto per noi una costante: gli incontri decisivi contro la juve.

1. La Primavera battendo la juve 1-0 si è assicurata la finale;
2. Gli Under 17 hanno visto sbarrata la strada verso la final four  proprio dai bianconeri;
3. Gli Under 15 li hanno… vendicati infliggendo ai rivali una sconfitta le cui proporzioni credo abbiano pochi riscontri in una finale nazionale.

Intendiamoci, il risultato conta fino a un certo punto, nelle sue proporzioni, perché è evidente che con il nostro vantaggio di due reti e il passare dei minuti, la juve doveva tentare il tutto per tutto, scoprendosi e  rischiando il contropiede.

E’ altrettanto vero che contro la fortissima Atalanta anche noi ci eravamo trovati nella condizione di dover recuperare due reti, ma siamo riusciti a rimanere in partita e riagguantare gli avversari, per poi trafiggerli ai rigori.

Proprio questo fatto avrebbe in teoria potuto giocarci nel secondo tempo un brutto scherzo, perché rispetto a loro avevamo i lunghi  minuti di supplementari nelle gambe e la formazione era praticamente identica rispetto alla semifinale.

E in effetti nel secondo tempo la fatica cominciava a farsi sentire, soprattutto per la minor lucidità delle due punte, che avevano praticato un gioco dispendiosissimo fatto di scatti violenti in profondità e di pressing alto per disturbare l’avvio delle azioni avversarie.

Ma la compattezza difensiva della squadra, in quella fase, ha fatto da argine e nel finale ogni nostra accelerazione produceva un’occasione da gol.

Vittoria indiscussa e indiscutibile dunque, strameritata, che assesta un altra ‘botta’ ai denigratori di professione che criticano o comunque sottovalutano il lavoro e la produttività di un settore  universalmente considerato un modello inimitabile.

C’è ancora un titulo per cui lottare, ma comunque vada voglio qui esprimere il ringraziamento dei tifosi  a Roberto Samaden che dirige il settore in modo strepitoso; ai suoi collaboratori tecnici Bernazzani e Cerrone; agli osservatori e a tutti gli staff operativi delle varie squadre.

Non si raggiungono questi risultati senza una competenza e una bravura generalizzate e diffuse.

E quello dei successi sul campo è solo un aspetto, forse neppure il più importante che rivela l’efficacia del lavoro svolto.

A mercato dei grandi concluso, vedremo che la nuova Inter, nelle condizioni difficili a cui è costretta dal FFP, sarò riuscita a rafforzarsi proprio grazie alla cessione temporanea di moltissimi giovani di assoluto valore a forti squadra di serie A.

Chi poi vuole continuare a considerare poco importante tutto ciò, libero di farlo.

In questo momento, infatti, importanti trattative con la Fiorentina, con la Roma, con il Genoa, con il Sassuolo e forse con altre, sono rese possibili solo per la nostra capacità di esibire sul mercato giovani di grandissimo interesse.

Che il nostro settore ha formato e preparato per i grandi palcoscenici.

Continuiamo così e tra poco avremo anche noi i fiori all’occhiello del settore, da esibire in prima squadra.

La partita

Sulla carta il match, per quanto insidioso come tutte le finali, considerando anche la forza della juve, si presentava come leggermente meno complicato della semifinale che ci aveva visto opposti all’Atalanta,  nostra rivale storica (per successi complessivi e per questione di campanile, essendo sempre le due squadre affiancate in ogni campionato, dall’Under 13 alla Primavera).

Il bilancio stagionale con i bergamaschi era leggermente a loro favore.

1. Allo Scirea ci avevano battuti in finale per 2-0;
2. Al primo scontro  di campionato avevamo capovolto la situazione vincendo a Bergamo per 2-0;
3. Nel ritorno avevano prevalso loro all’Enotria per 1-0;
4. All’Annovazzi erano stati eliminati (credo dal Chievo) prima della finale, mentre noi avevamo vinto il torneo, sconfiggendo il Milan.

Ricordo ancora alcuni di questi scontri.

Allo Scirea ci avevano messo sotto abbastanza nettamente, con delle attenuanti. Avevamo 14 giocatori nuovi da provare e amalgamare e ci mancava per un infortunio banale quanto sgradevole nelle conseguenze, il nuovo bomber  Magazzù, oltre a Gnonto.

Anche in quell’occasione, dopo 12 minuti perdevamo 2-0, solo che in quel caso non ci è riuscita la rimonta.

Situazione invertita rispetto a questa finali: infatti qui abbiamo incontrato la juve in semifinale e poi i bergamaschi.

Con la juve allo Scirea abbiamo vinto 2-1, abbastanza nettamente.

Nelle loro fila otto giocatori sono stati riproposti come  titolari  anche in questa finale e 3 titolari di allora sono subentrati  nel secondo tempo.

Per noi erano in campo La Torre (assente alle finali) Politi e Paccagnan (in panchina ieri) al posto dei 3 che hanno giocato la finale: Benedetti, Magazzù, Gnonto.

Poi ero presente a Verdello per Atalanta - Inter di campionato. Finì 2-0 per noi grazie a due prodezze di Magazzù (discesa irresistibile e assist per Politi e grande conclusione per il 2-0 dopo azione personale).

L’Atalanta ha attaccato per tutta la partita, ma noi l’abbiamo contenuta bene, senza rischiare moltissimo, ma con qualche difficoltà a ripartire.

La partita di ritorno non l’ho vista per la concomitanza con un altro match credo dell’Under 17.

Ma ricordo che al termine della gara ho incontrato Magazzù e gli ho chiesto notizie.

Con umiltà e sincerità mi ha detto:

“Vittoria atalantina meritata, sono stati più forti”.

Se si considera che in campionato, pur in gironi diversi, abbiamo fatto credo 8 punti più della juve e concretizzato uno score migliore,  appare evidente che l’ostacolo principale al nostro trionfo, almeno sulla carta, era costituito dall’Atalanta.

Senza disprezzare la juve, che comunque sta ricostruendo dal basso le basi di un settore fino a poco fa quasi inesistente (diciamo che i rari tituli conquistati sono stati … un po’ aiutati).

Il mister ha schierato contro i bianconeri la miglior formazione possibile, confermando in pratica gli uomini che avevano disputato la semifinale contro l’Atalanta:

Gerardi in porta;

Poi una linea difensiva a 4 composta da:

Zanotti, Chierichetti, Cepele, Peruchetti;

Centrocampo di fatto a 4 con Radaelli, De Milato, Ballabio e Benedetti (con questi ultimi che spesso si scambiavano posizione, per avanzare);

Attacco con le due punte: Magazzù uomo di riferimento e Gnonto libero di svariare.

La squadra doveva restare compatta, con Zanotti libero di proporsi in fase offensiva su una fascia e Benedetti sull’altra.

Radaelli lavorava soprattutto a sostegno di De Milato e Ballabio, con il primo che agiva più da regista e il secondo da rifinitore.

Direi che dopo i primissimi minuti la supremazia nostra ha iniziato ad evidenziarsi in modo chiaro, anche se, naturalmente, la buona qualità degli avversari ci teneva sempre all’erta.

Ma fino a metà ripresa non ricordo occasioni davvero pericolose da parte loro, mentre noi oltre alle due reti sino a quel momento realizzate avevamo sprecato o fallito di un nulla diverse occasioni.

Poi il gol di Zanotti ha chiuso la partita, dopo che il pressing juventino si era fatto più insistente e Gerardi era stato chiamato a un intervento difficilissimo (si sarebbe andati pericolosamente sul 2-1) e nel finale siamo riusciti a dilagare, su una squadra ormai sfilacciata e in disarmo morale.

I nuovi campioni

Gerardi: ho sempre detto che mi piace moltissimo e lo confermo. Non posso addentrarmi in un’analisi tecnica, anche solo amatoriale, ma ogni volta che l’ho visto mi ha convinto.

Mezzi atletici molto importanti, ottima reattività, senso della posizione, personalità.

A me dà tanta sicurezza.

La sua parata sul 2-0 vale quanto un gol se non di più.

Non mancava molto, ma un gol subito avrebbe trasformato il finale di partita in un assedio.

Poi, a partita chiusa, un altro intervento importante.

Zanotti: non vorrei essere blasfemo ma, fatte le debite proporzioni l’ex bresciano mi ricorda un po’… Cancelo:  facilità di corsa e progressione irresistibili, capacità di conduzione della palla fuori dalla norma, soprattutto imprevedibilità perché è in grado sia di sovrapporsi in fascia sia di tagliare nel mezzo cercando la percussione personale o l’assist con verticalizzazione improvvisa. Deve crescere e imparare moltissimo e nessuno può dire oggi se e quanto lo farà, ma al momento e nella sua categoria risulta davvero un top.

Chierichetti: per me il ‘Chierico’ è una delle grandi sorprese di questa fase finale di torneo. L’ho sempre considerato un buon difensore, affidabile, concreto. Ma ora ha scalzato non so se momentaneamente, nientemeno che Uccellini, un nazionale.

Davvero una roccia e un contributo importante al successo di squadra

Cepele: l’ho sempre considerato un grande acquisto, sin dalle prime uscite. Il ragazzo di Conegliano V. ha fisico, forza, personalità.

In area la sua presenza si fa sentire e risulta determinate. Dalle sue parti non ho visto ‘passare’ nessun avversario.

Sa essere pericoloso anche in fase offensiva, sui calci piazzati, sia nel calciarli, sia nel proporsi sulle palle alte.

E’ un ragazzo che aspetto riponendo in lui molte speranze.

Peruchetti: insieme al gemello, per il terzino sinistro è un ritorno nelle nostre fila, dopo la militanza nel Como.

Cresciuto molto, non solo in senso fisico, garantisce una copertura della fascia ottimale, per il senso di posizione, la bravura nei contrasti e negli anticipi, l’intelligenza nelle coperture.

Direi che è il… D’Ambrosio della situazione

Radaelli: giocatore duttile, di grande rendimento, l’ex Renate si è affermato come titolare quasi imprescindibile per la costanza e la solidità del suo contributo al centrocampo.

Fondamentale soprattutto quando deve coprire Zanotti e sostenere i centrocampisti qualitativi.

Radaelli ha grinta e ottima progressione, ma sa anche giocare il pallone con proprietà. E’ in fase di crescita continua.

De Milato: il ‘mio’ Pippo (ricordo ancora la prima volta che l’ho visto e mi ha impressionato, credo fosse a Trezzano e lui era un pulcino) ha finalmente superato i problemi di adeguamento fisico-atletico che lo avevano in parte ostacolato nella prima fase della stagione, quando la crescita in altezza implicava problemi di riequilibrio muscolare.

Da tempo l’ho visto in crescita e vicino a poter esprimere la sua classe senza condizionamenti.

E’ il tipico regista di centrocampo, con tecnica, corsa e visione di gioco.

Altro giocatore che aspetto con molto interesse.

Ballabio: elemento molto  duttile, può partire dalla fascia o giocare nel mezzo, sostanzialmente è un trequartista dotato di piedi educatissimi, dribbling e anche spunto veloce.

Anche lui come Pippo deve irrobustirsi notevolmente

E proprio questo elemento costituisce l’unica incognita, perché le qualità tecniche (compreso il tiro da fuori) non gli mancano di sicuro.

Benedetti: credo sia arrivato a gennaio e per qualche strano motivo non l’avevo visto mai o quasi.

Il giocatore ieri mi ha davvero stupito.

Se è questo il suo livello, ci troviamo di fronte a un’autentica promessa.

Ha fisico, corsa piedi, visione di gioco.

Sa inserirsi e aiutare in fase difensiva.

I due gol di ieri sono stati autentici gioielli, anche se sul primo ha goduto forse di un po’ troppa liberta.

Il secondo invece, un vero capolavoro.

Sono ansioso di vederlo  di nuovo nella prossima stagione e categoria

Magazzù (Ndr. Qui il post dedicato e pubblicato lo scorso 24 novembre 2017: http://fratellidelmondo.blogspot.com/2017/11/ragazzi-con-un-sogno-nerazzurro-nel.html): ho letto elogi sperticati per la sua partita di ieri. Eppure secondo me non è stata certo la sua migliore prestazione.

Questo la dice lunga sulle sue qualità, perché se impressiona tanto chi lo vede per la prima volta quando non è al top…

Luca in categoria è un attaccante che ha pochi (o nessun) eguali.

Grintoso, potente, autentico guerriero d’area, è capace di invenzioni straordinarie e di conclusioni irresistibili.

Secondo me ieri aveva nelle gambe, ma soprattutto nel cervello le fatiche del recupero di due reti sull’Atalanta e dei supplementari.

Solo così si spiegano 3-4 errori di conclusione che per lui, straordinario realizzatore di reti impossibili, non sono abituali.

Intendiamoci, il suo apporto alla squadra è stato fondamentale comunque.

Forse rispetto al solito è mancato un briciolo di lucidità che gli avrebbe consentito di ottenere anche il successo personale.

Ma un attaccante è grande quando segna i sol che fanno svoltare e quando è stato il momento, lui ha risposto presente.

Gnonto: piccolo, grandissimo, straordinario Wyllo. Uno spettacolo nello spettacolo.

Ricordo ancora quando all’Accademia vinceva le partite da solo.

Ricordo quando al torneo Facchetti  a Ponte Lambro, da solo ha fatto impazzire i colossi della difesa milanista.

La squadra, sempre solidissima a centrocampo e in difesa, è decollata quando sono entrati lui e Magazzù, che hanno dato qualcosa in più, senza nulla togliere ai bravi e interessanti Pezzini, Politi, Peschetola ecc. tutti giocatori di qualità che vanno aspettati e seguiti con fiducia, come i vari Pucci, Pozzi, Lonati, Paccagnan Iervolino, i portieri Magri e Priori oltre naturalmente  allo stesso Uccellini.

L’unico dispiacere è la stagione non positiva di La Torre, un ragazzo forse fragile caratterialmente, che si è un po’ perso dopo aver promesso cose mirabolanti nelle categorie inferiori.

Ma anche per Matteo ci sarà tempo e modo per rifarsi e ripresentarsi con successo alla ribalta

Annoni: che dire del mister? Stagione trionfale con una rosa forte e gestita benissimo.

Con 14 o 15 nuovi, nuovo lui stesso dell’ambiente, è arrivato secondo a settembre allo Scirea, primo nel suo girone in campionato, primo all’Annovazzi e ha vinto il titolo italiano.

Secondo me è un mister della stirpe dei Vecchi: vuole atleti, vuole solidità, pretende compattezza e sacrificio.

Quando ci sono queste componenti, e la classe, si ottengono risultati e anche bel gioco.

Forza ragazzi. Avanti così!

Luciano Da Vite