martedì 28 novembre 2017

Un'Inter solida e cinica: Cagliari - Inter 1-3

Cagliari - Inter 1- 3: un'Inter solida e cinica. Nella foto (ansa.it) la seconda rete di Mauro Icardi che chiude la partita. Sono 15 goal in 14 partite per il centravanti e capitano nerazzurro.

Anche se il cinismo, nel calcio, si scrive ‘classe’.

E' difficile analizzare serenamente una partita vinta in trasferta, contro una squadra forte e in ottima condizione, attestata dai positivi risultati delle ultime quattro partite, delle quali tre concluse con una vittoria.

Difficile quando questa è l'undicesima vittoria in 14 partite disputate senza subire una sconfitta.

Difficile perché i numeri, assolutamente imprevedibili in estate, tendono come è inevitabile a sovrapporre l'entusiasmo per quanto di straordinario si è fatto sino ad ora, e anche a Cagliari, rispetto a qualche limite che  potrebbe sembrare ingeneroso evidenziare.

Questo gruppo assomiglia agli squadroni di una volta, quelli che vincevano per la grande compattezza, per la saldezza morale e agonistica, esaltata da prodezze individuali di  campioni assoluti.

Nello stesso tempo però la squadra ha anche assorbito, in termini moderati, la logica “nuova” del possesso palla, del giro palla in attesa di affidare al campione di turno (oddio, la turnazione non è così varia) l'affondo per la stoccata decisiva.

Solo che questa soluzione le riesce solo in alcune fasi della partita, di solito dopo che gli avversari, con l'aggressività e l'intensità iniziale, hanno soffocato sul nascere i nostri tentativi di ripartenza 'palleggiata'.

Anche a Cagliari i numeri parlano di una vittoria larga, ma le situazioni di gioco delineano una gara di sofferenza per quasi un tempo e di autorevole affermazione alla distanza.

Del resto pure in passato questa squadra (che, lo ricordo, di nuovo ha solo un centrale e due centrocampisti) viveva situazioni simili.

Il suo limite era l'incapacità di produrre intensità per tutto l'arco della partita.

Prima di giocare si sapeva che, più o meno, avremmo sofferto un tempo: se avessimo cominciato forte, saremmo calati alla distanza restando in balia degli avversari, se gli avversari ci avessero aggrediti subito, avremmo subìto per poi riemergere nei secondi 45'.

Solo che allora, spesso, quando ci aggredivano, ci travolgevano anche, mentre se andavamo in vantaggio, poi venivamo sovente raggiunti o nel migliore dei casi  chiudevamo con inaudita sofferenza.

Quest'anno quando soffriamo e andiamo in svantaggio poi riusciamo almeno a pareggiare (Bologna, Torino) o addirittura a portare a casa la vittoria (Roma).

Se andiamo in vantaggio, magari corriamo dei rischi ma alla fine conserviamo i tre punti.

Almeno sino ad ora.

Che cosa è cambiato?

Tante situazioni:

  • abbiamo comunque una squadra più forte, per il valore aggiunto portato appunto dai tre nuovi;
  • abbiamo una maggior consapevolezza della nostra forza e dell'importanza che per questo ogni partita indistintamente viene ad assumere in funzione degli obiettivi realisticamente assunti; 
  • abbiamo un allenatore che sa creare e gestire il gruppo e che sa leggere immediatamente le diverse situazioni tattiche man mano che si verificano;
  • abbiamo un'organizzazione di gioco capace di far rendere al meglio i singoli;
  • forse anche abbiamo una preparazione atletica migliore, agevolata anche dal fatto di non dover disputare le coppe.

In questa situazione ormai consolidata anche se certo non definitiva è sacrosanto che noi tifosi si esulti, si dia finalmente libero sfogo alla gioia e che passino sotto silenzio i sia pur minimi elementi di preoccupazione che sempre si manifestano anche nelle situazioni più felici.

Per il mio modo di essere, passato il momento della gioia dopo la vittoria (o del profondo dispiacere in caso contrario) preferisco, un po' bastian contrario, concentrarmi sugli aspetti da migliorare, nel primo caso o rivalutare i segnali positivi nel secondo.

Del resto, se ci riflettiamo, l'esaltazione sfrenata (che è altra cosa dall'apprezzamento) è propria delle PI che parlano continuamente di scudetto, facendo arrabbiare il nostro mister, sempre consapevole del fatto che probabilmente i nostri stanno facendo il massimo e che altri hanno potenzialmente qualcosa in più di noi.

Tanto per cominciare, per voler essere pignoli, da Cagliari esce la conferma di un limite di organico più volte segnalato.

Domenica prossima contro il Chievo saranno fuori contemporaneamente un centrale di difesa e entrambi i centrocampisti diga.

I sostituti saranno inevitabilmente Ranocchia, Brozo e Gianmario. Non ci sono altri. A meno di inserire Eder seconda punta, escludendo Gianmario.

Ma nessuno dei tre ha le caratteristiche del giocatore che andrà a sostituire.

Non solo, essendo inimmaginabile che nel centrocampo a due giochino Brozo e Gianmario, dovrà cambiare posizione anche Borja.

Per fortuna dovrebbe trattarsi di una sola partita e alla squadra si chiederà di raddoppiare l'impegno per superare l'inconveniente.

Ma la questione resta sul tappeto, accentuata anche dalle impressioni che suscita Cancelo, quando viene chiamato in causa.

Voglio essere chiaro: sto cercando il pelo nell'uovo di una campagna di mercato largamente positiva (nelle condizioni finanziarie e normative date). 

Però mi chiedo, ad esempio, se sia stato saggio (aldilà della necessità imposta dal comportamento del francese) lo scambio Kondo - Cancelo.

Oggi avremmo un centrocampista di peso in più, un'alternativa a Vecino-Gaglia e un esterno per il momento inutilizzabile in meno.

A me sembra nei pochi minuti in cui l'ho visto che Cancelo non abbia il fisico e la grinta per fare il difensore, ma non possa essere, sul piano della sostanza, neppure la controfigura di Candreva.

Le mie preoccupazioni sono legate al fatto di dover sperare che né Handa, né Skriniar, né Borja, né Candreva, né Icardi, né Perisic abbiano un infortunio o uno scadimento di forma.

Ma poi c'è anche qualche problema diciamo così interno alla partita di Cagliari.

Abbiamo sofferto moltissimo per quasi un tempo il ritmo forsennato imposto da Faragò, dal talentuoso ma un po' acerbo Barella, da Pavoletti, da Joao Pedro, da Padoin.

Non da Cuadrado, Pjanic, Dybala, Higuain, Mandzukic, o da Callejon, Hamsik, Mertens, Insigne, Ghoulam.

Io non mi scandalizzo, perché so che la differenza di valori tra una grande e una media, nella singola partita, può essere ridotta al minimo dall'applicazione e dalla corsa; ma certo, vedere Faragò imperversare indisturbato sulla fascia destra, novello Garrincha, e creare occasioni da gol; vedere Pavoletti che più di una volta sfugge alla marcatura dei nostri centrali e si presenta solo per la possibile conclusione, un po' mi ha impressionato.

Certo, poi rifletto e constato che in fondo sono andati al tiro in modo insidioso due volte, di cui una, quella del gol, in contropiede nel secondo tempo quando noi avevamo preso la guida del gioco.

Però mi resta la sensazione che nel primo tempo abbiamo subito un po' troppo, senza riuscire mai a costruire, ad alzare il baricentro a ripartire con la manovra.

Il gol anche qui rappresenta la splendida eccezione, la ripartenza determinata da alcune prodezze individuali consecutive (Santon, Candreva, Perisic).

I campioni sono tali perché risultano spesso decisivi ed è normale che siano prodezze dei campioni a fare la differenza, ma il mio dubbio è questo: non ho visto tutte le loro partite, ma succede mai alle nostre rivali di venir schiacciate, aggredite, assediate, per oltre mezz'ora da una squadra media?

D'altra parte che questo sia avvenuto senza danni, la dice lunga sulla nostra saldezza morale e organizzativa e quindi, visto sotto un'altra luce, lo si può ritenere un fattore che induce a bene sperare.

Insomma, la mia impressione è che sia stata fatta tanta strada, che il lavoro svolto sia quasi entusiasmante, ma sia anche tuttora in corso, in piena evoluzione.

E che sarà necessario migliorare ancora in alcuni aspetti e particolari, anche per sopperire alle possibili insidie che un campionato lunghissimo potrebbe presentare.

La partita attraverso i numeri

Il Cagliari inizia con un pressing forsennato che impedisce ai nostri di uscire dalla metà campo.

  • Dopo un minuto ha già all’attivo due pericolosi calci d’angolo.
  • Al 3’ Joao Pedro aggancia una palla difficile in area ma la conclusione è debole e centrale;
  • Al 5’ su un altro angolo Ceppitelli di testa indirizza fuori;
  • Al 13’ Romagna calcia a rete e Miranda intercetta con un  braccio chiaramente involontario (Miranda si gira proprio per evitare l’impatto con l’arto) ma Pairetto, forse dimenticandosi che affronteremo la juve tra due partite e non tra una, sanziona con un giallo;
  • Al 17’ la grande occasione per il Casteddu: Faragò (cuore interista tra l’altro, mi dicono) impazza sulla destra. Sul suo traversone Pavoletti conclude a due metri dalla porta. Handa salva miracolosamente la sua rete, ma non le mie coronarie, messe a dura prova;
  • 22’ punizione per fallo di Vecino su Padoin, senza esito;
  • 23’ Pavoletti di testa indirizza fuori su cross di Romagna.

Dopo 25 minuti il primo segnale che esiste anche l’Inter: da Candreva a Borja il cui tiro viene deviato. E’ il segnale della svolta.

Al 29’ infatti arriva il nostro gol frutto di una grande azione di Candreva, di una prodezza di Perisic e della rapacità di Maurito.

Ora è solo Inter.

  • 35’ Icardi controlla male la sfera su un traversone che aveva superato Rafael e non riesce ad indirizzare nella porta sguarnita;
  • 44’ gran tiro dalla distanza di Santon che esce  di poco.

Nella ripresa per qualche minuto gli isolani provano a riprendere il match: prima un tiro di Barella deviato costringe Handa all’intervento, poi su corner una mischia abbastanza pericolosa.

Ma il tentativo di nuovo forcing finisce lì.

Brozovic appena entrato mette al sicuro il risultato con una gran conclusione al volo dai 16 metri.

Un possibile fallo da rigore (mano in area) di Romagna, viene vanificato dalla var.

Perisic calcia di sinistro ma la palla esce di poco.

Ceppitelli ammonito perché costretto a bloccare con un fallo tattico la ripartenza di Icardi.

Mentre l’Inter è in assoluto controllo del match, improvviso a 20’ dal termine il gol del Cagliari propiziato ancora da Faragò e dalla conclusione splendida di Pavoletti.

L’Inter però non rischia più quasi nulla.

Solo in un’occasione Farias si libera al tiro, ma la sua conclusione non impensierisce Handa.

Subito dopo Maurito ristabilisce le distanze, chiudendo di fatto la contesa.

Ancora i numeri parlano di un possesso palla leggermente a nostro favore, di un Cagliari che ha tirato a rete poco più di noi (9 a 7) e di 6 tiri isolani nello specchio, compreso il gol, contro 4 solo tiri nostri (che però hanno fruttato 3 gol).

Le occasioni da gol sarebbero state 8 per loro e 6 per noi, gli assist 3 a 3.

C’è stato equilibrio nei falli commessi e nelle ammonizioni.

Noi abbiamo perso molte più palle di loro (45 a 33, conseguenza credo delle difficoltà createci dal pressing iniziale). Anche nel recupero palla sono stati migliori (28 per loro, 18 per noi).

Stranamente ci hanno superato nei cross (ah… Faragò: infatti i loro attacchi da destra sono stati il doppio di quelli portati dalla parte opposta).

Equilibrata invece la distribuzione dei nostri attacchi.

Dal punto di vista individuale, Candreva si è ancora assicurato la palma del miglior assistman, mentre Barella con 9 palle perse ha superato Borja (7).

Il primo ‘cacciatore di palloni’ nostro (Gaglia) è solo quarto dopo 3 cagliaritani.

Importante però che sia stato seguito da Perisic (5)

Insomma anche le cifra parlano di una squadra quadrata che ha saputo superare senza danni lo sbandamento iniziale  e ha saputo poi imporre la sua legge. A una squadra pericolosa, non dimentichiamolo.

C’è di che rallegrarci, aspettando non senza qualche  prudenza (nostra, non della squadra, che ha bisogno di certezze, se non di spavalderia) la partita col Chievo che a questo punto diventa importante anche per la concomitanza di Napoli - juve, oltre che per le nostre assenze. E soprattutto sarà interessante vedere se nello scontro diretto i ragazzi sapranno ripetere la prestazione fornita contro Roma e Napoli.

Le pagelle

Handanovic: sicurissimo sulle uscite alte, che qualche volta  non sono il suo forte, si supera con la parata su Pavoletti. Un solo intervento vero, d’accordo, ma senza il suo miracolo avremmo visto un’altra partita. 8

D’Ambrosio: nella prima fase, con gli spazi molto ristretti, va in difficoltà nella gestione della palla. D’altra parte però chiude bene ogni iniziativa avversaria, pur  spingendo meno del solito. Forse sul gol di Pavoletti poteva stringere di più, ma non mi sembra abbia responsabilità serie. 6.5

Skriniar: si perde due volte Pavoletti e sono problemi grossi, due sole incertezze, per quanto insolite e forse da distribuire con altri. Per fortuna: così ha dimostrato di essere anche lui un essere umano! Mostra la solita autorevolezza nella transizione offensiva. 6.5

Miranda: si conferma in buona condizione. Non va mai in difficoltà  e anche l’ammonizione che gli comminano è semplicemente ridicola. Affidabile. 7-

Santon: prova nel complesso sufficiente anche se si perde spesso Faragò e i maggiori pericoli vengono dalla sua parte. Appare comunque in progresso e forse non è l’optimum ma dà l’impressione di essere un giocatore completamente recuperato. 6+

Vecino: non ha spazio per le sue progressioni. Per mezz’ora deve preoccuparsi solo di coprire la sua zona e anche lui sul breve mostra qualche difficoltà. Deve uscire quando la partita si è aperta e forse potrebbe dare il meglio. 6+

Gagliardini: giudizi contrastanti su di lui. A me nel complesso è piaciuto. Diga importante davanti alla difesa, grazie alla sua fisicità e alla caparbietà. Si può non apprezzarlo esteticamente, ma se gioca titolare da molto è perché garantisce sostanza. Che nel calcio qualcosa conta. 6.5

Borja: a me è parso leggermente sotto tono, anche se con la sua esperienza e il suo acume tattico sa sempre rendersi molto utile. Forse gli farebbe bene un turno di riposo, per ritrovare brillantezza, ma in questo momento non è possibile. E lui si spende con generosità. 6.5

Candreva: per essere un giocatore solo di quantità ha uno score di assist e giocate importanti che lo pone tra i primissimi in Italia. Anche a Cagliari si conferma indispensabile. Io ho solo un timore: che prima o poi la condizione ‘magica’ che lo sorregge si attenui. 7.5

Perisic: ormai lavora per la squadra come un vero leader. Lo confermano ad esempio le palle recuperate e il movimento continuo anche a difendere. Davanti è sempre pericoloso: la palla che rimette in mezzo, al volo per il gol di Maurito è da ovazione. 7

Icardi: inutile dilungarsi su di lui. Da quando ha imparato a muoversi con la squadra e per la squadra segna persino di più e ha cancellato le ultime perplessità dei più scettici, che non si accontentavano di gol a valanga. 8

Brozo: lo sappiamo, le qualità non si discutono. Ha corsa, capacità di inserimento tiro. Fa spesso, però le cose sbagliate. A Cagliari era in giornata si. 7

Cancelo: forse avrebbe bisogno di giocare di più. Mi sembra però che il campionato italiano non sia fatto per lui e mi dicono che se ne sarebbe reso conto. sv

Eder: sv

Spalletti: si dice che la svolta sia arrivata con la sue decisione di passare al 352 (che per altro lui ha smentito in conferenza). Sarà ma a me in ogni caso non sembrerebbe un cambiamento così innovativo. In fondo in quella fase avevamo dieci giocatori schierati su due linee arretrate e vicine. Per conto mio è stato più importante il rallentamento, inevitabile, degli isolani. Quando fai pressing esasperato devi sempre avere tempi perfetti, con meno lucidità e ritmo un ritardo ti taglia fuori. In ogni caso il mister sta facendo meraviglie. 8

Luciano Da Vite

13 commenti:

  1. Devo dire che io sono molto scettico su Cancelo. Chiaramente spero di essere smentito, non mi stupirei però se a gennaio già cambiasse situazione. Alla fine le operazioni Kondogbia e Cancelo sono indipendenti tra loro...

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  2. Torno un secondo su Barella - Torreira - Donsah.

    Barella, senza alcun dubbio.
    Mi sembra che abbia margini di crescita enormi, oltre ad essere molto più duttile.
    Torreira l’ho visto giocare meno per la verità, ma contro l’inter Non mi ha fatto una grande impressione; a mio parere è più vicino ad un Gargano qualsiasi che non ad un grande giocatore. Barella credo sia tutt’altra cosa. Ovviamente sono opinioni del tutto personali.
    Donsah propio non posso giudicarlo

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    1. Non riesco a inquadrare bene Torreira sinceramente. Su Barella mi sono espresso in tempi non sospetti, mi piace moltissimo anche se ritengo vada fatto crescere con calma. Donsah una buona alternativa ai due davanti alla difesa, giocatore che non molla mai. Gli preferirei Cristante nel ruolo, ma non so le valutazioni dei due e quale sia il nostro budget.

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    2. Torretta mi ricorda Pizarro (che a me piaceva tantissimo ).
      Barella bel talento e lo vorrei, come lo scorso anno avrei voluto Verre o in passato Cigarini o...verratti. (TRADUZIONE : sta mano può esse ' ferro o può esse' piuma ).

      Donsah non lo ho visto. Se potessi, cercherei di prendere diawara del Napoli.
      Cristante molto buono.

      In teoria abbiamo tanto potenziale che attende solamente di sbocciare.
      Ma al contempo, abbiamo poche certezze, col timore che possa accadere qualcosa di negativo.

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    3. Diawara del Napoli penso sia troppo difficile da prendere, lo hanno pagato 15 milioni e gioca con una buona regolarità...

      In effetti va capito che cosa ci occorra subito e cosa solo per il grande potenziale del giocatore.

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  3. ...a mio modo di vedere, in mezzo, come alternativa, ci serve un giocatore con passo più rapido di quelli che abbiamo...uno tipo Allan, per esempio....più del trequartista, che non sarebbe male, ma deve essere di livello e non deve alterare gli equilibri di squadra...insomma...Spalle'...pensaci tu...dicci quello che vuoi (commpatibilmente...) e lo avrai!

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  4. Da un aggregatore leggo che Branchini ha detto che l'Inter era fortemente interessata a Douglas Costa perché l'Inter è Suning e Suning è Suning... poi leggo che Zhang vuole portare Suning tra le prime trenta imprese al mondo. Insomma, il futuro sembrerebbe roseo e duraturo.

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  5. Sul match mi sono già espresso, probabilmente in maniera eccessivamente ottimistica ma è stata la sensazione che avevo durante la partita e non "dopata" dal 3-1 finale. Avrei probabilmente bisogno di rivedere quei venticinque minuti iniziali perché a memoria mi sembra che le loro occasioni siano state tutte fumose e potenziali, non nitide. La parata di Handanovic non la considererei miracolosa, mi sembra fosse difficile per l'attaccante segnare da quella posizione e Handanovic era posizionato bene, proprio dove doveva naturalmente essere. Mi sembra che a Crotone, a Bologna e a Benevento abbiamo sofferto molto di più, concedendo occasioni nitidissime - oltre a gol in alcuni casi - e per più tempo. Di solito i ritmi altissimi sono insostenibili per 90 minuti, ma per 50-60 sì. Il Cagliari è durato ancora meno proprio per l'enorme sforzo iniziale a cui noi abbiamo fatto esattamente quello che dovevamo fare.

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    1. ...pare che il Cagliari abbia pagato lo sforzo "insensato" di sabato sera anche oggi.... (poi magari Lopez ha schierato la primavera....)

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  6. Inviato il post sulel giovanili.

    Soddisfatto se davvero tornasse Mbayè

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    1. Ricevuto Luciano!

      Domattina è online.

      Su Mbaye ero proprio curioso di avere un tuo parere. Penso sarebbe una buona alternativa a D’Ambrosio e potenzialmente un futuro titolare a dx?

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  7. Non saprei. intanto in rosa ci può stare. Poi ha 23 anni sta giocando da titolare nel Bologna e probabilmente ha ancora margini di Miglioramento, con Spalletti.
    Al nostro mister sembra piacciano i giocatori fisicati. A Roma ha voluto JJ e all'Inter sta rilanciando Santon
    oggi l'Inter ha tanti giocatori fisicati: Handa Skriniar Santon Ranocchia Vecino Gagliardini Perisic. E tanti altri di buona statura.
    Qualcuno l'ha paragonata alla prima Inter del Mancio. Qualcosa di vero c'è

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  8. Online il post sulle giovanili: https://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/11/settore-giovanile-conferme-e-sorprese.html?m=1

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