martedì 3 ottobre 2017

Mediocri e vincenti: fino a quando? Benevento - Inter 1-2

L'Inter (foto: Getty Images) vince ancora e si conferma al secondo posto in classifica a pari punti con la Juventus e alle spalle solo del Napoli di Sarri. Nonostante la posizione di classifica, tuttavia, la squadra continua a non entusiasmare sul piano del gioco. Questa Inter è ancora un gruppo di giocatori mediocri, ma vincenti? Fino a quando? Aspettiamo una svolta, possibilmente positiva, già nelle prossime due gare determinanti (dopo la pausa per gli impegni delle Nazionali) il derby e la trasferta di Napoli.

Dal Vangelo secondo Luciano:

“Dopo aver creato il mondo, Dio si accorse che mancavano Bellezza e Amore”.

Ci pensò per alcuni milioni di anni, poi trovò la soluzione creando l'Inter e le disse:  

“Vinci e diverti, stupendo gli uomini. Ma attenta, perché se per caso obbedisci a uno solo dei miei due imperativi, sarai condannata a  vivere tra risse verbali furiose dei tuoi tifosi”.

E così fu.


Solo il Napoli la precede;  le altre  rivali dal gioco spumeggiante e dalle marcature multiple arrancano (per ora) alle sue spalle.

Il tifoso di una squadra normale godrebbe della situazione contingente pur manifestando la sua preoccupazione per le manchevolezze evidenziate, le quali, unite alle considerazioni su  un calendario favorevole, non lasciano tranquilli per gli sviluppi futuri.

Ma l'Inter sta trasgredendo al secondo comandamento specifico e la punizione divina inevitabile scatena le risse tra tifosi.

C'è tra di loro chi avanza timidamente qualche  domanda.

  1. Ma l'Inter giocava bene, o anche solo più efficacemente, lo scorso anno, quando arrivò settima a 30 punti dalla zona CL?
  2. E quella squadra è stata così potenziata da rendere legittima e calzante l'aspettativa che questa sbaragli il campo in termini di risultati, deliziando nel contempo con il suo gioco gli spettatori?
  3. Davvero ci si poteva aspettare dominio sul campo e bel gioco con i D'Ambrosio, i Nagatomo, i Vecino, i Borja, i Candreva e sì, mettiamocelo pure, gli Icardi?

Nulla da fare. Queste domande cadono nel vuoto.

Gli interisti preferiscono (secondo il dettame divino) dividersi tra chi è catastrofista (con questa capacità di produrre gioco non andiamo lontano) e gli entusiasti ottimisti, per i quali i numeri dimostrano che se non stiamo dominando il campionato, ci manca poco.

Poi i super critici si dividono ancora ferocemente sulle responsabilità del cattivo gioco: maggiormente presi di mira sono Candreva e Icardi, ma non manca il tiro al Naga, al D'Ambro, persino al Miranda e al Borja.

Miracolosamente risparmiato quasi solo Karamoh, semplicemente perché ha giocato una decina di minuti.

E poi perché gli assenti, soprattutto se giovanissimi, sono sempre i più forti.

Lo scorso anno, per esempio, era fortissimo Barbosa.

Se la maledizione divina venisse sospesa, i tifosi interisti potrebbero concordare su una tesi: la squadra non è granché come valore assoluto; il campionato italiano per chi non possiede fuoriclasse inarrivabili presenta tutte partite difficili, equilibrate.

Alcune (poche) impossibili.

A noi mancano i grandi campioni trascinatori per cui un gruppo di ragazzi di buona qualità ma con molte lacune, ben organizzati per quanto è possibile, sta compiendo un percorso apprezzabile, almeno in termini di risultati.

Anche consultando il calendario, chi avrebbe preconizzato 19 punti su 21?

Chi avrebbe previsto di condividere il secondo posto con la juve?

Il magnifico Sarri, con questi giocatori (trovati appena qualche mese fa), produrrebbe spettacolo e punti, come sta facendo col Napoli?

E' sensato aspettarsi da D'Ambrosio una grande tecnica di base, da Miranda un potenza esplosiva, da Nagatomo una insuperabile capacità difensiva, da Borja e Vecino che siano fulmini di guerra, da Candreva che si trasformi in Martens o anche solo in Callejon, da Icardi che esprima tutte le sue doti di trequartista-rifinitore?

Avendo questo gruppo, e non un altro, non conviene essere felici per i risultati che fino ad ora sta conseguendo, sostenere i giocatori, con i loro difetti e con i loro pregi, aiutandoli a cercare di perseverare in questo rendimento almeno sul piano pratico?

E quando li valutiamo, li confrontiamo con un modello assoluto o misuriamo la loro prestazione sul metro delle effettive e reali potenzialità?

Secondo me non si può abdicare al realismo, nell'analisi delle possibilità della squadra, ma nel contempo non serve deprimere questo o quel giocatore, a meno che non ci siano fondati motivi per supporre un impegno inadeguato.

In questo aspetto della gestione psicologica Spalletti è un maestro.

Ad esempio: Icardi gioca male? Per lui è il migliore che abbia mai allenato e si dovrebbe mettergli una clausola da 700 milioni.

A me non piace parlare degli elementi psicologici, non perché non li consideri importanti, ma perché li ritengo meno misurabili di elementi 'visibili' come la violenza dello scatto, la capacità di palleggio, la continuità di ritmo, le doti balistiche, ecc.

Però fa specie che chi ama spiegare quasi tutto in termini psicologici non comprenda come in uno sport di squadra, per il singolo, sentire la fiducia dell'ambiente e del suo stadio possa trasformare la prestazione.

Comunque, il discorso si ripete all’infinito: a parte qualche bersaglio prediletto dai tifosi, abbiamo un gruppo composto da buoni giocatori, come mostra l’elevato numero di nazionali di vari paesi che ne fanno parte.

Però non abbiamo nessun fuoriclasse trascinatore e persino le grandi big europee sanno quanto sia fondamentale, indispensabile, questo elemento.

Non solo: non basta avere un buon gruppo, deve trattarsi anche di giocatori che si amalgamano e si integrano bene.

Faccio solo un esempio: non sono tra quelli che considerano Kondo una bufala, pur essendo consapevole di limiti (e pregi) che lo caratterizzano.

Ma questa rosa era stata concepita con 4 centrocampisti: lui Gaglia, Borja e Vecino.

Anche chi lo considera un giocatore di Serie C (ha fatto persino un autogol, in amichevole, pensa che sciagurato!) deve riconoscere che con la sua partenza al centrocampo è venuta a mancare forza e garra, perché Gaglia non si sta riprendendo e i due ex viola, soprattutto insieme, da questo punto di vista sono un pianto.

Tanto è vero che si sta cercando Donsah, che non è certo un fenomeno, ma garra ne ha da vendere.

Dunque a questo gruppo, non molto diverso da quello che lo scorso anno ha sbragato, perdendo ben 30 punti con le piccole, non si può chiedere di sbaragliare il campo e fornire prestazioni brillanti.

La classifica è incoraggiante, il gioco molto meno.

Il gioco forse un po’ migliorerà, la classifica verosimilmente peggiorerà (alzi la mano chi scommette che a fine stagione la juve non ci sarà davanti).

Secondo me si deve essere contenti di quel che è venuto e sperare che la perdita di posizioni in futuro sia contenuta, senza andare troppo per il sottile, vivendo partita per partita e lottando punto su punto.

Quando avremo anche noi 2-3 fuoriclasse in un gruppo di buoni e ottimi giocatori, scelti in modo da integrarsi, potremo chiedere e aspirare a molto di più.

La partita

La premessa sarà condivisa da pochissimi: secondo me si è trattato di una delle peggiori nostre partite della stagione.

Qualche amico, non ricordo chi, avendo visto il match dal vivo ha scritto che abbiamo incontrato una squadra tosta.

Sarà.

A me è sembrato che l’abbiamo fatta diventare tosta noi,  perché fino al 2-0 loro mi sembravano impauriti, inoffensivi e neppure disposti in campo nel modo che soffriamo di più, cioè con una difesa fitta a ranghi strettissimi.

Poi, quando il Benevento, non avendo più nulla da perdere ha provato a reagire, la partita è cambiata.

Al 25’ traversa del Benevento, al 29’ la parata (unica) di Handa su D’Alessandro, al 42’ il gol che riapriva la gara.

Il secondo tempo un pianto, con nessuna vera palla gol dei nostri e la traversa clamorosa di D’alessandro al 13’.

Lo so che il passato non conta e che ogni partita fa storia a sé, ma in qualche modo nella valutazione si deve tener conto del fatto che i campani avevano perso tutte le sei partite precedenti, segnando solo un gol e subendone sedici e soprattutto del fatto che quando hanno incontrato squadre di livello hanno subito vere goleade, da sei e quattro gol.

Una squadra forte, sicura di sé, autorevole, dopo il secondo gol, con l’avversario alla sua mercé, avrebbe chiuso definitivamente la partita.

Invece noi siamo andati in crisi, prendendoci dei rischi dietro e non riuscendo più a imbastire qualche trama efficace come nei primi 20’.

La cosa preoccupante è che basta un solo avversario di buon livello, dotato di fantasia e scatto, a mettere in crisi il nostro sistema difensivo.

A Benevento è stato D’Alessandro, a Crotone Budimir, con la Spal  Lazzari, ecc.

E’ sufficiente che ci sia un avversario capace di saltare il suo uomo per mandare in tilt tutta la difesa.

A mio parere questo accade perché non c’è protezione e i nostri difensori vengono spesso lasciati soli nell’uno contro uno.

Spalletti punta giustamente su un centrocampo di costruttori abili, seppur lenti e poco propensi a coprire e recuperare.

Ci sta perché in teoria se i centrocampisti fanno la loro partita e i nostri sono più tecnici degli avversari dovremmo essere avvantaggiati.

Ma se i nostri, circondati da un nugolo di avversari dinamici e con compagni d’attacco che stentano a smarcarsi,  anziché costruire occasioni verticalizzando si abbandonano a passaggetti laterali o all’indietro, la volta in cui si perde palla, sono guai.

C’è poi un altro elemento da considerare: probabilmente tutte le squadre esprimono il massimo in una mezz’ora e poi ( o prima) diventano un po’ più abbordabili.

Sembra però che la differenza fra le due situazioni, nel nostro caso sia molto più marcata del normale . E questo avviene da anni.

A Benevento c’è pure la spiegazione psicologica anche se poco accettabile per dei professionisti di livello: sul 2-0 ci sarebbe stato un ‘comprensibile’ rilassamento dal quale poi, per le mutate dinamiche del match, abbiamo molto faticato a riprenderci.

Fin qui ci hanno un po’ aiutato a tenere il risultato (o a conquistarlo) alcune grandi parate di Handa, e questo è un merito, e una serie importante di pali colpiti dagli avversari.

Di tutto questo è giusto tener conto, per apprezzare ancora di più i punti portati a casa e nello stesso tempo per mantenere saldamente i piedi per terra.

Il che non vuol dire abdicare a obiettivi importati: è semmai il contrario. Si possono fare tanti punti anche non essendo in grado di esprimere un gioco scintillante.

Le cifre del match parlano di un dominio più netto di quanto mi sia apparso e risulti forse dalla mia disamina.

In questo caso però il  discorso non può essere quantitativo ma qualitativo e in questo, per esempio, il numero dei tiri verso la porta  avversaria dice poco.

Poi ci mancherebbe  anche che avessimo fatto meno del Benevento…

Comunque, il possesso palla come spesso accade è stato nostro (62 a 38). E ancora una volta a questo dato si accompagna l’aver percorso più km, 111,3 contro 109,6.

Le parate sono state 9 a 3 per noi, ma anche qui non mi pare che Belec abbia fatto grandi interventi.

I tiri sono stati 20 per noi e solo nove per loro, ma per i tiri in porta le distanze si riducono (14 a 8 e si devono considerare in aggiunta i loro due pali).

Abbiamo recuperato molte più palle di loro, ma ne abbiamo persa qualcuna in più.

Abbiamo dominato nei cross e nei corner, ma questo dimostra solo la nostra difficoltà nel cercare lo sfondamento.

Anche se le percussioni centrali, come spesso accade quest’anno superano abbondantemente quelle sulle fasce sommate.

Ma evidentemente i risultati restano modesti.

Un altro dato in contrasto con la mia memoria visiva è quello delle palle perse e recuperate dai singoli: Miranda, per esempio, è quello che ne ha recuperate di più, mentre Vecino e Perisic ne hanno perse ben 8 il primo e 7 il secondo.

Insomma i dati sembrano contrastanti, ma la sostanza è un’altra: contro il ‘povero’ Benevento abbiamo costruito pochi pericoli autentici, quasi quanto loro, nonostante la partenza favorevole.

Abbiamo vinto ugualmente e c’è da esser contenti.

A mio parere è abbastanza serio essere anche preoccupati per le prossime grandi sfide che ci attendono.

Le pagelle individuali

Handanovic: salvato due volte dai pali, devia in angolo una conclusione pericolosa di D’Alessandro. 6.5

D’Ambrosio: difende e spinge (sfiora anche un palo con un gran diagonale), ma allo scoperto contro D’alessandro va in difficoltà. 5.5

Skriniar: ancora il migliore. Difende e suona la carica. Dopo Milan e Napoli speriamo di consacrarlo come un top. 7

Miranda: qualche responsabilità sul gol, per il resto se la cava a fatica. 5.5

Nagatomo: davanti non si vede quasi mai e dietro va spesso in difficoltà contro Lombardi. 5.5

(Dalbert: sv)

Borja Valero: lento, compassato, senza inventiva e modesto nel far argine. Speriamo che si riprenda presto. 5

(Gagliardini: ingresso abbastanza promettente. Sembra in ripresa. sv)

Vecino: qualcosa in più di Borja, ma davvero poco. Troppe palle perse, poca inventiva. Essere in coppia con il Borja di questo periodo lo penalizza. 5.5

Candreva: grande assist nell’azione del primo gol e un discreto lavoro per la squadra. 6

(Joao Mario: insolitamente – per l’Inter -  dirottato a destra, prova qualche spunto abbastanza interessante. 6)

Brozovic: segna due gol, è attivissimo e anche più ordinato del solito. Le cifre parlano di una prestazione rilevante, confermando la memoria visiva. 7.5

Perisic: se il metro di paragone è dato dalle sue potenzialità, la prestazione non è certo entusiasmante. Però lui è giocatore vero e la sua presenza pesa in campo anche quando non riesce a esprimersi al meglio. 6-

Icardi: corre più del solito, arretra, cerca qualche sponda, ma non riesce mai a liberarsi seriamente per la conclusione. Non è un gran periodo e il gioco dell’Inter al momento non lo aiuta. 5.5

Spalletti: ha portato a casa anche questi tre punti. Sino ad ora bilancio più che positivo. 7 per il percorso

Luciano Da Vite

21 commenti:

  1. Che dire Luciano. Condivido totalmente il tuo post.
    Anche a me il Benevento ha fatto l'impressione di essere una squadra davvero molto abbordabile, e il solo d'alessandro non può poterci mettere in crisi.
    A tal proposito vedo come la squalifica di calhanoglu, giocatore dalle ottime doti balistiche,ma estremamente compassato e dal dribbling molto limitato, come una sventura per noi...

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  2. Ciao a tutti, fratelli interisti.
    Mi affido a voi che analizzate molto bene le partite: qualcuno conosce un sito dove è possibile consultare gratuitamente le statistiche dei km percorsi nelle partite di serie A?

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    1. Il sito della lega calcio ha i report delle partite con anche km percorsi per squadra e dai primi 5 calciatori

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  3. Sinteticamente: vero che non si può pretendere di più rispetto a quelli che i giocatori riescono a fare; non si può andare oltre ciò che è possibile. Ma i giocatori stanno facendo il massimo, a livello di squadra? Credo si possa fare di più. Abbiamo sacrificato diversi profili per ottenere risultati in termini di produttività di gioco. Penso che alcune prestazioni avrebbero potuto fornirle anche Ansaldi, Medel e Kondogbia. Ovviamente con differenze dovute alle specifiche caratteristiche.

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  4. Secondo me anche l'anno scorso e l'anno prima abbiamo affrontato queste squadre, non vorrei ricordare il Crotone dell'anno scorso e purtroppo il responso è stato totalmente negativo, questi giocatori si sono dimostrati inadeguati

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  5. Leggere nuovamente di medel e kondogbia mi rende perplesso. Basta. Stiano pure dove sono. Come barella e torreira. Sono ruoli già coperti in rosa. A gennaio: punta di ricambio x icardi, magari un po differente; stopper, io mi ostino a chiamarlo così; e centrocampista con dribbling e senso del gol, I prospetti presi a gennaio possono starsene tranquillamente dove sono, se servoni subito per un traguardo immediato. Poi si può sbagluare giocatore per 1000 motivi. Podolsku era perfetto, ma non ha reso per niente, ad esempio. Ma non sbagliare il tipo di giocatore

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Ripeto, non dico Medel, ma Kondo senza essere un fenomeno ci avrebbe fatto comodo e infatti Spalletti fino al momento della rottura ci contava parecchio. Poi che ce ne siano di migliori, non c'è dubbio.
    Podolski sarà stato anche perfetto, ma io nel mio piccolo quando è arrivato ho lanciato improperi (nel mio stile contenuto).
    Io non ho preclusioni sugli arrivi (eventuali) di gennaio: se siamo in corsa per la CL e arriva uno che ci può aiutare, anche se non è Pelè, non mi dispiace.

    Gianca, confermata la partita alle 15.00

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  8. Secondo me il principale dei problemi emersi in fase difensiva è il fatto che i due centrocampisti non possono coprire gli spazi di un centrocampo di due soli uomini, forse ci riuscirebbero se fossero due Pogba gemelli, perchè Gaglia e Vecino saranno anche fisicamente tosti ma mancano della velocità e scatto per riuscire a coprire velocemente le situazioni in cui nella fase offensiva le nostre ali e trequartista sono troppo fuori posizione per fare un'efficiente fase di rientro. Tra l'altro passare ad un centrocampo a 3 potrebbe portare ad una sterile fase offensiva.

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  9. ...quindi stavamo meglio quando stavamo peggio.... ah, la memoria quanti inganni ci propina!

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    1. ...non credo proprio che i contropiede che abbiamo lasciato al benevento siano solo colpa del duo di centrocampo...magari gli esterni (sia bassi che alti) hanno le loro gravi responsabilità...certo Kondo manca perche non è stato sostituito, ma non ci serviva un simil Kondo, meglio piuttosto uno con caratteristiche fisiche diverse, (magari più esplosivo fisicamente e più rapido nel breve...) ....#lavorare #lavorare sperando di tenere botta fino a Dicembre ...
      P.S. mi sono sorbito Milan/Roma...uno spettacolo sontuoso ...

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  10. Non è che stiamo peggio, stiamo peggio solo da un punto di vista, quello del filtro a centrocampo, siamo migliorati in difesa e nella gestione del possesso palla, ma anche nella guida tecnica.
    Penso che sarà lotta a tre peri quarto posto tra noi Lazio e Milan

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  11. Con la Lazio favorita, al momento.

    Emiliano, in serata ti manderò un post sulle giovanili. Niente di che, solo una sorta di riepilogo dell'ultima giornata

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    1. Quando vuoi Luciano. Lo pubblichiamo ovviamente sempre domani in mattinata.

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  12. Intanto Bandini titolare come 5 di destra a Brescia, ottima prestazione fin qui e miglior piede in campo.

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  13. Buona serata. La verità è che i nostri terzini vengono lasciati spesso uno contro uno. Qualcuno di Voi lo scriveva: due soli cc se gli esterni non ripiegano profondamente mettono a disagio la difesa sugli esterni. Diciamo che domenica scorsa gli esterni alti hanno coperto poco sopratutto nel secondo tempo. Centralmente siamo messi meglio in fase difensiva.
    Però questi siamo, La Rosa è limitata a
    pochi uomini ed il mister non ha tanto da scegliere. Sinceramente proverei il 4-4-2 perché abbiamo gli uomini per farlo.

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  14. Tuttavia dimenticavo Cancelo che si diceva in orbita Barca qualche mese fa. Ecco lui potrebbe essere un upgrade a destra.

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  15. Online il report sulle giovanili: https://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/10/giovanili-un-inizio-interlocutorio.html

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